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Donna medievale

I tempi cambiano, e anche in fretta. In Europa occidentale la posizione della donna si sta (finalmente) parificando con quella dell'uomo: il chiodo fisso é ancora, giustamente, quello dei salari. Va però reso attento alle femministe incazzate nere con tanto di megafono davanti al governo che in alcuni frangenti é ora la donna ad avere "il coltello dalla parte del manico". 
Per citare un esempio in caso di divorzio con prole l'uomo può definirsi morto. Più volte deve ricorrere ad un secondo lavoro per poter pagare i stellari mantenimenti, senza parlare di dover lasciare la casa nuova di pacca alla ex compagna con il nuovo compagno. 
Evidentemente il movimento femminista si guarda bene di citare queste situazioni. A mo di comprensione cito l'associazione "donna2" costituita da donne che ritrovandosi tra le mani i cocci di quello che era un uomo e distrutto dalla sentenza di divorzio si vedono impossibilitate di creare una nuova vita con lui.

Detto questo tiriamo indietro le lancette di un migliaio di anni per renderci conto che ad oggi in alcune parti del mondo siamo rimasti ancorati al medioevo. Ed é li che c'é tanto margine di miglioramento

Mai padrona di se stessa

La vita media della donna era di circa trentasei anni. Si sposava prestissimo, tra i dodici e i quindici, partoriva molti figli (di cui buona parte morivano in tenera età) e solo il 39% arrivava ai quarant'anni (contro il 57% degli uomini).

Angelo del focolare, in genere sottomessa agli uomini (padre, marito, fratello che fosse) e a Dio (dentro o fuori dal convento), aveva scarsa autonomia e subiva per giunta gli strali di una cultura diffusa che la indicava come sentina di ogni peccato, tentatrice e causa di perdizione'.

Se altolocata, la donna del Mille o sposava un parigrado oppure finiva in convento; se di bassa estrazione sociale, passava la vita a generare figli e a lavorare

La donna germanica, e longobarda in particolare, secondo un'ottica che sarebbe rimasta preponderante per tutto il Medioevo, era sottoposta al mundio, ossia alla protezione, di un uomo: fino al matrimonio a detenerlo era il padre, poi passava al marito. Non poteva mai, in nessun caso essere selpmundia, ossia padrona di se stessa. Qualora non avesse parenti maschi, il mundio su di lei apparteneva al re.

Il matrimonio

Il matrimonio? era considerato un male necessario per garantire la riproduzione e per tenere sotto controllo l' esuberanza sessuale (era, cioè, un remedium concupiscentiae):
A cominciare dalle nozze. Era loro richiesto un regime di vita casto e se commettevano adulterio erano sepolte vive. 

Nell'età più arcaica il matrimonio avveniva in tre modi: o per acquisto della sposa da parte del marito, o per rapimento, o per consenso.

Pagina del calendario che illustra il mese di aprile, dove è raffigurato un corteo matrimoniale. 
Venezia, Biblioteca Marciana - 1520 circa

La mattina dopo la prima notte, la sposa riceveva il morgingab ("dono del mattino") dal marito per essere compensata della verginità perduta.

Fino ad allora, se il marito voleva liberarsi della moglie, non gli restava che ucciderla (la multa era alta, ben 1200 solidi) oppure accusarla di adulterio.

Ritornare vergine

Però, anche se spose e madri, potevano sperare in una "riabilitazione" se trascorrevano l'ultima parte della vita in castità oppure - ancora meglio - se prendevano i voti. Il termine "riabilitazione" non è stato scelto a caso: la visione diffusa era che la donna, in quanto discendente di Eva, la prima peccatrice, fosse uno scrigno di vizi

Per comprenderne la portata misogina, basta leggere un famosissimo passo di Oddone, abate di Cluny (878 ca.-942), che recita testualmente: «Se gli uomini potessero vedere ciò che si cela sotto la pelle, la vista delle donne darebbe loro la nausea [...]. Come possono infatti desiderare di abbracciare un sacco di escrementi?».

Posizioni

Regolamentate erano anche le posizioni dell'amore.
Alberto Magno ne classificava cinque in ordine decrescente di liceità: missionario, fianco a fianco, seduti, in piedi, da dietro.

L'unica naturale era la prima: le altre quattro erano moralmente discutibili ma, almeno nella sua visione, usarle non equivaleva a compiere un peccato mortale. Il giudizio generalizzato non era però così liberale. In pratica, nessuna al di fuori della classica posizione del missionario era consentita, e ciò perché si riteneva che questa fosse l'unica naturale e favorevole alla procreazione. 
Poiché a tale scopo e solo a quello - e non certo al godimento fine a se stesso, stigmatizzato come ogni forma di piacere corporale - era orientato il sesso, uscire dal seminato comportava necessariamente la ferma condanna da parte delle autorità ecclesiastiche. 

Alberto Magno ma quante ne sai?

Demonizzate erano sia la posizione con la donna al di sopra dell'uomo, che oltretutto aveva la "pecca" di sovvertire i ruoli, sia la penetrazione a tergo, cioè da dietro, perché richiamava il coito tra bestie. Ovviamente, banditi erano anche il sesso anale e quello orale, in quanto entrambi non finalizzati alla procreazione.

Sulla scorta delle teorie del greco Galeno (V secolo), più volte riprese e diffuse nel Medioevo, si riteneva che la donna dovesse provare piacere per concepire, perché il piacere permetteva al corpo femminile l'emissione di un "seme" simile a quello dell'uomo. Una concezione che fu in seguito respinta, e con enormi conseguenze: quando alla fine del XIII secolo Egidio Romano sostiene che la donna può essere fecondata anche senza che abbia raggiunto l'orgasmo si avvicina alla verità, ma scrive la parola fine sulla preoccupazione, per l'uomo, di provocare piacere alla compagna durante l'atto sessuale.

Devi amarmi di più

Apprendiamo dunque che anche nel Medioevo continuavano a essere utilizzati falli posticci o oggetti simili, già conosciuti sin dall'antichità e diffusissimi nel mondo greco-romano (si legga ad esempio la Lysistrata di Aristofane). C'è però una pratica, citata da Oddone, che supera tutte le altre per fantasia:

"Hai fatto quello che alcune donne hanno l'abitudine di fare, e cioè: prendono un pesce vivo e se lo introducono nel sesso fino a che esso non muoia, per poi cuocerlo e darlo da mangiare ai mariti? Hai bevuto del sangue o del seme di tuo marito, affinché lui ti ami di più? [...] Hai fatto quello che alcune donne hanno l'abitudine di fare, e cioè: si stendono bocconi a terra con le natiche scoperte e ordinano che si faccia il pane sui loro fianchi nudi; poi, cotto quel pane, lo danno da mangiare ai mariti, perché le amino di più?"

Cosa fare allora se la tentazione si faceva pericolosa? Per Oddone era semplice resistere: bastava «schiacciarsi le parti inguinali con delle lamine di piombo, come facevano gli atleti antichi per evitare che le polluzioni notturne li privassero delle forze».

Masturbazione e polluzioni notturne

Sulla scorta dei testi classici, addirittura raccomandata poteva allora essere, in caso di impossibilità a praticarlo, la masturbazione. Non così, ovviamente, i teologi. La dispersione del seme era stigmatizzata con forza, e faceva testo la vicenda di Onan narrata nella Genesi (38:8-10):
Allora Giuda disse a Onan: "Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello". Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.
L'unica dispersione del seme, per così dire, giustificata era quella che avveniva involontariamente durante le polluzioni notturne: negli altri casi si trattava di vizio.

Prostituzione

La Chiesa ebbe un atteggiamento ambivalente nei confronti del "mestiere". Se infatti il sesso era demonizzato, la sua presenza restava comunque - com'è ovvio - insopprimibile: la prostituzione poteva allora addirittura aiutare a tenerlo sotto controllo evitando il diffondersi incondizionato di pratiche "de-generate" come l'adulterio e l'omosessualità. 

Se non ci fosse la prostituzione, scriveva san Tommaso d'Aquino, la società intera sarebbe messa sottosopra dalla lussuria.

Era molto in voga incontrare le prostitute nelle grandi tinozze di legno colme di acqua calda e consumare poi il rapporto in comodi letti, nascosti da pesanti cortine.
Nella foto, un bordello nella miniatura di un manoscritto del tardo Medioevo.

Se qualcuno dice a sua moglie, dandole cattiva licenza: «Vai, giaci con quell'uomo», o dice a un uomo: «Vieni e congiungiti carnalmente con mia moglie», e tale azione malvagia viene compiuta, stabiliamo che la donna che ha commesso quest'azione e vi ha consentito sia messa a morte, mentre il marito paghi ai parenti di sua moglie una composizione come se fosse stata uccisa in un tumulto.

Verso la fine del Medioevo, infatti, gli uomini amavano esaltare la loro virilità indossando piccole protesi di cuoio ripiene di stoffa in corrispondenza del fallo, che era reso ancora più evidente dall'abitudine di indossare calze aderenti e bluse strette ai fianchi. Un eloquente esempio, sebbene leggermente più tardo, è dato dal ritratto di Enrico VII eseguito da Hans Holbein il giovane (1498-1543), che mostra il re in tutta la sua possanza mentre ne porta orgogliosamente uno. 

Sei felice di vedermi o hai una chiave inglese in tasca? 

Diffuse erano anche speciali calzature dalla forma a punta, le poulaine, che alludevano alla grandezza del pene: più lunga era, maggiormente dotato era l'uomo che la sfoggiava.

BLA BLA BLA

Toy boy

Addirittura, ci sono donne che si sollazzano con giovincelli: È comparsa di questi tempi una perversa convinzione, assai vana, superstiziosa e avida, perché a noi e a tutti i nostri giudici pare un'unione illecita, e cioè che delle donne adulte, già in età matura, si uniscono con dei bambini piccoli sotto l'età legittima e dicono che sia il loro uomo, sebbene non sia in grado di congiungersi con loro. 

Pertanto provvediamo a stabilire che in futuro nessuna donna osi fare ciò prima che il ragazzo abbia compiuto il tredicesimo anno.

Scappatelle

La Chiesa ha sempre e univocamente condannato il sesso al di fuori del matrimonio. Ma questo "peccato", antico come il mondo, continuava lo stesso a essere praticato. Cosa accadeva a chi veniva colto in flagrante? Dipende: se a fare la scappatella era un maschio, si poteva anche chiudere un occhio. Ma se a farlo era una femmina, la questione era decisamente problematica. In linea di massima, le donne erano rinchiuse in convento.

 
Monaca con fanciulla. Miniatura dal salterio di Sintram

Ma erano previste anche altre pene più o meno "spettacolari", come la fustigazione pubblica, l'esposizione al pubblico ludibrio e la rasatura dei capelli fino al cranio. Il marito poteva poi decidere se ripudiare la moglie rinchiudendola in convento oppure riprenderla con sé

Prima dell'imposizione del cristianesimo, i mariti avevano il diritto di uccidere le mogli che li tradivano.

Le normative ecclesiastiche puntavano l'attenzione il più delle volte sulla donna come tentatrice e quindi le punizioni a lei riservate erano più pesanti. Tuttavia col tempo iniziò a farsi strada l'idea che, se la donna aveva peccato, anche l'uomo che aveva acconsentito al rapporto era altrettanto colpevole. Nella Francia meridionale, ad esempio, la fustigazione per adulterio era prevista per entrambi i fedifraghi.

«Se qualcuno accusa un altro di aver fornicato con sua moglie, sia lecito all'accusato di discolparsi o con un giuramento o mediante un campione; e se l'accusa viene provata, sia condannato a morte»

Questo, pare, era soprattutto il caso in cui l'adulterio veniva commesso in seno al matrimonio. Se l'accusa era rivolta invece a una fanciulla non maritata, la situazione che si creava era diversa. A complicare le cose, l'istituto del mundio, tipico del mondo germanico, che prevedeva la tutela del maschio sulla donna (e sulle altre categorie considerate non ancora emancipate come i minori finché non raggiungevano l’età per portare la spada).

Parigi, Biblioteca nazionale di Francia
Coppie amoreggianti

Un motivo di vanto

Con l'avvento della società feudale, l'adulterio fu sempre più considerato come un "affare di famiglia": la nobiltà, maggiore o minore che fosse - per non parlare dei sovrani - ci teneva ad assicurarsi una prole "certificata". Ciononostante, i figli illegittimi (i cosiddetti "bastardi") non solo erano molto frequenti, ma spesso assumevano ruoli di primaria importanza all'interno del casato, al punto che non furono pochi quelli che fecero della propria condizione addirittura un punto d'orgoglio, inserendo l'appellativo di "bastardo" tra quelli utilizzati per autoindicarsi in pubblico.

Bastardi famosi e di successo, del resto, furono personaggi come Carlo Martello, vincitore di Poitiers nel 732 e primo consolida-tore - pur maggiordomo di palazzo - del regno dei franchi, e Guglielmo il Conquistatore, che vincendo ad Hastings nel 1066 diede inizio alla conquista normanna dell'Inghilterra.

Il bastardo Carlo Martello alla battaglia di Poitiers. Olio di Charles de Steuben, dipinto tra il 1834 e il 1837 (Musei della Reggia di Versailles, Francia).

L’abbandono dei figli

Accadeva spesso, però, che la famiglia non potesse tenere il nuovo nato e se ne liberasse tramite la soppressione o l'abbandono. Perché? Per povertà, innanzitutto. 

Il problema che si presentava soprattutto per le bimbe era che, se per i ceti umili erano meno resistenti dei maschi e non potevano svolgere lavori troppo pesanti, per quelli più abbienti dovevano essere dotate per andare in spose. 
Nobili e borghesi risolvevano il problema con la monacazione forzata, mentre i contadini ricorrevano all'abbandono oppure - ancora peggio - alla morte in culla: un'opzione che, per quanto a noi sembri giustamente raccapricciante, doveva all'epoca essere diffusa visto che la punizione prevista era abbastanza blanda, ossia il digiuno a pane e acqua per tre anni. Una penitenza, quindi, considerata accettabile pur di liberarsi di una bocca in più da sfamare. Ma i bimbi erano abbandonati anche per occultare le prove di un tradimento, di un rapporto illecito, di una violenza: insomma, per eliminare il frutto del peccato. 

La trinità invia un figlio ad una coppia

In un'epoca in cui l'ignoranza era diffusa, poi i bambini nati con qualche imperfezione erano o nascosti oppure soppressi direttamente alla nascita. La superstizione era sempre in agguato. Deformità e malattie erano ritenute opera del demonio oppure la dimostrazione lampante di un concepimento avvenuto al di fuori dell'ambito lecito: durante il ciclo mestruale, nei momenti di penitenza, in un rapporto adulterino oppure praticando posizioni sessuali considerate illecite e immorali. 

Non era nemmeno troppo infrequente la vendita dei bambini come schiavi, che però era punita anche con severità: in Spagna col rogo e in Sicilia col taglio del naso e a volte anche con la morte.

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