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Nicolao della Flüe: la vita

Pretenzioso, pericoloso e sicuramente sminuente cercare di trascrivere la vita di un Santo come Nicolao della Flüe in un misero post. Può forse servire a farsi un idea, (che nemmeno io avevo) del personaggio ma per una sua comprensione più approfondita ed accurata consiglio libri ad essi dedicato.

Come punto di riferimento 

Personalmente Nicolao é il personaggio storico a cui penso più spesso, lo penso quasi ogni giorno; la sua presenza nei mei pensieri non é dovuta al lato religioso ma semplicemente alla sua scelta di vita: il suo voler ritirarsi, in un certo senso, deluso e stufo della vita nella società. L'episodio dei giudici corrotti (vedi sotto) ne é un buon indice di comprensione. 
Quando allora mi capita di pensarlo? Lo penso nei momenti difficili, nei momenti in cui incappo in grandi difficoltà provocatemi dal prossimo, da un atteggiamento che complica e rende maledettamente difficile un esistenza comunque già pregna di difficoltà. Immaginarmi eremita, in un posto isolato, completamente all'oscuro di guerre, epidemie o anche più semplicemente dal collega stressante e irriverente non é forse un obiettivo che tutti noi vorremmo? Già ma quale prezzo siamo pronti a pagare per ottenerlo? Potrei  interpretare come semi eremiti tutte quelle persone che mollano il lavoro in città per spostarsi in qualche vallata isolata vivendo dei prodotti della natura. Allora perché non la fai? Lo paragono un po' a tutte quelle miriadi di fanciulle che dicono di voler far volontariato in Africa, alla fine dei conti tanti lo dicono ma ben in pochi passano alla parte pratica

Il santo ritratto nel 1560
Originale nell'archivio di stato di Obvaldo

La torre bianca

Nicolao crebbe in una buona famiglia con un buon tenore di vita, la famiglia di Niklaus von Flüe non faceva parte delle famiglie dominanti di Obvaldo fino al 1483, ma era considerata un libero agricoltore con una proprietà terriera esente da decime. A giudicare dalle due case sopravvissute nell'odierna Flüeli, la famiglia von Flüe era una delle famiglie di agricoltori più ricche del XV secolo.

Fin da piccino Nicolao manifestava una propensione diversa da quella dei suoi coetanei, si ritirava spesso in un angolo a pregare mentre i suoi amici erano intenti a giocare. 

Nicolao scappa dai compagni di gioco e va nella chiesa di Dio 
(dipinto nella cappella del Ranft superiore)

Un giorno poi ebbe una delle sue prime visioni: il giovane von Flüe si trovava nei boschi della gola di Ranft a pochi metri dalla sua casa, ai margini di Flüeli, che scendeva ripida fino al fiume Melchaa. Forse il ragazzo era andato nel bosco a fare legna, a caccia o a pregare. Più tardi riferirà mentre si trovava nel bosco scosceso, improvvisamente aveva visto una torre bellissima, alta fino al cielo. Allora il giovane non capì che quel sogno a occhi aperti era un invito a stabilirsi in quel luogo. A quella spiegazione sarebbe arrivato solo trentaquattro anni dopo; per il momento diede un'altra interpretazione.

A 16 anni Nicolao vede una torre alta e bella innalzarsi al Ranft.
 Lui stesso deve diventare una torre per la sua patria
(dipinto nella cappella del Ranft superiore)

Nicolao guerriero

All'età di 43 anni, Niklaus partecipò a diverse campagne, come la Vecchia Guerra di Zurigo (1436-1450), passata alla storia come la guerra civile tra i Confederati. Niklaus servì come Rottmeister, capitano e guardiamarina. Oggi gli storici si interrogano sul suo ruolo nei conflitti bellici.

Probabilmente egli partecipò alle seguenti battaglie:

1443: battaglia presso la fortificazione Letzi di Hirzel
1443: scontro a San Giacomo sulla Sihl
1444: massacro al lago di Greifen
1444: battaglia di San Giacomo sulla Birsa
1445: scaramuccia di Pfäffikon

Al Greifensee

Se Murten fosse caduta nel giugno 1476, la sua guarnigione avrebbe probabilmente avuto una sorte simile a quella di Greifensee il 28 maggio 1444. Nell'ambito della "Vecchia Guerra di Zurigo", alla quale Fra Nicolao partecipò come capitano, i popoli della Svizzera centrale avevano assediato la città zurighese e l'avevano costretta ad arrendersi. Le comunità di guerrieri vittoriose si divisero tra la dura minoranza degli abitanti di Svitto e Lucerna, che erano favorevoli a bruciare la guarnigione di 70 uomini, e la maggioranza "morbida", tra cui gli abitanti di Unterwald, che erano favorevoli alla decapitazione. Alla fine, dieci tra i più anziani e i più giovani furono risparmiati. L'eventualità che von Flüe fosse stato lì ha creato molto disagio agli autori della sua storia di vita. Essi hanno poi sottolineato che durante la guerra era stato felice di "andarsene in disparte".

Il primo biografo ufficiale, l'umanista bernese Heinrich Wölflin, scrisse, senza menzionare specificamente Greifensee: "Nikolaus non partecipò mai alle guerre senza un ordine delle autorità. Era il più grande amico della pace; ma quando si trattava di combattere per la patria, non voleva che i nemici potessero impudentemente vantarsi a causa della sua inattività; ma non appena le loro forze crollavano e venivano superate, li esortava con enfasi a risparmiarsi"
Altri sostengono addirittura che i dieci uomini graziati dovessero la loro vita a von Flüe. Probabilmente questa affermazione sopravvalutava la sua influenza all'epoca.

Nicolao von Füe nell'accampamentoi militare. Erni Anderhalden scrive nella cronaca parrocchiale di Sachseln nel 1488 come Fratel Nicolao abbia sempre amato la moderazione, punito l'ingiustizia, recato il minor danno ai suoi nemici, anzi li abbia sempre protetti
(dipinto nella cappella del Ranft superiore) 

La cittadina di Diessenhofen si difese strenuamente

.....poi i confederati tornarono in Turgovia, dove ne frattempo erano arrivati gli altri contingenti, tra cui quello dell'Obvaldo, forse con Nicolao della Flue e il suo vessillo, davanti a Winterthur si schierarono 16.000 uomini. Una parte si spostò a Diessenhofen, in una località dove si trovava il monastero femminile di St. Katharinental, oggi trasformato in clinica.

Circa un secolo e mezzo dopo - un periodo abbastanza lungo perché si formassero saghe e leggende - due uomini riferirono una storia che avevano sentito, secondo la quale l'allora badessa del monastero, Ursula von Rappenstein, raccontò che i confederati erano andati a Katharinental e si erano consultati per decidere se dovessero incendiare la chiesa e il monastero. Tra loro si trovava Nicolao della Flüe che, dopo aver pregato a lungo davanti a un crocifisso, ammonì severamente i suoi. Il nemico si sarebbe ritirato presto, disse, e in quel luogo sarebbero potute accadere molte cose buone.

Secondo la badessa, von Flue fece quella predizione animato da uno spirito profetico. I confederati gli diedero ascolto, lasciarono stare il monastero e lo usarono solo come quartier generale per l'assedio di Diessenhofen. Secondo questa tradizione, è certo che Nicolao della Flue partecipò a quella spedizione.

La tavola meditativa

Nicolao non sapeva leggere o scrivere nel 1487, La tavola di meditazione di Nicolao della Flüe è ancora oggi una testimonianza pittorica davvero unica che il Santo adottò come manifesto della sua esperienza spirituale.

La struttura di base dell’immagine è un cerchio (il divino) inscritto in un quadrato (il terrestre, l’umano). Il suo movimento parte dal centro e riporta al centro. Esercita una forza ordinatrice e concentrante sull’osservatore e permette l’accesso alla spiritualità di Bruder Klaus. Come motivo religioso, non esiste una figura geometrica identica prima di lui, quindi consideriamo Nicolao della Flüe come il creatore di questo mandala più semplice possibile.

«Vedi questa figura?» chiese ad un visitatore, spiegando: «Questo è il modo in cui è l’essere divino. Il centro è la Divinità indivisa». La potenza divina emana da questo centro, abbraccia il cielo e tutto il mondo, riconduce in esso, ed è indivisibile nella potenza eterna. Dio era e rimase per lui il centro del suo pensiero e del suo agire.

Tavola di meditatione presente nella cella dell'eremo

In origine la tavola della meditazione era molto semplice, illustrata tra il 1475 e il 1480 e donata a Fratel Nicolao.

Gli incarichi pubblici e i giudici corrotti

Nicolao assunse importanti incarichi pubblici nel 1459, giudice, consigliere e delegato alla dieta.
Proprio durante il periodo in cui Nicolao era giudice, andarono persi i protocolli del Consiglio del Canton Obwaldo. Sono tramandate tre iniziative politiche: nel 1417 egli processò il Parroco di Sachseln, avido di denaro; nel 1459 fu chiamato ad autenticare la copia di un documento ufficiale; nel 1462 fece da mediatore nella disputa tra Stans e il Monastero di Engelberg. Quando venne concesso il diritto di cittadinanza obwaldese a giocolieri di finanza internazionale, ovvero a Mötteli nel 1465 e all'imbroglione Koller dell'Alto Adige nel 1466, Nicolao della Flüe rinunciò al suo incarico politico.

L'episodio dell'orto fu forse la goccia che fece traboccare il vaso. Un contadino in difficoltà economica lascia un orto di sua proprietà come pegno. Quando il perdiodo di crisi finanziaria é risolto e chiede di riavere l'orto lasciato in pegno non viene soddisfatto. San Nicolao é molto amareggiatto da quest'ennesima ingiustizia. Si tratta dell'episodio in cui Nicolao vede uscire fiamme dalla bocca dei giudici ingiusti

Il giudice Nicolao vede uscire fiamme dalla bocca dei giudici ingiusti
(dipinto nella cappella del Ranft superiore)

Lo sfondo dell'immagine rivela che Nicolao attingeva la sua saggezza politica dalla preghiera. Anche più tardi, come eremita, il suo sguardo penetrava subito nei cuori delle persone e gli permetteva d'intuire velocemente con quale intenzione esse venivano da lui al Ranft.

Prega sempre di più, lascia le cariche pubbliche durante il mandato senza aspettarne la fine per gettare la spugna

Il pellegrinaggio

Dopo due anni di lotta, il cinquantenne Nicolao decise di seguire la sua voce interiore. Parte da pellegrino il 16 ottobre 1467, con il consenso di sua moglie lasciando tutto quello che gli era caro e importante: moglie, famiglia, fattoria, consegnando tutta la sua vita a Dio. Il figlio più piccolo, Nicolao, era ancora nella culla. Quelli più grandi però erano già maggiorenni. Essi, assieme a Dorotea, si occuparono della fattoria e della famiglia.
Per Nicolao il consenso di Dorotea fu sempre una «grande grazia», senza la quale non avrebbe potuto seguire la sua strada. Il «Si» di Dorotea è dimostrato anche dal fatto che lei confezionò per lui l'abito del pellegrino tessendolo con le sue mani

Innumerevoli le tele che rappresentano il momento della partenza e distacco dalla famiglia di Nicolao

L'idea di Nicolao é di avventurarsi veso nord quindi procede nella direzione di Basilea, arriva a Liestal e alla sera avvista una luce rossa; chiede ad un contadino che gli dice che in Alsazia nessuno lo conosce e nessuno lo aiuterà, inoltre i Confederati hanno appena fatto la battaglia a Basilea (San Giacono della Birsa), i francesi non vedono di buon occhio gli svizzeri
Durante la notte ha un sogno, dall'alto una luce lo colpisce, da quel momento non mangerà più.

La visione di Liestal, 1467. Da questo momento Nicolao non sentirà più né fame né sete.
Pittura situata nella cappella superiore del Ranft, 1821

Decide quindi di tornare al paese, la prima notte dorme nella stalla, di nascosto, all'insaputa di tutti, poi si rifugia su un alpe, i cacciatori lo scoprono e avvisano il fratello.
Sempre più gente va a visitarlo, lo infastidiscono, si decide a rientrare vicino a casa e si insedia proprio nel posto dove molti anni prima aveva visto una torre bianca, esso non era nient'altro che il luogo indicatogli da Dio dove installarsi

Il vescovo fa mettere due guardie per verificare che non si tratti di un eretico e che effettivamente non mangi. Dopo poco tempo il test é superato, i compaesani gli costruiscono una chiesa e poi la sua cella

Nella cella non vuole nulla, dorme sul pavimento, usa un sasso come cuscino
Accetta solo di avere una pigna al piano inferiore

Il digiuno

Arriva un emulatore dalla Germania, Ulrich, si mette sotto una roccia, poi anche a lui gli costruiscono un eremo, Ulrich a differenza di Nicolao resiste solo 13 giorni senza mangiare poi cede.
Basso, pelato, con la barba e grassoccio, Ulrich si dimostra molto colto e viene visitato spesso da Nicolao e dagli altri

Demone molesta Nicolao

Il vescovo Thomas va a controllare di nuovo che Nicolao non sta imbrogliando a proposito del suo ascetismo, Adrian von Bubenberg (si proprio lui, l'eroe di Morat) arriva prima per assistere all'incontro.

Il vescovo sforza Nicolao a mangiare tre pezzi di pane, Klaus fa fatica, dopo il secondo Von Bubenberg dichiara che se Bruder Klaus fosse morto a causa del terzo pezzo di pane anche la vita del vescovo Thomas sarebbe stata accorciata. Il vescovo non insiste. In seguito le minacce di von Bubebenberg arrivarono a Roma ma fu condannato solo quando era già ormai morto.

Il Vescovo ausiliare di Costanza esamina il digiuno miracoloso di Fra Nicolao. (27 .4. 1469).

Alla fine della visita concede indulgenze a chi si presenterà alla cappella con cuore pentito:, 40 giorni per peccate mortali e 1 anno per quelli mortali.
Orde di Pellegrini accorrono, Nicolao é riconosciuto autentico. Per essere santi occorre essere morti e lo si può diventare creando miracoli o per martirio. 

L’aria grassa

Peter Numagen (* intorno al 1450, forse a Treviri; † 6 novembre 1515 a Zurigo) è stato un ecclesiastico, letterato e notaio svizzero. Probabilmente proveniva dalla comunità della Mosella di Neumagen e fu educato all'Università di Basilea nel 1476/1477.
Numagen  compì un viaggio fino alla gola del Ranft per conoscere di persona il famoso eremita svizzero. Poco dopo questa visita, avvenuta nell'inverno del 1482/1483, scrisse una relazione su Bruder Klaus commentando in modo dettagliato e prolisso la sua astensione dal cibo e il modo in cui aveva lasciato la sua famiglia.

Il resoconto di Numagen era basato sulle proprie osservazioni e sulle informazioni raccolte sull'eremita. Come possibile spiegazione per gli anni di digiuno di Klaus ipotizzò che «malasse un'aria più grassa", La gola del Ranft era infani un luogo nebbioso, dunque con un'aria più sostanziosa. Per questo Bruder Klaus era in grado di vivere d'aria. Una per sona normale aveva bisogno di meno aria per vivere rispetto a Klaus, tant'è vero che, spiegava Numagen, se si mangia qualche boccone quando c'è nebbia,"quando lo stomaco rigurgita al termine del pasto, ne viene fuori del vapore. E questo respinge indietro la nebbia che vorrebbe entrare" Uno stomaco pieno, quindi, poteva accogliere meno aria rispetto a uno stomaco vuoto. Di conseguenza Bruder Klaus aveva bisogno di più aria rispetto alle altre persone. 

Numagen aveva osservato che Bruder Klaus distoglieva il volto quando il suo ospite, ossia lui, parlava. E a spiegazione di questo comportamento adduceva che l'olfatto di un uomo che vive senza cibo non fosse abituato alle esalazioni di cibo provenienti dalla bocca di chi parlava, e che esse probabilmente gli sembravano come se "andassimo in giro con il letame addosso"

Numagen scrisse anche che girava voce che l'eremita mangiasse di nascosto, "perché non risulta che abbia mai dichiarato a qualcuno di vivere senza cibo. E anzi, di tanto in tanto era stato visto mentre si lavava i denti o beveva alla riva del fiume". Tuttavia non dava eccessivo peso a queste dicerie, constatando che il solo fatto di lavarsi i denti non fosse ancora la prova di avere mangiato qualcosa. La sporcizia tra i denti non sarebbe infatti formata da avanzi di cibo, ma un prodotto della decomposizione delle gengive. Numagen sottolineava come fosse opinione comune che Bruder Klaus non assumesse davvero cibo né bevande.

L’aspetto

Testimonianza  #1

A cinquant'anni passati, Klaus non aveva i capelli grigi ma ancora scuri e una lunga barba bipartita al centro. Il suo viso era allungato, scurito dal sole e dall'aria e "ben formato", come riferiscono i testimoni. Teneva spesso la bocca semiaperta, come se fosse sorpreso. Aveva ancora tutti i denti, e si diceva che fossero bianchissimi. Le vene del collo e delle mani sporgevano tanto che la gente diceva che vi scorreva non sangue ma aria. Gli occhi erano "trasparenti", quindi molto probabilmente grigio-azzurri, ma erano circondati da un bianco straordinariamente luminoso. La pelle, scurita e indurita, appariva come ricoperta da un velo di polvere. Bruder Klaus parlava lentamente, la sua voce era profonda. Gli stranieri gli attribuivano un tedesco dolce, corretto, e tutti lo descrivevano come gentile, se non addirittura lieto. Accoglieva i visitatori porgendo la mano e dicendo: "Benvenuto"

Testimonianza  #2

Benché fosse di carattere mite, molti testimoniarono di essersi spaventati vedendolo la prima volta, magro, non lavato e con la barba e i capelli incolti. Bruder Klaus se ne accorgeva e con l'andare del tempo si mise a riflettere sul perché mettesse paura alla gente, quando non aveva cattive intenzioni. Infine trovò una spiegazione e attribuì il suo aspetto poco rassicurante a una visione che lo aveva profondamente turbato. Gli era apparso un volto circonfuso da una luce talmente abbagliante che egli rimase impietrito dallo spavento e temette che il suo cuore andasse in frantumi. Era stato come tramortito, aveva istintivamente distolto lo sguardo ed era caduto a terra. Da allora aveva assunto egli stesso un aspetto inquietante e spaventoso.

Rappresentazione del santo su una decorazione in vetro per il la festa cantonale di tiro di Obvaldo del 1932 - Museo del tiro Berna

Testimonianza  #3

Per verificare le voci che correvano su di lui, Waldheim e il suo servo, Kunze von Bingenheim, toccarono Bruder Klaus cinque volte. Si vede che Waldheim non trattava il suo servo con sufficienza: al contrario, lo nomina e lo rende partecipe della sua indagine come testimone. " Prima che andassi da Bruder Klaus mi era stato detto che il suo viso era esangue e pallido, come quello di un morto che viene messo nella tomba. Che era sempre di umore triste e mai lieto. Invece io dico che non riscontrai in lui nulla di tutto questo. Per prima cosa era naturalmente caldo, come tutti gli altri uomini. Il suo volto non era giallo né pallido, ma aveva un colorito naturale, come ogni altra persona viva, sana e normale". Quanto alle voci che lo volevano serio e depresso, scrive: "Bruder Klaus non è un uomo triste, anzi, in tutti i suoi discorsi nel portamento e nei gesti lo abbiamo visto affabile, espansivo, allegro e soprattutto gentile".

Testimonianza  #4

Lobkovic era stato allevato nella dottrina hussita, ma durante gli studi universitari a Bologna si era convertito al cattolicesimo. E a lui l'amico Peter Schott il giovane, che nel 1482 era stato insieme al padre in Untervaldo e probabilmente aveva visitato anche Engelberg, scrisse qualche tempo dopo di Bruder Klaus: "Era un uomo dai capelli spettinati ma dal volto nobile, reso grinzoso dalla magrezza e come cosparso di polvere, che ricopriva le sue membra lunghe e magre con un unico indumento".

Il dipinto più antico di Bruder Klaus, 1492, olio su legno, grandezza naturale. Poco dopo la morte dell' eremita ornava l'altare principale della chiesa gotica di Sachseln, molto prima della beatificazione.
Quando il culto fu finalmente autorizzato nel 1669, la vecchia chiesa parrocchiale dovette lasciare il posto a una nuova chiesa più grande, l'attuale, e l'altare gotico del 1492 sparì. Solo nel 1945 il dipinto riapparve in una casa contadina dove era servito come parete posteriore di un armadio a muro! Oggi è custodito nel museo di Sachseln.

I miracoli

La gamba di cera

L'uomo raccontò loro che già da tempo soffriva di forti dolori e disagi a una gamba, che con il tempo non facevano che peggiorare. Così, un anno prima, pregando la "nostra Signora" fece voto di far realizzare una gamba di cera e compiere un pellegrinaggio fino al Ranft, dove offrire questa gamba come ex-voto. Subito dopo questa promessa, il dolore all'arto malato era effettivamente sparito.

Ma Brändli rimandò troppo a lungo il pellegrinaggio: essendo un politico con mille cose da fare, si affannò a recuperare tutto il tempo perso a causa della gamba dolorante. Per un anno era tutto andato bene, ma poi il dolore era tornato, e stavolta più forte di prima. Solo ora Brändli si rese conto di aver fatto una promessa e di non averla mantenuta, e così si decise a far realizzare la gamba di cera e a compiere il suo pellegrinaggio fino al Ranft. Brändli, pentito del suo errore, supplico Bruder Klaus di pregare comunque per lui. E come Bachthaler raccontò più tardi, Bruder Klaus lo fece senza indugio, avendo evidentemente capito che Brandli era sincero e che provava un pentimento autentico. Fu allora che accadde il miracolo. Non appena Bruder Klaus ebbe iniziato a pregare, il landamano Brândli si sentì improvvisamente guarito, liberato da ogni dolore. Gli abitanti di Sachseln avevano visto scendere nella gola del Ranft un uomo zoppicante e ne rispuntava uno sano come un pesce. Grande fu la meraviglia.

Un pellegrino sul cammino di Compostela in visita a Bruder Klaus nel Ranft. Xilografia tratta da "Cronaca svizzera" di Johannes Stumpf, 1548, Biblioteca nazionale, Berna

L'incendio di Sarnen

Nel 1468 un incendio distrusse 22 case nel nucleo del villaggio, tra cui anche il palazzo del Consiglio in legno.
Incendio di Sarnen del 1468, ex voto del 1790

Secondo la leggenda, per intercessione di San Nicolao venne spento l’incendio che stava bruciando Sarnen.

I tre consigli

Nicolao é visitato da teologi, monaci, principi e tanta gente semplice del luogo ed estera a cerca di un consiglio. Fa spesso da mediatore nelle contese ed esorta alla pace.
Secondo Gundelfingen, Bruder Klaus aveva lasciato ai confederati tre importanti raccomandazioni.

In primo luogo, non dovevano permettere la svendita della loro nazione in cambio di "doni di stranieri". Il riferimento è ai sovvenzionamenti elargiti dalle potenze vicine che, in cambio di generose pensioni, si procuravano presso i politici locali il diritto di reclutare soldati mercenari per le loro guerre. Si trattava di un avvertimento che Klaus aveva già lanciato anni prima, quando la Francia assoldò numerosi mercenari confederati. Tuttavia il suo richiamo restò una voce nel deserto, visto che perfino i suoi figli Hans e Welty risultarono, dieci anni dopo la scomparsa del padre, beneficiari di pensioni erogate da Milano.

Il secondo consiglio che Bruder Klaus diede ai suoi compatrioti fu di difendere il loro onore in qualunque decisione politica: in nessun caso la politica della convenienza doveva mettere a repentaglio l'onore.

Infine la terza esortazione ai confederati, secondo Gundelfingen, fu di diffidare dei cittadini " coinvolti in cattivi affari e che dichiarano guerra ai loro i vicini per cause futili".
Questo appello era stato verosimilmente lanciato a seguito degli affari Koller e Mötteli.

Soletta Friborgo e la comborghesia

Questo fu l'episodio più celebre di Nicolao, quello che lo portò poi ad essere ricnosciuto come eroe nazionale, il classico, salvatore della patria.


Le guerre di Borgogna sono vinte, il bottino é talmente grande che porta gli svizzeri a tensioni interne. Inoltre si deve affrontare il tema dei cantoni di Friborgo e Soletta che hanno preso parte al conflitto a fianco degli svizzeri ma che non fanno ancora parte dell confederazione. Veniamo ai fatti


Zurigo, Berna e Lucerna si allearono con Friborgo e Soletta sottoscrivendo un patto di "comborghesia perpetua" fondarono una coalizione separata, contrapposta ai cantoni rurali. Questa alleanza tra città avrebbe portato la Confederazione sull'orlo della scissione e consacrato definitivamente la fama di Bruder Klaus.

L'alleanza delle città, che agli occhi dei cantoni rurali acquistavano improvvisamente un potere enorme, turbò profondamente gli equilibri interni della Confederazione. Per di più, dal punto di vista giuridico, si basava su un inganno nei confronti dei cantoni rurali, rendendo la situazione incandescente. Infatti, l'alleanza separata venne stretta sotto forma di patto di comborghesia, che significava che le città riconoscevano tra loro i rispettivi cittadini. Era l'unico modo che permetteva la partecipazione di Lucerna, cui la vecchia alleanza tra i Paesi Forestali e i Cantoni primitivi proibiva esplicitamente di stringere alleanze autonome in politica estera. Lucerna si appellò invece al proprio diritto di accogliere i cittadini di altri luoghi senza limitazioni.
Fu su questa controversia che quattro anni dopo, nella famosa dieta di Stans, la Confederazione rischiò di spaccarsi.

Negli anni a venire i cantoni rurali cercarono con ogni mezzo di convincere Lucerna a recedere dal patto di comborghesia e a sciogliere l'alleanza delle città. Da parte loro, le città insistevano perché Friborgo e Soletta venissero integrate a tutti gli effetti nella Confederazione, allargandola cosi da otto a dieci cantoni. In tal modo le città avrebbero avuto molto più peso rispetto ai cantoni rurali. I negoziati fallirono l'uno dopo l'altro. Per le controversie che non si riusciva a risolvere in sede negoziale, il Patto federale del 1332 prevedeva un arbitrato, in cui gli uomini migliori e più saggi dei cantoni coinvolti si riunivano per decidere con "Minne und Recht", con amore e giustizia. Durante i lunghi anni delle controversie sui diritti di comborghesia furono tentati diversi arbitrati, nessuno dei quali andò a buon fine; e questo perché si temeva che un arbitrato, lasciando sempre insoddisfatta la parte perdente, comportasse il rischio di reazioni violente.

Pra proprio per evitare questo genere di confitti che Bruder Klaus esortava instancabilmente a negoziare una soluzione, la soluzione "peggiore" pacifica, diceva che quella dell'arbitrato era letteralmente
 alla quale ricorrere solo nei casi più difficili, e cioè solo ed esclusivamente quando proprio tutti i tentativi di mediazione erano falliti. Le teste calde della spedizione della folle vita incassarono il loro successo, le città si allontanarono sempre di più dai Cantoni rurali

Tre possibili soluzioni

Alle diete della fine dell'anno e dei primi del 1479 i cantoni rurali di Uri, Svitto e Untervaldo tornarono a protestare con forza contro la comborghesia, con la quale Lucerna minacciava di erodere la vecchia alleanza dei tre Paesi forestali. Per risolvere la crisi erano possibili tre strade: una conciliazione pacifica, una conciliazione legale attraverso un arbitrato o la guerra. 

La posizione di Bruder Klaus era inequivocabile: si doveva sempre cercare un accordo amichevole, dunque negoziare fino a raggiungere un compromesso. Solo quando tutte le possibilità di negoziato fossero state esplorate a fondo, solo quando ci si trovava definitivamente in un vicolo cieco, si doveva percorrere la via legale. "Lodava molto l'obbedienza e la pace. Esortava a mantenere la pace tutti quelli che venivano da lui, inclusi i confederati", scrisse più tardi il testimone Bonstetten. I compaesani obvaldesi dell'eremita invece erano divisi su come si dovesse procedere nei confronti di Lucerna

La dieta di Stans e la svolta in extremis

Degno di un film thriller il finale di questa disputa che vede protagonista Nicolao. I Cantoni decidono di ritrovarsi nella facilmente raggiungibile Stans per la Dieta che avrebbe dovuto portare una volta per tutte la parole fine alla questione di combroghesia e sui nuovi cantoni di Soletta e Friborgo.
Mentre é popolarmente riconosciuto il ruolo di Nicolao per la risoluzione dell'ingarbugliata matassa spesso ci si dimentica che senza l'intervento di Aimo Amgrund questo non sarebbe stato possibile

Si avvicinava il Natale. Forse per questa santa ricorrenza ci si poteva finalmente regalare la pace. Il 18 dicembre le delegazioni di tutti gli otto cantoni e delle contestate cita di Friborgo e Soletta si riunirono ancora una volta a Stans, insieme al loro seguito, per suggellare i nuovi accordi. Come protocollisti erano giunti da Lucerna i notai Johannes e Diebold Schilling, padre e figlio. Le trattative andarono avanti per tre giorni, ma la sera del 21 dicembre tutte le speranze rischiarono ancora una volta di naufragare: Soletta insisteva su una maggiore equiparazione, mentre i cantoni rurali temevano un indebolimento della loro posizione.
Gli umori erano più cupi che mai, e ai rancori si aggiunse ora anche la delusione, perché l'accordo sembrava quasi cosa fatta e l'imminente Natale si prospettava come una vera celebrazione di gioia. I delegati si ritirarono a dormire nelle locande sperando che la notte portasse consiglio, ma ormai era chiaro a tutti che il giorno seguente sarebbero di nuovo tornati a casa con un nulla di fatto. E peggio ancora: il cronista Schilling era convinto che la guerra fosse vicina, tanto erano incattiviti gli animi. Si dice sempre che Bruder Klaus abbia salvato la Svizzera dalla disgregazione, ma a dire il vero vi fu anche un'altra figura senza la quale l'eremita non avrebbe potuto far arrivare la sua influenza a chi di dovere: Heimo Amgrund, il parroco di Stans.
Amico di lunga data e confidente di Bruder Klaus, Amgrund era stato trasferito soltanto un anno prima da Kriens, piccolo centro alle porte di Lucerna, a Stans. Secondo la cronaca di Schilling, quella sera era molto tormentato, non riusciva a trovare pace e fini per alzarsi nel cuore della notte si sentiva certo che un ennesimo fallimento dei negoziati sarebbe sfociato nella guerra civile. Oggi questo timore é discutibile.

La possibilità di una guerra che avrebbe segnato la fine della Confederazione è oggi considerata improbabile dagli storici. In Svizzera si erano già verificate guerre civili a passato, e altre ve ne sarebbero state durante la Riforma, ma la Confederazione non si era mai sciolta. Certamente, tuttavia, in quel momento storico questi timori erano del rutto comprensibili: il pastore si trovava nel mezzo di quegli avvenimenti, sapeva cosa pensavano quegli uomini, aveva visto i loro volti cupi e sentito le loro parole e i loro litigi.
Amgrund non vedeva che una via d'uscita: Bruder Klaus. In quanto semplice parroco, non possedeva un cavallo. Inoltre era buio, ma per fortuna non c'era neve. Così si mise in cammino percorrendo a piedi i quasi diciassette chilometri e i cinquecento metri di dislivello in salita per raggiungere la gola del Ranft, correndo nell'oscurità della notte. Conosceva la strada, essendo stato spesso a trovare il suo amico eremita, e così percorse vie e sentieri quasi istintivamente, per tutta la notte, con il passo più veloce che le sue gambe potessero concedergli.
Neppure quattro ore dopo, era alle porte dell'eremo. Senza fiato illustrò a Bruder Klaus la precarietà della situazione e si consultò a lungo con lui. Al mattino, mentre Amgrund era già sulla via del ritorno dal Ranft, i delegati si sedettero per l'ultima volta al tavolo delle trattative, constatarono con rabbia e astio il fallimento dei negoziati e si prepararono a ripartire. Come scrisse Schilling, questa volta i delegati erano fermamente dell'idea di mobilitare i loro cantoni. Molti Stavano già sellando i loro cavalli quando giunse di corsa, sudato e trafelato, il parroco Amgrund che si precipitò da una locanda all'altra pregando quegli uomini provenienti da tutti gli angoli della Confederazione di riunirsi ancora una volta, nel nome di Bruder Klaus.

 Una tavola della Amtliche Luzerner Chronik del 1513 di Diebold Schilling il Giovane, che illustra gli eventi della Dieta di Stans del 1481.

In alto: un sacerdote di nome Heini am Grund fa visita a Niklaus von Flüe per chiedergli un consiglio per salvare la fallimentare Dieta di Stans, dove i delegati dei cantoni rurali e urbani dell'Antica Confederazione Svizzera non riuscivano a trovare un accordo e minacciavano una guerra civile.

In basso: Am Grund tornò alla Tagsatzung e riferì il consiglio di Niklaus, in seguito al quale i delegati raggiunsero un compromesso. Am Grund viene mostrato mentre trattiene un ufficiale giudiziario che vuole andare a diffondere la notizia.

Scrive lo storico: "Quando ebbero mangiato ed erano pronti a ripartire, giunse di corsa dall'eremo di Bruder Klaus, in un bagno di sudore, il Signor Heimo, che si lancio in tute le locande e con le lacrime agli occhi supplicò i delegati di riunirsi ancora una volta nel nome di Dio e di Bruder Klaus e di ascoltare il consiglio di Bruder Klaus". Si tratta di una scena impressionante: tutti quegli uomini pieni di rabbia e di preoccupazioni, che stavano già sellando i cavalli per la partenza, frustrati da giorni di negoziati infruttuosi e di animosità, con un prete ansimante e trafelato che li pregava con le lacrime agli occhi di sedersi ancora una volta intorno a un tavolo nel nome di Bruder Klaus. E ci riuscì. Già solo questo è incredibile, testimonianza dell'autorità morale del vecchio eremita isolato nella sua gola.
Continua Schilling: "Il messaggio che recava non fu divulgato a tutti. Bruder Klaus aveva ordinato al Signor Heimo di comunicarlo esclusivamente ai Signori della Dieta" Si riferiva qui ai delegati dei Cantoni Uri, Svitto, Untervaldo e Lucerna, probabilmente visto che in caso di convocazione di un tribunale arbitrale avevano la responsabilità di conciliare le parti in conflitto. Ma erano anche incaricati di incoraggiare trattative mirate alla ricomposizione, per evitare la soluzione estrema delle vie giudiziarie.

Ricostruzione nel vecchio arsenale di Soletta della partecipazione di Nicolao alla dieta di Stans, al suo fianco Amgrund 

Ad oggi non ci è noto il messaggio che Bruder Klaus fece consegnare: tutti gli interessati mantennero il massimo riserbo. Amgrund ebbe bisogno di meno di un'ora per convincere gli uomini e farli parlare a loro volta con gli altri che aspettavano fuori. Nel giro di un'ora gli animi si erano rasserenati, era stata ripristinata la disponibilità al compromesso, tutti i delegati si sedettero di nuovo intorno a un tavolo e gli accordi, i cui documenti erano già stati predisposti, poterono finalmente essere siglati. Diebold Schilling descrive come suo padre, il notaio di Lucerna Johannes Schilling, venne incaricato di "fissare per iscritto gli accordi conclusi, cosa che avvenne quindi in tempi celeri. E così Friborgo e Soletta furono incluse in questo accordo (..)». La comborghesia fu abolita. Furono stipulati nuovi documenti che ora sono chiamati "Accordi di Stans" e quindi passarono alla storia come la Convenzione di Stans.



Se è vero che nelle integrazioni contrattuali le linee di confine entro le quali i vecchi cantoni erano tenuti a garantire aiuti militari alle nuove città furono definite a favore di queste ultime, in compenso i poteri dei nuovi cantoni urbani in materia di politica estera subirono alcune limitazioni: in caso di conflitti con l'estero avrebbero dovuto accettare gli accordi, ad esempio di cessate il fuoco o di pace, patteggiati dai confederati. La politica estera comune dei confederati sarebbe stata decisa senza le nuove città, e queste vi si dovevano attenere. Nel complesso la Convenzione di Stans portò un maggiore centralismo nella struttura di alleanze della Confederazione e un leggero consolidamento dei poteri delle autorità. Certo, si trattava di una struttura ancora ben lontana da quella di un moderno Stato federale ma almeno una soluzione era stata trovata, convalidata e suggellata. Finalmente era tornata la pace.
Erano le cinque di sera del 22 dicembre 1481, il giorno di San Tommaso.
Forse ora non piangeva solo il parroco Amgrund, ma questa volta le lacrime erano di sollievo. La gioia era così grande " che tutte le campane risuonarono e i sacerdoti cantarono le lodi di Dio onnipotente e anche del buon Bruder Klaus, che si era adoperato con tanta dedizione e serietà perché tutto si concludesse in amicizia", scrisse poco tempo dopo il governo del Canton Svitto al Consiglio di Rapperswil, erano stare suonare le campan erano celebrate messe.
La città di Soletta inviò a Bruder Klaus una lettera di ringraziamento: "Siamo stati informati di come avete ristabilito la pace, la tranquillità e l'unita in tutta la Confederazione per mezzo della grazia di Dio onnipotente e della sua Madre misericordiosa". E a fine dicembre Soletta scrisse al governo della città di Mulhouse, sua alleata, di far suonare a festa anche le sue campane e di cantare inni di lode durante le messe perché finalmente era stata raggiunta la pace. "Bruder Klaus ha operato bene", diceva la lettera.


L'aspetto stupefacente degli eventi di Stans è che Bruder Klaus possedeva evidentemente una tale autorità morale da convincere le parti in conflitto a sedersi nuovamente al tavolo dei negoziati su sua richiesta e nel suo nome senza che egli fosse neppure presente di persona, ma semplicemente affidandosi al suo messaggio. La prima frase del verbale finale del 22 dicembre parla da sé: "Innanzitutto vogliamo dare testimonianza della lealtà, del lavoro e dell'impegno prestato dal pio Bruder Klaus in questa vicenda. A lui deve andare il nostro sincero ringraziamento, come può confermare ogni partecipante a questo Consiglio". Lucerna, Soletta e Friborgo inviarono nel Ranft lettere di ringraziamento, denaro e regali. Ora le due nuove città erano di fatto parte della Confederazione, anche se dal punto di vista legale occorreranno ancora 45 anni per una loro equiparazione completa.

Nicolao alla dieta di Stans - cimitero di Flüelen

Il nuovo accordo portò alcuni cambiamenti in materia di politica estera. Diverse città che in precedenza avevano stretto alleanze o comborghesie particolari con singoli cantoni confederati vennero informate che da questo momento in poi erano considerate alleate della Confederazione nella sua interezza. Città come Rapperswil o Mulhouse si trovarono cosi da subito sotto la protezione dell'intera Confederazione, cosa che certo non poteva dispiacere.

La dieta di Stans del 1481. Disegno su tavola del 1810. Museo nazionale Zurigo

La lettera ai bernesi 

La filosofia, il Nicolao pensiero, emerge bene nella lettera di risposta a quella in cui i bernesi ringraziavano l'eremita per il suo intervento indiretto alla Dieta di Stans

Le parole della sua lettera del 1482 al consiglio di Berna possono essere lette come un'indicazione anche per i nostri percorsi di vita, anche se siamo già tutti persone illuminate, moderne, per così dire. Del resto l'essenza più intima dell'uomo, le sue domande sulla vita e sulla finitezza, il desiderio di compimento e la ricerca di senso non sono mai mutati nel corso dei secoli:
"Cercate dunque di fare questo, di conservare la pace e di proteggere le vedove e gli orfani come avete fatto finora.
Colui la cui felicità è maggiore sulla terra ne sia riconoscente a Dio, e allora la sua felicità sarà più grande anche in cielo. I peccati pubblici bisogna impedirli, e attenersi sempre alla giustizia. Dovete portare la passione di Dio nel vostro cuore, poiché per l'uomo è la più grande consolazione nella sua ultima ora. Molti uomini hanno dei dubbi riguardo alla fede, e il diavolo fa soccombere molti a causa della fede, il più delle volte proprio a causa di questa fede (incerta). Non bisogna però dubitare della fede, poiché è come è. E non vi scrivo questo perché penso che non abbiate la giusta fede, non dubito che siate buoni cristiani. Vi scrivo per avvertirvi, affinché, se lo spirito maligno vi tenta, gli resistiate ancor meglio, da cavalieri. È tutto. Dio sia con voi!
Io, Bruder Klaus della Flüe".

Muro a blocchi di Sarner, 1543
Dipinto con i santi Sebastiano, Barbara, Fra Nicola e San Giorgio.
Dalla demolizione di una casa a Sarnen

La zampa dell’orso

Nicolao spirò circondato da amici e parente nella sua cella il 21.03.1487

Il giorno successivo alla morte, dopo una lunga notte, Dorothea si recò sulla tomba del marito. È verosimile che ci fossero dei parenti ad accompagnarla giù fino a Sachseln per pregare sulla tomba di Bruder Klaus, anche se la leggenda vuole che fosse sola.

Improvvisamente si accorse che le correva dietro un uomo vestito come un messaggero, con il farsetto grigio, che a volte era ricamato con l'emblema del committente, un bastone e un astuccio per le lettere. In ogni caso Dorothea identificò quell'uomo come un messaggero e non ne fu sorpresa. Tutti conoscevano suo marito, e probabilmente quell'uomo era venuto a portarle la lettera di condoglianze di un personaggio pubblico o di qualche gran signore. Perciò si fermò e aspettò di ascoltare che cosa avesse da dirle. Le sue parole, tuttavia, furono molto strane.

Per prima cosa la salutò, e poi le disse di avere appena incontrato suo marito. Dorothea trasali. Si stava prendendo gioco di lei? Klaus era morto, quel messaggero doveva essersi confuso. Ma continuò a raccontare di averlo visto su a Flüeli, in piedi su una roccia e circondato da un'aura luminosa, con in mano uno stendardo raffigurante una zampa d'orso. Grazie alla perseveranza di quell'uomo valoroso, ora tutte le avversità erano state superate: furono queste le solenni parole del messaggero. Quindi si voltò e andò via, lasciandosi alle spalle un'interdetta Dorothea. Una zampa d'orso: per Dorothea si trattava di un messaggio chiaro. Chi uccideva un orso diventava un eroe e poteva appenderne la zampa sulla porta di casa, a dimostrazione del proprio coraggio. L'orso significava coraggio, ma simboleggiava anche la resurrezione. Klaus le aveva raccontato di una visione avuta poco prima di lasciare la loro casa. 


Tre nobiluomini gli erano apparsi profetizzandogli che sarebbe morto all'età di settant'anni e che nella vita eterna, come ricompensa per la sua perseveranza, avrebbe ricevuto il vessillo dell'esercito vittorioso e la zampa dell'orso. Questo ricordo le tornava ora in mente. Negli eserciti federali, tra l'altro, lo stendardo veniva affidato a un soldato particolarmente coraggioso, che non doveva lasciarlo cadere per nessun motivo.

Statua del santo nella chiesa di Sant'Osvaldo a Zugo nei rilievi laterali scene della vita dell'eremita: il giovane Klaus in preghiera mentre i compagni giocano, il suo leggendario salvataggio del monastero di Katharinenthal, Klaus come giudice o come consigliere, l'addio alla famiglia, la degustazione del cibo da parte del vescovo suffraganeo, l'adorazione del Santissimo Sacramento, in basso l'incontro a Stans, una cassetta reliquiario del santo in argento dorato, incastonata nella facciata dell'altare

I miracoli post mortem

La gamba storpia

Nella sua biografia, Wölflin elencò trenta presunti miracoli avvenuti a pellegrini giunti a Sachseln per visitare la tomba di Nicolao della Flüe. Molte malattie, in particolare febbri, erano state guarite per intercessione di Bruder Klaus. A quel tempo la febbre era pericolosissima e poteva avere esiti fatali. Malati e disperati giungevano anche da molto lontano per invocare un miracolo presso la tomba di Bruder Klaus. Un pellegrino era arrivato perfino dalla Danimarca: si trattava di un pescatore del Mar Baltico che soffriva di forti dolori e della paralisi di una gamba completamente storpiata, tanto che ormai riusciva soltanto a muoversi con le stampelle. Disperato, l'uomo aveva già compiuto un pellegrinaggio fino alla lontanissima Santiago de Compostela, sulla punta più occidentale della Spagna, per invocare la guarigione, ma senza alcun risultato.
Una notte, durante la quale molti pensieri attraversarono la sua mente, aveva promesso di compiere un pellegrinaggio fino alla tomba del santo svizzero e si era subito sentito meglio, tanto da riuscire perfino a camminare con meno dolore.
Così si mise immediatamente in viaggio per l'Obvaldo, partecipò a una messa cantata nel Ranft e lasciò la sua offerta.
Sotto gli occhi di numerosi testimoni, la sua gamba storpiata si trasformò, ritornando diritta, e ogni dolore sparì: completamente guarito, posò le stampelle a terra e lodò Dio, colmo di commozione.

A quattro zampe

Una donna di Norimberga di nome Elisabeth Oeler soffriva ormai da quattordici anni di una malattia ginecologica "molto più violenta di quanto la natura umana possa sopportare", tanto che ormai non era neppure più in grado di stare in piedi ma doveva muoversi a quattro zampe. Quando fece voto di andare in pellegrinaggio alla tomba del Bruder Klaus, la sua condizione migliorò immediatamente, tanto che poté intraprendere il pellegrinaggio nel Ranft come promesso e, ai piedi della tomba, ringraziare l'eremita per la sua intercessione. Giungeva da Norimberga anche un ebreo battezzato cristiano che soffriva di "fuoco di Sant'Antonio", ora noto come Herpes zoster. Questa infiammazione della pelle lo tormentava con bruciori così violenti che nessuno era stato in grado di alleviarli. Fece perciò voto di recarsi in pellegrinaggio alla tomba di Bruder Klaus: una volta arrivato, non appena lasciata la sua offerta si ritrovò libero dal dolore e finalmente guarito. L'uomo si disse disposto a confermare questo racconto anche sotto giuramento.

Crisi epilettiche

Ci fu ad esempio il caso di un certo Heinz Krieg, del comune di Burgdorf (Canton Berna), che era in grande angoscia per la sua figlioletta di dieci anni tormentata da gravi e frequenti crisi epilettiche. Un anno dopo la morte dell'eremita, nel maggio 1488, Krieg si recò in pellegrinaggio alla tomba di Bruder Klaus insieme alla bambina. Da allora la figlia non aveva più avuto un solo attacco epilettico, come il padre dichiarò in una lettera scritta nel settembre dello stesso anno. I confederati erano convinti che Bruder Klaus fosse un santo.

Miscellania di miracoli

Qualcosa di simile avvenne alla moglie di Thomas Müller di Brienz. Colpita da una strana ulcera sulla lingua, da quattro settimane ormai non riusciva più ad articolare neanche una parola. Così fece voto di andare in pellegrinaggio fino alla tomba di Bruder Klaus. Giunta nel Ranft, non appena adempiuto il suo voto fu completamente guarita e di nuovo in grado di parlare normalmente.

Ueli Fuchs, della valle dell'Emmental, soffriva probabilmente di una fortissima emicrania, perché da molti giorni si sentiva come se un cerchio di ferro gli stringesse la testa e qualcuno gli avesse conficcato due grossi chiodi nelle orecchie. Nella sua testimonianza leggiamo che temeva ormai di impazzire per il dolore. Dopo il pellegrinaggio alla tomba di Bruder Klaus, però, fu completamente guarito.

Anche Heini Stulz di Stans, che soffriva di una grave eruzione cutanea, s'inginocchiò davanti alla tomba dell'eremita: all'improvviso senti come un forte scoppio nell'orecchio destro e le sue condizioni migliorarono immediatamente. Nella sua testimonianza dichiarò di essere convinto che Bruder Klaus meritava la canonizzazione.

Dai tanti resoconti di sofferenze dovute a malattie o incidenti è evidente quanto dolore dovessero patire i malati dell'epoca, senza poter fare molto per alleviarlo. Oggi vi sono farmaci per quasi ogni genere di malattia o dolore, ma nel Medioevo essere colpiti da disabilità, piaghe, fratture, ernie intestinali, calcoli renali, malattie venose, emorragie, convulsioni, raffreddori, tumori, cecità, semiparalisi, infiammazioni, appendiciti o dolori di qualsiasi natura era una condanna pressoché ineluttabile. I genitori si ritrovavano ad assistere impotenti alla sofferenza dei figli. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che per disperazione tanti decidessero di affrontare a piedi il lungo e faticoso viaggio fino a Sachseln per chiedere una grazia a Bruder Klaus. Può tutt'al più essere sorprendente che alcuni di questi pellegrini abbiano effettivamente ottenuto la grazia richiesta, come ricordano i numerosi ex voto lasciati alla chiesa di Sachseln.

Non bastava parlare di miracoli, ma occorrevano prove e deposizioni giurate. È ipotizzabile che fu padre Toub, parroco di Sachseln, a incaricarsi di questo compito iniziando a raccogliere le prime dichiarazioni nel suo registro parrocchiale. Inoltre sembra che a quel tempo fosse presente in città, forse giunto appositamente allo scopo, un giovane studente tedesco di Norimberga che si occupò di raccogliere le testimonianze e annotarle nel registro parrocchiale in maniera sistematica. Nonostante tale impegno, tuttavia, le dichiarazioni registrate di amici, familiari e consulenti spirituali non furono conformi agli standard richiesti, in quanto non corredate delle loro firme e delle relative autenticazioni.

San Nicolao al museo dei patti federali

L'invasione nazista

Nei tempi più recenti, quando la medicina ha risolto in gran parte i problemi di salute e togliendo così lavoro al Santo si é ricorsi ancora al santo nel momento più buio, la Svizzera nel 1940 é completamente circondata dalle potenze dell'asse; un invasione da parte dei nazisti pare imminente ma acnhe in questo caso é scongiurata dalla mano di Nicolao che oscura la visuale ai bombardieri nemici

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2024

Prima o poi doveva capitare anche a lui: la satira non risparmia nessuno



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