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Roma: piazza Navona

Purtroppo.
Purtroppo non ho avuto molto tempo ma almeno ci sono passato di volata in questa incredibile piazza nel cuore di Roma; non so chi l'ha progettata, da dove viene l'obelisco, che funzione aveva, chi é stato bruciato qui, si, ci sono piombato, ho osservato, ho goduto, ho fotografato e me ne sono andato che il tempo stringeva.

Scorcio su piazza Navona

Chiesa di Sant'Agnese in Agone del Borromini

Come spesso capita é poi nelle settimane o mesi seguenti che vengo a conoscenza di fatti storici sulla piazza visitata a velocità supersonica; a oltre un anno di distanza scopro che la costruzione dietro é di un ticinese ; Francesco Borromini, mentre la fontana davanti é del suo acerrimo rivale Bernini.

Francesco Borromini

Nato il 27 settembre 1599 a Bissone, Francesco Borromini (nato col nome di Francesco Castelli) è stato uno dei principali esponenti dell'architettura barocca. Formatosi come scalpellino in giovane età, si trasferì a Roma già nel 1619 per prendere parte al cantiere di San Pietro diretto da Carlo Maderno, suo lontano parente e maestro. Fu la Città Eterna a dare fama e gloria a Borromini, e questo nonostante il rapporto conflittuale che ebbe con Gian Lorenzo Bernini cui prestò i suoi servizi dal 1629 al 1634

Francesco Borromini

Borromini concluse tragicamente i propri giorni. Nell'estate del 1667 la sua salute, già travagliata da feroci disturbi nervosi e depressivi, si aggravò a causa di ripetute febbri e di un'insonnia cronica. La sera del 1º agosto, secondo la testimonianza del diarista Cartari Febei, fu tuttavia ancora più stravagante e lacrimevole, in quanto l'architetto, che era «caduto da alcuni giorni in pieno umore ipocondriaco, con una spada, appoggiata col pomo in terra e con la punta verso il proprio corpo si ammazzò». In altre parole Borromini, quando il servo non obbedì al suo ordine di accendere un lume per scrivere, fu colto da uno spropositato attacco d'ira e si trafisse letalmente con una spada.

La morte non fu immediata, bensì sopraggiunse «alle ore dieci dell'alba»; in questo modo, Borromini ebbe il tempo di spiegare le ragioni del folle gesto, dettare le proprie disposizioni testamentarie, e ordinare di essere sepolto nello stesso sepolcro dell'amato Carlo Maderno, nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini.
Francesco Borromini e motivo architettonico di San Giovanni in Laterano

Elevazione della lanterna e della cuspide di Sant'Ivo; Pianta di San Carlo alle Quattro Fontane; Colomba con ramo d'olivo

Derby Borromini - Bernini in piazza Navona

La scultura detta fontana dei Quattro Fiumi (o anche solo fontana dei Fiumi) si trova a Roma al centro di piazza Navona (davanti alla chiesa di Sant’Agnese in Agone, realizzata su progetto di Borromini) ed è stata ideata e plasmata dallo scultore e pittore Gian Lorenzo Bernini tra il luglio 1648 ed il giugno 1651 su commissione di papa Innocenzo X, in piena epoca barocca, durante il periodo più fecondo di questo artista.
Una leggenda, molto popolare ancora ai giorni nostri, è legata alla rivalità tra il Bernini e l’altro grande maestro del barocco, il Borromini. Si tramanda infatti che la statua del Rio della Plata tenga alzato il braccio per ripararsi dall’eventuale crollo del campanile o della cupola della prospiciente chiesa di Sant’Agnese in Agone e per sorreggere i suoi resti

Ugualmente la statua del Nilo si copre il volto per non doverla vedere (in realtà, la copertura della testa è dovuta al fatto che quando fu realizzata non se ne conoscevano ancora le sorgenti). Si tratta di un evidente anacronismo storico, poiché la fontana fu realizzata tra il 1648 e il 1651, mentre la chiesa di Sant’Agnese in Agone fu iniziata dal Borromini non prima del 1652.

A sinistra il Nilo, a destra il Rio de la Plata

Piazza allagata

Nel '600 il Papa ebbe un'idea per rinfrescare i romani fiaccati dalla calura estiva: decise infatti di allagare piazza Navona. All'epoca la pavimentazione era concava e quindi era facile riempire la piazza di acqua trasformandola in un lago. Ogni sabato e domenica di agosto aveva luogo questa delizia per gli abitanti accaldati. I nobili esibivano le loro carrozze a forma di gondola oppure barche di legno riccamente addobbate. Dai palazzi nobiliari le persone si affacciavano divertite per ammirare lo spettacolo. La gente del popolo si rinfrescava dalla calura facendo il bagno tra scherzi, giochi e burle. Nel 1676 l'allagamento fu sospeso per timore di malattie, ma successivamente fu ripristinata l'usanza. Oggi sarebbe davvero caotico!

In attesa dell'invenzione dell schiuma party

Giovanni Paolo Pannini  (1691-1765)

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