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Ludovico II - Un re “ossessionato” dalla Svizzera

"Con i soldi si può comperare tutto", mai affermazione fu più sbagliata; resta da capire se Ludovico II fosse un tipo piuttosto eccentrico ma anche ingenuo o se alcuni simboli da lui richiesti non avevano ancora acquisito il valore odierno. Tutto sommato parecchie delusioni per un regnante completamente innamorato dei nostri miti fondatori. 

Approfitto della mostra temporanea al museo nazionale di Zurigo per seguire da vicino le visite e i capricci di alcuni regnanti venuti in Svizzera in visita ufficiale o semplicemente per passare le vacanze

Un re controverso

Ludovico II, appassionato di arte e di tecnologia, fa costruire castelli da favola. Rompe rapidamente il fidanzamento con la principessa Sofia, sorella dell'imperatrice Elisabetta d'Austria.
Evita le apparizioni pubbliche e nel 1886, indebitato fino al collo, muore annegato in circostanze misteriose.

Il re Ludovico II di Baviera a Hohenschwangau, residenza estiva e di caccia della famiglia reale, Ferdinand Leeke (1859-1937), olio su tela. Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte, Winterthur

Cimeli di famiglia

Dopo aver visto l'opera “Guglielmo Tell” di Giacomo Rossini, non fa altro che andare nei posti dove si svolge l'epico poema. Louis è un ragazzo appassionato e da un sacco di tempo è un fan di Guglielmo Tell. A 15 anni, usa i suoi pochi risparmi per comprare una statuetta del suo idolo. Tre anni dopo, compra il Libro bianco di Sarnen, che racconta la leggenda di Guglielmo Tell. 

Il giovane re Ludovico Il è un patito di Guglielmo Tell. Non si sa come si sia procurato un'edizione romancia del Guglielmo Tell. Nel castello di Hohenschwangau, residenza estiva del monarca, si trova una coppa decorata con motivi di Guglielmo Tell.

Guglielm Tell da F. Schiller, di J.A. Bühler, Coira 1865l

A vent'anni, nel 1865, il monarca parte sulle tracce del suo eroe. Da Lucerna, continua il suo viaggio fino a Brunnen. Lì, si ferma al «Weisses Rössli», un modesto albergo vicino al molo. Con il libro su Guglielmo Tell in tasca, nei giorni seguenti Ludovico II visita il Grütli, la cappella di Stauffacher, il sentiero incassato a Küssnacht, il borgo principale di Svitto, Seelisberg, Bürglen e si reca tre volte alla Tellsplatte, dove si trovava l'antica cappella di Tell, che gli piace particolarmente.

Il «paesaggio di Tell»

Ludovico II di Baviera è un re sognatore che adora la Confederazione svizzera. La descrive come il «paradiso dei Paesi che Dio ama come la pupilla dei suoi occhi». L'autocrate, che combatte incessantemente la democrazia e le ingerenze del popolo nelle sue attività governative, idolatra la sovranità di un popolo autonomo sul lago dei Quattro Cantoni. In Baviera, odia i liberali e la loro vicinanza con il popolo, mentre si entusiasma per l'ancestrale «democrazia pastorale» nella Confederazione.

Il sovrano non si limita a cercare le tracce di Guglielmo Tell nel paesaggio urano, ma incarica anche alcuni artisti di Monaco di occuparsi di Tell. Dopo il suo primo viaggio in Svizzera nel 1865, 
Ludovico Il ha commissionato questa storia di Tell al pittore di corte.

Acquerello sulla storia di Tell del pittore di corte Eduard Ille, 1865. Tell-Museum Bürglen

La favolosa storia della Tellsplatte piace al re Ludovico Il tanto quanto quella del Grütli. Immagina di far costruire una gigantesca statua di Guglielmo Tell, cosi grande che persino i battelli a vapore potranno passare tra le sue gambe. Ma anche questa idea non ha seguito.

La cappella Tellsplatte é ubicata nel luogo secondo la leggenda in cui Tell, durante una tempesta, riuscì a scappare dall'imbarcazione che lo stava portando in prigione a Küssnacht

Uno dei dipinti presenti nella cappella della Tellsplatte raffigurante l'uccisine del balivo da parte di Tell

Ludovico Il desidera acquistare la locanda Tell a Bürglen, perché sarebbe «la casa natale di Guglielmo Tell». Il prezzo di 100'000 franchi è esorbitante per gli standard di allora. Le trattative con l'oste Franz Epp sono già in fase avanzata quando l'irrompere del tempo uggioso di ottobre induce il sovrano a lasciare la Svizzera. L'acquisto sfuma ma almeno Ludovico porta con sé alcuni dipinti del paesaggio di Uri realizzati da Jost Anton Muheim.

Locanda Tell a Bürglen, senza data. Foto Aschwanden, Altdorf
Staatsarchiv Uri

La magia del Grütli

Ludovico Il è particolarmente affascinato dal presunto cuore della democrazia diretta: il Grütli, sul lago di Uri. Durante la visita del 1865, il re è così entusiasta del giuramento del Grütli che vuole acquistare il praticello del Grütli per costruirvi un castello. Ma il Grütli è un «bene nazionale inalienabile» della Confederazione dal 1858. Se fosse arrivato dieci anni prima e fosse riuscito ad acquistarlo, potrebbe forse sorgervi oggi uno dei suoi eccentrici e affascinanti castelli da favola.

In questo fotomontaggio, l'artista urano Karl Iten (1931-2001) ha raffigurato il castello di Neuschwanstein, immaginato da Ludovico II sul Grütli. Tuttavia, dal 1860 il Grütli è «proprietà nazionale inalienabile», la cui gestione è affidata alla Società svizzera di utilità pubblica.
Fotomontaggio di Karl Iten, senza data - Staatsarchiv Uri

Poiché l'acquisto del leggendario praticello del Grütli non è possibile, il re Ludovico Il si porta a casa alcuni dipinti raffiguranti le Alpi. Affida l'incarico al paesaggista Jost Muheim, che predilige le montagne urane. Muheim dipinge anche per la regina Vittoria del Regno Unito, che visita la Svizzera centrale nel 1868.

Il Grütli con il lago di Uri e il Bristenstock, Jost Muheim (1837-1919), Lucerna, olio su tela. Staatsarchiv Uri

La cittadinanza onoraria

Il giovane re Ludovico Il desidera diventare cittadino onorario di Uri.
Poiché il governo esita, nel marzo 1866 dodici privati cittadini di Uri presentano un'iniziativa popolare. Essi chiedono che a Ludovico sia conferita la cittadinanza onoraria di Uri «in considerazione del suo sincero e nobile sentimento verso la Svizzera primitiva e della sua speciale vene-razione, dimostrata con i fatti, per Guglielmo Tell, fondatore della nostra libertà». I promotori dell'iniziativa sono tutti beneficiari di Ludovico II, come ad esempio il pittore paesaggista Jost Anton Muheim (1837-
1919), al quale il sovrano aveva acquistato diversi quadri.

Jost Muheim. Litografia del 1899 da: Schweizerischen Portrait-Gallerie, pubblicata tra il 1888 e il 1907 da Orell Füssli a Zurigo.
Biblioteca nazionale svizzera, Berna

Prima che la Landsgemeinde possa esaminare la richiesta nel maggio 1866, interviene il consigliere federale Jakob Dubs (1822-1879): gli stranieri possono ottenere la cittadinanza onoraria solo se rinunciano a quella del loro Paese. È impensabile che un re di Baviera rinunci alla propria cittadinanza. 
I sostenitori urani di Ludovico II ritirano quindi la proposta.

A Berna non sono entusiasti dell'idea che Ludovico Il di Baviera riceva la cittadinanza onoraria di Uri. In una lettera di due pagine, il consigliere federale Dubs comunica in modo diplomatico ma inequivocabile al governo di Uri che con questa proposta si sta avventurando su un terreno politico insidioso.

Sebbene la proposta di accordare a Ludovico Il la cittadinanza onoraria di Uri fosse già stata stampata, nel maggio 1866 la Landsgemeinde di Uri non ha dovuto occuparsene. I promotori avevano ritirato la richiesta per motivi politici. Il sovrano dovette rimanerne molto deluso.

Dopo dodici giorni trascorsi in Svizzera nel 1866, Ludovico II (1845-1886) torna a Hohenschwangau. 
Il viaggio gli è piaciuto molto: «Sono rimasto incantato». La popolazione, invece, gli è piaciuta meno, come scrive in una lettera: «Purtroppo la gente del posto non è all'altezza del meraviglioso Paese. È devota, onesta e laboriosa, ma priva di talenti eccezionali e del minimo slancio spirituale». Ufficialmente, invece, il re di Baviera mente quando scrive diplomaticamente al giornale Schwyzer Zeitung: «Il ricordo della mia visita nella splendida Svizzera centrale e del popolo onesto e libero, che Dio lo benedica, mi sarà sempre caro. Il vostro affezionato Ludovico».

Il re Ludovico II, 1865, Joseph Albert, Monaco di Baviera

Il viaggio del 1881

Nel 1881, il re perso nei propri sogni porta con sé l'attore Joseph Kainz sul lago dei Quattro Cantoni. Kainz deve tr poco interpretare il «Tell» di Schiller e può quindi vedere i luoghi nei quali è ambientato. Ludovico II spera anche consolidare la relazione con Kainz, di cui è innamorato. Quando il giovane attore rifiuta di esibirsi per il re nel cuore della notte, i due rompono ogni rapporto. Dopo questo viaggio comune, il re non riceverà mai più il suo protetto, un tempo tanto adulato, e non tornerà più in Svizzera.

Ludovico Il è così entusiasta del giovane attore Josef Kainz che lo invita a un viaggio insieme sul Lago di Uri. Li Kainz deve recitare al sovrano i testi corrispondenti nei luoghi storici di Tell. Affinché Kainz possa recitare il più realisticamente possibile le fatiche di Melchthal, Ludovico Il lo fa salire sul passo della Surenen. Kainz, che non ha mai scalato una montagna, rinuncia e torna sui suoi passi. Il Re è talmente deluso che mette fine al loro viaggio in Svizzera.

Joseph Kainz

È possibile che il fotografo Arthur Synnberg nel 1881 non sappia chi abbia davanti a sé nel suo studio nel luglio 1881. A volte in piedi, a volte seduti, fotografa il re Ludwig Il e Joseph Kainz in pose estremamente intime per l'epoca. 

La visita in un atelier fotografico di Lucerna conclude il viaggio. La fotografia viola tutte le regole di corte. La mano di Kainz poggiata sullo schienale della sedia si avvicina al sovrano in modo sconveniente. Il braccio dell'attore verrà perciò occultato con un ritocco.

Ludovico II di Baviera e l'attore Josef Kainz nell'atelier fotografico di Arthur Synnberg, Lucerna, luglio 1881. Riproduzione (dettaglio editato).

Parabola discendente

Il 10 giugno 1886, Ludovico venne ufficialmente dichiarato pazzo dal governo e incapace di esercitare i suoi poteri governativi. Il principe Luitpold venne dichiarato reggente. Il professor Bernhard von Gudden, nonostante non avesse mai visitato Ludovico, lo dichiarò folle sulla base del materiale da lui prodotto, che era ritenuto molto più che sufficiente per lo scopo. D'altra parte è un fatto che egli si disinteressasse totalmente del governo e che le casse della casa reale fossero state da lui totalmente prosciugate per la costruzione dei suoi castelli. Alcuni storici ritengono che Ludovico fosse sano, ma vittima di un intrigo. L'imperatrice Elisabetta sostenne che «il re non era matto; era solo un eccentrico che viveva in un mondo di sogni. Avrebbero potuto trattarlo più gentilmente, e risparmiargli con ciò una fine così terribile.»

La morte misteriosa

La morte di Ludovico, avvenuta al lago di Starnberg, è avvolta nel mistero. Il 13 giugno alle 18:30 egli chiese di poter fare una passeggiata con il dottor Bernhard von Gudden e questi accettò, dicendo alle guardie di non seguirli. I due uomini non fecero più ritorno: furono ritrovati entrambi morti nelle acque del lago alle 23:30 del giorno stesso. Nei pressi del punto del ritrovamento fu in seguito costruita una piccola cappella in cui ogni anno, il 13 giugno, si tiene una cerimonia commemorativa. Nel luogo esatto delle acque in cui fu ritrovato il corpo di Ludovico fu eretta una croce in suo ricordo.

La salma del re Ludovico II composta nella bara nella cappella di corte della Residenza di Monaco; 16-18.6.1886

Il decesso del deposto monarca fu classificato come suicidio per annegamento, ma esistono numerose teorie alternative, in quanto secondo l'autopsia non c'era acqua nei polmoni. Ludovico era un buon nuotatore e l'acqua gli arrivava alla cintola, il che escludeva un incidente. Nonostante non siano emerse valide prove di violenza, alcuni ritengono che Ludovico sia stato assassinato dai suoi avversari politici o mentre tentava di fuggire da Berg. Un'altra ipotesi è quella che l'ex-sovrano sia morto per cause naturali (come un infarto o un ictus) durante un tentativo di fuga. Alcune leggende narrano addirittura che sia stato sbranato da un licantropo e che il dottor Gudden fosse in realtà il suo amante.

Un ricordo per l'imperatrice

Ludovico II ed Elisabetta d'Austria si sentono anime gemelle, mettono l'auto-realizzazione al di sopra delle cerimonie di corte. Quando Ludovico muore in circostanze misteriose nel giugno 1886, Elisabetta piange la scomparsa del cugino e amico. Per confortarla, sua madre le regala un calco della mano di Ludovico.

Calco della mano destra del re Ludovico II di Baviera, 1886. 
Stiftung für Kunst, Kultur und Geschichte,Winterthur

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