Passa ai contenuti principali

Zugo 1275: il sacrificio dimenticato

L’imprevisto non per forze deve essere sempre visto nel lato negativo, esso può anche avere o portare a delle sfaccettature positive.

É quello che mi é capitato con la mia visita al “Burg” di Zugo: convinto aprisse alle 10:00 mi sono presentato in mattinata scoprendo poi però sul posto che esso apre solo alle 14.

Città vecchia vista dal Burg

Poco male in occasione per visitare qualche meandro della città vecchia, in particolare le torri che circondano la città vecchio, partendo da quella torre in direzione nord

La torre del convento

Puoi é tutto un concatenarsi di eventi, per inerpicarsi in zona torre scopro una scalinata dall’aria molto antica ed infatti in cima ad essa c’è il convento. Peró della torre nessuna vista, aggiro quindi il convento e salgo ancora un po’, eccomi sulla stradina che porta alla torre, mi giro e noto dietro di me sopra un muro in altra strada, decido di andare lì per vedere meglio la torre. Ed é proprio su questa stradina che incappo in una targa che menziona degli eventi successo il 9 settembre 1272. Eventi più vecchi della Svizzera

La targa commemorativa sul sentiero per Löberen, l'iscrizione racconta di un massacro che si dice sia avvenuto a Zugo centinaia di anni fa.

Non ci sono testimonianze storiche dell'evento, ma ci sono ancora più storie a riguardo.

Una prima versione

Si dice che la signoria di Cham fosse caduta in rovina, che la città di Zug si fosse staccata dal suo potere e che i signori di Wildenburg e il castello e la città di Zug si fossero sollevati l'uno contro l'altro.

Così i signori di Cham si unirono a quelli di Reußeck, Hünenberg, Maschwanden, Bremgarten e Wildenburg e formarono un'alleanza segreta. Si accordarono per attaccare di notte la città e il castello di Zug e per impiccare tutti gli abitanti maschi.

Così, alla mezzanotte del 9 settembre, riunirono a Steinhausen più di novecento fanti e cento uomini a cavallo. Alcune navi, provenienti soprattutto da Cham, dovevano anche attaccare la città dal mare. I fanti e i cavalieri dovevano avanzare dal Löbern sopra la città su due lati contro le mura, dove avrebbero dovuto prendere prima la città e poi il castello con arieti e scale d'assalto.

 Stadlin riferisce che 900 uomini a piedi e 100 a cavallo partirono da Steinhausen verso Zug. Volevano attaccare la città nel cuore della notte. Ma il Signore Dio non permise questo assassinio. Ma non avevano fatto i conti con il vigile pescatore Hänsli Uttiger, egli si recò a Zugo con una piccola barca e avvertì i cittadini del progetto di assassinio e di attacco. 

La popolazione di Zugo si mobilitò per la difesa ad una velocità davvero mozzafiato e ricevettero rinforzi a cavallo e a piedi da persone che erano contro i nobili signori. Così Zugo era armata e pronta a prevenire l'attentato. Sul lato del mare resero più difficile l'ingresso con traversine, pali e altri ostacoli. Inoltre, ordinarono di portare a riva un centinaio di uomini con archi e altre armi. In città c'erano settanta cavalieri con archi, lance e lance. Trecento fanti erano nascosti sul Löbern. Il nemico, seguendo il suo piano segreto, si mosse con cinquanta uomini verso il castello per assediare il signorotto e impedire a questo uccello di fuggire. Ma gli Zugani si abbatterono crudelmente su di loro. Ne misero in fuga la metà. Degli assalitori del Löbern, più di trenta uomini furono uccisi, altri furono spinti nel lago o pugnalati a morte mentre fuggivano verso Steinhausen. I von Zugo persero solo sette uomini, cinque fanti e due uomini d'arme, che erano domestici al castello.

Assalto notturno di Lucerna

L'assinio fu vendicato e gli stessi aggressori furono accusati del sangue. Ma Zug si inimicò molto, poiché la nobiltà aveva perso i suoi migliori servitori. Gli uccisi furono sepolti a Löbern, senza dubbio non come amici e patroni, ma come malfattori infedeli.

La versione di Josef Anton Henn di Sargans 

Josef Anton Henn di Sargans descrive l'evento in modo un po' più cruento nella sua Cronaca svizzera pubblicata nel 1840. Per lui, il proprietario del castello di Wildenburg era il capobanda della notte dell'omicidio, ovvero un certo straniero di nome Wernher Rycha. Era un odiatore della città di Zug e dei suoi cittadini. Si dice che già nel 1269 Rycha volesse marciare verso Zugo e saccheggiare la città con i suoi simili. Ma si astenne dal farlo, per poi riprovarci sei anni dopo. Si dice che il Wildenburg fosse un tipo infido. Henne chiama Rycha "il purgatorio di Baurn".

La versione del Neujahrsblatt del 1843

Il già citato Neujahrsblatt del 1843 contiene informazioni ancora più dettagliate. Qui il già citato Kolin, utilizzando la cronaca di un certo Konrad Gessler di Freiamt, scrive che i Wildenburger avevano stretto un'alleanza. I partecipanti avevano giurato di attaccare il castello di Zug e di uccidere tutti. Inoltre, Gessler descrive come in quel periodo il dominio dei Chamer, ad esempio, fosse "caduto in grande rovina". È sorprendente che questa storia intrisa di sangue sia apparsa nel Neujahrsblatt 1843. Questo giornale, che esiste ancora, aveva ancora il sottotitolo "per i giovani e i loro amici".

L'inghippo del luogo della sepultura

Le prove di questa notte di omicidi sono i cadaveri e i teschi trovati nella zona di Löberen quando un uomo di nome Jakob Bachmann vi piantò un vigneto nel XVI secolo. Gessler fornisce anche il motivo di questo luogo di sepoltura: A causa delle loro cattive intenzioni, non furono sepolti a Kilchhof. Anche se gli Zuger avevano vinto, non erano soddisfatti, come scrive Gessner nella sua cronaca: Nello stesso periodo e nello stesso feudo, gli Zuger si presero la briga di danneggiare quelli di Cham e Hünenberg.

Se la notte dell'omicidio a Zug sia avvenuta o meno in epoca pre-federale è più che dubbio. La questione è come le ossa dei morti e i teschi siano arrivati nella zona di Löberen. C'è una ragione profana per questo: Gli alemanni seppellivano i loro morti nell'area di Löberen nel VI e VII secolo della nostra era. Come dimostra scientificamente Beat Dittli nella sua opera "Zuger Ortsnamen", la parola Löberen risale all'antico alto tedesco e significa: tumulo funerario. I siti di sepoltura presenti nelle immediate vicinanze delle mura di Zug sono stati archeologicamente provati. I cronisti della Notte dei delitti di Zug hanno erroneamente attribuito a questo evento i ritrovamenti di ossa effettuati in questa zona nel XVI secolo.

Conclusione

Quindi la targa si riferisce a un evento che non si è verificato né nel 1269 né nel 1275. Quel che rimane interessante é come nasce una leggenda, basta un elemento, un dato un ritrovamento per partire e ricamarci sopra teorie che mancavano di una prova apparentemente inconfutabile. In questo caso il ritrovamento delle ossa in un determinato posto viene associato ad una battaglia che era li sulla punta della lingua pronta ad essere gridata ai quattro venti. Da una parte é un peccato aver smentito, per il tempo intercorso tra la lettura della targa e la scoperta della verità ci ho creduto e l'ho immaginata. Ma la storia forse non é fatta per i sognatori

Commenti

Post popolari in questo blog

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 5 - Il vecchio editore

Giungo da Roveredo in perfetto anticipo, ho il tempo anche di gustarmi un Campari soda in piazza grande; la giornata volge al termine ma ho ancora una tappa finale in programma. Essa ha luogo nella ridente Locarno dove per l’occasione sono stati trasportati due vagoni in piazza Grande Vagoni della Pace in piazza grande L’occasione é la presentazione di un libro legato ai patti di Locarno del 1925, tema già accennato nelle settimane scorse. La vera première della serata é la possibilità di visitare il palazzo della Sopracenerina, vera e propria icona della nostra storia Cantonale Il palazzo della sopracenerina alle spalle dei due vagoni Storia del palazzo La realizzazione del Palazzo oggi comunemente definito «della Sopracenerina» – proprietaria dello stabile – data degli anni Trenta dell’Ottocento ed è frutto di una contingenza storica particolare, quella della capitale itinerante, quando Bellinzona, Lugano e Locarno ospitano a rotazione le istituzioni cantonali. La Costituzione cant...

Il monastero di Claro

“Posso farle una domanda?”- era da parecchio tempo che aspettavo questo momento, quello di porre una semplice domanda, molto probabilmente ingenua dal punto di vista della monaca di clausura che si appresta ad ascoltarla, ma così carica di significati per me. Sarei però un folle a riportare qui il punto apice della mia visita al monastero benedettino di Santa Maria assunta sopra Claro , questo il nome ufficiale che per motivi di scorribilità della lettura non ripeterò più in maniera completa  Il monastero da un depliant presente al monastero. La zona aperta al pubblico é assai limitata, consiste nella terrazza che da sulla valle (tutta a sinistra) con annessa chiesa e localino per gli acquisti (vedi sotto) L’itinerario odierno parte e finisce nell’abitato di Claro, ridente agglomerato ai piedi del monastero. Prima di salire al monastero faccio un giro alla ricerca dei luoghi di interesse in paese. Mentre cammino per i vicoli noto gente indaffarata: un'intera famiglia sta partecipan...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 1 - L’uomo col gozzo

Festeggiare il tempo che passa é deleterio, così come passare il giorno del proprio compleanno lavorando é umiliante. Lavoriamo una vita intera, evitiamo di farlo anche il giorno in cui tutti ci dicono "Auguri! E ora torna a lavorare!" Ma che senso ha festeggiare il proprio compleanno quindi? Spesso si dice che dagli anta in su andrebbe passato in sordina. Potrebbe però essere la possibilità di aggiungere un giorno di libero con la scusa di autocelebrarsi. Da qualche anno infatti (la prima volta fu a Vufflens le Château ) in corrispondenza di questa ricorrenza, ho preso l'abitudine di farmi un regalo, a dire il vero me ne faccio in continuazione, organizzare trasferte per alimentare le mie passioni sono gesti d'amore verso se stessi. Ogni anno cerco di organizzare una gita particolare, fuori dagli standard, magari approfittando che sia in un normalissimo giorno in cui tutti il resto del mondo (o quasi) sta lavorando. Tra gli obiettivi li nel cassetto una chiesa che h...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 4 - Le tre colonne

Ci vogliono pochi minuti dalla chiesa di San Giulio alle famigerate tre colonne nella campagna di Roveredo. La mia prossima tappa é semplice, spartana dal lato concreto ma carica di significati. Le tre colonne Ci sono tre colonne nella campagna di Roveredo, un collega originario di li mi ha riferito che quando hanno costruito l'autostrada hanno previsto una curva per preservare il sito. Tutto per tre piccole colonne, anzi, avanzi di colonne.... Le tre colonne di Roveredo Incrocio due signore a qualche centinaia di metri dal posto, scambio due parole, sono tentato di chier loro cosa sanno in proposito ma non lo faccio. Avrò modo di scoprire più tardi che le persone del luogo sono tutti a conoscenza della loro presenza e spannometricamente della loro funzione. Nessuno però sa indicare con precisione cosa si svolgeva. Sulla sinistra si intravedono i resti delle tre colonne Dopo pochi minuti giungo in vista del luogo. È a qualche metro dalla strada che costeggia il fiume e che una volt...

Belli i capelli

La lunghezza massima dei miei capelli l’ho raggiunta nel 1994 quando mi arrivarono quasi alle spalle. Durò poco. Ora a 20 anni di distanza il mio pensiero inerente i capelli é "meglio grigi che assenti".  Non fanno sicuramente parte della mia quotidianità ma tornano saltuariamente nei miei pensieri quando lo scarico della doccia si ottura.  Al castello di Valangin ho modo di approfondire il tema e rendermi conto che anche loro fanno parte in qualche modo della storia Volantino dell mostra temporanea NON C'È NESSUN PELO IN CIÒ CHE PORTA FORTUNA: IL PIEDE, IL TALLONE E LA LINGUA Detto di Trinidad e Tobago Peli e capelli come barriera contro le aggressioni esterne  Proprio come la pelle, anche i peli hanno diverse funzioni. Prima di tutto, fanno da barriera fisica e aiutano a regolare la temperatura, soprattutto grazie al sudore.  I capelli proteggono dal sole, una funzione che i peli hanno perso perché ormai sono troppo sparsi per essere davvero efficaci. I peli pubici...

Glorenza

Approfitto della mia tre giorni in "estremo oriente" (con le dovute proporzioni), per penetrare in Italia, o meglio ancora nel ambiguo territorio della Val Venosta. Dopo aver visitato Curon mi sposto a sud per visitare Glorenza. Glorenza é affascinante per una sua caratteristica che difficilmente si riscontra nei villaggi nelle Alpi: le sue mura. Quando si entra da una delle sue tre porte si ha la voglia di scoprirne ogni angolo, di non lasciarsi sfuggire l’occasione di sentirsi catapultati in un altra epoca ad ogni passo che si fa. Per dare un’immagine dell’urbanistica della cittadina la miglio soluzione é dall’alto.  Foto scattata all’esterno del museo storico di Glorenza Ma non bisogna fantasticare troppo, avere la testa tra le nuvole potrebbe diventare estremamente pericoloso, meglio guardare chi arriva, soprattutto dai due assi principali che tagliano la cittadina; se una volta era cavalli oggi i tempi di reazione devono essere più scattanti, perché chi sopraggiunge po...

Scioperi svizzeri

Mia nonna diceva sempre di non parlare né politica né di religione durante gli incontri conviviali. A casa però le discussioni più accese ruotavano proprio attorno al tema politico. Con il susseguirsi delle epoche le ideologie hanno mutato assai l’impatto sulla società. Ho però sempre pensato che se fossi vissuto ai tempi della nonna sarei stato con ogni probabilità della sua stessa fazione. Basta vedere cosa proponeva il comitato di Olten nel 1918: il diritto di voto e di eleggibilità per le donne, l'introduzione della settimana di 48 ore e l'assicurazione per la vecchiaia e l'invalidità. Come non essere d'accordo? Oggi questi punti sono delle ovvietà, ma non fu sempre così...anzi come vedremo sorprendentemente durante le ondate di peste, nella perenne guerra padrone - operaio ,  il coltello dalla parte del manico passò decisamente in mano a questi ultimi....e se così non era bastava a ricorrere all’arma dell’ultima spiaggia, arma potentissima: lo sciopero. Alexandre ...

Motivazioni per festeggiare il proprio compleanno - parte 2 - Il Dio di lamiera

Il tragitto in postale tra Mesocco e Roveredo dura pochi minuti, non c'é nemmeno il tempo di sentiere le emozioni della prima tappa scendere che già si giunge nella ridente capitale della Moesa.  Roveredo Roveredo ha preso il suo nome dai folti boschi di rovere che lo circondano. Negli antichi documenti troviamo spesso le impronte del sigillo di Roveredo. Il più antico porta la data del 1615 e non rappresenta altro che un rovere con sei rami, tre per lato, armonizzati in uno stemma. Attorno sta la dicitura “Sigilium Roveredi Comunitatis”. Roveredo (GR): casa Zuccalli con i suoi graffiti risalenti alla metà del sedicesimo secolo. Nella foto il graffito presente sulla facciata della casa risalente alla metà del sedicesimo secolo riscoperto e restaurato. Al primo piano, dopo un restauro parziale eseguito dal restauratore Marco Somaini nel 2004, possiamo ammirare  il dio greco Hermes dai piedi alati, messaggero degli dei e protettore dei mercanti (il dio Mercurio romano) e i...

Dürer tatuato - prima parte

Ho un debole per Albrecht Dürer, molto marcato. Molto meno per i tatuaggi. Diciamo che se proprio fossi obbligato a tatuarmi qualcosa, la scelta potrebbe facilmente cadere su un opera dell’incisore tedesco. Pensieri ben distanti da me nella giornata del 8 febbraio 2025. L’obiettivo odierno era il moulage di Zurigo appena finito di visitare. La strada di rientro verso la città vecchia passa davanti all' ETH di Zurigo (politecnico). Edificio principale rispettivamente Graphische Sammlung, Politecnico federale svizzero (ETH Zürich) in Svizzera Ero passato di lì ore prima in direzione del moulage e sulle sue fiancate, tra tanti personaggi non mi é scappato, con grande sorpresa, quello di Albrecht Dürer. E li ero già contento, la giornata era già guadagnata, un accenno ad uno dei miei artisti preferiti, che volere di più? Lo spicchio della facciata del Politecnico di Zurigo dedicato a Dürer Il resto poi l’ha fatto la mia curiosità: notare che l'edificio era aperto al pubblico, entr...

Patto di Locarno

Sono divorziato. Da molti anni ormai.  Il divorzio non deve essere letto come qualcosa di negativo, spesso é un miglioramento delle condizioni di vita. Spesso? Diciamo sempre. Quando quel giorno nella sala del pretorio di Locarno ero intento a battagliare con l'avvocato della mia ex non sapevo che circa 90 anni prima nella stessa aula si tenevano discorsi ben più importanti per l'umanità intera. Presenti tutti i pezzi grossi dell'Europa In breve Dal 5 al 16 ottobre 1925 si svolse a Locarno una conferenza diplomatica tra le delegazioni di sette stati europei: il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito, l’Italia, la Polonia e la Cecoslovacchia.  Dopo dieci giorni di trattative, furono parafati sette trattati e convenzioni, di cui il principale fu un trattato di garanzia reciproca – chiamato anche Patto Renano – tra il Belgio, la Francia, la Germania, il Regno Unito e l’Italia, con il quale la Germania accettava la frontiera lungo il Reno scaturita dal trattato di Vers...