Passa ai contenuti principali

Lascività alle terme

Che le terme fossero oggetto di risatine fin dalla mia gioventù é innegabile: bagni in completa promiscuità abbigliati di residua pudicità. Grandi fantasie e frenesie solitarie immaginando il "di tutto e di più", ma cosa capitava veramente?

Un interessante viaggio nel passato alla ricerca di qualche risposta sulle sudate 

Bagni nel basso Medioevo

Fare il bagno: un bisogno elementare di chiunque sia preoccupato dell'igiene corporea, un mezzo per prevenire le malattie, per lenire, e magari anche guarire, gli acciacchi. Nel basso Medioevo, i bagni di vapore o alle erbe, col corollario dei salassi e delle coppettazioni, erano una terapia molto apprezzata.

I bagni pubblici, costruiti in legno d'abete o in pietra, fanno la loro comparsa sin dall'inizio del XIV secolo nelle città e, come testimoniano alcuni ritrovamenti, anche nei villaggi. In un locale di cinque metri per cinque, poteva trovare posto una dozzina di persone. Accanto alla sala da bagno vera e propria, vi era sovente uno spogliatoio e, più raramente, un chiosco per il riposo.
Di fatto, la sala da bagno era una stanza termale. Il vapore stimolava la sudorazione e disintossicava l'organismo. Un inserviente, uomo o donna, versava l'acqua sopra pietre roventi. Per attivare le secre
zioni, si frustava il corpo con un fascio di rami di betulla o di quercia, dopo di che si faceva un bagno in acqua tiepida per lavarsi via il sudore.

Molti bagni offrivano anche tinozze e mastelli di legno dove ci si poteva bagnare e lavare in due. Oltre i bagni di vapore, vi erano quelli alle erbe aromatiche, segnatamente a Basilea, Rheinfelden e Sciaffusa. I bagni alle erbe prevenivano, curavano o lenivano molte malattie. Ad ogni buon conto, gli appestati e i lebbrosi non erano ammessi. Appena scoppiava un'epidemia, le autorità si affrettavano a ordinare la chiusura di tutti i bagni per evitare che si trasformassero in veicolo di contagio.

Nei bagni, gli avventori potevano inoltre lavarsi i capelli, radersi e farsi pettinare.
A titolo preventivo, si praticavano pure i salassi con piccole ventose di argilla riscaldate e applicate sulla pelle.

Le cure maggiormente dispensate nei bagni sono le coppettazioni. Le ventose riscaldate,
di argilla o di vetro, provocano un ematoma che viene successivamente inciso. In breve tempo, la coppetta si riempie di sangue.

I bagni, però, non avevano solo un fine igienico, erano anche luoghi di piacere. In molte località, facevano le veci dei bordelli e le autorità competenti faticavano le proverbiali sette camicie per impedire che donne e uomini prendessero il bagno in comune.

Per conservare il controllo sugli stabilimenti, ne limitavano il numero. Il bagnista o il barbiere che desiderava aprirne uno doveva domandare un'autorizzazione che lo legittimava a intraprendere questa attività, sulla quale doveva poi pagare una tassa d'esercizio, e a svolgerla solo nel luogo esplicitamente designato. In compenso, il monopolio lo liberava da qualsiasi concorrenza.

Insomma si mangiava e si beveva a ritmo di musica, si stava seduti in questi bagni per lunghi periodi di tempo e si oltrepassava qualche limite in abiti leggeri, e dal punto di vista della Chiesa questo comportamento immorale non era gradito. Con la comparsa della sifilide alla fine del XV secolo, quando i bagni furono riconosciuti anche come luogo di trasmissibilità sessuale, i bagni misti furono chiusi nel corso del XVI secolo.


Ecco cosa scrive Arthur Schopenhauer riguardo questo virus


L'amore in tempi di contagio


La sifilide estende i suoi effetti molto più in là di quanto potrebbe apparire a prima vista, poiché tale influsso non è semplicemente fisco, ma pure morale. Da quando la faretra di Amore contiene anche dardi avvelenati, nel rapporto reciproco dei sessi è intervenuto un elemento estraneo, ostile, anzi diabolico, e in ogni relazione è penetrata un'oscura e terribile sfiducia.

Acquae Helveticae, il paradiso delle terme

Nel tardo Medioevo e nella prima età moderna, Baden era la più importante località termale a nord delle Alpi. La nobiltà europea si recava a Baden. Questi "viaggi balneari" duravano di solito da sei a otto settimane e consistevano in una vivace vita sociale oltre alla cura vera e propria nei bagni termali. A partire dalla metà del XVII secolo, la stazione termale ristagnò e fu frequentata soprattutto da visitatori abituali, in particolare da membri dell'alta società zurighese come David Hess. A partire dal 1820, la Badenfahrt divenne un fenomeno turistico di massa. Nel 1913, al culmine del boom, Baden registrò 149.000 pernottamenti. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il numero di visitatori diminuì nuovamente

Un dipinto per le stanze private del suo tempo: Hans Bock il Vecchio,
 Il bagno di Leuk, 1597. Museo d'arte di Basilea

Hans Waldmann

Da più parti si legge che il valoroso condottiero in occasione di una rilassante giornata alle terme di Baden puntò gli occhi dove non doveva: una nobildonna sposata 

Ci sono molte storie succose su Hans Waldmann. Una di queste riguarda una gita selvaggia alle terme: si dice che il sindaco di Zurigo abbia portato con sé non solo la moglie ma anche sei ammiratrici. E non è tutto: nei bagni, si dice che abbia corrotto un lavandaio per "mettere le mani" su una bella donna di Basilea. Senza successo, però.

Visto che i sontuosi regali di cui la ricopriva non sortivano alcun effetto, era passato a modi meno galanti. Aveva corrotto un inserviente e si era introdotto furtivamente nel bagno della dama. La faccenda aveva destato enorme scalpore, in quanto né la concupita né il marito di questa si erano lasciati impressionare dal ricchissimo Zurighese e si erano rivolti al giudice. Lodovico aveva così dovuto occuparsi di una denuncia presentata dalla coppia oltraggiata.

L'episodio del sindaco balneare, che governò Zurigo dal 1483 al 1489, si trova in "Die Badenfahrt". Il libro, risalente a 200 anni fa, è incentrato sulla forma originale del viaggio balneare: cure balneari che duravano diverse settimane. I principali ospiti dell'epoca erano i ceti sociali zurighesi, che nel Baden cattolico si riprendevano dalla vita austera e dai costumi rigidi della Zurigo riformata.

A proposito delle storie di donne di Hans Waldmann, dice: "C'è un fondo di verità in ogni aneddoto. Non esistono documenti sulla prostituzione nei bagni e simili, ma solo una tradizione orale".

L'autore di "Badenfahrt" è David Hess (1770-1843). Nelle sue 460 pagine di "Badenfahrt" racconta aneddoti e fatti concreti. Dal 1805 si recava ogni anno a Baden - come molti esponenti dell'alta borghesia zurighese - per sottoporsi a una cura di diverse settimane e per documentarsi sulla storia delle terme.

Figlio di genitori benestanti, David Hess poteva permettersi una vita di "ozio attivo": Hess trascorreva la sua vita scrivendo e disegnando.

Albin Schweri : Ragazze al bagno. Disco da gabinetto.

Le stufe

Le "stufe" erano una via di mezzo tra il bagno pubblico e il lupanare. In questa coloratissima immagine miniata da Philippe de Mazerolles, che illustra il testo di Valerio Massimo Facta et dicta memorabilia, ne viene mostrata una che l'autore colloca nella città fiamminga di Brugge intorno al 1470. 


Sullo sfondo c'è una porta in cui compaiono l'imperatore Tiberio e l'autore del testo, che gli sta presumibilmente mostrando la depravazione che imperversava in questi ambienti. In un luogo di piacere di questo tipo non poteva mancare l'intrattenimento musicale, e infatti ecco la presenza di un suonatore di liuto, dotato di scarpe dalla punta assai prolungata e accompagnato dal suo fedele cagnetto.

Ambienti di questo genere richiedevano una regolamentazione che frenasse eventuali, ma non improbabili, eccessi
Questo, per esempio, è quello vigente a Parigi nel XIII secolo:
Nessuno apra bagni caldi a Parigi se non per uomini e per donne sole, come preferirà, perché i bagni misti sono cosa vile e vergognosa per le porcherie e i pericoli che vi si possono manifestare.

Qualche volta, quando gli uomini fanno il bagno verso sera, vi rimangono fino a giorno, e le dame arrivano al mattino e a volte senza saperlo entrano nelle sale degli uomini (in cui essi si trovano ancora) e fanno gran copia di altre cose non belle a dirsi. Nessuno accolga nella propria casa bagni e bordelli, di giorno come di notte, lebbrosa o lebbroso, vagabondi o altra gente infamata."

Outro

Quindi per chiudere la domanda di apertura: "ma allora a quei tempi si sudava più del dovuto alle terme?" Si, anche se sudare é solitamente sintomo di sforzo e fatica, certe sudate non passano mai di moda.

Commenti

Post popolari in questo blog

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 5 - Il vecchio editore

Giungo da Roveredo in perfetto anticipo, ho il tempo anche di gustarmi un Campari soda in piazza grande; la giornata volge al termine ma ho ancora una tappa finale in programma. Essa ha luogo nella ridente Locarno dove per l’occasione sono stati trasportati due vagoni in piazza Grande Vagoni della Pace in piazza grande L’occasione é la presentazione di un libro legato ai patti di Locarno del 1925, tema già accennato nelle settimane scorse. La vera première della serata é la possibilità di visitare il palazzo della Sopracenerina, vera e propria icona della nostra storia Cantonale Il palazzo della sopracenerina alle spalle dei due vagoni Storia del palazzo La realizzazione del Palazzo oggi comunemente definito «della Sopracenerina» – proprietaria dello stabile – data degli anni Trenta dell’Ottocento ed è frutto di una contingenza storica particolare, quella della capitale itinerante, quando Bellinzona, Lugano e Locarno ospitano a rotazione le istituzioni cantonali. La Costituzione cant...

Il monastero di Claro

“Posso farle una domanda?”- era da parecchio tempo che aspettavo questo momento, quello di porre una semplice domanda, molto probabilmente ingenua dal punto di vista della monaca di clausura che si appresta ad ascoltarla, ma così carica di significati per me. Sarei però un folle a riportare qui il punto apice della mia visita al monastero benedettino di Santa Maria assunta sopra Claro , questo il nome ufficiale che per motivi di scorribilità della lettura non ripeterò più in maniera completa  Il monastero da un depliant presente al monastero. La zona aperta al pubblico é assai limitata, consiste nella terrazza che da sulla valle (tutta a sinistra) con annessa chiesa e localino per gli acquisti (vedi sotto) L’itinerario odierno parte e finisce nell’abitato di Claro, ridente agglomerato ai piedi del monastero. Prima di salire al monastero faccio un giro alla ricerca dei luoghi di interesse in paese. Mentre cammino per i vicoli noto gente indaffarata: un'intera famiglia sta partecipan...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 1 - L’uomo col gozzo

Festeggiare il tempo che passa é deleterio, così come passare il giorno del proprio compleanno lavorando é umiliante. Lavoriamo una vita intera, evitiamo di farlo anche il giorno in cui tutti ci dicono "Auguri! E ora torna a lavorare!" Ma che senso ha festeggiare il proprio compleanno quindi? Spesso si dice che dagli anta in su andrebbe passato in sordina. Potrebbe però essere la possibilità di aggiungere un giorno di libero con la scusa di autocelebrarsi. Da qualche anno infatti (la prima volta fu a Vufflens le Château ) in corrispondenza di questa ricorrenza, ho preso l'abitudine di farmi un regalo, a dire il vero me ne faccio in continuazione, organizzare trasferte per alimentare le mie passioni sono gesti d'amore verso se stessi. Ogni anno cerco di organizzare una gita particolare, fuori dagli standard, magari approfittando che sia in un normalissimo giorno in cui tutti il resto del mondo (o quasi) sta lavorando. Tra gli obiettivi li nel cassetto una chiesa che h...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 4 - Le tre colonne

Ci vogliono pochi minuti dalla chiesa di San Giulio alle famigerate tre colonne nella campagna di Roveredo. La mia prossima tappa é semplice, spartana dal lato concreto ma carica di significati. Le tre colonne Ci sono tre colonne nella campagna di Roveredo, un collega originario di li mi ha riferito che quando hanno costruito l'autostrada hanno previsto una curva per preservare il sito. Tutto per tre piccole colonne, anzi, avanzi di colonne.... Le tre colonne di Roveredo Incrocio due signore a qualche centinaia di metri dal posto, scambio due parole, sono tentato di chier loro cosa sanno in proposito ma non lo faccio. Avrò modo di scoprire più tardi che le persone del luogo sono tutti a conoscenza della loro presenza e spannometricamente della loro funzione. Nessuno però sa indicare con precisione cosa si svolgeva. Sulla sinistra si intravedono i resti delle tre colonne Dopo pochi minuti giungo in vista del luogo. È a qualche metro dalla strada che costeggia il fiume e che una volt...

Belli i capelli

La lunghezza massima dei miei capelli l’ho raggiunta nel 1994 quando mi arrivarono quasi alle spalle. Durò poco. Ora a 20 anni di distanza il mio pensiero inerente i capelli é "meglio grigi che assenti".  Non fanno sicuramente parte della mia quotidianità ma tornano saltuariamente nei miei pensieri quando lo scarico della doccia si ottura.  Al castello di Valangin ho modo di approfondire il tema e rendermi conto che anche loro fanno parte in qualche modo della storia Volantino dell mostra temporanea NON C'È NESSUN PELO IN CIÒ CHE PORTA FORTUNA: IL PIEDE, IL TALLONE E LA LINGUA Detto di Trinidad e Tobago Peli e capelli come barriera contro le aggressioni esterne  Proprio come la pelle, anche i peli hanno diverse funzioni. Prima di tutto, fanno da barriera fisica e aiutano a regolare la temperatura, soprattutto grazie al sudore.  I capelli proteggono dal sole, una funzione che i peli hanno perso perché ormai sono troppo sparsi per essere davvero efficaci. I peli pubici...

Glorenza

Approfitto della mia tre giorni in "estremo oriente" (con le dovute proporzioni), per penetrare in Italia, o meglio ancora nel ambiguo territorio della Val Venosta. Dopo aver visitato Curon mi sposto a sud per visitare Glorenza. Glorenza é affascinante per una sua caratteristica che difficilmente si riscontra nei villaggi nelle Alpi: le sue mura. Quando si entra da una delle sue tre porte si ha la voglia di scoprirne ogni angolo, di non lasciarsi sfuggire l’occasione di sentirsi catapultati in un altra epoca ad ogni passo che si fa. Per dare un’immagine dell’urbanistica della cittadina la miglio soluzione é dall’alto.  Foto scattata all’esterno del museo storico di Glorenza Ma non bisogna fantasticare troppo, avere la testa tra le nuvole potrebbe diventare estremamente pericoloso, meglio guardare chi arriva, soprattutto dai due assi principali che tagliano la cittadina; se una volta era cavalli oggi i tempi di reazione devono essere più scattanti, perché chi sopraggiunge po...

Scioperi svizzeri

Mia nonna diceva sempre di non parlare né politica né di religione durante gli incontri conviviali. A casa però le discussioni più accese ruotavano proprio attorno al tema politico. Con il susseguirsi delle epoche le ideologie hanno mutato assai l’impatto sulla società. Ho però sempre pensato che se fossi vissuto ai tempi della nonna sarei stato con ogni probabilità della sua stessa fazione. Basta vedere cosa proponeva il comitato di Olten nel 1918: il diritto di voto e di eleggibilità per le donne, l'introduzione della settimana di 48 ore e l'assicurazione per la vecchiaia e l'invalidità. Come non essere d'accordo? Oggi questi punti sono delle ovvietà, ma non fu sempre così...anzi come vedremo sorprendentemente durante le ondate di peste, nella perenne guerra padrone - operaio ,  il coltello dalla parte del manico passò decisamente in mano a questi ultimi....e se così non era bastava a ricorrere all’arma dell’ultima spiaggia, arma potentissima: lo sciopero. Alexandre ...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 2 - Il Dio di lamiera

Il tragitto in postale tra Mesocco e Roveredo dura pochi minuti, non c'é nemmeno il tempo di sentiere le emozioni della prima tappa scendere che già si giunge nella ridente capitale della Moesa.  Roveredo Roveredo ha preso il suo nome dai folti boschi di rovere che lo circondano. Negli antichi documenti troviamo spesso le impronte del sigillo di Roveredo. Il più antico porta la data del 1615 e non rappresenta altro che un rovere con sei rami, tre per lato, armonizzati in uno stemma. Attorno sta la dicitura “Sigilium Roveredi Comunitatis”. Roveredo (GR): casa Zuccalli con i suoi graffiti risalenti alla metà del sedicesimo secolo. Nella foto il graffito presente sulla facciata della casa risalente alla metà del sedicesimo secolo riscoperto e restaurato. Al primo piano, dopo un restauro parziale eseguito dal restauratore Marco Somaini nel 2004, possiamo ammirare  il dio greco Hermes dai piedi alati, messaggero degli dei e protettore dei mercanti (il dio Mercurio romano) e i...

Dürer tatuato - prima parte

Ho un debole per Albrecht Dürer, molto marcato. Molto meno per i tatuaggi. Diciamo che se proprio fossi obbligato a tatuarmi qualcosa, la scelta potrebbe facilmente cadere su un opera dell’incisore tedesco. Pensieri ben distanti da me nella giornata del 8 febbraio 2025. L’obiettivo odierno era il moulage di Zurigo appena finito di visitare. La strada di rientro verso la città vecchia passa davanti all' ETH di Zurigo (politecnico). Edificio principale rispettivamente Graphische Sammlung, Politecnico federale svizzero (ETH Zürich) in Svizzera Ero passato di lì ore prima in direzione del moulage e sulle sue fiancate, tra tanti personaggi non mi é scappato, con grande sorpresa, quello di Albrecht Dürer. E li ero già contento, la giornata era già guadagnata, un accenno ad uno dei miei artisti preferiti, che volere di più? Lo spicchio della facciata del Politecnico di Zurigo dedicato a Dürer Il resto poi l’ha fatto la mia curiosità: notare che l'edificio era aperto al pubblico, entr...

Patto di Locarno

Sono divorziato. Da molti anni ormai.  Il divorzio non deve essere letto come qualcosa di negativo, spesso é un miglioramento delle condizioni di vita. Spesso? Diciamo sempre. Quando quel giorno nella sala del pretorio di Locarno ero intento a battagliare con l'avvocato della mia ex non sapevo che circa 90 anni prima nella stessa aula si tenevano discorsi ben più importanti per l'umanità intera. Presenti tutti i pezzi grossi dell'Europa In breve Dal 5 al 16 ottobre 1925 si svolse a Locarno una conferenza diplomatica tra le delegazioni di sette stati europei: il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito, l’Italia, la Polonia e la Cecoslovacchia.  Dopo dieci giorni di trattative, furono parafati sette trattati e convenzioni, di cui il principale fu un trattato di garanzia reciproca – chiamato anche Patto Renano – tra il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito e l’Italia, con il quale la Germania accettava la frontiera lungo il Reno scaturita dal trattato di Vers...