Come punto di riferimento
La torre bianca
Nicolao guerriero
Al Greifensee
La cittadina di Diessenhofen si difese strenuamente
Circa un secolo e mezzo dopo - un periodo abbastanza lungo perché si formassero saghe e leggende - due uomini riferirono una storia che avevano sentito, secondo la quale l'allora badessa del monastero, Ursula von Rappenstein, raccontò che i confederati erano andati a Katharinental e si erano consultati per decidere se dovessero incendiare la chiesa e il monastero. Tra loro si trovava Nicolao della Flüe che, dopo aver pregato a lungo davanti a un crocifisso, ammonì severamente i suoi. Il nemico si sarebbe ritirato presto, disse, e in quel luogo sarebbero potute accadere molte cose buone.
Secondo la badessa, von Flue fece quella predizione animato da uno spirito profetico. I confederati gli diedero ascolto, lasciarono stare il monastero e lo usarono solo come quartier generale per l'assedio di Diessenhofen. Secondo questa tradizione, è certo che Nicolao della Flue partecipò a quella spedizione.
La tavola meditativa
Gli incarichi pubblici e i giudici corrotti
Lo sfondo dell'immagine rivela che Nicolao attingeva la sua saggezza politica dalla preghiera. Anche più tardi, come eremita, il suo sguardo penetrava subito nei cuori delle persone e gli permetteva d'intuire velocemente con quale intenzione esse venivano da lui al Ranft.
Il pellegrinaggio
Il vescovo fa mettere due guardie per verificare che non si tratti di un eretico e che effettivamente non mangi. Dopo poco tempo il test é superato, i compaesani gli costruiscono una chiesa e poi la sua cella
Il digiuno
Arriva un emulatore dalla Germania, Ulrich, si mette sotto una roccia, poi anche a lui gli costruiscono un eremo, Ulrich a differenza di Nicolao resiste solo 13 giorni senza mangiare poi cede.Basso, pelato, con la barba e grassoccio, Ulrich si dimostra molto colto e viene visitato spesso da Nicolao e dagli altri
Il vescovo Thomas va a controllare di nuovo che Nicolao non sta imbrogliando a proposito del suo ascetismo, Adrian von Bubenberg (si proprio lui, l'eroe di Morat) arriva prima per assistere all'incontro.
Il vescovo sforza Nicolao a mangiare tre pezzi di pane, Klaus fa fatica, dopo il secondo Von Bubenberg dichiara che se Bruder Klaus fosse morto a causa del terzo pezzo di pane anche la vita del vescovo Thomas sarebbe stata accorciata. Il vescovo non insiste. In seguito le minacce di von Bubebenberg arrivarono a Roma ma fu condannato solo quando era già ormai morto.
Orde di Pellegrini accorrono, Nicolao é riconosciuto autentico. Per essere santi occorre essere morti e lo si può diventare creando miracoli o per martirio.
L’aria grassa
Numagen scrisse anche che girava voce che l'eremita mangiasse di nascosto, "perché non risulta che abbia mai dichiarato a qualcuno di vivere senza cibo. E anzi, di tanto in tanto era stato visto mentre si lavava i denti o beveva alla riva del fiume". Tuttavia non dava eccessivo peso a queste dicerie, constatando che il solo fatto di lavarsi i denti non fosse ancora la prova di avere mangiato qualcosa. La sporcizia tra i denti non sarebbe infatti formata da avanzi di cibo, ma un prodotto della decomposizione delle gengive. Numagen sottolineava come fosse opinione comune che Bruder Klaus non assumesse davvero cibo né bevande.
L’aspetto
Testimonianza #1
Testimonianza #2
Benché fosse di carattere mite, molti testimoniarono di essersi spaventati vedendolo la prima volta, magro, non lavato e con la barba e i capelli incolti. Bruder Klaus se ne accorgeva e con l'andare del tempo si mise a riflettere sul perché mettesse paura alla gente, quando non aveva cattive intenzioni. Infine trovò una spiegazione e attribuì il suo aspetto poco rassicurante a una visione che lo aveva profondamente turbato. Gli era apparso un volto circonfuso da una luce talmente abbagliante che egli rimase impietrito dallo spavento e temette che il suo cuore andasse in frantumi. Era stato come tramortito, aveva istintivamente distolto lo sguardo ed era caduto a terra. Da allora aveva assunto egli stesso un aspetto inquietante e spaventoso.Testimonianza #3
Per verificare le voci che correvano su di lui, Waldheim e il suo servo, Kunze von Bingenheim, toccarono Bruder Klaus cinque volte. Si vede che Waldheim non trattava il suo servo con sufficienza: al contrario, lo nomina e lo rende partecipe della sua indagine come testimone. " Prima che andassi da Bruder Klaus mi era stato detto che il suo viso era esangue e pallido, come quello di un morto che viene messo nella tomba. Che era sempre di umore triste e mai lieto. Invece io dico che non riscontrai in lui nulla di tutto questo. Per prima cosa era naturalmente caldo, come tutti gli altri uomini. Il suo volto non era giallo né pallido, ma aveva un colorito naturale, come ogni altra persona viva, sana e normale". Quanto alle voci che lo volevano serio e depresso, scrive: "Bruder Klaus non è un uomo triste, anzi, in tutti i suoi discorsi nel portamento e nei gesti lo abbiamo visto affabile, espansivo, allegro e soprattutto gentile".Testimonianza #4
Lobkovic era stato allevato nella dottrina hussita, ma durante gli studi universitari a Bologna si era convertito al cattolicesimo. E a lui l'amico Peter Schott il giovane, che nel 1482 era stato insieme al padre in Untervaldo e probabilmente aveva visitato anche Engelberg, scrisse qualche tempo dopo di Bruder Klaus: "Era un uomo dai capelli spettinati ma dal volto nobile, reso grinzoso dalla magrezza e come cosparso di polvere, che ricopriva le sue membra lunghe e magre con un unico indumento".I miracoli
La gamba di cera
L'incendio di Sarnen
I tre consigli
Il secondo consiglio che Bruder Klaus diede ai suoi compatrioti fu di difendere il loro onore in qualunque decisione politica: in nessun caso la politica della convenienza doveva mettere a repentaglio l'onore.
Infine la terza esortazione ai confederati, secondo Gundelfingen, fu di diffidare dei cittadini " coinvolti in cattivi affari e che dichiarano guerra ai loro i vicini per cause futili".
Questo appello era stato verosimilmente lanciato a seguito degli affari Koller e Mötteli.
Soletta Friborgo e la comborghesia
Questo fu l'episodio più celebre di Nicolao, quello che lo portò poi ad essere ricnosciuto come eroe nazionale, il classico, salvatore della patria.
Le guerre di Borgogna sono vinte, il bottino é talmente grande che porta gli svizzeri a tensioni interne. Inoltre si deve affrontare il tema dei cantoni di Friborgo e Soletta che hanno preso parte al conflitto a fianco degli svizzeri ma che non fanno ancora parte dell confederazione. Veniamo ai fatti
Zurigo, Berna e Lucerna si allearono con Friborgo e Soletta sottoscrivendo un patto di "comborghesia perpetua" fondarono una coalizione separata, contrapposta ai cantoni rurali. Questa alleanza tra città avrebbe portato la Confederazione sull'orlo della scissione e consacrato definitivamente la fama di Bruder Klaus.
L'alleanza delle città, che agli occhi dei cantoni rurali acquistavano improvvisamente un potere enorme, turbò profondamente gli equilibri interni della Confederazione. Per di più, dal punto di vista giuridico, si basava su un inganno nei confronti dei cantoni rurali, rendendo la situazione incandescente. Infatti, l'alleanza separata venne stretta sotto forma di patto di comborghesia, che significava che le città riconoscevano tra loro i rispettivi cittadini. Era l'unico modo che permetteva la partecipazione di Lucerna, cui la vecchia alleanza tra i Paesi Forestali e i Cantoni primitivi proibiva esplicitamente di stringere alleanze autonome in politica estera. Lucerna si appellò invece al proprio diritto di accogliere i cittadini di altri luoghi senza limitazioni.Fu su questa controversia che quattro anni dopo, nella famosa dieta di Stans, la Confederazione rischiò di spaccarsi.
Negli anni a venire i cantoni rurali cercarono con ogni mezzo di convincere Lucerna a recedere dal patto di comborghesia e a sciogliere l'alleanza delle città. Da parte loro, le città insistevano perché Friborgo e Soletta venissero integrate a tutti gli effetti nella Confederazione, allargandola cosi da otto a dieci cantoni. In tal modo le città avrebbero avuto molto più peso rispetto ai cantoni rurali. I negoziati fallirono l'uno dopo l'altro. Per le controversie che non si riusciva a risolvere in sede negoziale, il Patto federale del 1332 prevedeva un arbitrato, in cui gli uomini migliori e più saggi dei cantoni coinvolti si riunivano per decidere con "Minne und Recht", con amore e giustizia. Durante i lunghi anni delle controversie sui diritti di comborghesia furono tentati diversi arbitrati, nessuno dei quali andò a buon fine; e questo perché si temeva che un arbitrato, lasciando sempre insoddisfatta la parte perdente, comportasse il rischio di reazioni violente.
Pra proprio per evitare questo genere di confitti che Bruder Klaus esortava instancabilmente a negoziare una soluzione, la soluzione "peggiore" pacifica, diceva che quella dell'arbitrato era letteralmente
alla quale ricorrere solo nei casi più difficili, e cioè solo ed esclusivamente quando proprio tutti i tentativi di mediazione erano falliti. Le teste calde della spedizione della folle vita incassarono il loro successo, le città si allontanarono sempre di più dai Cantoni rurali
Tre possibili soluzioni
La dieta di Stans e la svolta in extremis
Degno di un film thriller il finale di questa disputa che vede protagonista Nicolao. I Cantoni decidono di ritrovarsi nella facilmente raggiungibile Stans per la Dieta che avrebbe dovuto portare una volta per tutte la parole fine alla questione di combroghesia e sui nuovi cantoni di Soletta e Friborgo.Si avvicinava il Natale. Forse per questa santa ricorrenza ci si poteva finalmente regalare la pace. Il 18 dicembre le delegazioni di tutti gli otto cantoni e delle contestate cita di Friborgo e Soletta si riunirono ancora una volta a Stans, insieme al loro seguito, per suggellare i nuovi accordi. Come protocollisti erano giunti da Lucerna i notai Johannes e Diebold Schilling, padre e figlio. Le trattative andarono avanti per tre giorni, ma la sera del 21 dicembre tutte le speranze rischiarono ancora una volta di naufragare: Soletta insisteva su una maggiore equiparazione, mentre i cantoni rurali temevano un indebolimento della loro posizione.
Gli umori erano più cupi che mai, e ai rancori si aggiunse ora anche la delusione, perché l'accordo sembrava quasi cosa fatta e l'imminente Natale si prospettava come una vera celebrazione di gioia. I delegati si ritirarono a dormire nelle locande sperando che la notte portasse consiglio, ma ormai era chiaro a tutti che il giorno seguente sarebbero di nuovo tornati a casa con un nulla di fatto. E peggio ancora: il cronista Schilling era convinto che la guerra fosse vicina, tanto erano incattiviti gli animi. Si dice sempre che Bruder Klaus abbia salvato la Svizzera dalla disgregazione, ma a dire il vero vi fu anche un'altra figura senza la quale l'eremita non avrebbe potuto far arrivare la sua influenza a chi di dovere: Heimo Amgrund, il parroco di Stans.
Amico di lunga data e confidente di Bruder Klaus, Amgrund era stato trasferito soltanto un anno prima da Kriens, piccolo centro alle porte di Lucerna, a Stans. Secondo la cronaca di Schilling, quella sera era molto tormentato, non riusciva a trovare pace e fini per alzarsi nel cuore della notte si sentiva certo che un ennesimo fallimento dei negoziati sarebbe sfociato nella guerra civile. Oggi questo timore é discutibile.
Amgrund non vedeva che una via d'uscita: Bruder Klaus. In quanto semplice parroco, non possedeva un cavallo. Inoltre era buio, ma per fortuna non c'era neve. Così si mise in cammino percorrendo a piedi i quasi diciassette chilometri e i cinquecento metri di dislivello in salita per raggiungere la gola del Ranft, correndo nell'oscurità della notte. Conosceva la strada, essendo stato spesso a trovare il suo amico eremita, e così percorse vie e sentieri quasi istintivamente, per tutta la notte, con il passo più veloce che le sue gambe potessero concedergli.
Neppure quattro ore dopo, era alle porte dell'eremo. Senza fiato illustrò a Bruder Klaus la precarietà della situazione e si consultò a lungo con lui. Al mattino, mentre Amgrund era già sulla via del ritorno dal Ranft, i delegati si sedettero per l'ultima volta al tavolo delle trattative, constatarono con rabbia e astio il fallimento dei negoziati e si prepararono a ripartire. Come scrisse Schilling, questa volta i delegati erano fermamente dell'idea di mobilitare i loro cantoni. Molti Stavano già sellando i loro cavalli quando giunse di corsa, sudato e trafelato, il parroco Amgrund che si precipitò da una locanda all'altra pregando quegli uomini provenienti da tutti gli angoli della Confederazione di riunirsi ancora una volta, nel nome di Bruder Klaus.
Scrive lo storico: "Quando ebbero mangiato ed erano pronti a ripartire, giunse di corsa dall'eremo di Bruder Klaus, in un bagno di sudore, il Signor Heimo, che si lancio in tute le locande e con le lacrime agli occhi supplicò i delegati di riunirsi ancora una volta nel nome di Dio e di Bruder Klaus e di ascoltare il consiglio di Bruder Klaus". Si tratta di una scena impressionante: tutti quegli uomini pieni di rabbia e di preoccupazioni, che stavano già sellando i cavalli per la partenza, frustrati da giorni di negoziati infruttuosi e di animosità, con un prete ansimante e trafelato che li pregava con le lacrime agli occhi di sedersi ancora una volta intorno a un tavolo nel nome di Bruder Klaus. E ci riuscì. Già solo questo è incredibile, testimonianza dell'autorità morale del vecchio eremita isolato nella sua gola.
Continua Schilling: "Il messaggio che recava non fu divulgato a tutti. Bruder Klaus aveva ordinato al Signor Heimo di comunicarlo esclusivamente ai Signori della Dieta" Si riferiva qui ai delegati dei Cantoni Uri, Svitto, Untervaldo e Lucerna, probabilmente visto che in caso di convocazione di un tribunale arbitrale avevano la responsabilità di conciliare le parti in conflitto. Ma erano anche incaricati di incoraggiare trattative mirate alla ricomposizione, per evitare la soluzione estrema delle vie giudiziarie.
Erano le cinque di sera del 22 dicembre 1481, il giorno di San Tommaso.
Forse ora non piangeva solo il parroco Amgrund, ma questa volta le lacrime erano di sollievo. La gioia era così grande " che tutte le campane risuonarono e i sacerdoti cantarono le lodi di Dio onnipotente e anche del buon Bruder Klaus, che si era adoperato con tanta dedizione e serietà perché tutto si concludesse in amicizia", scrisse poco tempo dopo il governo del Canton Svitto al Consiglio di Rapperswil, erano stare suonare le campan erano celebrate messe.
La città di Soletta inviò a Bruder Klaus una lettera di ringraziamento: "Siamo stati informati di come avete ristabilito la pace, la tranquillità e l'unita in tutta la Confederazione per mezzo della grazia di Dio onnipotente e della sua Madre misericordiosa". E a fine dicembre Soletta scrisse al governo della città di Mulhouse, sua alleata, di far suonare a festa anche le sue campane e di cantare inni di lode durante le messe perché finalmente era stata raggiunta la pace. "Bruder Klaus ha operato bene", diceva la lettera.
La lettera ai bernesi
La zampa dell’orso
Nicolao spirò circondato da amici e parente nella sua cella il 21.03.1487Il giorno successivo alla morte, dopo una lunga notte, Dorothea si recò sulla tomba del marito. È verosimile che ci fossero dei parenti ad accompagnarla giù fino a Sachseln per pregare sulla tomba di Bruder Klaus, anche se la leggenda vuole che fosse sola.
Improvvisamente si accorse che le correva dietro un uomo vestito come un messaggero, con il farsetto grigio, che a volte era ricamato con l'emblema del committente, un bastone e un astuccio per le lettere. In ogni caso Dorothea identificò quell'uomo come un messaggero e non ne fu sorpresa. Tutti conoscevano suo marito, e probabilmente quell'uomo era venuto a portarle la lettera di condoglianze di un personaggio pubblico o di qualche gran signore. Perciò si fermò e aspettò di ascoltare che cosa avesse da dirle. Le sue parole, tuttavia, furono molto strane.
Per prima cosa la salutò, e poi le disse di avere appena incontrato suo marito. Dorothea trasali. Si stava prendendo gioco di lei? Klaus era morto, quel messaggero doveva essersi confuso. Ma continuò a raccontare di averlo visto su a Flüeli, in piedi su una roccia e circondato da un'aura luminosa, con in mano uno stendardo raffigurante una zampa d'orso. Grazie alla perseveranza di quell'uomo valoroso, ora tutte le avversità erano state superate: furono queste le solenni parole del messaggero. Quindi si voltò e andò via, lasciandosi alle spalle un'interdetta Dorothea. Una zampa d'orso: per Dorothea si trattava di un messaggio chiaro. Chi uccideva un orso diventava un eroe e poteva appenderne la zampa sulla porta di casa, a dimostrazione del proprio coraggio. L'orso significava coraggio, ma simboleggiava anche la resurrezione. Klaus le aveva raccontato di una visione avuta poco prima di lasciare la loro casa.
I miracoli post mortem
La gamba storpia
Nella sua biografia, Wölflin elencò trenta presunti miracoli avvenuti a pellegrini giunti a Sachseln per visitare la tomba di Nicolao della Flüe. Molte malattie, in particolare febbri, erano state guarite per intercessione di Bruder Klaus. A quel tempo la febbre era pericolosissima e poteva avere esiti fatali. Malati e disperati giungevano anche da molto lontano per invocare un miracolo presso la tomba di Bruder Klaus. Un pellegrino era arrivato perfino dalla Danimarca: si trattava di un pescatore del Mar Baltico che soffriva di forti dolori e della paralisi di una gamba completamente storpiata, tanto che ormai riusciva soltanto a muoversi con le stampelle. Disperato, l'uomo aveva già compiuto un pellegrinaggio fino alla lontanissima Santiago de Compostela, sulla punta più occidentale della Spagna, per invocare la guarigione, ma senza alcun risultato.Una notte, durante la quale molti pensieri attraversarono la sua mente, aveva promesso di compiere un pellegrinaggio fino alla tomba del santo svizzero e si era subito sentito meglio, tanto da riuscire perfino a camminare con meno dolore.
Così si mise immediatamente in viaggio per l'Obvaldo, partecipò a una messa cantata nel Ranft e lasciò la sua offerta.
Sotto gli occhi di numerosi testimoni, la sua gamba storpiata si trasformò, ritornando diritta, e ogni dolore sparì: completamente guarito, posò le stampelle a terra e lodò Dio, colmo di commozione.
A quattro zampe
Una donna di Norimberga di nome Elisabeth Oeler soffriva ormai da quattordici anni di una malattia ginecologica "molto più violenta di quanto la natura umana possa sopportare", tanto che ormai non era neppure più in grado di stare in piedi ma doveva muoversi a quattro zampe. Quando fece voto di andare in pellegrinaggio alla tomba del Bruder Klaus, la sua condizione migliorò immediatamente, tanto che poté intraprendere il pellegrinaggio nel Ranft come promesso e, ai piedi della tomba, ringraziare l'eremita per la sua intercessione. Giungeva da Norimberga anche un ebreo battezzato cristiano che soffriva di "fuoco di Sant'Antonio", ora noto come Herpes zoster. Questa infiammazione della pelle lo tormentava con bruciori così violenti che nessuno era stato in grado di alleviarli. Fece perciò voto di recarsi in pellegrinaggio alla tomba di Bruder Klaus: una volta arrivato, non appena lasciata la sua offerta si ritrovò libero dal dolore e finalmente guarito. L'uomo si disse disposto a confermare questo racconto anche sotto giuramento.Crisi epilettiche
Miscellania di miracoli
Qualcosa di simile avvenne alla moglie di Thomas Müller di Brienz. Colpita da una strana ulcera sulla lingua, da quattro settimane ormai non riusciva più ad articolare neanche una parola. Così fece voto di andare in pellegrinaggio fino alla tomba di Bruder Klaus. Giunta nel Ranft, non appena adempiuto il suo voto fu completamente guarita e di nuovo in grado di parlare normalmente.Ueli Fuchs, della valle dell'Emmental, soffriva probabilmente di una fortissima emicrania, perché da molti giorni si sentiva come se un cerchio di ferro gli stringesse la testa e qualcuno gli avesse conficcato due grossi chiodi nelle orecchie. Nella sua testimonianza leggiamo che temeva ormai di impazzire per il dolore. Dopo il pellegrinaggio alla tomba di Bruder Klaus, però, fu completamente guarito.
Anche Heini Stulz di Stans, che soffriva di una grave eruzione cutanea, s'inginocchiò davanti alla tomba dell'eremita: all'improvviso senti come un forte scoppio nell'orecchio destro e le sue condizioni migliorarono immediatamente. Nella sua testimonianza dichiarò di essere convinto che Bruder Klaus meritava la canonizzazione.
Dai tanti resoconti di sofferenze dovute a malattie o incidenti è evidente quanto dolore dovessero patire i malati dell'epoca, senza poter fare molto per alleviarlo. Oggi vi sono farmaci per quasi ogni genere di malattia o dolore, ma nel Medioevo essere colpiti da disabilità, piaghe, fratture, ernie intestinali, calcoli renali, malattie venose, emorragie, convulsioni, raffreddori, tumori, cecità, semiparalisi, infiammazioni, appendiciti o dolori di qualsiasi natura era una condanna pressoché ineluttabile. I genitori si ritrovavano ad assistere impotenti alla sofferenza dei figli. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che per disperazione tanti decidessero di affrontare a piedi il lungo e faticoso viaggio fino a Sachseln per chiedere una grazia a Bruder Klaus. Può tutt'al più essere sorprendente che alcuni di questi pellegrini abbiano effettivamente ottenuto la grazia richiesta, come ricordano i numerosi ex voto lasciati alla chiesa di Sachseln.
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