I rimedi del Petrarca - 191. Il timore di perdere la battaglia

La prima sfortuna che scelgo é più che mai attuale: sono in corso i playoff di hockey e la squadra per cui simpatizzo maggiormente (con gli anni si é in un certo senso smussata la passione, proprio con in un matrimonio lungo e logorato da continue crisi) sembra entrare in una costante situazione che la caratterizza da anni, da quando andavo allo stadio: la paura di perdere. Petrarca riuscirà a trovare parole per toglierci di impiccio?

Il dialogo

Dolore: Ho paura di perdere in guerra.

Ragione: Allora cerca la pace!

Dolore: Ma ho molta paura di perdere.

Ragione: Una moderata apprensione porta alla prudenza, una paura eccessiva alla disperazione. In guerra non c'è nulla di meglio della prima, ma in tutte le situazioni non c'è nulla di peggio della seconda.

Dolore: ho paura di perdere la battaglia imminente.

Ragione: Allora esamina attentamente la tua causa, perché nessuno può farlo meglio di te. Scopri se è la natura delle circostanze, la mancanza di forza o addirittura la codardia a farti avere questa premonizione che vede tutto terribile e difficile.

Se questo sentimento di paura mette a repentaglio la tua fama o il tuo benessere, deve essere arginato con l'aiuto della virtù. Per fare ciò, è necessario risvegliare il coraggio e riconoscere che i pericoli sono spesso minori di quanto appaiono alla tua timorosa aspettativa e che le false immagini di eventi terribili che fluttuano davanti ai tuoi occhi hanno talmente fuorviato alcuni che si sono arresi al nemico e hanno ceduto la vittoria che in realtà apparteneva loro.

Infatti, le paure immaginarie non sono meno vivide di quelle reali e spesso sono anche più violente. L'errata percezione di chi è spaventato fa sembrare tutto più grande di quanto non sia in realtà e lo spinge ad andare avanti frettolosamente.

Se non riesci a sollevare il tuo spirito con questi pensieri e la paura continua a sopraffare il tuo coraggio, allora stai lontano dal campo di battaglia! Raramente si fa bene ciò che si fa con paura! Se questa è la tua mentalità quando vai in battaglia, allora qualcosa ti accompagnerà e ti combatterà perché la parte più grande di te si sta ribellando a te stesso. La paura è un cattivo ospite in qualsiasi momento, ma in guerra è il peggior compagno che la tua mente possa avere.

L'immagine

Come scena di guerra, raffigura due bande di cavalieri che si fronteggiano pronti alla battaglia. La paura colpisce il capo di una delle bande: un grosso uccello lo colpisce in faccia, facendolo indietreggiare e cadere la lancia. Una tempesta con pioggia e grandine si abbatte su di lui e sulla sua banda. Non conosciamo un uccello che simboleggi in qualche modo la paura. Né la grandine sembra essere un simbolo adatto alla paura. Nelle edizioni del libro a partire dal 1572, l'uccello e la grandine sono stati eliminati dalla xilografia. L'immagine nel suo complesso ne ha guadagnato: il cavaliere che rimbalza sembra ora trattenuto da forze interiori.

Il timore di perdere la battaglia

La natura attacca, in questo caso attraverso presagi nefasti come l'uccello, presumibilmente un corvo, considerato messaggero di morte e sventura, e la tempesta che scende dal cielo con fulmini e grandine.

Così il suo cavallo si allontana come la sua coscienza corporea e la coscienza dell'ego che vi siede sopra viene colta e sopraffatta da una grande paura, tanto che persino la lancia, la sua arma d'attacco, a cui era attaccata la bandiera, sotto la quale erano riunite e dirette le sue forze e che ora giaceva a terra, scivola via dalla sua presa.

Inoltre, il cavallo reca sulla sua armatura il simbolo mistico "VV", presumibilmente un simbolo protettivo ("Virgo Virginum" - "Vergine delle Vergini")

Sul lato destro, invece, vediamo un altro gruppo affiatato che va in battaglia insieme sotto uno stendardo sventolante come un'unità spirituale, che ricorda una ragione superiore che governa i singoli guerrieri dell'ego, in modo che la natura e il cielo appaiano loro favorevoli.

Infine, si potrebbe anche riflettere sul tronco d'albero cavo disegnato in primo piano a destra in una natura verdeggiante. Forse vuole ricordarci l'albero dell'illusione, che è cavo e senza linfa all'interno, ha le sue radici nella terra, ma non può raggiungere il cielo con la sua chioma e crolla, come la Torre di Babele. Questo sarebbe l'albero della conoscenza del bene e del male, del mio e del tuo o della vita e della morte.

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