Mentre le campane di Balerna sono famose per essere le più stonate del Cantone, il campanile di Intragna é famoso per essere il più alto.
Se poi vi capita di essere a Intragna e trovare il museo delle Centovalli e delle terre di pedemonte aperto esiste la possibilità di salire fino alla sua cima.
L'origine dei campanili
L'utilizzo delle campane nelle chiese si diffuse in Europa verso I'VIII-IX secolo. Per fare in modo che il loro suono raggiungesse i luoghi più lontani, era necessario che le campane fossero sistemate in alto, al di sopra di eventuali ostacoli che impedissero il propagarsi dell'onda sonora. Accanto alle chiese si iniziò così, in modo particolare nella penisola italiana, a costruire delle torri con - alla loro sommità - uno spazio per accogliere le campane.
Diffusesi sempre più dopo l'anno Mille, queste torri campanarie o campanili presero le forme architettoniche le più diverse. Alle nostre latitudini, la loro struttura è generalmente quadrangolare con un fusto dall'altezza variabile secondo le necessità e possibilità. L'estro e la fantasia dei costruttori emergono nella parte più alta del manufatto. Osservando le celle campanarie, le lanterne e - dove ci sono - i lanternini, per finire con i coronamenti o cuspidi, si possono ammirare variazioni architettoniche anche molto significative.
Le funzioni del campanile
Lungo tutta la sua storia, le funzioni del campanile sono molteplici.
Innanzitutto, esso rappresenta un segnale visivo identificabile da lontano, una sorta di riferimento materiale comunemente riconosciuto per indicare dove si trovano la chiesa, il villaggio e i suoi abitanti. All'ombra del campanile - quasi sempre l'edificio più alto del paese - è sentimentalmente riunita la popolazione di un villaggio.
Il campanile do Intragna troneggia incontrastato
Elemento positivo dell'unione civile di una comunità, esso può però anche simboleggiare idee e atteggiamenti eccessivamente esclusivi al proprio paesucolo, alla propria città: il deprecabile "campanilismo".
Il campanile risulta poi essere uno strumento di comunicazione che, grazie al suono delle sue campane, permette di raggiungere le persone anche a notevole distanza. Le numerose varietà di suoni e di combinazioni hanno infatti consentito l'affermarsi di una sorta di "linguaggio" sonoro a cui i nostri avi erano abituati e che sapevano interpretare in tutte le sue sottigliezze. D'un lato troviamo i suoni a carattere religioso che scandiscono la vita dei fedeli: la messa, l'Ave Maria, la morte di Cristo, i battesimi, i matrimoni e i funerali, le processioni e le solennità cristiane, ecc. Dall'altro, vi sono poi i richiami civili, che sono ugualmente numerosi: le ore, le assemblee e elezioni, le feste, l'arrivo del medico condotto, l'inizio e fine della scuola, l'allarme per le emergenze (incendi, sciagure, inondazioni, ecc.) e altro ancora.
Il campanile offre ugualmente diversi servizi pratici. Regge ad esempio altissimo il parafulmine, attirando su di sé le folgori e preservando così le case del villaggio tutt' attorno.
E poi un prezioso punto da dove scrutare il territorio circostante in caso di necessità.
E poi un prezioso punto da dove scrutare il territorio circostante in caso di necessità.
Esso offre inoltre rifugio a numerose specie di volatili. Tra queste i rondoni, che sono uno dei segni più caratteristici del periodo estivo, con i loro pazzi voli attorno ai campanili dai quali si buttano in picchiata, essendo essi incapaci di prendere Il volo da terra.
Infine, accanto alle valenze di tipo funzionale, dal punto di vista religioso il campanile ha anche un significato chiaramente simbolico. Terminando con una cuspide che penetra nel cielo e lo trafigge esso sottolinea anche visivamente una evidente tensione verso l'alto, verso Dio, in uno sforzo di ricerca e di avvicinamento verso il suo mistero. Il campanile diventa cosi un punto di congiunzione fra la terra, il cielo e il Signore
Il campanile di Intragna
Il primo campanile d'Intragna era stato costruito probabilmente nel corso del Quattrocento. Sorgeva a fianco della chiesa primitiva (ora Oratorio del SS. Nome di Maria), dove - nel solaio - rimangono ancora oggi alcune tracce delle mura e dei buchi da dove passavano le corde delle campane.
Con la costruzione della nuova chiesa dedicata a San Gottardo (1722-1738, consacrata nel 1761), l'antico campanile fu distrutto per essere sostituito con quello attuale. Le pratiche iniziali richiesero alcuni anni. Si trattava infatti di definire il punto esatto della costruzione e acquistare le parcelle sulle quali si trovavano delle case che, inevitabilmente, andavano distrutte.
Con la costruzione della nuova chiesa dedicata a San Gottardo (1722-1738, consacrata nel 1761), l'antico campanile fu distrutto per essere sostituito con quello attuale. Le pratiche iniziali richiesero alcuni anni. Si trattava infatti di definire il punto esatto della costruzione e acquistare le parcelle sulle quali si trovavano delle case che, inevitabilmente, andavano distrutte.
Si sa però che, visti gli scarsi proventi di cui poteva disporre la Parrocchia, le spese furono coperte in massima parte da benefattori e i lavori sostenuti da prestazioni personali gratuite. A tale riguardo, si ricorda ad esempio come nel 1767 il Commissario confederato residente a Locarno accordò la facoltà di obbligare, con misure di rigore, coloro che non si volevano prestare ai lavori.
L'anno dopo (1768), venne decretata la ritenuta del sale del Legato verso coloro che non avevano personalmente contribuito all'opera (ogni fuoco era infatti obbligato a prestare un certo numero di giornate di lavoro, in modo particolare per il trasporto del materiale).
Nel 1775 il campanile fu terminato. Malgrado la costruzione sia 9 metri meno alta di quanto inizialmente previsto, con i suoi 65,114 metri di altezza è divenuta la torre campanaria più alta del canton Ticino. Le sue mura hanno uno spessore di 1,80 metri alla base e di 1,25 metri nella parte superiore. Al suo interno, 165 gradini in pietra permettono di accedere fino al piano delle campane, ad un'altezza di 38 metri circa, da dove si gode di un'imprendibile vista a 360° sulle Centovalli, le Terre di Pedemonte e la Valle Onsernone.
In seguito ne furono acquistate e posate delle altre, tra cui quella famosa comperata a Locarno nel 1802
Il ratto del campanone
Correva l'anno 1800 quando il Borgo di Locarno decise, per ragioni ignote, di mettere all'asta il campanone della torre dell'antica Comunità locarnese: dopo un primo incanto andato a vuoto, il 1° maggio dello stesso anno il delegato della Vicinanza della Terra di Intragna si aggiudicò la campana. Non restava che pagarla e organizzare il suo trasporto. A tale scopo, il 2 giugno quattro uomini del villaggio furono incaricati di recarsi a Locarno dove però, a causa di un disaccordo sulla modalità di pagamento, gli fu impedito di ritirare il dovuto.
Iniziò così una disputa che si protrasse per più di due anni, fino a quando il 12 ottobre 1802 la maggioranza dei 57 intragnesi riunitisi in assemblea decise che era giunta l'ora di porre termine alla diatriba. Una cospicua delegazione - risoluta e ben armata - calò così su Locarno per impossessarsi del campanone. A Losone fu sequestrato un carro e una copia di buoi. Una volta in città, il campanone fu gettato su una catasta di fascine posta ai piedi della torre per attutirne la caduta e, caricato sul carro, fu condotto in trionfo sino ad Intragna senza che i locarnesi opponessero alcuna resistenza.
La reazione del Borgo non si fece attendere: citarono in giudizio quelli di Intragna e presentarono loro il conto da pagare. Erano anni non facili e gli intragnesi dovettero faticare non poco per onorare il loro impegno. Grazie a dei prestiti e ad una tassa di 3 lire per ogni famiglia che non aveva partecipato alla spedizione a Locarno, il 14 febbraio 1804 il campanone fu pagato alla Comunità di Locarno con il versamento di 4'650 lire di Milano.
In ricordo di questa particolar vicenda, quando nel 1845 la campana dovette essere rifusa si colse l'occasione per inciderle la seguente iscrizione:
"I cittadini d'Intragna che in Locarno nel 1802 mi hanno comprata e pagata a caro prezzo, solo colla forza delle armi poterono rimovermi da colà e possedermi. Nell'anno 1845 rotta venni rifusa"
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Golino, Madonna del Poss
G. R. (due volte) di G. A. Vanoni
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