Verso la fine della visita del museo di ognissanti di Sciaffusa mi imbatto in una curiosa decorazione per vetri.
A settimane di distanza sfogliando casualmente un libro sul medioevo fantastico piombo su delle descrizioni che mi richiamano alla mente la misteriosa figura
L'immagine ebbe un grande successo. La vediamo scolpita, nel Quattrocento, in Saint-Maurice di Vienne, nella Cappella dell'Hôtel de Cluny a Parigi, in Saint-Benoit-le-Château (Loire). Si incontra di frequente nella Francia orientale (Thiélou-se, Xertigny), in Svizzera (Abazia di Muototal) e in Germania (Münster in Westfalia, Paderborn).
Diverse figure sono raggruppate in modo tale che certe loro parti sembrano appartenere sia all'una sia all'altra. In un medaglione quadrilobato della cattedrale di Lione (basamento del portale destro, 1810-1820) quattro lepri girano come in una ruota, salendo, rovesciandosi e ricadendo all'indietro. Le loro orecchie si sovrappongono e formano al centro un quadrato: sono soltanto quattro, invece di otto, ma per effetto ottico ogni testa sembra averne due.
L'immagine ebbe un grande successo. La vediamo scolpita, nel Quattrocento, in Saint-Maurice di Vienne, nella Cappella dell'Hôtel de Cluny a Parigi, in Saint-Benoit-le-Château (Loire). Si incontra di frequente nella Francia orientale (Thiélou-se, Xertigny), in Svizzera (Abazia di Muototal) e in Germania (Münster in Westfalia, Paderborn).
Spesso vi sono solo tre lepri, le cui orecchie formano allora un triangolo isoscele. Si è voluto riconoscere in esse un simbolo della Trinità ; si tratta piuttosto di capricci puri e semplici: le stesse combinazioni sono adottate infatti anche per il rettangolo, con un numero differente, e si mescolano spesso a grottesche.
A. Cattedrale di Lione, 1310-1920.
B. Tanhuang. X secolo (8)
B. Tanhuang. X secolo (8)
C. Vaso Islamico, XIIXIII secolo, Leningrado, Ermitage
D Paderborn, Quattrocento
D Paderborn, Quattrocento
All'inizio del Cinquecento l'immagine sarà usata dallo stampatore Jacques Arnollet in una vignetta e finisce su un'insegna: quella dell'Hostellerie aux trois lapins.
Tournez et retournez et nous tournerons aussi,
Afin qu'Ã chacun de vous nous donnions du plaisir.
Et lorsque nous aurez tournés faites compte de nos oreilles,
C'est là que, sans rien déguiser, vous trouverez une merveille (1)
Afin qu'Ã chacun de vous nous donnions du plaisir.
Et lorsque nous aurez tournés faites compte de nos oreilles,
C'est là que, sans rien déguiser, vous trouverez une merveille (1)
proclama un testo che commenta queste figure in movimento, ancora frequenti nelle incisioni addirittura nel Cinquecento e nel Seicento
LEPRI CON LE ORECCHIE IN COMUNE: Incisione olandese, 1576, Parigi,
Bibliothèque Nationale, Stampe. Foto B.N.
L'esempio più antico che noi possediamo di questo motivo è probabilmente quello rinvenuto nel Turkestan cinese, in una delle grotte del monastero buddhista di Tun-huang, scavate e decorate tra il VI e l'XI secolo. Al centro di un soffitto, le stesse tre lepri girano sul triangolo isoscele formato dalle orecchie, all'interno di un cerchio, devono appartenere a un repertorio d'emblemi della cosmografia religiosa.
Il tema fu ripreso dall'Islam: un vaso d'argento del XII-XIII secolo, rinvenuto nella regione di Perm, riproduce esattamente il medesimo disegno, accompagnato da un'iscrizione cufica. Senza dubbio, gli artisti gotici lo copiarono da uno di questi oggetti, che si diffusero contemporaneamente fino agli Urali e in tutta l'Europa. La composizione dovette avere fortuna fra gli artisti musulmani: una miniatura moghul (scuola di Akbar) la riproduce nel XVI-XVII secolo.
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