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A Costanza sulle tracce di Jan Hus - parte I - la riforma hussita

Sono ateo. Profondamente ateo.

Questo però non mi impedisce di occuparmi di cose di chiesa, anzi, amando la storia é inevitabile cozzarci contro. Per quel che riguarda l'Europa la grande svolta fu la riforma, essa scatenò una serie di guerre che coinvolsero anche una sonnecchiante Svizzera nel corso dei secoli fino al XVIII° secolo con la guerra del Sonderbund.

Ancor prima di Martin Lutero ci fu Jan Hus che andò vicino a scatenare quella che 100 anni dopo fu la riforma protestante. Il nome che però viene associato a questa rivoluzione é sempre quella del tedesco Lutero, mentre i suoi predecessori che non riuscirono a portare a termine la missione ma che insinuarono il germe sono completamente sconosciuti ai più. Jan Hus é uno di loro

Spoilerata - the bitter end

Se penso a lui la prima immagine che mi balza alla mente é nei suoi ultimi terribili attimi di vita: su una catasta di legna pronto ad essere arso vivo; e come se non bastasse con un curioso cappello bianco con delle raffigurazioni mostruose.

E se ancora non bastasse penso all’inganno che ha subito, quando re Sigismondo promise che non gli sarebbe stato torto nemmeno un capello quando lo invitò ai mondiali della Chiesa, ovvero il concilio di Costanza. 

Tutto questo dal 1414 al 1418 a Costanza, dove mi trovo oggi per rivivere la sua parabola.

The bitter end. Jan Hus bruciato appena fuori le mura di Costanza con il celeberrimo cappello

La casa museo

Avevo letto della presenza di un museo a lui dedicato vicino ad una delle porte della città medievale di Costanza. È la terza volta che vengo a Costanza e scopro che ci sono ancora parti della cittadina medievale che non conosco. Il museo é nella casa dove soggiornò inizialmente Jan, appena dietro una delle porte di accesso della città

La Schnetztor e a destra in bianco la casa museo di Hus 
Risalente al XV e XVI secolo, l'insieme di case fu a lungo considerato l'ostello del maestro boemo Jan Hus. Acquisito dalla Società Hus di Praga nel 1923.
Oggi è un museo e un memoriale di Hus.

La targa dedicata a Hus sulla casa museo

Croci e bottane

Come avevo potuto appurare in passato qui si svolse un concilio religioso. Costanza diventò l'ombelico del mondo dal lato religioso per diverso tempo; bisogna immaginare un concilio, potremo confrontarlo con il forum di Davos con la differenza che i temi trattati erano ben diversi così come la sua durata, da una settimana per il WEF a diversi anni (!) per il concilio. A Costanza infatti il concilio durò anni, la città subì una vera e propria trasformazione, fu invasa da vari tipi di personaggi che volevano approfittare per fare affari. Tra di queste cito quella di prostitute, un po' come ai mondiali di calcio. Questo per rendere conto dell'impatto dell'evento.

La stessa statua rotante al porto di Costanza ricorda una prostituta che tiene sui palmi delle sue mani due omini decadenti che rappresentano le autorità massime dell'epoca.

L'aspetto

Dopo questa doverosa premessa mi fiondo nel museo. Ad accogliermi un biondino che subito si preoccupa di dirmi che la visita é gratis e che la casa appartiene alla Repubblica Ceca. Sempre un buon biglietto da visita accostare la parola gratis al suo benefattore.

Sulla scala che porta al primo piano alcuni quadri che certificano l'aspetto del nostro protagonista

Giovanni Hus in una xilografia della prima parte del XVI secolo simboleggiato da un'oca, con un cigno che prefigura l'apparizione di Lutero, stampata da Hans Guldenmundt. Sulla destra invece un oca legata per il collo, al rogo che rievoca la fine di Hus

E. Heydler, M. Giovanni Hus, litografia dopo un dipinto di Lende, Dresda1833

Ladisiau Satoun [1870-19461, un busto di Giovanni Hus basato sul monumento della Piazza della Città Vecchia di Praga (smontato nel 1915). bronzo (Museo Hussita di Tabor).

Giovanni di Husinec, detto Hus, nacque all'inizio del 1370, probabilmente nel 1371. Anche il suo luogo di nascita non è del tutto certo. Secondo la tradizione si trattava di Husine, vicino a Prachatice, nella Boemia meridionale. Il padre di Giovanni avrebbe prestato servizio nella guarnigione del castello di Hus, le cui rovine si trovano ancora oggi nei pressi di Husine.

Il ruolo delle università

Le università nacquero come comunità informali di insegnanti e studenti.
A partire dal 12° secolo divennero istituzioni educative ufficiali. Bologna, Parigi, Oxford e Cambridge erano le città universitarie più antiche. Nel XIII secolo si svilupparono altre università nell'Europa meridionale e occidentale. La prima scuola di questo tipo a est del Reno e a nord delle Alpi operò a Praga.

L'Università fondata da Carlo IV il 7 aprile 1348 a Praga era composta da quattro facoltà, di cui quella di Arti era la più frequentata. Solo un piccolo numero di studenti continuava a studiare nelle “Facoltà superiori” di Medicina, Giurisprudenza o Teologia.
Nel 1372, la facoltà di legge si separò come università autonoma.


I vantaggi delle singole scuole, la reputazione di professori famosi e altri incentivi stimolavano studenti e insegnanti a visitare le varie università.
Si trattava della “peregrinazione accademica” che costituiva una delle caratteristiche dello studio universitario medievale. Un tipico studioso che passò da una scuola all'altra fu Girolamo da Praga, allievo, amico e seguace di Giovanni Hus, che seguì fino al rogo di Costanza nel 1416.

In nero università attive nel 1415
In rosso università dove Girolamo di Praga lavorò

Il vitto e l'alloggio per i maestri e per alcuni studenti erano riservati nelle case di dotazione - i collegi - dove si svolgevano anche le lezioni. La maggior parte degli studenti, tuttavia, doveva cercare un posto in alloggi per studenti chiamati “bursae”, dove dovevano pagare per i servizi forniti. L'aspetto dei collegi di Praga è noto solo in pochi casi. Non sappiamo dove Hus trascorse i suoi anni da studente. Ottenne un posto nel più prestigioso Collegio Carlo solo dopo la partenza degli accademici tedeschi da Praga.

Hus all'università di Praga

L'Università di Praga diede a Hus un'istruzione e l'opportunità di intraprendere una carriera accademica, che gli consentì di lasciare le umili origini della sua famiglia e diventare una personalità famosa

Le prime testimonianze attendibili sulla vita di Hus si trovano nei documenti ufficiali dell'Università di Praga. Hus familiarizzò con l'ambiente accademico come studente, rimase qui come maestro della Facoltà di Arti (Filosofia), studiò teologia e ottenne diversi titoli universitari. Era un membro della nazione universitaria boema, poiché le università erano organizzate in base al luogo di origine di insegnanti e studenti. Rappresentava la facoltà di arti come decano e l'intera università come rettore. In qualità di Rettore tenne diversi discorsi significativi, come ad esempio in occasione dell'anniversario della morte di Carlo IV, il fondatore dell'Università di Praga. L'Università di Praga non solo mantenne viva la memoria delle attività di Hus, ma divenne anche una culla del movimento di riforma hussita.

Sappiamo solo poco dell'insegnamento di Hus all'Università. La sua paternità dei commenti ai testi di Aristotele è discutibile, ma conosciamo alcune delle sue questioni difese nei quodlibet* della Facoltà di Lettere. Le sue lezioni presso la Facoltà Teologica sono meglio conservate, ovvero i commenti ad alcuni salmi e soprattutto i commenti alle Sentenze di Pietro Lombardo, uno dei testi più studiati nelle università medievali, che i futuri baccellieri di teologia erano obbligati ad analizzare.
Durante i suoi 16 anni di insegnamento attivo, Hus guidò più di venti discepoli (12 baccellieri e 11 maestri) alle cerimonie di laurea. Tra questi c'erano Girolamo di Praga, Matteo di Knin, Giovanni di Jesenice e Pietro di Mladonovice.

Quodlibet

*quodlibet: s. m. dal lat. quodlibet, propr. «ciò che piace» 
Nome con cui nel tardo medioevo furono designate quelle dispute pubbliche (questiones) che in periodi fissi (2 e 3a settimana di Avvento, 4a settimana di Quaresima) si tenevano nelle università: il nome deriva dal titolo stesso della disputatio che era de quolibet, cioè attorno a un qualsiasi argomento, proposto a quolibet (o ad voluntatem cuiuslibet), cioè non dal maestro che sosteneva la disputa, ma da persone presenti.

Ogni anno l'Università organizzava una disputa cerimoniale, in cui i maestri e gli studenti dimostravano la loro capacità di interpretare vari problemi filosofici sulla base di domande poste. All'epoca di Hus, i quodlibet permettevano di difendere le opinioni riformiste e di sostenere atteggiamenti filosofici e teologici diversi dalle posizioni tradizionali. Lo stesso Hus condusse un concorso di questo tipo nel gennaio del 1411, al quale parteciparono almeno 55 maestri.
Le domande preparate e le caratteristiche dei maestri sono riportate in un manoscritto conservato nella Biblioteca del Museo Nazionale di Praga.

Sigillo e sigillo dell'Università medievale di Praga. 
È probabile che appartenesse all'Università delle Tre Facoltà. 

Wycliffismo

John Wycliffe (13303-1384), un teologo dell'Università di Oxford, era al servizio della corona inglese come oppositore intellettuale e politico del papato. Si oppose alla tradizione medievale secolare e insistette sull'importanza del concetto di salvezza umana come predeterminata, predestinata. In realtà negò l'importanza della Chiesa cristiana e del suo sostegno spirituale nella vita dei cristiani. Negli ultimi anni della sua vita, quando perse il sostegno politico e fu esposto alle persecuzioni, il pensiero di Wycliffe divenne più radicale. 

In contrasto con il dogma contemporaneo sulla transustanziazione (trasfigurazione della sostanza del pane e del vino nell'Eucaristia nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo), difese il principio della remanenza (la conservazione della sostanza del pane e del vino, idea che Huss non difese).
Wycliffe confutò l'istituzione del Papa, l'esistenza degli ordini monastici e l'acquisizione di proprietà da parte della Chiesa. La sua fama personale lo aveva salvato dalla punizione corporale, ma il suo insegnamento fu condannato e i suoi discepoli furono perseguitati.

La R iniziale con un presunto esempio della grafia di Wycliffe in un manoscritto delle sue opere (Biblioteca Nazionale di Praga). 

La linea di Hus

Jan Hus conosceva bene la teologia antica e medievale grazie ai suoi studi universitari. Inoltre, il suo pensiero si stava sviluppando in un periodo in cui le richieste di importanti predicatori e teologi per la riforma della Chiesa e per lo sviluppo della devozione personale si facevano sempre più forti in Boemia.

Hus perse gradualmente la speranza che i rappresentanti della Chiesa fossero disposti e in grado di attuare la riforma necessaria. Pertanto, lui e alcuni suoi contemporanei si orientarono verso il pensiero del radicale teologo inglese John Wycliffe.

Hus iniziò a cercare la soluzione alla crisi ecclesiastica attraverso l'intervento dei poteri secolari e sottolineando la responsabilità personale di ogni cristiano.

L'insegnamento di Hus enfatizzava tre questioni fondamentali:

⁃ La natura vincolante della legge di Dio rivelata nella Sacra Scrittura

⁃ La necessità di una riforma della chiesa terrena

⁃ La relazione della Chiesa di questo mondo con la Chiesa di Gesù Cristo, che trascende questo mondo

La Legge di Dio (Lex Dei) indica i comandamenti della Bibbia che Hus considerava superiori a tutto ciò che la Chiesa aggiungeva ai comandamenti biblici nell'ambito della moralità, delle leggi e della conoscenza. La Legge di Dio era l'unica autorità per Hus, che si sentiva un competente interprete della stessa. Perciò non esitò a criticare aspramente l'acquisto di posizioni ecclesiastiche, l'esecuzione di liturgie a pagamento, la vendita di indulgenze, la vita disdicevole del clero e la loro brama di potere politico. Per Hus la Chiesa terrena che criticava era semplicemente un prodotto dell'umanità. Dal punto di vista della Legge di Dio, anche il Papato diventa un'istituzione, che non è assolutamente necessaria. La vera Chiesa che è controllata da Gesù Cristo è una comunità mistica di coloro che sono predeterminati (predestinati) per la salvezza.

Xilografia di Hus come predicatore tratta dal Processus consistorialis martyn lo. Huss.
Johann Schott, Strasburgo 1525.

Le opere di Hus

Nel corso dei suoi quindici anni di attività pubblica, Hus creò una vasta collezione di opere letterarie, che i moderni editori hanno suddiviso in 25 volumi, di cui finora è stata pubblicata solo una parte.

Hus trasse ispirazione per i suoi scritti da tre ambiti: il suo lavoro all'università, le sue attività di predicatore e il suo ruolo di critico della Chiesa del suo tempo. Scrisse principalmente in latino, compresi i progetti per i suoi sermoni in ceco.

Tuttavia, divenne un'autorità spirituale per i laici soprattutto grazie alle sue opere in ceco degli ultimi anni della sua vita. È probabilmente anche l'autore di una piccola opera intitolata Orthographia Bohemica, che stabilì i principi dell'ortografia ceca validi ancora oggi.

La parte più ampia dell'opera di Hus è costituita dalle raccolte dei suoi sermoni, che teneva in ceco nella Cappella di Betlemme, ma che preparava in latino. Le serie conservate di questi sermoni riflettono l'evoluzione delle opinioni di Hus dall'atteggiamento di un predicatore conciliante a quello di un oppositore intransigente dell'autorità della Chiesa e persino, in alcuni casi in cui lo riteneva necessario, del re.

Una raccolta di 99 dei primi sermoni di Hus degli anni 1404-1405.Questi sono ancora pienamente conformi alla teologia ufficiale della Chiesa più ampia, anche se Hus aveva già familiarizzato con l'insegnamento di Wycliffe quando li formulò. In un'altra delle sue opere scrisse di questo periodo di predicazione che “a causa della mancanza di coraggio della verità, è proibito predicare sinceramente e apertamente”. Nonostante ciò, non esita a criticare aspramente i difetti della Chiesa. A causa delle sue invettive contro il clero parrocchiale indisciplinato, iniziò ad acquisire la reputazione di predicatore fastidioso all'interno della Chiesa ceca, antipatico ai suoi colleghi.

Ritratto di Jan Hus, xilografia, XVII secolo

Una raccolta di sermoni del 1409, tenuti durante il digiuno, presenta un quadro completamente diverso di Hus. Oltre a duri attacchi contro i preti indisciplinati, aggiunge una condanna delle indulgenze papali e rifiuta la richiesta di obbedienza alle autorità della Chiesa se queste sfidano la legge di Dio. In altre raccolte di prediche di questo anno chiave della vita di Hus, la critica all'empio esercizio dell'ufficio papale emerge insieme al rifiuto delle punizioni ecclesiastiche dell'interdetto e della scomunica. Il concetto della Chiesa legittima come comunità dei predestinati si afferma con forza con l'influenza di Wycliffe ora esplicita.

Balthasar Jaenisch, John Hus, incisione su rame, 1565

Raccolta delle opere di Hus, compilata da Zikmund di Domalice nel 1414. Contiene la Postilla domenicale ceca di Hus, il commento a Sei errori e il trattato La figlia minore 
(Biblioteca del Museo Nazionale).

Questo volume contiene le opere polemiche latine di Hus degli anni 1410-1413, quando stava combattendo contro la condanna da parte della Chiesa dell'opera di John Wycliffe e contro le accuse di eresia, che gli erano state rivolte da oppositori sia nazionali che stranieri.

Si sforza di dimostrare che l'insegnamento di Wycliffe non è in contrasto con la Bibbia e, se per certi aspetti sembra controverso, sostiene che è utile affrontarlo, piuttosto che denunciarlo violentemente. Dal punto di vista dei circoli ecclesiastici ufficiali, queste opere polemiche chiarirono che Hus era un eretico pericoloso e spregevole.

Jean Hus, incisione su acciaio francese del XVIII secolo, appendice a Histoire d'Allemagne (firmata J. G. del. - Landon direx)

L'opera teologica di Hus, scritta durante il suo esilio da Praga nel 1413, determinò il suo destino al Concilio di Costanza.
L'intero testo si basa in gran parte sui pensieri e sulle formulazioni di John Wycliffe, le cui spiegazioni dettagliate Hus accorcia e condensa in modo tale che la sua condanna da parte della Chiesa era inevitabile. Il concetto di Chiesa come comunità dei predestinati fece dubitare Hus della necessità dell'esistenza del papato. Gli sembrava un'istituzione stabilita storicamente, piuttosto che per volontà di Dio

Cappella di Betlemme

La Cappella di Betlemme fu designata per la predicazione in ceco e diede ai maestri universitari riformatori l'opportunità di diffondere opinioni critiche al di fuori della sfera accademica, tra un pubblico laico più ampio.

Fu il ruolo di predicatore nella Cappella di Betlemme che lo avvicinò al grande pubblico. Qui convinse anche il pubblico laico della necessità di una riforma della Chiesa.
Temeva che una Chiesa corrotta, che non obbediva alla legge di Cristo, non avrebbe assicurato la redenzione ai credenti

Sotto l'influenza di Sant'Agostino e Wycliffe, un sacerdote obbediente, confidente dell'arcivescovo, divenne un araldo di pensieri e idee radicali riguardo alla natura della Chiesa.

Secondo Hus spettava a ogni cristiano giudicare, in confronto alle verità bibliche, la giustizia dei comandi delle autorità. Nemmeno gli ecclesiastici, compreso il Papa, potevano mantenere le loro cariche, se vivevano nel peccato. Hus si comportò di conseguenza nella sua vita. Rifiutò di obbedire al divieto di predicare che gli era stato imposto dall'arcivescovo di Praga e dal Papa. Fu sospettato di eresia, interrogato, giudicato e dichiarato colpevole.

La più antica illustrazione della cappella di Betlemme su un prospetto di Jan Kozel e Michal Peterle del 1562 non mostra la forma dettagliata della cappella.

Jan Hus iniziò le sue attività di predicazione in diverse chiese praghesi, ma solo nella Cappella di Betlemme riuscì ad ottenere un'azione concentrata. Tuttavia continuò a partecipare ad altri eventi, come le convocazioni ecclesiastiche e le cerimonie universitarie.
In qualità di maestro predicatore e amministratore della Cappella di Betlemme, supervisionò anche il Collegio degli studenti di Nazareth, che era collegato alla Cappella di Betlemme. Una serie di antologie di predicazioni è stata collegata alle sue attività nella cappella.
Qui acquisì la simpatia del pubblico, divenne famoso e popolare, rappresentando un'icona dell'imminente rivoluzione.

Wencestas IV, re di Boemia, con la moglie nella Bibbia di Re Venceslao scritta a mano.
La regina Sofia apparteneva ai sostenitori del partito riformista ceco presso la corte reale di Praga.
(Vienna, Biblioteca Nazionale Austriaca)

Fu un suo avversario, l'agostiniano norimberghese Oswald Reinlein, a lasciare una testimonianza della sua attività: «Le sue prediche erano frequentate dalla quasi totalità della popolazione praghese; nella Cappella di Betlemme egli predicava due volte nei giorni festivi e ancora due volte nel periodo di Quaresima. In tutti gli altri giorni teneva due lezioni e tre discorsi la domenica. Per i poveri che gli venivano raccomandati Hus chiedeva elemosine ai suoi conoscenti; usava invitare a tavola i maestri e ricevere con amore e bontà ogni visitatore»

Dopo che Hus lasciò l'incarico, la Cappella di Betlemme fu rilevata da un altro famoso predicatore riformatore e seguace di Hus, il maestro Jacob di Stribro, che era un sostenitore della ricezione laica del calice e della comunione ai neonati.

Documento che certifica la nomina di Giovanni Hus ad amministratore della cappella di Betlemme il 14 marzo 1402 (Archivio dell'Università Carlo)

Modello della Cappella dei Santi Innocenti o di Betlemme che poteva accogliere circa tremila fedeli. L'edificio fu demolito nel 1786 durante i lavori di risanamento della Città Vecchia di Praga e poi ricostruito da J. Fragner nel 1953.

Il concilio di Pisa

La Chiesa era allora divisa dallo Scisma d'Occidente, con un papa, Benedetto XIII, ad Avignone e un altro, Gregorio XII, a Roma, eletto nel 1406. Per porre termine alla scissione, alcuni cardinali delle due fazioni avevano progettato d'indire un concilio a Pisa che eleggesse di comune accordo un nuovo papa, ponendo termine alla divisione.

Nell'autunno del 1408 una delegazione di cardinali chiese al re ceco di aiutarlo a convocare un concilio a Pisa, che avrebbe dovuto affrontare il lungo scisma papale. Venceslao IV pose come condizione per il suo consenso il riconoscimento della sua pretesa al trono del Sacro Romano Impero, dal quale era stato deposto nel 1400. Le terre ceche non erano unificate su come affrontare lo scisma.
Solo i membri della nazione universitaria boema, tra cui Jan Hus, Girolamo di Praga, Giovanni di Jesenice e anche il loro futuro avversario Andrea di Brod, accolsero la sua richiesta. Si aspettavano di essere avvantaggiati rispetto ai membri delle altre nazioni universitarie e l'ordine del Re di cambiare le condizioni dell'Università soddisfò le loro aspettative.

Il decreto di Kutna Hora

Il mandato emesso dal re Venceslao IV a Kutna Hora il 18 gennaio 1409, chiamato Decreto di Kutná Hora, cambiò il rapporto dei voti tra le nazioni dell'Università. Finora ogni nazione aveva avuto un voto. Ora, i membri della nazione boema avevano tre voti e gli altri mantenevano un solo voto collettivo. Il re ottenne così una maggioranza di consensi per le sue intenzioni, ma distorse in modo significativo l'equilibrio interno dell'Università. Gli studiosi stranieri interpretarono l'intervento come un attacco contro di loro e decisero di lasciare Praga.

Il decreto di Kutna Hora si è conservato sotto forma di copia autenticata, realizzata per Jan Hus nel 1414 come uno dei documenti della sua difesa davanti al Concilio.

Gli studenti iscritti all'Università di Praga erano organizzati in base alla loro provenienza geografica in cosiddette nazioni universitarie. L'Università Carolina offriva loro le nazioni boema (A), bavarese (B), sassone (C) e polacca (D).

Cartolina da una serie di immagini che illustrano la partenza di maestri e studenti tedeschi da Praga [prima del 1912, autore anonimo].

Le conseguenze del concilio di Pisa

Il concilio di Pisa si era intanto concluso il 26 giugno 1409 con l'elezione di un nuovo papa, Alessandro V, non riconosciuto però da tutta la cristianità, cosicché ora risultavano in carica ben tre papi. A dicembre, Alessandro V firmava la bolla che, dopo aver nuovamente condannato gli scritti di Wyclif, autorizzò l'arcivescovo praghese a vietare a Hus di predicare, notifica comunicatagli solo nel giugno 1410, quando Alessandro V era già morto e gli era succeduto Giovanni XXIII

Hus decise di non obbedire: si rivolse ai fedeli nella Cappella di Betlemme: «Il defunto papa, di cui non saprei dirvi se si trova in paradiso o all'inferno, scriveva nelle sue pergamene contro gli scritti di Wyclif in cui vi sono pure molte cose buone. Io ho presentato appello e mi appellerò nuovamente [...]

"Io devo predicare anche se un giorno dovessi lasciare il paese o morire in carcere. Poiché i papi possono mentire ma il Signore non mente".


Dato che la cappella di San Michele a Betlemme, per il regolamento ecclesiastico dell’epoca veniva considerata privata, a Jan veniva vietato di fatto di predicare. Considerando questa decisione arbitraria, Jan si appellò a Giovanni XXIII, spedendo a Bologna i suoi allievi Stanislao da Znojmo e Stefano Palec. 
Giovanni XXIII, considerando i boemi, per le vicende precedenti, un branco di rompiscatole, non solo non ascoltò le loro ragioni, ma li fece incarcerare e bastonare a oltranza, in modo che fungessero da esempio per gli inquieti professori locali. La quantità industriale di randellate fu tanto efficace che Palec diventerà in futuro uno degli accusatori di Hus.

Convocato a Roma per giustificare la propria posizione, Hus rifiutò con la protezione del re che, ambendo alla carica imperiale, voleva risolvere la disputa teologica per mostrare la propria autorità tanto nei problemi civili che in quelli religiosi. Hus inoltre ricordava che, convocato, non si presentò a Roma perché «Lungo la strada mi erano tese ovunque insidie e il pericolo corso da altri mi rese prudente» citando il trattamento riservato a Bologna ai suoi procuratori Stanislao da Znojmo e Stefano Páleč

Indulgenze

Intanto Giovanni XXIII aveva proclamato la "guerra santa" contro Ladislao, re di Napoli, sostenitore di Gregorio XII, e iniziato la raccolta dei fondi necessari alla guerra mediante la vendita delle indulgenze, ossia la remissione delle pene temporali in cambio di denaro. Anche il re boemo appoggiava l'iniziativa papale, dal momento che una percentuale del ricavato sarebbe finita nelle casse statali.

Indulgenza di Papa Pio VI - Anonimo - 1780 - Carta stampata e manoscritto
Museo della Riforma Ginevra

Le proteste di Hus, che riteneva ogni guerra santa incompatibile col messaggio evangelico, di Girolamo da Praga e di molti cittadini furono represse; lo stesso Stefano Páleč (si quello riempito di randellate dal papa), divenuto dottore in teologia dell'Università, esortò il re a soffocare la protesta; tre giovani furono condannati e decapitati.

Hus si spinse oltre: sosteneva la tesi di Wycliff secondo la quale un predicatore poteva predicare senza il permesso del vescovo, dal momento che il dovere di annunziare il Vangelo è un comandamento di Cristo. Scomunicato alla fine del luglio 1412, il cardinale Pietro Stefaneschi, che presiedeva il processo ordinato dalla Curia romana, ne ordinò l'arresto e la demolizione della Cappella di Betlemme; il cardinale João Afonso Esteves da Azambuja recò a Praga l'atto di scomunica, promulgato nel sinodo della diocesi praghese il 18 ottobre 1412.

“Il diavolo che vende le indulgenze”, miniatura tratta dal manoscritto “Jenský kodex Antithesis Christi et Antichristi”, 1490-1510, Ms. IV.B.24, c. 71v, Museo Nazionale, Praga.

Sigismondo convoca un nuovo concilio

All'ordine del re di non predicare, in un primo momento obbedì ma qualche settimana dopo riprese le sue prediche nei paesi della Boemia. Nel 1413 concluse quello che resta il suo scritto più noto, il De ecclesia, e scrisse Sulla simonia e la raccolta di sermoni Postilla.

Dopo il fallimento del Concilio di Pisa nel 1409, il re d'Ungheria Sigismondo di Lussemburgo (che l'8 novembre 1414 sarebbe poi stato incoronato Re dei Romani) convocò il 30 ottobre 1413 un nuovo concilio, da tenersi a Costanza il 1º novembre 1414, che affrontasse il problema dell'unità della Chiesa, eleggendo un nuovo papa, e che combattesse la corruzione ecclesiastica e ponesse fine alle dispute dottrinali, affrontando anche il caso Hus

A questo scopo Hus fu sollecitato a raggiungere Costanza, con la garanzia dell'incolumità... 

FINE PRIMA PARTE

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Orson Wells afferma che gli svizzeri in 500 anni sono riusciti a creare ben poco, in particolare: "In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Orson Wells - Il terzo uomo - fim 1949 Possiamo tranquillamente affermare che gli urani hanno seguito la stessa falsa riga per quanto riguarda il baliaggio di Leventina: in oltre 300 anni sono riusciti “solo” a migliorare la viabilità presso la gola del piottino (e di conseguenza fabbricarci il redditizio Dazio grande) . Le virgolette sul solo stanno comunque a sottolineare la difficoltà di costruire una strada in quel punto, questo senza nulla togliere alla difficoltà nel costruire un orologio a cucù che meritava forse anch’esso sarcasticamente le stesse virgolette nella battuta di Well...

Sulla strada per Beromünster

Domenica 10 agosto 2025. Sono seduto su di un bus in stazione a Lucerna. A momenti partirà e in men che non si dica lascerà la città per addentrarsi nelle campagne lucernesi. Ed é proprio questo che amo, essere portato in quello che nel film Trainspotting viene definito “il nulla”. La mia esplorazione oggi mi porterà da una cappella in piena campagna fino al villaggio di Beromünster. La cappella e il nome del villaggio posto come traguardo intrigano (Beromünster si chiamava fino al 1934 semplicemente Münster, monastero). Sono 7 km completamente piatti in una rovente giornata d’estate. Mi aspetto di vedere forse qualche giocatore di golf ad inizio percorso per poi isolarmi completamente tra campi e boschi fino all’arrivo, la tappa di per se non ha nulla che attiri le grandi masse, in Svizzera Mobile non fa nemmeno parte di un percorso a tema. Ma oggi per stare nella pace occorre ricorrere a questi tragitti di “seconda fascia”. La vera gioia sta nell’apprezzare quello che la natura o ...

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. E non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? Un inondazione? Una tragedia? Oppure é una semplice attr...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...