L’imprevisto non per forze deve essere sempre visto nel lato negativo, esso può anche avere o portare a delle sfaccettature positive.
É quello che mi é capitato con la mia visita al “Burg” di Zugo: convinto aprisse alle 10:00 mi sono presentato in mattinata scoprendo poi però sul posto che esso apre solo alle 14.
Poco male in occasione per visitare qualche meandro della città vecchia, in particolare le torri che circondano la città vecchio, partendo da quella torre in direzione nord
Puoi é tutto un concatenarsi di eventi, per inerpicarsi in zona torre scopro una scalinata dall’aria molto antica ed infatti in cima ad essa c’è il convento. Peró della torre nessuna vista, aggiro quindi il convento e salgo ancora un po’, eccomi sulla stradina che porta alla torre, mi giro e noto dietro di me sopra un muro in altra strada, decido di andare lì per vedere meglio la torre. Ed é proprio su questa stradina che incappo in una targa che menziona degli eventi successo il 9 settembre 1272. Eventi più vecchi della Svizzera
Una prima versione
Si dice che la signoria di Cham fosse caduta in rovina, che la città di Zug si fosse staccata dal suo potere e che i signori di Wildenburg e il castello e la città di Zug si fossero sollevati l'uno contro l'altro.
Così i signori di Cham si unirono a quelli di Reußeck, Hünenberg, Maschwanden, Bremgarten e Wildenburg e formarono un'alleanza segreta. Si accordarono per attaccare di notte la città e il castello di Zug e per impiccare tutti gli abitanti maschi.
Così, alla mezzanotte del 9 settembre, riunirono a Steinhausen più di novecento fanti e cento uomini a cavallo. Alcune navi, provenienti soprattutto da Cham, dovevano anche attaccare la città dal mare. I fanti e i cavalieri dovevano avanzare dal Löbern sopra la città su due lati contro le mura, dove avrebbero dovuto prendere prima la città e poi il castello con arieti e scale d'assalto.
Stadlin riferisce che 900 uomini a piedi e 100 a cavallo partirono da Steinhausen verso Zug. Volevano attaccare la città nel cuore della notte. Ma il Signore Dio non permise questo assassinio. Ma non avevano fatto i conti con il vigile pescatore Hänsli Uttiger, egli si recò a Zugo con una piccola barca e avvertì i cittadini del progetto di assassinio e di attacco.
La popolazione di Zugo si mobilitò per la difesa ad una velocità davvero mozzafiato e ricevettero rinforzi a cavallo e a piedi da persone che erano contro i nobili signori. Così Zugo era armata e pronta a prevenire l'attentato. Sul lato del mare resero più difficile l'ingresso con traversine, pali e altri ostacoli. Inoltre, ordinarono di portare a riva un centinaio di uomini con archi e altre armi. In città c'erano settanta cavalieri con archi, lance e lance. Trecento fanti erano nascosti sul Löbern. Il nemico, seguendo il suo piano segreto, si mosse con cinquanta uomini verso il castello per assediare il signorotto e impedire a questo uccello di fuggire. Ma gli Zugani si abbatterono crudelmente su di loro. Ne misero in fuga la metà. Degli assalitori del Löbern, più di trenta uomini furono uccisi, altri furono spinti nel lago o pugnalati a morte mentre fuggivano verso Steinhausen. I von Zugo persero solo sette uomini, cinque fanti e due uomini d'arme, che erano domestici al castello.
La versione di Josef Anton Henn di Sargans
Josef Anton Henn di Sargans descrive l'evento in modo un po' più cruento nella sua Cronaca svizzera pubblicata nel 1840. Per lui, il proprietario del castello di Wildenburg era il capobanda della notte dell'omicidio, ovvero un certo straniero di nome Wernher Rycha. Era un odiatore della città di Zug e dei suoi cittadini. Si dice che già nel 1269 Rycha volesse marciare verso Zugo e saccheggiare la città con i suoi simili. Ma si astenne dal farlo, per poi riprovarci sei anni dopo. Si dice che il Wildenburg fosse un tipo infido. Henne chiama Rycha "il purgatorio di Baurn".
La versione del Neujahrsblatt del 1843
Il già citato Neujahrsblatt del 1843 contiene informazioni ancora più dettagliate. Qui il già citato Kolin, utilizzando la cronaca di un certo Konrad Gessler di Freiamt, scrive che i Wildenburger avevano stretto un'alleanza. I partecipanti avevano giurato di attaccare il castello di Zug e di uccidere tutti. Inoltre, Gessler descrive come in quel periodo il dominio dei Chamer, ad esempio, fosse "caduto in grande rovina". È sorprendente che questa storia intrisa di sangue sia apparsa nel Neujahrsblatt 1843. Questo giornale, che esiste ancora, aveva ancora il sottotitolo "per i giovani e i loro amici".
L'inghippo del luogo della sepultura
Le prove di questa notte di omicidi sono i cadaveri e i teschi trovati nella zona di Löberen quando un uomo di nome Jakob Bachmann vi piantò un vigneto nel XVI secolo. Gessler fornisce anche il motivo di questo luogo di sepoltura: A causa delle loro cattive intenzioni, non furono sepolti a Kilchhof. Anche se gli Zuger avevano vinto, non erano soddisfatti, come scrive Gessner nella sua cronaca: Nello stesso periodo e nello stesso feudo, gli Zuger si presero la briga di danneggiare quelli di Cham e Hünenberg.
Se la notte dell'omicidio a Zug sia avvenuta o meno in epoca pre-federale è più che dubbio. La questione è come le ossa dei morti e i teschi siano arrivati nella zona di Löberen. C'è una ragione profana per questo: Gli alemanni seppellivano i loro morti nell'area di Löberen nel VI e VII secolo della nostra era. Come dimostra scientificamente Beat Dittli nella sua opera "Zuger Ortsnamen", la parola Löberen risale all'antico alto tedesco e significa: tumulo funerario. I siti di sepoltura presenti nelle immediate vicinanze delle mura di Zug sono stati archeologicamente provati. I cronisti della Notte dei delitti di Zug hanno erroneamente attribuito a questo evento i ritrovamenti di ossa effettuati in questa zona nel XVI secolo.
Conclusione
Quindi la targa si riferisce a un evento che non si è verificato né nel 1269 né nel 1275. Quel che rimane interessante é come nasce una leggenda, basta un elemento, un dato un ritrovamento per partire e ricamarci sopra teorie che mancavano di una prova apparentemente inconfutabile. In questo caso il ritrovamento delle ossa in un determinato posto viene associato ad una battaglia che era li sulla punta della lingua pronta ad essere gridata ai quattro venti. Da una parte é un peccato aver smentito, per il tempo intercorso tra la lettura della targa e la scoperta della verità ci ho creduto e l'ho immaginata. Ma la storia forse non é fatta per i sognatori
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