Per motivi di una ricerca che sto effettuando ultimamente (e che esporrò in futuro) mi ritrovo spesso nelle chiese nell'osservare dipinti che non raffigurino i canonici episodi direttamente legati alla crocifissione.
Un enorme dipinto murale mi colpisce nella collegiata di Bellinzona, esso si rifà ad un episodio di epoca romana: si assiste ad un non meglio identificato uomo che sembra precipitare dal cielo.
Grazie ad un cartello risalgo al titolo del dipinto: la caduta del mago Simon
La storia mi incuriosisce, decido di approfondire
« V'era da tempo in città un tale di nome Simon, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samaria, spacciandosi per un gran personaggio. A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: "Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande". »
Simon decise più tardi di farsi battezzare ma non contento aspirava ad avere lo stesso potere degli apostoli di richiamare lo spirito santo con il solo movimento di congiungimento delle mani. Arrivò ad offrire del danaro a Pietro apostolo per ottenere questo potere. La risposta di Pietro fu non solo negativa ma accusava Simon di voler acquistare col danaro le fede, comportamento che lo avvicinava più al diavolo che a Dio."
“Il giorno dopo, una grande folla si riunì alla via Sacra per vederlo volare; ed anche Pietro, al quale era apparsa una visione, andò in quel luogo per confutarlo. Quando era venuto a Roma egli aveva sedotto la folla volando, Pietro, che doveva confutarlo, allora non abitava ancora a Roma
In piedi su di un luogo elevato, guardando Pietro, Simon prese a dire: ‘Proprio in questo momento in cui mi sollevo davanti a tutta questa gente che guarda, ti dico: se il tuo Dio messo a morte dagli Ebrei i quali lapidarono voi, suoi eletti, ne ha la potenza, dimostri che la fede in lui è la fede in Dio; se questa fede è degna di Dio, lo faccia vedere ora. Innalzandomi, io dimostrerò, infatti, a tutta questa gente chi sono.’
Ed ecco che, alla presenza di tutti, si innalzava in aria al di sopra di tutta Roma, dei suoi templi e dei suoi colli, mentre i fedeli osservavano Pietro.
Vedendo questo straordinario spettacolo, Pietro gridò al Signore Gesù Cristo: ‘Se tu permetterai che quest’uomo porti a compimento quanto ha iniziato, tutti coloro che hanno creduto in te ne resteranno scandalizzati e più non si crederà ai segni e prodigi che tu, per mezzo mio, hai loro concesso. Manda presto, Signore, la tua grazia: quest’uomo cada dall’aria e, pur senza morire, resti indebolito e annichilito spezzandosi una gamba in tre posti’. E cadde dall’aria spezzandosi una gamba in tre punti. Allora gli tirarono addosso delle pietre e ciascuno se ne ritornò a casa sua; e tutti ormai credettero in Dio (Atti di Pietro, 32, 1-2)
Nella chiesa di Santa Francesca Romana, a Roma, luogo nei pressi del quale avrebbe avuto luogo l’ultimo scontro fra Pietro e Simon Mago, si conserva la prova tangibile di questo definitivo scontro. Infatti, incassata nella parete destra della chiesa, all’altezza dell’altare maggiore, possiamo vedere una pietra con i solchi formati dalle ginocchia di Pietro quando chiedeva a Gesù di far cadere Simone. Sono protetti da due piccole grate e sovrastati da una targa nella quale possiamo leggere:
Successivamente fu portato dai suoi seguaci a Terracina e poi ad Ariccia, a pochi chilometri da Roma. Si fece seppellire in modo da dimostrare di poter risorgere dopo tre giorni, ma morì nella tomba. Ad Ariccia esiste ancora oggi un sarcofago, nel Parco di Villa Chigi, dove sarebbe stato deposto il corpo di Simon il Mago.
Un enorme dipinto murale mi colpisce nella collegiata di Bellinzona, esso si rifà ad un episodio di epoca romana: si assiste ad un non meglio identificato uomo che sembra precipitare dal cielo.
Grazie ad un cartello risalgo al titolo del dipinto: la caduta del mago Simon
La caduta di Simon Mago, Agostino Caironi da Milano, 1887 Dipinto murale presente nella collegiata di Bellinzona
« V'era da tempo in città un tale di nome Simon, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samaria, spacciandosi per un gran personaggio. A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: "Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande". »
Simon decise più tardi di farsi battezzare ma non contento aspirava ad avere lo stesso potere degli apostoli di richiamare lo spirito santo con il solo movimento di congiungimento delle mani. Arrivò ad offrire del danaro a Pietro apostolo per ottenere questo potere. La risposta di Pietro fu non solo negativa ma accusava Simon di voler acquistare col danaro le fede, comportamento che lo avvicinava più al diavolo che a Dio."
A Milano, nella Chiesa di San Marco all’interno della Cappella Foppa , si trova questa rappresentazione, opera di Giovanni Paolo Lomazzo, Particolare attenzione è dedicata alla resa prospettica del corpo del mago, sospeso in alto, colto nell’attimo in cui sta per precipitare, così come alla resa delle espressioni di stupore e sconcerto degli osservatori della scena, allineati in primo piano.
Se dobbiamo prestar fede agli Atti di Pietro, la venuta a Roma di Pietro sarebbe attribuibile al desiderio dell’apostolo di combattere le teorie di questo falso profeta, che a Roma aveva fatto molti adepti ed era considerato come un Dio, attirando su di sé persino l’attenzione di Nerone. Era famosa la sua condotta immorale ma strabiliava il popolo con prodigi e magie. Gli avevano perfino dedicato una statua con l’iscrizione “Semoni Deo Sancto” collocata sulla riva del Tevere. In questi scontri dialettici accorreva una gran moltitudine di persone, compresi senatori e persone importanti di Roma. Venivano persino venduti i posti per assistere allo spettacolo nel quale facevano delle dimostrazioni dei loro poteri: Simon Mago voleva dimostrare che possedeva poteri superiori a quelli del Dio di Pietro, e che lui era il vero figlio di Dio, grazie ai suoi poteri magici, e Pietro confutava i suoi argomenti cercando di dimostrare che era un impostore.
“Il giorno dopo, una grande folla si riunì alla via Sacra per vederlo volare; ed anche Pietro, al quale era apparsa una visione, andò in quel luogo per confutarlo. Quando era venuto a Roma egli aveva sedotto la folla volando, Pietro, che doveva confutarlo, allora non abitava ancora a Roma
Quindi la folla fu da lui ingannata con le sue illusioni fino al punto da traviare alcuni.
In piedi su di un luogo elevato, guardando Pietro, Simon prese a dire: ‘Proprio in questo momento in cui mi sollevo davanti a tutta questa gente che guarda, ti dico: se il tuo Dio messo a morte dagli Ebrei i quali lapidarono voi, suoi eletti, ne ha la potenza, dimostri che la fede in lui è la fede in Dio; se questa fede è degna di Dio, lo faccia vedere ora. Innalzandomi, io dimostrerò, infatti, a tutta questa gente chi sono.’
Ed ecco che, alla presenza di tutti, si innalzava in aria al di sopra di tutta Roma, dei suoi templi e dei suoi colli, mentre i fedeli osservavano Pietro.
La caduta di Simon il mago attribuito a Gastaldi Andrea
Vedendo questo straordinario spettacolo, Pietro gridò al Signore Gesù Cristo: ‘Se tu permetterai che quest’uomo porti a compimento quanto ha iniziato, tutti coloro che hanno creduto in te ne resteranno scandalizzati e più non si crederà ai segni e prodigi che tu, per mezzo mio, hai loro concesso. Manda presto, Signore, la tua grazia: quest’uomo cada dall’aria e, pur senza morire, resti indebolito e annichilito spezzandosi una gamba in tre posti’. E cadde dall’aria spezzandosi una gamba in tre punti. Allora gli tirarono addosso delle pietre e ciascuno se ne ritornò a casa sua; e tutti ormai credettero in Dio (Atti di Pietro, 32, 1-2)
Nella chiesa di Santa Francesca Romana, a Roma, luogo nei pressi del quale avrebbe avuto luogo l’ultimo scontro fra Pietro e Simon Mago, si conserva la prova tangibile di questo definitivo scontro. Infatti, incassata nella parete destra della chiesa, all’altezza dell’altare maggiore, possiamo vedere una pietra con i solchi formati dalle ginocchia di Pietro quando chiedeva a Gesù di far cadere Simone. Sono protetti da due piccole grate e sovrastati da una targa nella quale possiamo leggere:
“In queste pietre pose le ginocchia S. Pietro quando i demoni port. Simon Mago per aria.”
Successivamente fu portato dai suoi seguaci a Terracina e poi ad Ariccia, a pochi chilometri da Roma. Si fece seppellire in modo da dimostrare di poter risorgere dopo tre giorni, ma morì nella tomba. Ad Ariccia esiste ancora oggi un sarcofago, nel Parco di Villa Chigi, dove sarebbe stato deposto il corpo di Simon il Mago.
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