Più che ultima strega ultimissima; la sua esecuzione che anticipa di qualche anno la rivoluzione francese, resta a simboleggiare un ultimo orribile colpo di coda dell'era oscura legata alla stregoneria.
Qualcosa nel frattempo é già cambiato, si é passati dal rogo ad una più umana decapitazione con la spada (la ghigliottina vedrà la luce di li a poco). Anna Göldi é una presenza scomoda che, complice il suo status, é finita in una situazione più grande di lei. Banalmente alla base, come cantava Gazzé, di mezzo c'é "il solito sesso"
Anna essendo famosa per essere stat l'ultima strega d'Europa é stata anche una delle poche che ha potuto beneficiare della riabilitazione, sicuramente avvantaggiata dalla poco ambita
Il museo di Ennenda
Ad Ennenda, paese limitrofe alla Glarona dove si svolgono le vicenede le é stato dedicato un museo. Ecco quindi la sua storia accompagnati da vari punti esposti nel museo
Qualche dato
La convinzione che esistano persone in combutta con le forze del male è presente in tutte le società e in tutte le epoche. Questa credenza era diffusa anche nell'Europa cristiana. Le donne erano considerate deboli e si credeva che questo le rendesse particolarmente suscettibili al male. L'80% delle "streghe" giustiziate erano donne.Tra il 1400 e il 1750, si dice che ci siano state circa 70000 esecuzioni di streghe e stregoni in tutta Europa. Non c'era differenza tra aree cattoliche e riformate.
Le persone venivano condannate come "streghe" se potevano "dimostrare" di aver stretto un patto con il diavolo e di aver eseguito incantesimi (dannosi) in suo nome. Questo significava apostasia da Dio, un'eresia che poteva essere punita solo con la morte.
Molte località della Svizzera centrale perseguirono le streghe in ritardo o non le perseguirono affatto. Gli accusati provenivano da classi diverse a seconda della regione; a Basilea, un numero considerevolmente elevato di donne borghesi o addirittura nobili fu accusato. Altrove, invece, si trattava senza eccezioni di persone di classe inferiore; a Zurigo, per esempio, dove solo le donne dei territori soggetti - cioè nessuna cittadina, furono accusate.
Graficamente parlando
L'ultima strega
L'ultima donna a essere condannata a morte per stregoneria è Anna Göldi, condannata a Glarona, capitale dell'omonimo cantone svizzero, il 18 giugno 1782, alle soglie della Rivoluzione francese e di quella industriale, mentre l'Europa dibatte le idee di Rousseau, Diderot e Voltaire, e dei filosofi illuministi dell'Encyclopédie.
Anche Anna è una donna fuori dal comune. Bella, formosa e sensuale; molto elegante nonostante sia soltanto una serva che lavora nelle case degli altri. È nata a Sennwald, nel 1734, in una famiglia allora benestante che ben presto ha perso tutti i suoi privilegi e si è ridotta in estrema povertà. Finché è stato possibile ha frequentato la scuola, però poi i suoi hanno dovuto ritirarla, e così Anna ha imparato a leggere ma non a scrivere. Dall'età di dodici anni lavora come domestica cambiando numerose famiglie, perché è brava nel suo lavoro, tuttavia ha anche un carattere deciso e indipendente. La sua bellezza attira le attenzioni dei padroni, e quando la situazione diventa insopportabile Anna lascia il lavoro e se ne va in un altro paese, addirittura in un altro cantone.
Pur non essendo una ragazza facile, Anna ha un temperamento appassionato e un paio di volte si innamora sinceramente. Prima di Jacob, un falegname del suo paese, e poi di Melchior, il figlio del pastore di Mollis, presso il quale è a servizio. Resta incinta tutte e due le volte, ma nessuno dei due uomini è disposto a sposarla: il falegname scappa ad arruolarsi e il figlio del pastore appartiene a un ceto troppo elevato rispetto a quello di una povera serva senza arte né parte, così il bambino viene affidato a un'altra famiglia, mentre quello avuto con il falegname è morto pochi giorni dopo il parto.La accusano di averlo ucciso, e, nonostante la mortalità infantile sia cosa frequente in quella parte della Svizzera, Anna viene condannata a sei anni di arresti domiciliari a casa della sorella.
Ci resta un po', poi parte, cambia cantone e trova altre famiglie da cui andare a servizio.
Nel 1781 la troviamo a Glarona, presso la casa del giudice Tschudi. È un buon posto, la famiglia del giudice è più che agiata, il lavoro non è pesante e Anna deve occupar Si soprattutto della secondogenita, Anna Maria, una base bina di sette anni. Anna Maria è una piccola peste ed e legatissima ad Anna, quasi fosse la sua vera mamma al posto della signora Tschudi, che invece è una donna piuttosto fredda.
Sembra essersi finalmente sistemata, e vivrebbe un'esistenza tranquilla in quella piccola cittadina un po' opprimente, un po' retrograda, in una di quelle che un viaggiatore aveva definito «ridenti vallate racchiuse da montagne spaventose», però tutto sommato soddisfacente.
Se non fosse per due motivi.
Uno è il giudice Tschudi, che è molto attratto da quella bella donna, così strana, così sensuale, una mora formosa dai riccioli neri che le escono ribelli da sotto la cuffia, e spesso la corteggia, così spesso che, dopo un po', di tanto in tanto la domestica cede alle sue avance.
L'altro è la signora Tschudi, che si è accorta delle attenzioni del marito nei confronti di Anna, ma lascerebbe perdere, se non fosse che quella serva, così più emancipata, così più originale e notevole di lei, brava donna di paese, la infastidisce violentemente.
Anna, per esempio, ha un ottimo gusto nel vestire; non guadagna molto, tuttavia sa come spendere i soldi perché porta un abito alla moda di un marrone luminoso, cangiante diremmo oggi, come quelli che si usano a Parigi. Lei, povera serva di umili origini. Come si permette?

Gli spilli di Anna Maria
La mattina del 19 ottobre 1781 la piccola Anna Maria trova uno spillo nella tazza della colazione. La signora Tschudi si arrabbia con Anna, la quale si difende, sorpresa: versa lei il latte per la bambina e ci sta sempre molto attenta; se ci fosse stato uno spillo se ne sarebbe accorta.Il giorno dopo, però, succede lo stesso, e così via, ogni mattina, per tutta la settimana. A quel punto la signora Tschudi licenzia Anna e il 25 ottobre 1781 la caccia di casa.
Anna va a vivere dalla sorella, a Wandemberg, eppure, nonostante la sua assenza, gli spilli continuano a comparire nel cibo della bambina. Di più, ad Anna Maria succedono anche altre cose, ancora più strane. E inquieta, smette di mangiare e a volte si contorce come in preda a convulsioni. Non riesce a camminare per via di una gamba che le si è irrigidita con un piede che sporge verso l'interno e passa
gran parte del tempo a letto.
Gli spilli, poi, non si trovano più nel latte, ma direttamente nella bocca della bambina. Le amiche della signora Tschudi assistono a quelle strane manifestazioni riunite in salotto per il tè. Si scambiano chiacchiere e pasticcini e poi, all'improvviso, Anna Maria comincia a piangere, contorce il volto in una smorfia e sputa uno spillo. Di tutte le forme e di tutte le misure, grossi, piccoli, ricurvi. Mai più di uno alla volta, però tante volte al giorno. Alla fine, saranno più di un centinaio.
Il padre di Anna Maria oltre a essere un giudice è un medico. Visita la bambina e chiede un consulto a un luminare dell'epoca, il dottor Martì. Tutti e due condividono la diagnosi, che è la stessa del pastore di Glarona. E, ovviamente, della signora Tschudi.
Anna Maria è vittima di un maleficio a distanza. Il maleficio di una strega potente, capace di colpire pure E quella strega, naturalmente, è Anna Göldi.
Tortura e processo
Inseguita dalla legge, Anna scappa di paese in paese finché non viene raggiunta e arrestata.Il giorno dopo comincia la tortura vera e propria: Anna viene legata alla scala con un peso attaccato alle caviglie, nuda, e tormentata con una pinza rovente per settimane.
II 1° giugno 1782 Anna viene portata nella piazza di Glarona, e le viene letta la sentenza di morte emessa al termine del suo processo per maleficio. Poi il signor Volmar la fa inginocchiare e le spicca la testa dal busto con un colpo di spada.
A differenza di quanto succedeva negli anni passati, però, la morte di Anna Göldi lascia il segno, entra in un dibattito pubblico piuttosto intenso e viene definita, fin da subito, un «assassinio giudiziario», che si sospetta compiuto per altri motivi, come l'ostilità della signora Tschudi e anche quella del marito, che aveva paura di essere ricattato. Con la complicità, o quantomeno l'autosuggestione, della piccola Anna Maria.
Avvenuta in pieno secolo dei Lumi, per quanto in un'oscura e retrograda valle svizzera, la morte di Anna arriva, per così dire, fuori tempo massimo, e questo fa di lei, almeno ufficialmente, l'ultima strega.
Esecuzione
Prima dell'esecuzione, la donna fu torturata, presumibilmente con il tiraggio e la tortura per stiramento. L'esecuzione avvenne sotto l'attuale Sonnenhügel di Glarona, dove oggi si trova il parcheggio dell'ospedale cantonale. Hauser: "Almeno all'epoca di Göldi, il diritto penale era così avanzato, che i condannati non venivano più impiccati e le streghe non venivano bruciate". I resti di Göldi furono sepolti sulla piazza del patibolo dopo l'esecuzione.
La spada di San Gallo
Misura 110 cm, ha un pomo ottagonale a forma di prugna, un'impugnatura lunga per due mani, cannoncini ottagonali dritti e un ampio anello a doppio taglio con punta smussata. Anche il fodero in cuoio rinforzato con legno e dorato con ottone è conservato, cosa estremamente rara. Sulla lama è presente un marchio di forgia a forma di quadrifoglio, al di sotto del quale è impresso in caratteri molto piccoli VI ZAEHNER. Probabilmente si tratta della bottega che ha realizzato la seguente incisione RICHTSCHWERT VON ST.GALLEN.
L'incisione fu naturalmente realizzata nel XIX secolo da Friedrich Bürki 1819-1880, consigliere comunale di Berna e collezionista di antichità, che possedeva diverse spade svizzere e che, per evitare confusioni, le incise in base alla loro origine, analogamente alle spade di Uri, Svitto e Soletta. La spada di San Gallo portava il numero 300 della collezione Bürki.
La spada è stata esaminata da diversi esperti nel campo delle armi da taglio, come ad esempio Martin Sauter del Museo Storico di Basilea. Secondo questi, non c'è motivo di credere che questa spada sia stata realmente utilizzata per le esecuzioni, sebbene presenti alcune peculiarità.
La lama proviene da una spada da combattimento a due mani del XV secolo, una pratica che veniva utilizzata di tanto in tanto. La sezione trasversale è lenticolare, ma presenta una debole cresta centrale. La punta è tagliata in modo piatto e angolare e presenta ancora un notevole spessore di circa 3 mm in corrispondenza della punta. Questo conferisce alla pesante e affilata spada del boia la penetrazione di un grosso ramo.
Nel corso delle indagini sono emersi risultati sorprendenti, che hanno sempre più indicato il riferimento al caso Anna Göldi
Boia dilettanti
All'epoca dell'esecuzione di Anna Göldi, a San Gallo erano impiegati due boia, Johann Jakob Vollmar per il principe abate e Christian Bettenmann di Altstätten per la città.
Bettenmann subentrò al boia Johannes Näher nel 1747 ed entrambe le loro spade da esecuzione sono esposte nei musei. Quella di Näher nel Museo Storico di San Gallo e quella di Bettenmann nel Museo di Altstätten Prestegg.
L'attuale spada da esecuzione è quindi l'unica rimasta di questo periodo e si riferisce a San Gallo; può quindi essere assegnata ai Vollmar e molto probabilmente è stata utilizzata per la decapitazione di Anna Göldi. Questa opinione è stata ritenuta possibile e probabile anche da diversi esperti.
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