Torno a Frauenfeld, si lo ammetto: tra le altre cose sto ripassando alcuni musei, in primis per scoprirli con più cura e secondariamente per le esposizioni temporanee. A Frauenfeld di esposizioni temporanee non ce ne sono ma il museo si rivela estremamente interessante per diversi fattori: prima di tutto l'epoca trattata al suo interno, praticamente concentrata dal XV a fine XVIII secolo con focus su concilio di Costanza e guerre di Svevia. Insomma una manna!
Ci sono poi alcuni oggetti esposti che meritano un approfondimento senza disdegnare il loro contesto. Uno di questi é la preziosissima mitra sfoggiata con orgoglio. Con la scusa di scoprire la storia che sta dietro questo oggetto farò un viaggio più esteso per conoscere qualche retroscena in più (oltre alla condanna di Jan Hus) avvenuti al concilio di Costanza
La mitra
L'oggetto più prezioso presente al museo dal canton Turgovia a Frauenfeld é sicuramente una preziosissima mitra che si prende la scena in una teca nel corridoio al secondo piano
1414 - Un evento mondiale sul Lago di Costanza
La Chiesa è super divisa. Tre papi dicono di essere il vero capo. A Costanza si cerca di risolvere il problema.
Cronache di Ulrich Richental
Con loro arrivarono commercianti, artigiani e prostitute, trasformando Costanza nel centro dell'Europa per quattro anni. Ciò ebbe un grande impatto sulla Turgovia, perché insieme al territorio a nord di Costanza, la regione dovette sfamare le numerose persone con prodotti agricoli. Il ricco cittadino di Costanza Ulrich Richental scrisse una cronaca degli eventi del Concilio. I testi, accompagnati da numerose xilografie, ci raccontano molto sugli avvenimenti del Concilio, ma anche sulla vita quotidiana nella città tardo-medievale. Richental descrisse riunioni, negoziati, incontri e sanzioni per le trasgressioni, così come l'approvvigionamento al mercato, i tornei cavallereschi e le feste.Pesce del Lago di Costanza, aringhe importate e conservate sotto sale, rane e lumache sono venduti come prelibatezze.
Al cronista Ulrich Richental dobbiamo una vivida descrizione dell'esotico mercato, che contribuisce a sfamare la folla di visitatori provenienti da tutto il mondo cristiano.
Lo scisma
Tre papi rivendicano contemporaneamente il potere. A Costanza, però, c'è solo uno: Giovanni XXIII.
Inoltre, i dignitari ecclesiastici si occupano anche della lotta contro l'eresia e delle riforme della Chiesa.
Giovanni XXIII - Nel nome del diavolo
Il viaggio del Papa è partito da Merano, passando per la Via Claudia Augusta, il Passo Resia e l'Arlberg, alto quasi 1.800 metri, che ha attraversato alla fine di ottobre, per poi arrivare a Bludenz, Feldkirch, al monastero di Mehrerau vicino a Bregenz e infine a Kreuzlingen, dove è arrivato il 27 ottobre. Il seguito del Papa era tutt'altro che piccolo, dato che era accompagnato da nove cardinali, tanti vescovi, la Curia, per un totale di circa 600 persone.
La cronaca di Ulrich von Richental racconta questo episodio, ma lui non era lì, quindi bisogna prendere questa nota con un po' di cautela: Poi arrivò la notizia che il nostro santo padre papa Giovanni XXIII era in viaggio e che c'era qualcosa che non andava. E quando arrivò sull'Arlenberg, vicino al monastero, molte delle sue carrozze erano disperse e lui giaceva nella neve sotto la carrozza. Allora tutti i signori e i cortigiani si avvicinarono a lui e gli dissero: “Santo Padre, state bene?” E lui rispose: “Giaccio qui nel nome del diavolo”.
L'incidente avvenne quindi nel mezzo dell'Arlberg, a circa 1.800 m di altitudine, vicino al villaggio di Klösterle o presso St. Christoph. Lì, a causa delle nevicate e delle condizioni meteorologiche, il carro si sarebbe ribaltato e il papa sarebbe rimasto incastrato sotto il carro. Questo evento è facilmente immaginabile se si considera che la strada di valico regolare fu costruita solo nel 1782.

La scena del viaggio raffigurata nell'immagine, tratta dal manoscritto di Costanza, una delle numerose rappresentazioni, contiene un doppio significato. Da un lato mostra la carrozza capovolta con i cavalli ancora attaccati. Poiché gli animali sono meno importanti, sono stati disegnati più piccoli.
I servi e i cocchieri, a destra nell'immagine, battono le mani sopra la testa in preda all'agitazione, mentre i religiosi a sinistra, che simboleggiano il seguito papale, mantengono la calma, come il papa disteso sotto la carrozza.
Nella rappresentazione pittorica il papa non giace nella neve, ma piuttosto su un prato verde; contrariamente alla descrizione, non si tratta di una scena invernale. È riconoscibile dalla corona papale, la tiara. Il papa è raffigurato in atteggiamento di preghiera, come i suoi accompagnatori ecclesiastici, ma su un altro livello gli vengono messe in bocca parole volgari in latino:
“Io giaccio qui, nel nome del diavolo!” Questa esclamazione lo scredita come papa indegno, che in seguito è stato giustamente costretto a dimettersi.
L'episodio, descritto sulla base della conoscenza del seguito della storia del Concilio, deve quindi essere considerato come un'allusione e un cattivo presagio per ciò che seguirà, indipendentemente dal fatto che questo evento abbia effettivamente avuto luogo sull'Arlberg. Esso mostra che la sventura per Giovanni XXIII era prevedibile.
Il papa a Kreuzlingen
Fino all'arrivo a Kreuzlingen il 27 ottobre, il corteo percorre circa 20 chilometri al giorno. Una velocità di viaggio notevole per quei tempi.


Lo scisma: tra i tre litiganti...
Oltre alle discussioni ecclesiastiche, al Concilio di Costanza si prendono anche decisioni politiche.
Le loro conseguenze si fanno sentire in Turgovia nei decenni successivi.
Gregorio XII
Alcuni cardinali, appellandosi alla teoria della superiorità del Concilio sul Papa, preso atto della disponibilità di Gregorio XII, decisero di deporre d'autorità sia Giovanni XXIII che Benedetto XIII, che sono quindi da considerarsi antipapi.
Anche Gregorio XII rassegnò le proprie dimissioni il 4 luglio 1415 e il sue atto consenti l'elezione di papa Martino V ponendo così fine allo Scisma d'Occidente
Benedetto XIII
Venne eletto a Pisa l'antipapa Alessandro V, ma Benedetto non cessò per questo le sue pretese. Durante il Concilio di Costanza Benedetto aveva trovato rifugio nel castello di Peñíscola sin dal settembre del 1411, una cittadina costiera sul confine settentrionale del Regno di Valencia, avendo con sé tre soli cardinali. Benedetto fu deposto e scomunicato dal Concilio di Costanza il 26 luglio 1417 e rimase isolato nel proprio castello di Peñiscola fino alla morte, avvenuta nel 1423: seguitò comunque a considerarsi Papa legittimoLa sconfitta del favorito Giovanni XXIII
Il duca Federico IV lo appoggia e lo segue.
La “fuga”

Re Sigismondo coglie l'occasione e dichiara guerra all'arciduca Federico d'Asburgo.
Federico IV deve sottomettersi al re perdendo così il controllo sui suoi possedimenti nella Turgovia.
Ma cos’era successo?
Federico si tira indietro
Sigismondo bene ma non benissimo
Da quel momento in poi, Sigismondo non riuscì più a liberarsi degli spiriti confederati che aveva invocato come aiuto contro il suo rivale Federico.
Happy ending
Se si tira una conclusione sulla fuga, essa segnò la fine del papato di Giovanni, che dovette semplicemente cedere il posto a un nuovo inizio del papato. Per il duca Federico, la fuga fu l'inizio di una grande sconfitta territoriale e politica, poiché aveva valutato male la situazione e si era sentito troppo sicuro.
Le Confederazioni, invece, furono le indubbie vincitrici del duello politico tra il re e il duca Federico.
Il prete e riformatore Jan Hus di Praga critica il declino morale e la ricchezza della Chiesa.
Papa Giovanni XXIII lo accusa di eresia. Hus partecipa al Concilio sotto la protezione del re Sigismondo.
Nonostante la scorta reale garantita, Hus viene bruciato pubblicamente come eretico a Costanza.
L'insoddisfazione nella Chiesa continua a crescere.
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