Una famosa canzone dei Queen ci mette dinnanzi a domande secolari. Il titolo della canzone é " Who wants to live forever?" (chi vuole vivere per sempre?)
Quesito su cui amavamo parlare spesso con la nonna; malgrado la divergenza di opinioni su diversi temi quello della vita eterna ci accumunava: certo che vorremmo vivere per sempre!
La sopra citata canzone dei Queen non fornisce risposte ma al contrario snocciola domande apparentemente retoriche. L'immensità dell'argomento é la stessa in cui si viaggia sul note e il testo della canzone
Non c'è tempo per noiNon c'è posto per noi
Cos'è questa cosa che costruisce i nostri sogni, però ci sfugge?
Chi vuole vivere per sempre?
È tutto deciso per noi
Questo mondo ha solo un dolce momento tenuto da parte per noi
Quando l'amore deve morire?
Per sempre è il nostro oggi
Ad ogni modo, chi aspetta per sempre?
Fonte dell'eterna giovinezza
A questi enigmi ci viene incontro una soluzione che ci toglie d'impiccio: la fonte dell'eterna giovinezza. DI questo elemento mitico di cui si narra in diverse epoche come vedremo dopo mi sono sempre chiesto come funzionasse: il nostro invecchiamento una volta immersi si arresta? Oppure ringiovaniamo fino ad una determinata età? E se si, qual'é questa età?
All'esistenza di una leggendaria sorgente capace di far tornare giovani coloro che vi si immergevano hanno creduto in molti già nell'antichità classica e, attraversando tutta l'età di mezzo, anche in epoca moderna.
La fonte degli Etiopi
Il primo a parlarne pare sia stato lo storico greco Erodoto (484-25 a.C. circa) nelle sue Storie, nelle quali tuttavia ostenta una certa prudenza nel dare credito alle voci degli informatori.
Gli ittiofagi a loro volta interrogarono il re sulla durata della vita degli Etiopi e sulla loro alimentazione: questi rispose che la maggior parte di essi raggiungeva i centoventi anni, che alcuni li superavano addirittura, che si nutrivano di carni bollite e bevevano latte.
Poiché gli inviati si meravigliavano di simili età, li condusse a una sorgente nella quale gli Etiopi si lavavano, uscendone con la pelle più splendente, come se fosse d'olio, e da essa emanava un profumo come di viole. L'acqua della fonte, a quanto raccontano gli osservatori, era così leggera che nulla riusciva a galleggiarvi, né il legno né materiali più leggeri del legno, ma tutto andava a fondo.
Se questa loro acqua è veramente come si dice, potrebbe essere che proprio a essa, di cui si servono per tutti gli usi, gli Etiopi debbano la loro longevità!'
La qualità della figura, frutto dell'abilità del miniatore milanese Cristoforo De Predis, è davvero impagabile. Ci mostra la fontana in un giardino circondato da mura dentro la quale sono immerse alcune coppie, mentre intorno musici e cantori intrattengono l'allegra brigata. In basso, sulla destra, un tavolo ricolmo di vivande e ornato da un vaso di fiori attende i bagnanti. Un cesto di pane e due barili presumibilmente colmi di vino sono pronti per ristorare i futuri "neogiovani", il cui appetito sarà stato senz'altro stimolato dal piacevole evento.
Dopo Erodoto fu poi l'ignoto ideatore di una figura del tutto leggendaria, il Prete Gianni, a tornare a parlarne in un suo testo che citeremo tradotto da una versione in antico francese della metà del XIII secolo:
Quel bosco si trova nei pressi di un alto monte che chiamano Olimpo, dal quale sgorga una fonte che pare, a chi ne beve, un infuso di tutte le buone erbe e le buone spezie del mondo. Chi ne beve non patisce più infermità per trent'anni, se riesce a vivere tanto. In quella fonte vi sono pietre chiamate nidiosi che le aquile portano al nido per rinforzare la vista dei piccoli e grazie alle quali si rinnovano la luce del mondo e la vita.
Chi potesse bagnarsi nell'acqua di quella fonte si troverebbe ad avere trent'anni, se ne avesse trenta continuerebbe ad avere questa età per tutta la vita.
Quindi per rispondere alla mia domanda iniziale 30 anni é valutata dal poeta in questione l'età perfetta in cui soffermarsi per l'eternità.
Il dipinto del Castello della Manta
Un attraente affresco dai toni disincantati è stato dipinto da un ignoto intorno al 1420 nel Castello della Manta, sito nei pressi di Cuneo. Sorta nel XIII secolo come avamposto militare. la roccaforte fu riadattata per volontà del colto e illuminato Valerano di Saluzzo, che la trastormò in una lussuosa residenza di famiglia. Volle anche far dipingere affreschi che costituiscono una preziosa testimonianza della cultura cavalleresca del tempo. Sulla parete sud è raffigurata una fontana della giovinezza sormontata dal dio Amore. Così Lea De Bernardi descrive la scena:
L'ultima parete della sala, rivolta a sud, ospita la raffigurazione della Fontana di giovinezza, altro soggetto tipico della decorazione profana delle dimore nobiliari nel basso Medioevo. Vecchi sovrani, cardinali, contadini avanzano faticosamente verso il centro della scena, dove sorge la fonte miracolosa; giunti all'orlo della vasca, si spogliano degli abiti portati durante il viaggio, per issarsi oltre la sponda aiutati dai personaggi già immersi nel bagno. Il contatto con le acque opera il prodigio: i vecchi riacquistano gioventù e salute, escono dal lavacro, rivestono abiti preziosi, e si allontanano a cavallo in un corteo festoso, abbandonandosi ai piaceri dell'amore e della caccia.
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