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Processi agli animali -capitolo III - Animali selvatici e carestie

Parlando di animali e relativi processi ben difficilmente la nostra mente potrà andare ad immaginare che anche invertebrati e simili non sfuggono alla legge. Vedremo più in la che esiste ancora uno step ulteriore, una sorta di quarta dimensione, ma per ora concentriamoci sui nostri amici senza ossa

Formiche nel Bestiario di Northumberland, 1250-60 circa, 
miniatore sconosciuto, realizzato in Inghilterra.

Una mosca nella birra

Si racconta infatti nell'opera Dies Caniculares di Majolus che nel 1559 a Erzgebirge, vicino a Joachimsthal, una ragazza inghiottí una mosca mentre beveva la birra. Lo spirito maligno incarnato nella mosca prese possesso della giovane e incominciò a parlare per bocca sua, attirando l'attenzione di un gran numero di persone, che cominciarono a fare domande al demone e a cercare di farlo uscire recitando preghiere: l'ostinato demone resistette per due anni a tutti i tentativi fatti per scacciarlo; tentò persino di arrivare ad un compromesso con la fanciulla, promettendole di accontentarsi anche solo di un'unghia o di un capello, ma lei rifiutò tutte queste avances e alla fine il demone fu scacciato attraverso una serie di potenti scongiuri che durarono da mezzanotte a mezzogiorno.

Come l'anima dell'uomo si libera del corpo al momento della morte, cosí l'estinguersi della vita in un animale ne mette in libertà il demone, il quale, invece di rifugiarsi in un'esistenza spirituale, penetra nell'uovo o nell'embrione di un altro animale perpetuando cosí la sua condanna alla schiavitú della carne. «E cosí un demone, dopo esser stato un gatto o una capra, passa, non per scelta sua ma per costrizione, nell'embrione di un uccello, di un pesce o di una farfalla. 

Buon per loro, quelli che riescono a diventare animali di famiglia invece di bestie da soma o da macello.

Un paio di piaghe d'Egitto esplicate

La reincarnazione. «Ciò giustifica gli sciami prodigiosi di locuste e le schiere d'innumerevoli bruchi che arrivano all'improvviso a portare la desolazione nei nostri campi e orti. La causa di quest'incredibile moltitudine è stata ricercata nella calura, nel freddo, nella pioggia e nel vento, ma la ragione vera sta nel fatto che, al momento della loro comparsa, si era avuta la morte di un gran numero di animali o i loro embrioni erano stati distrutti, cosicché i demoni che li abitavano sono stati obbligati ad usufruire immediatamente di qualsiasi specie essi trovassero pronta a riceverli, e cioè naturalmente delle uova d'insetto, presenti in grande sovrabbondanza.»

Si dice di una disgrazia, una sciagura, oppure di una persona particolarmente sgradevole, fastidiosa. Le "Piaghe d'Egitto" sono, secondo la Bibbia, le punizioni che Dio fece abbattere sull’Egitto all’epoca di Mosè. Castighi che servivano a spaventare gli Egizi e a costringerli a liberare, dalla schiavitù, il popolo di Israele.


(Fonte Almanacco)

Catastrofi naturali: topi, bruchi, e sanguisughe a processo

I processi penali a bestie che si sarebbero macchiate di reati contro la persona, la religione o la morale pubblica non sono gli unici a vedere gli animali rispondere davanti a un giudice.

Ci sono anche quelli civili: veri e propri maxiprocessi collettivi con un numero enorme di imputati dietro la sbarra, anche se la maggior parte delle volte contumaci. Perché è difficile portare fisicamente in tribunale topi, mosche, lumaconi, talpe, sanguisughe e locuste.

In un mondo come quello medievale, dove il controllo della natura e del territorio è ben diverso da quello che sarà nelle epoche successive, le collettività sono spesso colpite da catastrofi naturali: terremoti, inondazioni, incendi, aggravati dalle devastazioni legate alle innumerevoli guerre, che si trascinano dietro carestie, epidemie e morte.

Sono eventi naturali e umani ai quali, però, la cultura religiosa del tempo dà una spiegazione sovrannaturale: o sono opera di Dio, che intende punire l'umanità per le sue mancanze, o sono opera del diavolo.
Tra i numerosi «flagelli» che Dio o il diavolo usano per colpire l'uomo ci sono anche gli animali che infestano, invadono e contaminano campi e villaggi: topi che divorano i raccolti, talpe che distruggono i terreni coltivati, sanguisughe che sterminano le uova dei pesci, parassiti che danneggiano le piante, locuste devastanti come una piaga d'Egitto, mosche, perfino stormi di cicogne: eventi Catastrofici che sembrano anticipare l'arrivo dell'Apocalisse. ,dal momento che si tratta di atti fuori dall'ordinario, la risposta arriva dalla Chiesa.

Se è Dio a essere maldisposto, lo si può rabbonire con preghiere e processioni, se si tratta del diavolo, allora ci vogliono anche gli esorcismi e le maledizioni.

Come quelle che nel 666 sant' Agricolo, vescovo di Avignone, lancia contro uno stormo di cicogne che sta rovinando il territorio, facendole fuggire. O quelle che san Bernardo indirizza all'enorme nugolo di mosche che ha invaso la chiesa dell'abbazia di Foigny, le quali cadono immediatamente a terra fulminate, così numerose che i monaci devono spalarle con le vanghe.

Quando le maledizioni non bastano a risolvere il problema e la gente è sempre più spaventata, c'è bisogno di qualcosa di più forte: la scomunica.

Lo stesso percorso di umanizzazione che ha portato gli animali dietro le sbarre per omicidio o bestialità li conduce ora davanti ai tribunali ecclesiastici, perché per comminare una scomunica ci vuole un processo. Topi, insetti e uccelli, per quanto non propriamente animali domestici, sono responsabili e punibili come i maiali, i gatti e le giumente, e quindi devono sottostare a leggi e procedure.

Comprese quelle che ne tutelano i diritti.

Ma perché poi?

Era opinione corrente che un omicidio rimasto impunito avrebbe dato ai demoni l'occasione d'intervenire e prender possesso di persone e di luoghi. Questa credenza prevalse nel medioevo ed è tuttora sostenuta dalla Chiesa cattolica. In un volumetto si afferma che un determinato luogo in cui sia stato commesso un omicidio o un altro crimine orrendo, sarà sicuramente infestato da demoni, se il detto crimine non verrà svelato o espiato; inoltre, gli abitanti di una casa o altro edificio costruito su tale luogo saranno particolarmente soggetti alla possessione diabolica, per quanto innocenti possano essere personalmente.
Anzi, piú innocenti e puri sono, piú tenaci saranno gli sforzi dei demoni per penetrare dentro di loro e infastidirli. 
Non solo le persone, ma anche il bestiame e il pollame sono preda di tali vessazioni infernali. L'infestazione cosí prodotta può durare secoli, e anche se il terreno, in seguito a vendita o a successione, passa di mano e diventa legittima proprietà di parecchie persone,

Il nostro autore non esita ad affermare che le case abitate da tempi immemorabili da gente pia dovrebbero avere un prezzo di mercato piú alto delle abitazioni di famiglie notoriamente malvagie
Ci viene anche detto che l'aura corrimpens, emanata dall'infestazione diabolica, continua a contaminare l'abitazione, spesso anche per molto tempo dopo la cacciata dei demoni, cosicché persone di particolare sensibilità non possono oltrepassarne la soglia senza cadere in preda a un'eccitazione nervosa, a un senso di mancamento e a violenti tremiti. 
Un materialista, che non ama le spiegazioni soprannaturali di fenomeni naturali, cercherà forse la causa di tali sensazioni in un'aura corrumpens che deriva magari dalla mancanza di una adeguata ventilazione e troverà sollievo semplicemente aprendo le finestre, invece di chiamare il prete con gli aspersori, i turiboli e le benedictiones locorum.

Possibili scappatoie

egli afferma che i suoi clienti hanno agito secondo i loro diritti e che non si sono resi passibili di scomunica, dal momento che, come si legge nel sacro testo della Genesi", gli animali inferiori furono creati prima dell'uomo e Dio disse loro: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: animali domestici, rettili e fiere della terra secondo la loro specie» e li benedí dicendo: «Siate fecondi e moltiplicatevi», nelle acque dei mari e sulla terra. Ora, il Creatore non avrebbe dato questo ordine se non avesse voluto che queste creature disponessero di mezzi sufficienti ed appropriati per il loro sostentamento; al con-trario, egli affermò espressamente che «Ad ogni animale della ter-ra, ad ogni volatile del cielo, a tutto quanto striscia sopra la terra ed ha anima vivente do per cibo il verde dell'erba»'. E quindi evidente che gli accusati, prendendo dimora nei vigneti della parte lesa, non fanno che esercitare un diritto legittimo, conferito loro al momento della creazione.

Sangiusughe bernesi

Nel 1451 i laghi del bernese conoscono una proliferazione eccezionale di sanguisughe, che infestano le acque rendendole impraticabili e provocando una devastante moria di pesci.
Giorgio di Saluzzo, vescovo di Losanna, istruisce allora un processo di scomunica, le cui procedure non sono né semplici né rapide. Come da protocollo, viene inviato un messo del tribunale sul luogo infestato, per citare le sanguisughe a comparire in giudizio. L'ingiunzione viene ripetuta tre volte, a norma di legge, quindi si può procedere per contumacia, nominando un procuratore che tuteli gli interessi degli abitanti e un difensore che invece sostenga il diritto naturale degli animali a fare ciò che stanno facendo.
Segue la nomina di periti di parte, che verificano e determinano lo stato dei danni.
Al termine di un lungo dibattimento, che si conclude con la vittoria degli abitanti, 

il procuratore episcopale ammonisce le sanguisughe a lasciare il territorio.

Le sanguisughe, ovviamente, non obbediscono, e così scatta la scomunica, che «In nome di Dio Padre Onnipotente, suo figlio Gesù Cristo e lo Spirito Santo» maledice le sanguisughe, condannandole «a diminuire giorno dopo giorno fino al punto che non ne rimanga nessuna, tranne quelle che possono essere utili al sostentamento degli uomini».

Topi e talpe di Nimes

È con procedure lente e complicate come questa che il vescovo di Nîmes ottiene nel 1479 la scomunica per topi e talpe, mentre lo stesso anno Thuring Fricard, cancelliere della città di Berna, chiede al vescovo di Losanna, Benedetto di Monfauchon, da cui dipende la sua città, di portare in giudizio i bruchi che ne infestano le campagne. Che puntualmente vengono scomunicati, nonostante la difesa di un principe del foro come Giovanni Perrotet di Friburgo.

Lumaconi di Autun

Nel 1487, quando la città di Autun, in Borgogna, viene infestata da un enorme numero di lumaconi, il vicario del cardinale Rolin, vescovo della città, ordina una serie di processioni, ingiunge ai molluschi di andarsene e dopo i tre giorni canonici, il 17 aprile, procede con la scomunica.

L'anno dopo il nuovo vescovo, Antonio de Cabillon, fa lo stesso con un'invasione di bruchi.


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