Passa ai contenuti principali

Werdenberg: non si butta via niente

Ci sono angoli congelati nel tempo, dove il tempo si é fermato. Assieme a St. Ursanne Werdenberg é uno splendido esempio.

L'insediamento

In qualità di cittadina con castello con diritto di tenere mercato, un privilegio concesso in modo relativamente ristretto, essa venne citata per la prima volta nel 1289. Werdenberg è l’unico insediamento in legno della Svizzera con carattere di città a vantare questo elevato stato di conservazione. La buona sorte ha preservato la cittadina nei secoli dai combattimenti e dagli incendi e ciò ha permesso a questo autentico gioiello di mantenere intatto il suo temperamento originale.

Werdenberg, un paradisiaco angolo di Svizzera

Werdenberg riprodotto in un modellino nel museo della casa del serpente
In basso a dstra una delle due porte di entrata. La piazza del mercato si teneva davanti alla casa coi portici sempre in basso sulla destra 

Un'altra particolarità della cittadina è il fatto che sia ancora abitata e che la maggior parte delle case appartengano a privati. Ha circa 55-60 abitanti, il che la rende la più piccola città della Svizzera

Bel dipinto sulla prima casa oltre il cancello all'ingersso del castello

Le viuzze del centro convergevano e convergono nella piazzetta del mercato

Le finestre di Wedenberg

"Finestra dell'anima", Werdenberg.
Dipinta probabilmente intorno al 1950.

"Finestra dell'anima", Werdenberg. Dipinta probabilmente intorno al 1950.
La finestra della casa n. 22 / 23 è nota come "finestra dell'anima". Ma come è arrivata la scritta cattolica Pax vobiscum ("La pace sia con voi") nel Werdeberg riformato? Nel 1938, un folclorista descrisse le "finestre dell'anima" nel dritto dei Grigioni. Si suppone che venissero aperte quando qualcuno moriva, in modo che l'anima potesse fuggire. Da allora, gli appassionati di storia locale hanno voluto riconoscere tali finestre ovunque. Ma la teoria era sbagliata:
Non esistono finestre dell'anima. Ma a qualche pittore di facciate la storia è piaciuta così tanto che ne ha creata una senza ulteriori indugi.

Fino al 1500 circa, quasi nessuno poteva permettersi il vetro di una finestra. Fino ad allora le case avevano solo piccoli fori (lucidi) al posto delle finestre, perché dalle finestre non vetrate sarebbe fuoriuscito troppo calore. Di notte e durante la stagione fredda, le finestre lucide venivano chiuse con blocchi di legno o persiane, mentre di giorno venivano chiuse con pelli di animali raschiate sottilmente che lasciavano entrare un po' di luce in casa.

I primi vetri delle finestre erano costituiti da piccoli bicchieri rotondi incastonati nel piombo, le cosiddette lumache. Molte stanze avevano diverse finestre una accanto all'altra (finestre a schiera).
Le finestre venivano oscurate con persiane di legno che le proteggevano dal vento e dalle intemperie. Dal XVII secolo, a Werdenberg sono state ritrovate le persiane tipiche della Svizzera orientale. Se non erano necessarie, venivano abbassate nei cassonetti sotto le finestre con una cinghia di cuoio.

Non si butta via niente

Uno dei due musei di Werdenberg si tiene nella casa del serpente. Oggi visiterò proprio questo

La casa del serpente sede del museo con i suoi vari stadi durante i secoli. Sullo sfondo il castello

La pianta della facciata della Schlangenhaus con le fasi di ampliamento registrate da Peter Albertin, 1998.
Se gli alberi per le travi furono abbattuti nel 1261, l'edificio fu verosimilmente eretto poco dopo. Nel 1380 bruciò e fu ricostruito. Nel 1584 e nel 1750 fu ampliato e furono aggiunti dei piani. I materiali degli spazi abitativi risalgono all'epoca degli ampliamenti, mentre il materiale della facciata è prevalentemente del XIX secolo.

 È colmo di oggetti di vita quotidianità e da subito si respira quell'aria di semplicità e povertà che regnava ai tempi. Sono dispisciuto che mia figlia non é con me, oggi avrebbe imparato una splendida lezione sull'umiltà.

Quando si pensa al non buttare via niente irrimediabilmente il pensiero va al maiale, del quale appunto non si gettava nulla. Questa splendida foto presente nel museo e datata 1930 a Wartau ci ricorda bene il concetto

Il cartellino esplicativo mi conferma che questo pezzo di corteccia non é stato messo li da qualche burlone. La linfa e la corteccia di betulla erano medicinali. "Si pensava che aiutassero a risolvere i problemi renali, a purificare l'urina o a combattere le macchie della pelle. Si diceva che la gente mangiasse la corteccia di betulla durante i periodi di carestia." 

Si diceva che la gente mangiasse la corteccia di betulla durante i periodi di carestia
Si diceva che la gente mangiasse la corteccia di betulla durante i periodi di carestia
Si diceva che la gente mangiasse la corteccia di betulla durante i periodi di carestia
Si diceva che la gente mangiasse la corteccia di betulla durante i periodi di carestia
Si diceva che la gente mangiasse la corteccia di betulla durante i periodi di carestia

[pausa di riflessione]

Al giorno d'oggi buttar via una semplice ciotola rotta é un gesto più che naturale. Una volta non era così, anche una semplice scodella di ceramica era un bene prezioso e data la povertà ci si arrangiava come si poteva e ci si trasformava in veri e propri artigiane della riparazione.

Ciotola riparata col fil di ferro, XIXesimo secolo

Per rimettere insieme i vasi rotti occorrevano dita esperte e i Chachelifligger erano particolarmente bravi in questo mestiere. Uno degli ultimi fu Johann Jakob Spitz di Grabserberg (1875-1957).

Un trapano a tazza veniva utilizzato per praticare fori nei cocci di un vaso rotto a scopo di riparazione. Per evitare che il vaso perdesse, i fori dovevano essere molto piccoli.

Altro bellissimo esempio di ingegnosità

Occupazioni serali
In un'abitazione rurale la sera: diverse persone riunite intorno al tavolo familiare sono impegnate in tipiche mansioni del dopo lavoro. 
Due donne sono occupate in lavori femminili: una cuce e l'altra fila. 
Due uomini riparano degli attrezzi: intagliano e montano nuovi rebbi in legno per un rastrello.
Stampa, probabilmente Jakob Kaiser, prob. Lucerna, 1850 circa, 
carta, stampa planografica. Riproduzione.

Un paio di oggetti misteriosi

Altri oggetti relativamente antichi sono presenti nel museo della casa del serpente. 

 Fusskloppe, XIX o XX secolo.
Tramite il Fusskloppe il tosatore fissa le zampe della pecora durante la tosatura.

Il bicchiere delle mosche è una trappola per insetti
L'acqua di miele sul fondo del vaso attira le mosche. Una volta entrate nel bicchiere attraverso l'apertura sul fondo, di solito non riescono a trovare la via d'uscita e rimangono nella trappola.

Arriva la repubblica

Così come nel resto della Confederazione, alquanto assonnata, una nuova fresca aria di rivoluzione giunge nel 1798. È un continuo capovolgimento di fronte , di vinti e vincitori.
Quello che va rimarcato e riportato é come Werdenberg per un brevissimo lasso di tempo riesce a diventare un repubblica a se stante completamente indipendente. Ma il sogno, l'illusione é stata di breve durata. Al comando di queto breve passaggio Marx Vitsch

Mesto albero della libertà piantato nel prato davanti alle case di Werdenberg a ricordare l'ondata portata dalla rivoluzione francese

Le truppe francesi invadono la Svizzera gennaio 1798 e portano con sé la rivoluzione. Marx Vetsch vede in questo una grande opportunità. Da tempo riteneva ripugnante il dominio dei Werdenber da parte dei Glaronesi. Quando Toggenburgo, Sax e Sargans diventano indipendenti, Vetsch chiede al governo di Glarona di fare lo stesso per Werdenberg. L'11 marzo 1798,  Werdenberg diventa una repubblica e Vetsch il suo Landamano. La repubblica dura 53 giorni, finché la valle del Reno non assume la forma del nuovo Cantone Linth. 

Il nuovi cantoni di Linth e Säntis. Nel cerchietto Werdenmberg

Vetsch rappresenta il cantone nella camera alta della Repubblica elvetica. Quando questa si dissolve, nel 1803, è un'istituzione odiata I cittadini insoddisfatti attaccano la casa di Vetsch.
Werdenberg diventa parte del Canton San Gallo. Vetsch si ritira dalla politica nazionale e diventa giudice di pace.

Marx Vetsch
Si impegnò per il miglioramento della scuola e dell'agricoltura, segnatamente per l'abolizione del vago pascolo e la promozione della campicoltura. Verso il 1790 fondò la soc. libraria di Werdenberg.

DI seguito le movimentate vicende che hanno colpito Werdenberg a partire dell'invasione delle truppe francesi in Svizzera. Impressionante il nuomero di rovesciamenti di fronte che hanno colpito il villaggio

28 gennaio 1798
Le truppe francesi invadono la Svizzera e occupano il Vaud.

31 gennaio 1798
La Dieta federale si scioglie.

4 e 11 febbraio 1798
I Werdenberger si appellano alle autorità glaronesi e chiedono la loro indipendenza da Glarona.

1 marzo 1798
Il Toggenburg diventa indipendente da San Gallo.

5 febbraio 1798
Sax, precedentemente soggetto alla città di Zurigo, diventa indipendente.

5 marzo 1798
I francesi sconfiggono le truppe bernesi a Grauholz, vicino a Berna. Con questa sconfitta crolla definitivamente l'Ancien Régime della Confederazione a tredici.

9 marzo 1798
Gli abitanti di Werdenberg accolgono la rivoluzione con alberi della libertà.
L'ultimo balivo di Glarona, Johann Heinrich Freitag è fuggito da Werdenberg.

11 marzo 1798
Werdenberg diventa indipendente da Glarona.

Dal 20 marzo all'11 maggio 1798
La Repubblica di Neu-Werdenberg esiste per 53 giorni. Marx Vetsch guida il governo provvisorio come Landammann,

12 aprile 1798
Viene proclamata la Repubblica Elvetica su pressione degli occupanti francesi.

17 giugno 1798
Si formano i Cantoni della Repubblica Elvetica. Il Werdenberg appartiene al Cantone della Linth, con capoluogo Glarona.

14 settembre 1798
Le truppe francesi avanzano nella valle del Reno e svernano a Werdenberg. La popolazione le accoglie con gioia. Le truppe imperiali austriache si trovano sull'altra sponda del Reno.

Marzo 1799
Scoppia la seconda guerra di coalizione.
I francesi avanzano nel Feld-Kirch austriaco e vengono respinti.
Le truppe austriache attraversano il Reno e occupano Werdenberg. Gli alberi della libertà devono essere abbattuti. Ma le truppe francesi tornano presto. A Werdenberg viene costruito un ospedale militare.

18 maggio 1799
Le truppe austriache attraversano il Reno a Trübbach. I francesi si ritirano. Gli austriaci si insediano a Werdenberg,

25 settembre 1799
L'Austria perde la battaglia di Schanis contro la Francia e si ritira.
I Francesi si insediano di nuovo a Werdenberg. Regnano la fame e la miseria.

1799 / Estate 1800
A causa della mancanza di raccolti e degli eserciti stranieri predatori, l'intera Svizzera orientale è colpita da una grave carestia. Le truppe francesi lasciano la valle del Reno

10 marzo 1803
La legge Mediacion del 16° secolo scioglie l'odiata Repubblica Elvetica, che era stata scossa da Keisen, e rende la Svizzera uno Stato federale. I cantoni vengono creati nei loro confini attuali. Werdenberg diventa Sangallese.

Decido di fare un salto al castello, anche lio c'é un castello ma é momentaneamente occupato per un esposizione artistica. Tornerò, sicuramente tornerò, magari con la figlia, tanto da mostrargli la corteccia nella casa del serpente.

Esco da una delle due porta del villaggio e costeggio ancora una volta il laghetto. Il panorama é stupendo, le luci sono cambiate, un cigno nuota davanti a me. 

Arrivederci Werdenberg

Commenti

Post popolari in questo blog

Insulti e similitudini in dialetto di Airolo

La globalizzazione sta standardizzando tutto, siamo in balia di un appiattimento generale, insulti compresi. Quelle belle chicche di nicchia, sortite da personaggi estremamente arguti e salaci rischiano di andare perse. E sarebbe un peccato, perché almeno gli insulti possono essere riutilizzati con una certa frequenza. Quotidianamente. Ma farlo con una certa estrosità non ha prezzo, insulti talmente fini ed elaborati che potrebbero nemmeno essere capiti dai destinatari. Un rischio che va corso. Assolutamente. Detto questo mi permetto di snocciolare una serie di affermazioni, rigorosamente di Airolo e dintorni,  da sfoggiare nel momento giusto, imperativamente, la gente va insultata con regolarità, il rischio é quello di perdere questo meraviglioso patrimonio.  Leggere e propagare Mocciosi che ciondolano sulla via principale di Airolo, sanababicci Difetti fisici (dalla nascita, malattia o dall’invecchiamento) U pèr un ğatt tirò fò d'um büi : é malconcio, fa pietà; letteralmente...

Tradizioni molto svizzere

Dopo anni di tentennamenti decido finalmente di partecipare ad un avvenimento che nella Svizzera tedesca é assolutamente irrinunciabile: la festa federale che si tiene ogni tre anni. Oggi saró circondato da svizzeri che fanno cose molto svizzere. Moltissime tradizioni svizzere in questo disegno creato appositamente per la festa federale 2025, se volgiamo cercare il pelo nell'uovo manca l'Hornuss La prima cosa che noto già nell’avvicinamento sul treno é il consumo di birre in lattina con conseguente coda davanti alle toilette, questo anche se ci troviamo a primo mattino I più impavidi sortiscono dagli zainetti i bicchierini da cichett e brindano a non meglio identificate entità. Il lieve aroma di schnapps alle prugne si diffonde nell’area del vagone. Seguono racconti gogliardici accompagnati da grasse risate. Purtroppo non conosco bene l’idioma svizzerotedesco e non riesco a percepire se il genere di sense of humor degli allegri compagni di viaggio farebbe sganasciare pure me....

Anima di donna dannata scovata!

Due anni! Due anni per trovare questo misterioso ed unico quadro nel suo genere in terra ticinese. O almeno che io sappia. Anonimo l’autore mentre il titolo che lo accompagna recita “ anima di donna dannata ”. Purtroppo é andata persa la fonte dove ho preso questa informazione così come una foto piuttosto sfuocata dell'opera. Impossibile trovare il quadro in rete. Non restava che trovarlo in carne e ossa.  Oggi con grande piacere lo schiaffo bellamente dietro il mio faccione sotto qualche riga di testo introduttivo con tanto di indicazione nella didascalia di dove si può ammirare.  Così come a Parigi ci si selfa davanti alla torre Eiffel ad Ascona lo si fa davanti ad anime dannate Toh! “Anima di donna dannata», tela di autore anonimo della prima metà del Seicento (Ascona, Museo parrocchiale presso l’oratorio dei santi Fabiano e Sebastiano ). P.S. E fattelo un selfie ogni tanto...si cazzo! Oggi si! Mi sembra di essere il cacciatore che si fa fotografare con il cervo subito dopo...

Strada dei banchi e lago di Sabbioni

La strada dei banchi per un airolese é un classico, anzi un must. È la strada che corre in alto sul fianco della montagna lungo tutta la valle Bedretto. È esattamente l'equivalente della strada alta, quella della "famosa canzone" di Nella Martinetti, ma dall'altro versante della valle Bedretto. Oggi in aggiunta un bonus, che si rivela una perla che impreziosisce e di molto il giro, una deviazione al lago di Sabbioni. La strada dei banchi La strada dei banchi rispetto all strada alta presenta delle differenze sostanziali, ha molta poca ombra, é molto meno frequentata e all'apparenza potrebbe risultare più monotona. Per buona parte la strada é costituita da una carrabile che serve per collegare le varie alpi, poi ad un certo punto diventa sentiero, più precisamente in vista dell'arrivo del riale di Ronco che presente l'unico vero e proprio strappo del percorso. Come dicevo la strada dei banchi é un must per un Airolese, in pratica questa strada porta ai pied...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. Il motivo per cui il campanile figura un po' ovunque non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? U...

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte I - Campo Valle Maggia

Ci sono ancora molti angoli di Ticino che mi sono sconosciuti. In alcuni in realtà ci sono magari stato ma così tanti anni fa e cosi per poco tempo che é come se non ci fossi mai stato. I villaggi di Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono due di questi. Analizzo più volte la cartina topografica cercando di immaginarmeli, non cerco foto in rete, voglio tenermi la sorpresa di scoprirli direttamente sul posto. La piccola autopostale che prendo a Cerentino porta una famigliola tedesca, un altra donna, presumibilmente anch'essa tedesca e me. L'ambiente é stretto, quasi opprimente, una pausa prolungata ad un cantiere prolunga la convivenza. Non vedo l'ora di scendere e liberarmi. Sono quasi sicuro che tutti gli altri siano diretti al capolinea: Cimalmotto. Io invece mi fermo prima a Campo Valle Maggia. Il motivo é semplice, anzi sono due: Ho visto e letto in rete di case signorili nel paese appartenute ai Pedrazzini. Sulla mappa sono riportate una sfilza di cappelle, sono quasi cer...

Death tour 2024

O charoigne, qui n'es mais hon,  Oui te tenra lors compaignée? Ce qui istra de ta liqueur,  Vers engendrés de la pueur De ta ville chair encharoignée.' « O cadavere che non sei più uomo, / Chi ti terrà ora compagnia? / Ciò che uscirà dal tuo liquore, / Vermi generati dal fetore / Della tua vil carne incarognita». P. DE NESSON, Vigiles des morts; parapbrase sur Job, cit. in Antologie poétique française, Moyen Age, Paris, Garnier, 1967, vol. II, p. 184. Je n'ay plus que les os, un squelette je semble Décharné, démusclé, dépoulpé... Mon corps s'en va descendre où tout se désassemble «Sono tutt'ossa, sembro uno scheletro / Scarnito, snervato, spolpato... / Il mio corpo scenderà dove tutto si dissolve». P. DE RONSARD, Derniers vers, sonetto I, Oeuvres complètes, ed. P. Lau-monier, Paris, Silver et Le Bègue, 1967, vol. XVIII, parte I, pp.176-177. I vermi che mangiano i cadaveri non vengono dalla terra, ma dall'interno del corpo, dai suoi «liquori» naturali: Chascun co...