Che nella Svizzera orientale, e special modo nell’ Appenzello, ci fossero tradizioni molto di nicchia l’avevo intuito già molto tempo fa. Oggi, durante la mia visita al museo di Herisau, ho potuto appurare che anche quello che ruota attorno ad una semplice stanza é molto particolare, dall’arredamento all’oggettostica e anche ad alcune tradizioni appunto
Dipinti ritraenti scendi vita tipiche sull'edificio governativo di Appenzello Esterno di Herisau
Mobili della borghesia rurale
Il letto
La sala del museo offre una panoramica dello sviluppo dei mobili dipinti nell'Appenzello Esterno nel XVIII e all'inizio del XIX secolo. La pittura di mobili non era un'esclusiva della Svizzera orientale, ma era particolarmente diffusa qui. Si trattava di un'arte rurale. I committenti appartenevano a una classe rurale e medio-alta. Per molto tempo, la pittura d'arredamento del XVIII e dell'inizio del XIX secolo è stata definita pittura contadina, come arte popolare radicata nel mondo contadino (Christoph Bernoull, 1941). Il termine è diventato un topos identitario nel corso della difesa nazionale intellettuale della fine degli anni Trenta. Tuttavia, non riconosce il milieu dei proprietari originari dei mobili. Lo dimostrano le frequenti aggiunte ai nomi dipinti: Herr o M. (= maestro nel senso di artigiano) per gli uomini, F. [= donna sposata] o Jungfer (= donna non sposata) per le donne.

Il letto a baldacchino fu commissionato da M. Bartholome Widmer e F. Anna Barbara Hugnere (= dialetto per Hugenerin). Provenienti dalle famiglie più rispettate del comune di Stein (AR), si sposarono nel dicembre 1809 e tre mesi e mezzo dopo nacque la loro prima figlia. Gestivano una panetteria nella Kirchplatz di Stein. I loro padri e i loro nonni avevano ricoperto insieme per lungo tempo le cariche di governatore regnante e governatore effettivo del comune. Bartholome, senza soluzione di continuità, succedette al padre e al suocero nella carica nel 1818 e la mantenne fino al 1841.
Il letto è dipinto con paesaggi ideali e gruppi di edifici. Sul lato inferiore del baldacchino del letto è riportato il motto Dem / Grossen Gott / Allein sol ale / Ehre sein.
La scatola a muro accanto al letto reca le iniziali della donna. Dalla sua proprietà provengono anche il costume tradizionale, un copione di Pasqua del 1789 e due preziosi canzonieri.
Queste aggiunte erano titoli onorifici che appartenevano a membri di famiglie politiche e a persone di straordinaria ricchezza e prestigio. Inoltre, all'epoca della pittura dei mobili dell'Appenzello c'erano solo pochi contadini nel senso di agricoltori a tempo pieno, come era la norma nel XX secolo.
Anche il termine arte popolare non rende giustizia all'ambiente dei proprietari dei mobili. Tuttavia, ha una certa giustificazione per quanto riguarda i pittori di mobili e gli ebanisti. Solo pochi di loro sono conosciuti per nome.
Per quanto abbiamo potuto appurare, i committenti dei mobili dipinti appartenevano quasi esclusivamente alle classi rurali e paesane dell'alta e media borghesia, al settore dell'artigianato e del commercio o ai produttori di tessuti. Anche se molti di loro avevano una mucca nella stalla per il proprio sostentamento, il rurale non può essere equiparato al contadino al momento della realizzazione dei dipinti. Erano i mobili di una borghesia rurale che coltivava uno stile di vita da villaggio e non, come la piccola élite economica, da città.

Si imitavano i preziosi modelli delle case di città, dei monasteri e dei castelli con i loro elaborati intarsi.
I primi mobili dipinti in modo vivace apparvero all'inizio del XVIII secolo. Inizialmente venivano raffigurate forme vegetali di fiori e frutti e uccelli esotici. A partire dal 1780 circa, comparvero motivi figurativi, che spesso evocavano il desiderio di un mondo più distinto. Le scene di fantasia erano più comuni di quelle realistiche. Gli ornamenti di accompagnamento passarono da forme rococò a forme Biedermeier. Spesso erano dipinti a partire da modelli stampati. Una caratteristica particolare sono le scene realistiche di vita quotidiana dei proprietari di mobili del primo terzo del XIX secolo Dopo il 1860, la pittura di mobili si esaurisce rapidamente.
Lungo e tirato
Le decorazioni invece sono decisamente inquietanti, non mi risulterebbe facile addormentarmi con delle immagine bibliche come poggiatesta.
Altro elemento che desta attenzione é la posizione sopraelevata del busto, essa é presente in altri dipinti ed é anche testimoniato nei letti presenti nel museo. In pratica si dormiva in posizione da seduto, questo era dettato, nel mondo cattolico, che orizzontali si giaceva solo quando privi di vita. Questa posizione non era preventivata quindi per i viventi che dovevano dormire in questa scomoda posizione.
Il tetto
No, non é l'atavica paura patita da Asterix ed Obelix che il cielo può caderci sulla testa da un momento all'altro (ma necessitavamo anche di questa angoscia?).
Il motivo della presenza di un tetto ai letti é molto più banale: le signore volevano, o meglio esigevano, almeno un posto completamente al riparo dalla polvere, il luogo saggiamente prescelto é il letto e la soluzione é quella di costruire un tetto.
Disegno sul sottotetto, cerco di immaginare cosa significa addormentarsi e risvegliarsi con questa immagine fissa
Armadi
Il mobile dipinto nel 1787 per la coppia M: Ulrich Stricker: Elisabeth Wedmer [= dialetto per Widmerin] a Stein (AR) si presenta nell'allora corrente stile del rococò. Le scene sui pannelli della porta mostrano la popolare coppia di contrasti tra città e campagna, o ricchi e poveri: sopra, un distinto signore con cavalli davanti alle mura di una città (cioè il "contro-mondo" di questo dipinto d'arredamento), sotto, una coppia di contadini con animali e La coppia Stricker-Widmer si sposò alla fine di luglio del 1772. Secondo l'abbreviazione M: [= Meister], Ulrich Stricker (1747-1790) era un maestro artigiano. Suo suocero aveva ricoperto la carica di governatore comunale [= presidente comunale].
Il mondo in bilico della zitella Anna Barbara Erbar da Urnäsch 1819
Anna Barbara Erbar nacque il 12 luglio 1802 e probabilmente ricevette il gabinetto al momento della cresima. Suo padre, Hans Conrad Erbar (1768-1851), fu eletto consigliere comunale a Urnäsch nel 1796 e ricoprì la carica di governatore comunale [= presidente del comune] dal 1813 al 1829. Da qui deriva anche l'aggiunta "Jungfer" (fanciulla), che era un titolo onorifico dato alle figlie nubili delle famiglie di politici. I due nonni di Anna Barbara avevano già ricoperto la carica di capitano a Urnäsch e il nonno da parte di madre era stato anche governatore dello Stato. La famiglia Erbar viveva nella piazza del paese di Urnäsch, dove gestiva la locanda Taube con annessa panetteria e attività di trasporto.

Il gabinetto della zitella Anna Barbara Erbar, di buona famiglia, è particolare per i suoi motivi: ogni vignetta marginale mostra scene di un mondo alla rovescia, scene che capovolgono le relazioni reali e che mostrano in modo ancora più chiaro come dovrebbero essere le cose, cioè secondo la volontà di Dio, come richiede il motto dominante (Solÿ Deo Gloria = Gloria a Dio solo). I fogli illustrati con il mondo capovolto erano molto popolari all'inizio del XIX secolo.
Pannello inferiore
Il motivo del pannello inferiore della porta è particolare.
Mostra una veduta realistica di un salotto, forse quello della famiglia Erbar, con un casaro alpino disegnato in modo esagerato come richiamo visivo. Il signore seduto indossa abiti borghesi. Ha infilato dietro l'orecchio qualcosa che sembra un pennello. Sulle ginocchia tiene una ciotola piena di liquido colorato, in cui è infilato un oggetto simile a un pennello. Si tratta di vernice? Siamo di fronte al pittore della credenza? Entrambi gli uomini fumano potenti pipe e sembrano discutere tra loro. Le donne sono impegnate, come è giusto che sia, in lavori di artigianato. Una indossa il costume tradizionale di Ausserrhoden, l'altra è vestita con abiti borghesi. Forse si tratta della stessa Anna Barbara Erbar.
Pannello superiore
Al contrario, il pannello superiore della porta mostra un'immagine idealizzata di una vita spensierata, come si potrebbe desiderare per il proprietario del gabinetto.
Il mondo alla rovescia
Ci sono temi di cui sono completamente all'oscuro per anni se non per decenni, poi all'improvviso saltano fuori di continuo, Potrebbe essere la nascita di una nuova serie quella del mondo alla rovescia, dopo averle viste al
castello di Bellinzona, al
castello sforzesco tornano in un ambiente completamente diverso nel piccolo villaggio di HerisauI testi delle dodici vignette marginali del riquadro recitano:
Eÿ, come gira finemente l'uomo, / e la donna porta i pantaloni.
Vedi l'asino che si pavoneggia qui, / Osa balbettare.
Anche il cieco guiderà, / Uno che vede bene.
Il contadino cita il signore davanti a sé, la botte è condotta tutto il giorno.
Anche il contadino, pazzo e pieno, / Il soldato aspetterà.
E la pecora tosa il pastore / Come desidera che faccia.
O, guarda a me, eÿ, eÿ, eÿ, / Il signore impara dal pappagallo
Sì, il malato immagina di essere / Più intelligente del medico.
Quanto è sbagliato qui, / Quando il bestiame si siede a tavola.
Il servo viaggia con arroganza, / e il padrone lo segue - / male.
Ciò che l'asino porta altrimenti, / viene imposto all'uomo.
Il bambino vuole essere più grande del vecchio e lo appesantisce.
Un paio di gadgets
Scaldabudella
Pensandoci bene é una trovata anche abbastanza banale; lo scaldaletto esiste dalla notte dei tempi, perché non approfittare per scaldare altro, ad esempio...un bicchiere? Che c'é di meglio infatti che bere qualcosa di bello caldo nelle gelati notti d'inverno?
Organo casalingo
Altro oggetto di interesse é un piccolo organo presente nella spettacolare stanza della musica. "Nulla di che" potremmo osare dire davanti ad un opera d'arte simile, non fosse che per la particolarità del suo impiego; questo pezzo infatti non si trovava in chiesa ma in un abitazione, questo per il semplice fatto che c'erano abitazioni discoste in campagna, lontano dai centri abitati e le chiese. Quindi per permettere ai devotissimi cristiani di poter intonare i canti liturgici senza dover intraprendere lunghe e sfincanti trasferte
All black
Che il completo in nero doni é risaputo, non conosco ancora qualcuno che affermi il contrario. Certo lo si associa spesso alle funzione funerarie e sonerebbe strano vedere una sposa in completo nero ma una volta questa era l'usanza
Malgrado l'ambiente tende al darkeggiante estremo trattasi del fatidico giorno per questa giovane coppia
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