Passeggiando per le vie del piccolo villaggio di Loco a caccia di qualche piccolo dettaglio che racconti del passato non può certo sfuggire la targa dedicata a Napoleone su una facciata di una casa che da sulla via principale
Nato a Berna da una famiglia nobile, ha studiato a Yverdon e a Ginevra. Da giovane ha viaggiato in mezza Europa, oltre che in Svizzera, e ha conosciuto i pezzi grossi della cultura europea dell'epoca (come Voltaire, de Saussure, Diderot, d'Alambert e Madame de Staël).
Dopo la morte del padre, è diventato membro del Consiglio dei Patrizi di Berna e balivo di Nyon.
Negli anni 1795, 1796 e 1797, come sindacato e ambasciatore di Berna in missione ufficiale, ha visitato i baliaggi ticinesi.
Nel settembre 1776 e nel 1797 visitò anche la Valle Onsenone e fu ospite di Don Paolo Antonio Brogini a Loco e di Don Carlo Remonda a Comologno. Per le testimonianze che ci ha lasciato sull'Onsernone del XVIII secolo, anche K.V. von Bonstetten fu una personalità di spicco.
Le sue preziose osservazioni e valutazioni sulla realtà ticinese, scritte durante tre soggiorni nei baliaggi italiani (1795, 1796 e 1797), sono raccolte nel libro Lettere sopra i baliaggi italiani, pubblicato (per prudenza) in Germania e in Danimarca.
L’ormai consolidata realtà viciniale del Comun Grande subì un profondo scossone con la Rivoluzione francese del 1789, ma soprattutto con la formazione della Repubblica Elvetica nel 1798, la cui costituzione aboliva di fatto i secolari privilegi viciniali.
E certo che Benigno, vittima del pestaggio, abbia deciso con la famiglia di intraprendere la via dell'emigrazione definitiva, stabilendosi a Parigi. Fa quindi parte di coloro che sono definiti «fuoriusciti», in quanto costretti a fuggire dal clima di violenza e soprusi esistente in valle.
Quello che rende potenzialmente interessante il documento é la data, giusti pochi mesi dopo la proclamazione della libertà di Lugano, che prendendo la palla al balzi di aver respinto l'attacco cisalpino alla città (notte tra il 14 e il 15 febbraio dello stesso anno), sull'onda dell'entusiasmo in un colpo solo si libera dai landfogti che per secoli avevano fatto il buono e brutto cattivo tempo. Sarebbe interessante capire le cause che scatenarono la riussa: politici? O fu solo un altra litigata per una partita a carte?
La cosa risulta piuttosto singolare sapendo la reazione generale all'arrivo delle truppe napoleoniche sul nostro territorio, si ricordi in primis la guerra delle forcelle o la strenua resistenza nei dintorni di Stans
Ma come é possibile? Anche seguendo le testimonianze lasciateci dal Bonstetten, va detto comunque palesemente di parte, sembra incomprensibile, se non perché fatto da zoticoni, un cambiamento di ideologia così radicale. Forse qualcuno col tempo, esattamente 200 anni dopo, ha finalmente riconosciuto il valore dei principi rivoluzionari e i benefici che hanno portato nelle nostre terre?
Von Bonstetten
Karl Viktor von Bonstetten (1745 - 1832)Nato a Berna da una famiglia nobile, ha studiato a Yverdon e a Ginevra. Da giovane ha viaggiato in mezza Europa, oltre che in Svizzera, e ha conosciuto i pezzi grossi della cultura europea dell'epoca (come Voltaire, de Saussure, Diderot, d'Alambert e Madame de Staël).
Dopo la morte del padre, è diventato membro del Consiglio dei Patrizi di Berna e balivo di Nyon.
Carl Viktor von Bonstetten
Negli anni 1795, 1796 e 1797, come sindacato e ambasciatore di Berna in missione ufficiale, ha visitato i baliaggi ticinesi.
Nel settembre 1776 e nel 1797 visitò anche la Valle Onsenone e fu ospite di Don Paolo Antonio Brogini a Loco e di Don Carlo Remonda a Comologno. Per le testimonianze che ci ha lasciato sull'Onsernone del XVIII secolo, anche K.V. von Bonstetten fu una personalità di spicco.
Le sue preziose osservazioni e valutazioni sulla realtà ticinese, scritte durante tre soggiorni nei baliaggi italiani (1795, 1796 e 1797), sono raccolte nel libro Lettere sopra i baliaggi italiani, pubblicato (per prudenza) in Germania e in Danimarca.
Nei suoi scritti, infatti, denuncia l'arretratezza dovuta all'ignoranza, sostiene la necessità dell'istruzione del popolo (istruzione elementare), si oppone a una religione oscurantista sperando che i preti “illuminati” si occupino anche degli affari terreni.
Critica inoltre le anomalie legate al sistema amministrativo applicato nei baliaggi "... una scuola di corruzione e immoralità per i Cantoni, che poi trasmettono nelle loro case, infestando così l'intera Svizzera".
Critica inoltre le anomalie legate al sistema amministrativo applicato nei baliaggi "... una scuola di corruzione e immoralità per i Cantoni, che poi trasmettono nelle loro case, infestando così l'intera Svizzera".
Nella Val Onsernone Bonstetten scopre, pur disprezzandole, le idee rivoluzionarie che gli emigrati hanno sicuramente importato al loro ritorno dalla Francia:
"L'influenza della Rivoluzione francese ha completamente corrotto la moralità degli abitanti della Val Onsernone; dato che queste persone delle valli a volte vanno in Francia e capiscono il francese, sembra che le usanze giacobine siano state fatte su misura per la loro rozzezza, la loro gelosia, la loro sete di vendetta. Lì hanno imparato le tattiche delle assemblee popolari per fregare la gente: ogni forma di autorità per loro è tirannia; prendono in giro la religione. I migliori ecclesiastici vengono cacciati e al loro posto il popolo sceglie le persone più spregevoli..."
"L'influenza della Rivoluzione francese ha completamente corrotto la moralità degli abitanti della Val Onsernone; dato che queste persone delle valli a volte vanno in Francia e capiscono il francese, sembra che le usanze giacobine siano state fatte su misura per la loro rozzezza, la loro gelosia, la loro sete di vendetta. Lì hanno imparato le tattiche delle assemblee popolari per fregare la gente: ogni forma di autorità per loro è tirannia; prendono in giro la religione. I migliori ecclesiastici vengono cacciati e al loro posto il popolo sceglie le persone più spregevoli..."
.
Helvetia, importata dalla Francia e incarnata da un drago a tre teste viene sconfitto e esala l'ultimo respiro. Davanti un gallo con un cappello da giullare e una campanella, al centro un cane ansimante con un berretto rosso da giacobino, dietro un asino. Tell, accompagnato dal figlio Walter, tiene rivoluzione elvetica, uno scudo con i tre mitici fondatori della Confederazione, Walter Fürst, Werner Stauffacher e Arnold von Melchtal.
La comuna
Il Comun Grande Onsernone non fu mai integrato a pieno titolo nella Magnifica Comunità di Locarno che riuniva tutte le altre comunità locali della regione, mantenendo in tal modo una certa qual autonomia decisionale, sia nel periodo della dominazione milanese, sia poi durante l’epoca dei Baliaggi. La questione non è ancora stata approfondita dalla ricerca storica e, al momento, può considerarsi un’anomalia, rispetto alla diversa posizione delle comunità delle Centovalli o della Verzasca.L’ormai consolidata realtà viciniale del Comun Grande subì un profondo scossone con la Rivoluzione francese del 1789, ma soprattutto con la formazione della Repubblica Elvetica nel 1798, la cui costituzione aboliva di fatto i secolari privilegi viciniali.
La nuova costituzione conteneva un principio importante che di fatto creava un nuovo tipo di Comune, costituito dall’insieme di tutti i cittadini domiciliati e non più solo composto dalle famiglie originarie di antica data.
"L'accampamento dei soldati in campagna nel 1798". Acquaforte acquerellata di David Hess, pubblicata nel 1801 (Museo nazionale svizzero).
La caricatura mette in luce polemicamente il comportamento arrogante dei soldati della Repubblica francese nei confronti dei contadini svizzeri durante l'occupazione del 1798.
Da sinistra e destra
La contabilità del padrone di casa giace sotto il cappello sul mobile accanto alla porta e mostra il rovinoso bilancio dovuto all'acquartieramento.
Il cane da guardia del granatiere, il cui collare lo identifica come membro dell'esercito francese, fa i suoi bisogni sulla libreria appena arata.
L'armadio contiene libri di storia sulle atrocità del generale Mélac.
Il padrone di casa si occupa del granatiere francese, che si presenta con la moglie, il figlio piccolo e il cane e presenta una fattura ufficiale.
L'altro ufficiale legge alla padrona di casa i racconti “più sontuosi” di Lafontaine. Quando il padrone di casa si allontana perché hanno bussato alla porta, bacia la mano della signora. Lei stava solo aspettando l'occasione propizia. Tutto questo avviene sotto i ritratti dei genitori. I funzionari usano i due quadri come appendiabiti.
La cameriera si gode l'affetto dell'ufficiale a tal punto da far cadere il servizio di caffè del padrone di casa nei momenti successivi.
Con la nascita del Canton Ticino nel 1803 questo principio venne sancito definitivamente, non senza grosse difficoltà di applicazione nei decenni successivi, soprattutto per la continua messa in discussione dei privilegi e dei diritti derivanti dall’origine familiare.
Di fronte a questo grande cambiamento, in Onsernone, come in altre parti del Cantone e della Svizzera, l’opposizione allo smantellamento delle Vicinanze si protrasse successivamente per diversi decenni. Ancor’oggi qualche anziano, nel linguaggio corrente usa o usava denominare il comune moderno con il termine di genere femminile di “Comuna”, che si oppone al “Comune” antico e tradizionale.La conferma nella difficoltà del cambiamento con l'appianamento del sistema che é passato ad essere gestito esclusivamente da famiglie patrizie a tutti i domiciliati é testimoniato nelle vicende della "sbirraglia" del Taroc
La sbirraglia del sindaco Taroc
Benigno, nato nel 1837, il 7 dicembre 1863 viene pesantemente percosso sulla piazza di Loco nel giorno del mercato, per impedirgli di espletare i suoi affari commerciali. Mandante ed autore dell'aggressione è Giovanni Schira del ramo dei Taroc, Gran Consigliere e Sindaco, coadiuvato dalla sua fedele sbirraglia. Assieme al fratello Giacomo ed altri alleati che si proclamano liberali, lo Schira Taroc esercita una pesante e violenta egemonia politica ed economica sull'intera Onsernone durante la seconda metà dell'Ottocento.
E certo che Benigno, vittima del pestaggio, abbia deciso con la famiglia di intraprendere la via dell'emigrazione definitiva, stabilendosi a Parigi. Fa quindi parte di coloro che sono definiti «fuoriusciti», in quanto costretti a fuggire dal clima di violenza e soprusi esistente in valle.
Attorno all'anno 1863, risultano essere una ventina gli individui di Loco e di Berzona, che decidono di auto-esiliarsi, numerosi dei quali portando con sé moglie e figli.
La Francia quindi come isola di salvezza, terra di uguaglianza e fraternità, esattamente quello che é venuto a mancare e ha sancito la partenza dei "fuoriusciti", e per tutto questo va ringraziato Napoleone che ha portato questi principi in tutta Europa, capillarmente, e grazie agli emigrati in Francia fino nella selvaggia e discosta val Onsernone.
Si potrebbe quindi spiegare così la targa del 1998 sulla via principale a Loco
Va infine ricordato anche chi non solo si rifugiò in Francia ma chi fece anche parte integrante dei nuovi ideali rivoluzionari arrivando fino a ricoprire il grado di generale
Carlo Francesco Remonda
2.11.1761 Comologno (oggi com. Onsernone), 24.6.1847 Parigi, cattolico, di Comologno, dal 1818 anche cittadino francese.Si trasferì giovanissimo a Bourges. Nel 1789 si arruolò nella Guardia nazionale. Entrato al servizio della Francia nel 1792 con il grado di capitano, divenne comandante di battaglione (1800), maggiore (1803), colonnello (1806) e generale di brigata (1811). Prese parte a diverse campagne napoleoniche, tra cui quelle di Polonia, Spagna e Portogallo (1811). Durante i Cento giorni (1815) comandò i Dip. della Vienne e dell'Indre. Fu congedato nel 1825. Cavaliere (1804) e ufficiale (1809) della Legion d'onore e barone dell'Impero (1808), nel 1814 fu insignito della croce dell'ordine di S. Luigi.
Un immagine che va di nuovo in contrasto con il passaggio delle truppe francesi nelle valli ticinesi
Processo da verificare
Nel giro di pochi giorni ho due nuovi input sull'argomento. Il roimo é la documentazione inerente un processo presente nell'archivio della cultura di Lugano.
In data 30.07 trovo, tra decine di altri incartamenti, questo:
9 agosto 1798 - 29 settembre 1798
Processo a Francesco Cantarini detto Tonella di Loco, valle Onsernone, per il ferimento di tre persone a Locarno nella casa dell'oste Giovan Battista Pioda
Dichiarazione stringata anno domini 2025
Capito per loco anche in occasione del primo di agosto 2025. Esattamente davanti all'ingresso del museo della valle intercetto un anziano che sta uscendo dalle stesso. Dopo un paio di chiacchiere ed aver appurato al sua provenienza chiedo come si spiega la presenza della targa pro Napoleone, un unicum in Ticino.
La risposta é assai stringata: "meglio i francesi che i tedeschi".Poi corregge il colpo precisando che i tedeschi non tanto in quanto di questa cultura ma perché ricoprivano il ruolo di Landfogto.
Faccia da Landfogto: Leonhard Holzhalb, Zurigo
Landfogto a Turgovia 1546-1548
Meglio sarebbe stato nessuno dei due, con un indipendenza assoluto del canton Ticino da subito e non dopo l'atto di Mediazione. La risposta é comunque valida, anzi mi conferma che in val Onsernone i baliaggi sono stati vissuti in maniera diversa, così come probabilmente la repubblica elvetia, ho come l'impressione questa valle così "lontana e inaccessibile" abbia vissuto sempre in secondo piano gli avvenimenti dei centri, così lontana e "abbandonata a se stessa" com'era
Analogamente alla val Onsernone anche nella svizzera romanda c'erano movimenti che spalleggiavano caldamente i principi della rivoluzione - «La mancata caccia degli orsi». Caricatura attribuita a Balthasar Anton Dunker (Musée historique de Lausanne).
Questa allegoria di provenienza bernese fa esplicito riferimento ai banchetti rivoluzionari che ebbero luogo nel luglio del 1791 nel Paese di Vaud, duramente repressi dalle autorità bernesi. A sinistra, patrioti muniti di coccarda tricolore simboleggiano i club, società segrete vietate dalle ordinanze bernesi; due di loro, seduti, sono impegnati nella redazione di libelli. Una barca che batte bandiera bernese (rosso e nero) si dirige intanto verso il castello di Chillon: qui si allude all'arresto dei patrioti Ferdinand Antoine Rosset e Georges Albert Muller de la Mothe il 31 agosto 1791 e alla loro prigionia in quel luogo.
Commenti
Posta un commento