Si, per la legge delle grandi cifre questo era più che possibile.
Essere atei nel Medioevo non era il modo migliore per procacciarsi una vita semplice e, soprattutto, sicura, Schiere di inquisitori e di fanatici religiosi frugavano in profondità nelle coscienze e nella vita privata di chi era sospettato di ateismo per scoprire quelle che, secondo loro, erano deviazioni dalla più rigida ortodossia,
Un’ amplissima esemplificazione illustrativa relativa agi atei medievali la troviamo nelle varie miniature del biblico Libro dei Salmi (nel canto 52 e talvolta nel 13 che è sostanzialmente uguale).
Tale Salmo inizia con parole che sono un'aperta confessione d'incredulità: Dixit insipiens in corde suo: non est Deus (*Disse lo stolto in cuor suo: Dio non esiste"), Per la mentalità religiosa del tempo, infatti, chi negava l'esistenza di Dio non poteva che essere uno stolto, un insipiente.
Ecco, dunque, che gli illustratori presero a inserire all'interno del capolettera "D" di Dixit una figura che mostrasse esplicitamente tutta la sua "follia" e dedizione al male, In un Salterio francese scritto poco dopo il 1205 ne vediamo uno che tiene in mano un cartello su cui è esplicitata a chiare lettere la sua convinzione,
Ispirato da due demoni, questi rívolge lo sguardo con aría di sfida verso un angelo che lo ammonisce dall'alto con un dito e volge verso di lui la scritta: Non est Deus.
In un altro Salterio, anch'esso francese, dell'ultimo quarto del XIII secolo, c'è una miniatura altrettanto esplicita.
L'insipien segue senza esitazione un demone armato di rampone che fa un gesto inequivocabile guardandolo con un sorriso di complicità:
"Vieni con me", sembra dingli e sopra di loro la resta di un altro demonio approva e conferma la strada di dannazione verso cui sono avviati.
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