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Dialetto, aneddoti e freddure di Airolo e dintorni parte 4

Più passa il tempo e più mi sento in dovere di almeno tentare di reintrodurre questi modi di dire altrimenti destinati all'oblio. Stanno riservano parecchi sorrisi.

butasciòn; la prima delle quattro cavità dello stomaco dei ruminanti. Cui butasciòi di čèuri uss faséva i lièni d'int, coi rumini delle capre si facevano le cosiddette salsicce d'int, di dentro, di scarsa qualità.

u čèa a métè ščena, si crede, si da delle arie; u maia mia par mia čaè, non mangia per non dover cacare, detto di avaro.

čaèda, cacata; s. fig. grosso sbaglio, matrimonio mal riuscito, inezia.

Airolo, casa scolastica

čalè, mancare, calare, diminuire; a čè sò ui čala nòta, gné lècc galina, a casa sua non gli manca nulla, neanche l'impossibile: lett. neanche latte di gallina

la čambra di prüssièi era un locale nella vecchia casa comunale riservato ai passanti per lo più tedeschi, da cui il nome e in cui potevano alloggiare; sinonimo di prigione: s'ti šté mia saut it fèi mét i la čambra di prüssièi si diceva ai bambini irrequieti anche perché il gendarme aveva il suo appartamento nella casa comunale.

d'invèrn čö a Funtèna uss sentarö scéè i campàn da Andermatt si sunéssan um pò piünda fòrt, d'inveno Fontana é così tranquilla, perché praticamente disabitata che, se suoinassero un pò più forte, si potrebbero udire le campane di Andermatt.

I sém nècc i l'èlp čargò dét légna vèrda, sono salito all'alpe in compagnia di una donna brutta e vecchia invece che giovane e bella

la pèr un čarnàsc rüšnò (Fontana), sembra un catenaccio arrugginito: di persona o di donna magra, rossiccia di capelli

"vardé, vardé föman na caròcia senza čavai", guardate, guardate donne una carrozza senza cavalli; la madre dell'autore (1880-1964) ricorda di aver assistito da bambina al passaggio della prima automobile attraverso il borgo; la frase riportata era il grido di meraviglia rivolto da una donna alle compagne che stavano lavando i panni nella fontana vicino all'albergo Motta

Airolo dopo l'incendio del 1877

i sém scé mé l čégn dét Cugiòra čé a füria da maé zigra u ščapéva dai čaucìštri, sono al punto del cane di Cugiòra (località a est di Nante), che a furia di dover sfamarsi con ricotta scappava dai sassi bianchi, in altre parole il troppo storpia.

vügn č'l'à fècc u čauréi u pò nè ènča a Bèrna, chi ha fattom il capraio può fare anche il Consigliere federale perché non essendo il mestiere di capraio di tutto riposo chi vi riesce può fare anche cose più importanti; u papa e n čauréi in san piünda čé l papa daparlüi, il papa e un capraio ne sanno di più del papa da solo

la réšta iscì péna puntè i čauz sü la čadrìa, resta facilissimamente incinta, letteralmente basta poggiare i calzoni sulla sedia.

cavàl da paràda, detto di persona che all'atto pratico non ha resistenza; nei trasporti verso il San Gottardo i cavalli sono usati solo nella buona stagione.

Stazione di Airolo

È noto il fatto che certi animali, cavalli in modo particolare, presentano catastrofi naturali come valanghe terremoti eccetera, un paesano raccontava per essere stato testimone oculare che la sera del 28.12.1923 glu ultimi cavalli che la famiglia Motta teneva per il servizio cala, tre o quattro, si rifiutarono di rientrare nella stalla dopo l'abbeverata, stalla che allora era situata dietro la vecchia cooperativa, e che riportativi a forza restarono sepolti dopo poche ore dalla valanga.

Da ricordare l'arguzia di un airolese che citato dal giudice per aver gratificato di vaca una vicina di casa di giustificava affermando di averle solo detto, non essendo lei del paese, va a ca, corrispondente al nostro ben diverso va a čè.

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