Passa ai contenuti principali

Ambrosiana Milano - Parte I - Prime sale e i cartoni di Raffaello

Da alcuni mesi avevo il pensiero fisso di recarmi alla biblioteca Ambrosiana di Milano. Non avevo idea di cosa mi aspettasse esattamente, sicuramente qualcosa che mi avrebbe sorpreso, ad iniziare dalla curiosa palma in cima alle scale all'ingresso delle sale espositive

La palma del cardinale Federico Borromeo

In passato, nella cripta della chiesa di San Sepolcro, una vera e propria chiesa ipogea risalente al secolo XI, pavimentata con le lastre del Foro Romano di Mediolanum, era conservato un manufatto particolarissimo: una palma in rame, voluta dal cardinale Federico Borromeo, di manzoniana memoria, nel 1616 come simbolo della Biblioteca Ambrosiana, da lui fondata ed edificata proprio nelle adiacenze della chiesa stessa di San Sepolcro.
In origine si trattava di una vera e propria fontana: grazie a complessi meccanismi idraulici, l'acqua dal sottosuolo risaliva fino alla sommità della palma per poi gocciolare dai rami e ricadere sul terreno. Il cardinale Federico l'aveva collocata in un cortiletto interno all'Ambrosiana; poi per vari motivi la palma ebbe altre collocazioni, fino agli anni Ottanta del secolo scorso, quando venne portata nella cripta di San Sepolcro.


Il passare dei secoli e i vari trasferimenti avevano inevitabilmente segnato questo prezioso e originale manufatto che, grazie al sostegno del club Rotary Milano Aquileia, nel 2018 è stato restaurato.
la Palma di rame trova ora collocazione proprio all'ingresso della Pinacoteca, in posizione evidente in alto allo scalone di onore, come rinnovato simbolo della Biblioteca Ambrosiana quale luogo di arte.

Le prime sale

A colpirmi, ed é inevitabile, é la grande testa di cavallo

Testa di Cavallo - Copia dal monumento equestre di Marco Aurelio sul Campidoglio

La mente vola alla visita di Roma dell'anno precedente ed inevitabilmente alla statua

monumento equestre di Marco Aurelio sul Campidoglio

Non posso nemmeno ignorare la star per eccellenza dei santi ticinesi: San Rocco in questa bella raffigurazione

Bartolomeo Vivarini - San Rocco - Tempera e olio su tavola

Se siete alla ricerca di qualcosa di estremamente macabro e crudele avete una fonte pressoché inesauribile con i santi. Un classicone che non manca mai é la testa sul piatto di San Giovanni Battista

Testa di San Giovanni Battista - Pittore Lombardo - primo decennio del XVI secolo


Cristo che brandisce e sventola una bandiera in faccia agli esterrefatti soldati nemici, sconfitti dal colpo di coda della resurrezione lascia intravedere un altissimo più guerriero e meno divino del solito. Quando ci vuole ci vuole

Risurrezione di Cristo - Girolamo da Cotignola - Tempera e olio su tavola
Donazione del cardinale Federico Borromeo, 1618

Due grandi cartoni di Raffaello

"Due grandi cartoni di Raffaello, che gli appassionati d'arte dovranno avere tanto più cari quanto meno si dubita dell'autore. Mentre infatti alcuni quadri di tale artista possono essere offuscati da qualche dubbio per il fatto che nell'esecuzione si avvalse di numerosi aiutanti, i quali poterono porvi mano, è certo invece che questi sono proprio di mano sua."
Federico Borromeo, Musaeum, 1625

Che cosa si intende per “cartone”

Nel lessico della storia dell’arte il termine ‘cartone’ indica un disegno tracciato su un supporto cartaceo, in genere in bianco e nero, di dimensioni variabili. Ma non uno schizzo, e neppure un disegno autonomo, piuttosto uno strumento di lavoro intermedio da cui sviluppare un dipinto. Sua prima caratteristica è quella di essere in scala 1:1 rispetto all’opera finale, perché il disegno dovrà essere trasferito su un supporto definitivo delle stesse dimensioni. Inoltre, pur contemplando la possibilità di apportare qualche modifica al progetto d’origine, un cartone si presenta con un grado di elaborazione generale e di dettaglio prossimo a quello definitivo.

I procedimenti per trasferire un cartone sul muro da affrescare

Esistono cartoni per dipinti su tavola, celebri sono quelli di Leonardo per Sant’Anna e la Vergine o per il ritratto della marchesa di Mantova Isabella d’Este, mai realizzato; o quelli di Raffaello per gli arazzi della Cappella Sistina, colorati per servire da guida ai tessitori. Ma più frequenti sono i cartoni creati per essere trasferiti su muri da affrescare, secondo due procedimenti principali: l’incisione indiretta, che prevede che si insista sulle linee del disegno con uno strumento appuntito per lasciare sull’intonaco una traccia incisa; il cosiddetto spolvero, che richiede che si perforino le linee del disegno e poi, fatto aderire il cartone al muro, lo si tamponi con un sacchetto di polvere, la quale, infiltrandosi nei fori, lascia sulla parete una traccia di puntini corrispondenti al disegno d’origine.

Scuola di Atene

Sicuramente questo disegno è tra le opere più preziose della collezione e della città di Milano. È il più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto e fu eseguito da Raffaello Sanzio, come preparazione dell’affresco della Stanza della Segnatura in Vaticano, fatta dipingere da Giulio II. 


Entrò a far parte della collezione di Federico Borromeo nel 1626, allorché egli lo acquistò dalla vedova di Fabio Borromeo Visconti per l’ingente somma di seicento lire imperiali, anche se in realtà fu collocato in comodato presso l’Ambrosiana già nel 1610. Benché sia noto come Scuola di Atene, il titolo più esatto sarebbe La Filosofia, come suggerisce l’omonima allegoria dipinta nella vela sovrastante l’affresco nella Stanza della Segnatura, secondo un assai complesso progetto iconografico. Riconoscibili, al centro, sono i due massimi filosofi Platone (dipinto con le sembianze di Leonardo, con il dito puntato verso l’alto e riconoscibile poiché regge il Timeo, una delle sue opere che grandemente influì sulla filosofia successiva) e Aristotele, identificabile dal libro dell’Etica.

Il cartone presente all'Ambrosiana

Il cartone dal 1600 ai giorni nostri

1610 arrivo in ambrosiana
Il 1 luglio 1610 il cartone è concesso in prestito alla Biblioteca Ambrosiana da un cugino di Federico Borromeo, Fabio II Visconti di Brebbia Borromeo. L'opera è divisa in due pezzi, come testimonia l'atto di consegna: "duoi pezzi di disegno di Raphaele d'Urbino in cartone".

1625 il museaum


Nel suo Museum Federico Borromeo descrive il Cartone nell'ultimo settore del museo, in contiguità con le copie in gesso dell'Aurora e del Crepuscolo di Michelangelo e insieme con calchi di statue antiche già in collezione Leoni. Egli ne sottolinea l'importanza in quanto totalmente autografo di Raffaello, a differenza dell'affresco, per il quale il maestro si era servito di aiuti.

1626 acquisto da parte dell'Ambrosiana

In seguito alla morte del conte Fabio II Visconti di Brebbia Borromeo, il 23 novembre 1626 la vedova Bianca Spinola cede definitivamente il Cartone all'Ambrosiana per seicento lire imperiali.

1796 requisizioni napoleoniche

In seguito alla conquista di Milano da parte dell'esercito napoleonico, il Cartone viene requisito e trasferito a Parigi, al Louvre.

Il restauro effettuato al Louvre fu oltremodo invasivo, poiché i restauratori decisero di scomporre l’opera nei circa duecentoventi fogli dei quali è composta, non senza significativi problemi, non ultimo quello di non riuscire a riassemblare l’opera a perfezione, come provano le linee della scalinata, tracciate dai restauratori nel tentativo di ricreare l’impressione di unitarietà, che la scomposizione aveva compromesso. Al restauro francese è dovuta la congiunzione delle due grandi parti nelle quali il cartone era stato diviso per almeno due secoli e l’integrazione delle grandi lacune, soprattutto nella parte centrale. Dopo il lungo restauro, il cartone venne esposto al Louvre, dove rimase sino al 1815;

1815-1816 Congresso di Vienna e restituzione all'Ambrosiana

Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, nel 18 giugno 1815, il Congresso di Vienna impose la restituzione delle opere trafugate in molte nazioni europee. Fu così che la preziosa opera rientrò a Milano nel 1816 e, dopo alcune settimane di esposizione presso il palazzo arcivescovile, venne collocato nella Sala delle Pitture (l’attuale Sala Fagnani) della Biblioteca Ambrosiana.


1837-1905 Dall'800 al 900: nuove sfide conservative ed espositive 

A seguito dei lavori di ampliamento della Biblioteca, si decide di dedicare una stanza esclusivamente al Cartone, la Sala V, dove risulta collocata nel 1837, all'interno di una cornice dorata, munita di un dispositivo con una tela, che viene svolta a protezione del cartone nelle ore di chiusura della pinacoteca. Nel 1857, l'autografo raffaellesco viene collocato in una "colossale aurea teca magnifica". Un nuovo intervento conservativo viene suggerito dal Prefetto Antonio Ceriani e affidato a Giuseppe Bertini, anche se di questo restauro non esiste documentazione alcuna. L'esposizione alla luce solare continua ad essere uno dei principali problemi da affrontare e che è rimasto senza efficace soluzione sino a tempi a noi più vicini. 


Nel 1895 Il Cartone è pubblicato da Luca Beltrami nella guida del museo in una xilografia di Ambrogio Centenari, che conferma l'opera nella sala V (attuale sala 2). Nel 1905, in occasione del riordino delle raccolte dell'Ambrosiana il Cartone viene inserito in una nuova custodia di protezione (una teca composta da tre lastre di cristallo), reimpiegando la vecchia cornice dorata.

1915-1946 il cartone e le due guerre mondiali

Il doloroso e tragico periodo del primo conflitto mondiale, tra il 1915 e il 1918, vide il cartone lasciare la sua storica sede milanese per la seconda volta dal 1610, questa volta per essere messo in sicurezza; fu così che l’opera tornò in Vaticano dopo poco più di trecento anni dalla sua realizzazione. Rientrato a Milano nel 1919, il disegno dovette nuovamente lasciare l’Ambrosiana, per essere messo al sicuro dai bombardamenti della II Guerra Mondiale, nel caveau milanese della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Prima di rientrare nelle sale della grandiosa istituzione fondata da Federico Borromeo, il cartone uscì nuovamente dall’Italia, per venire esposto a Lucerna, in Svizzera, nella grande mostra organizzata dal Prefetto Giovanni Galbiati al fine di raccogliere fondi per la ricostruzione dell’Ambrosiana, seriamente danneggiata dai bombardamenti della notte del 15 agosto 1943

Diogene il cinico si prende il centro della scena.

Curiosità

Ci vuole occhio, osservare il "diero le quinte", ma non é impossibile: per gli amanti del rock un brivido



Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...