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Oggetti di interesse nella "Maison Tavel"

Della Maison Tavel mi sono ampiamente dedicato sulla pagina inerente l'escalade di Ginevra. Sempre nella stessa Maison ho però trovato diversi oggetti interessanti degni di nota.

Stemma di Ginevra

Nel 1507 apparve la prima edizione delle Franchigie concesse alla città nel 1307 dal vescovo Adhemar Fabri. L'origine dello stemma di Ginevra è spiegata nel frontespizio.

Esso "è formato da una combinazione delle armi dell'Impero (l'aquila bicipite), da cui il principe vescovo, signore della città, dipendeva direttamente, e delle armi del vescovato (due chiavi incrociate)".

La combo che portò alla creazione dello stemma di Ginevra

Questo stemma, apparso per la prima volta a metà del XV secolo, fu quello del comune fino alla Riforma, e poi quello della Repubblica indipendente di Ginevra" (Louis Binz, Brève histoire de Genève).


Stemma di Ginevra trovato alle Halles du Molard
Lamiera tagliata, sbalzata e dipinta, ferro battuto.
L'insieme è fissato su un supporto di legno.
XVII secolo.

La repubblica a Ginevra

Un altro ottimo esempio di oggetto interessante é questa ghigliottina (la terza che trovo in Svizzera, le altre due ricordo al museo di storia di Luicerna all'Henkermuseum di Sissach )

Ghigliottina di Ginevra, 1799

Riunita alla Repubblica francese nel 1798, Ginevra divenne la capitale del nuovo dipartimento del Lemano. La legge del 25 marzo 1792 obbligava ogni dipartimento a dotarsi di una macchina per decapitare. Di quella di Ginevra rimangono la mannaia, datata 1799, e la lunetta, in due parti. La ghigliottina fu installata in Place Neuve, tra il fondo della Tertasse e il fondo del Treill.

Il quadro di sfondo invece rappresenta la Ginevra repubblicana, 1794
Olio su tavola di Jean-Pierre Saint-Ours (Ginevra1759-1809).

Dipartimento di Belle Arti, Museo d'Arte e Storia (Inv. 1985-240)
Sotto un cielo parzialmente coperto di nuvole e illuminato dai raggi del sole nascente, la Repubblica di Ginevra appare nelle vesti di una donna che porta anche una corona di foglie sui capelli ondulati. Vestita, in con una sorta di "chitone" giallo e verde, trattenuto sotto il petto da una cintura bianca, e un ampio mantello rosso, è seduta sulla base di un monumento decorato con caducei.

Nella mano destra tiene una lancia a forma di insegna militare delle legioni romane, alla quale sono attaccati, in alto, una corona di quercia sormontata da un sole nascente e da un'aquila ad ali spiegate su una chiave e, in basso, una tavoletta rettangolare per un'iscrizione. All'insegna è legato un drappo rosso e giallo che sventola al vento. Con il braccio sinistro, la Repubblica si appoggia a un'urna il cui corpo è decorato da un quadrante e da un fogliame tra cui si distingue un "pileus" (cofano emblema della libertà) su un bastone. Con due dita, la figura segna il numero 1 sul quadrante mentre calpesta, con il piede sinistro, la mitra del vescovo di Ginevra.

Intorno a lei sono disposti diversi oggetti: alla sua destra un libro, alla sua sinistra una scatola semiaperta, accanto al piede sinistro un piccolo contenitore rotondo (un calamaio?) e una clessidra. Sullo sfondo si intravede parte della sponda meridionale del lago di Ginevra e le torri della Cattedrale di San Pietro.

Molti elementi di questo dipinto si ritrovano nei bozzetti che J.-P. Saint-Ours presentò come progetto per la nuova moneta rivoluzionaria di Ginevra.
Questa Ginevra personificata fu commissionata al pittore nel 1794 per le Fêtes de la Liberté. Fu collocata nella finestra assiale del coro della cattedrale, il che spiega la sua forma ad arco acuto.

Il quadro sulla destra invece rappresenta un allegoria sulla giustizia


Interessante la frasi che accompagnano il dipinto: la scritta sulla spada recita punizione per i cattivi, mentre la scritta sotto la frutta ai suoi piedi recita "frutti di giustizia per i buoni"

Pesi e misure

Durante la rivoluzione francese, l'Accademia delle Scienze di Parigi sviluppò un sistema di misura unico, destinato a sopprimere la moltitudine di unità diverse da regione a regione e spesso designate con lo stesso nome. Nel 1799 una legge decretò il metro e il grammo come unità fondamentali del sistema metrico. Durante l'occupazione francese (1798-1813) questo sistema fu imposto a Ginevra. Nel 1816 il governo della Restaurazione ristabilì il vecchio sistema di misura basato sul piede e sull'oncia, ma semplificato e applicato a tutto il Cantone. In Svizzera, il sistema metrico decimale entrò in vigore solo nel 1875 e sostituì definitivamente le misure federali adottate nel 1857.


Bilancia romana con le armi di Ginevra
Sul fiocco: "Fatto da J(ea)n P(ierr) e Auzias", datato
"XII settembre 1814", lo stemma mostra un trofeo d'armi.
Acciaio lucido, bronzo dorato e lamiera sbalzata; vassoio in legno con bordatura in ferro.
È completato da 17 pesi in ghisa che consentono di pesare da 20 a 400 libbre (cioè da 11 a 220 Kg).

La città


Robert Gardelle (Ginevra 1682 - 1766)
Ginevra e il porto visti da Cologny. La vista è rivolta a sud-ovest; in asse si vede la gola del Fort-de-l'Écluse, dove il Rodano lascia il bacino di Ginevra. Sul lago, feste o giostre dell'Exercice de la Navigation, responsabile della flotta militare della Repubblica.
Olio su tela, 1720 ca.
Museo d'arte e di storia, inv. 1979-81

Robert Gardelle (Ginevra 1682 - 1766)
Ginevra e il Rodano visti dalle alture di Saint-Jean. La veduta va da nord-est a sud-est. In primo piano, il Rodano all'uscita dalla città, i mulini lungo il suo corso; a destra, il poligono di tiro dell'Exercise de l'Arquebuse, in una località chiamata la Coulouvrenière.
Olio su tela, 1720
Museo d'arte e di storia, inv. 1979-82

Simon Malgo (Copenaghen 1745 - Londra dopo il 1793)
Ginevra e il lago, le Eaux-Vives e la collina di Cologny visti dall'altopiano delle Tranchées. In primo piano, la figura in abito rosso punta il braccio verso nord-est.
Olio su tela, firmato e datato 1778
Dono della Società Ausiliaria del Museo, 1941

Le mura

Le mura che circondavano Ginevra ricordavano, fino alla loro distruzione a metà del XIX secolo, la necessità di difenderla per la conservazione della sua identità religiosa e politica.
La loro demolizione ha segnato contemporaneamente l'apertura della città nello stesso momento in cui avvia un risveglio al patrimonio che sta scomparendo. L'iniziativa di documentarlo, all'unisono con una tendenza generale nel mondo occidentale, ha visto la nascita della collezione Old Geneva.
Questa collezione riunirà vecchie vedute della città, fotografie documentarie, elementi architettonici significativi della città, fotografie documentarie, elementi architettonici significativi e testimonianze scavate durante gli scavi, nonché oggetti storici.

Rilievo Magnin

Impressionante (perché altre parole non ci sono), il  modello della città, capolavoro dell'architetto ginevrino Auguste Magnin. Questo imponente rilievo di 30 m2 , del peso di 670 chili, è stato realizzato in 18 anni con l'aiuto di una squadra di artigiani.

Nel 1849, il governo decise di demolire le fortificazioni per permettere alla città di espandersi. Infatti, non erano più utili in questo periodo di pace e frenavano lo sviluppo demografico ed economico.

Auguste Magnin decise, per preservare l'immagine della città che aveva conosciuto da bambino, di effettuare un rilievo dettagliato di tutte le sue componenti. Per una migliore leggibilità furono utilizzate tre scale diverse: 1:250 per la pianta, 1:200 per l'alzato degli edifici e 1:100 per il terreno.

Questo modello fu presentato all'esposizione nazionale del 1896. Fu poi acquistato dalla Città con la partecipazione dello Stato di Ginevra e di donatori privati. Destinato a essere esposto nel futuro Museo d'Arte e di Storia di Ginevra, fu collocato nella sala del Castello di Zizers alla sua apertura nel 1910. Nel 1911, il rilievo fu spostato nella grande sala di Vieux-Genève e infine nell'attico della Maison Tavel, inaugurata nel 1986.




Insegne da bettola



Casalinghi e giocattoli

Bellissima culla del XIX° secolo

Friburgo o Svizzera orientale, ca. 1800-1820
Abete intagliato, 3 palline in argilla dipinta a mano
La palla è posta nel cappello della figura e scende lungo la rampa a spirale. Il suo nome significherebbe "schiamazzo", in riferimento al rumore che la biglia produce durante la discesa.

Carrozza meccanica tipo De Dion
Fratelli Bing, Norimberga, 1905-1915 ca.
Lamiera verniciata, ferro, ottone, gomma
Iscrizione "GBN" e n. 10521
L'azienda Bing era all'epoca il più grande produttore di giocattoli al mondo.

Il mandarino cinese
Francia, 1860-1880 circa, pannello scorrevole
Abete, litografia a colori su carta
Gioco di abilità con una palla. 

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