Dopo mesi di assenza tornano gli esilaranti modi di dire nel dialetto di Airolo
Airö e pö piü
l'é passó sgiù pa la štrécia mé n crèmar, è sceso lungo il viottolo senza salutare, come un estraneo.
quant s'é vécc créss la barba e cala l pécc, da vecchi cresce la barba e diminuisce la mammella;
cröpat s.m. sporcizia evidente e vecchia formatasi col tempo sulle gambe e sui piedi per mancanza di pulizia spec. sugli alpi o a maggengo.
cruchè v. che designa lo stato particolare della gallina pronta per covare per cui non abbandona il nido impedendo così alle altre di deporvi le uova; s. fig. essere innamorato (Nante);
um bòtt iss paissévañ da fè bégn a métt i galín ču crôca prüma i l'aqua frégia e pò sôtt a'n sciuéi, pouri béšč, per il passato pensando di far bene mettevano le galline covaticce prima nell'acqua fredda e poi sotto una gerla, povere bestie;
um bòtt iss paissévañ da fè bégn a métt i galín ču crôca prüma i l'aqua frégia e pò sôtt a'n sciuéi, pouri béšč, per il passato pensando di far bene mettevano le galline covaticce prima nell'acqua fredda e poi sotto una gerla, povere bestie;
véss in crumpa, essere incinta;
péisc dé na fomna in crumpa, peggio di una donna gravida, di persona che ha gusti e pretese particolari;
u bè muri ênča lüi senza vidéss u böcc du cù, morirà anche lui senza aversi visto l'ano, di ingordo che pur affannandosi non riuscirà mai ad avere tutto o l'impossibile;
cübáss s.m. persona mal costruita, dalle gambe corte;
cua, fanale di coda; soprannome di persona dal viso rotondo e rossiccio;
tachè sù i cuf, appendere le code delle bovine in stalla, ultimo lavoro questo nel governo delle bestie e quindi sinonimo di finire; questa espr. era correntemente usata dal contadino per cui spesso risultavano accostamenti imprevedibili e divertenti;
t'é sentit a sunè da méssa? hai sentito il suono delle campane per la messa?
risposta: i l'ò franca sentit, movat čé l'autru u dörö sgè véss dré a tachè süi cuf,
sicuramente che l'ho sentito, svegliati che l'altro, il parroco, sta già appendendo le code, sta cioè per finire.(Fo)
cucaüss s.m. abbaino; <ted. Ausguck, Beobachtungsposten; ausgucken; a Piotta üsél.
cudícheudách (Fo) nell'espr. fè cudichcudách, girare a vuoto, non concludere nulla di buono
cuè s.m. attacco della coda: futè o bütè sgiù l cuè, rompere l'attacco della coda il che succede a volte in seguito a caduta; vaca auta da cuè, bovina con l'attacco della coda alto e perciò antiestetico; detto di persona, auta da cuè significa pretenziosa, altezzosa.
Čüisgél s.m. letamaio di solito posto lateralmente all'uscita dalla stalla ma ad Airolo anche cumulo di letame isolato; il termine è usato però, ma raramente, nell'accez. di cumulo;
nè a fini in un cüisgél, lett. finire, cadere in un letamaio; s. fig. detto di chi fa un pessimo matrimonio;
culándru s.m. calendario; pl. culándri;
fè culándri, oziare; stè sü a fè culándri, rimaner alzato senza uno scopo preciso perdendo così ore preziose di sonno
cumpasè (Fo), cumpí (Vi) v. nell'espr. cumpasè o a volte fè la rèsa, masticare, impregnare la resina - rèsa góta - di saliva fino a renderla masticabile, di gusto piacevole e non più aderente ai denti;
mèdri s.f. utero;
t'ö bè mia büté la mèdri par mundè l pró, non ti sfiancherai mica - lett. non avrai il prolasso uterino - per ripulire il prato;
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