Passa ai contenuti principali

Il mappamondo di Ebstorf

Quella che ci si para davanti nella prima e vera propria sala dedicata alla storia della Svizzera al museo nazionale di Zurigo é un enorme mappa su una parete; il mappamondo di Ebstorf

Visione del mondo medievale

Il mappamondo di Ebstorf è un'opera rappresentativa contenente informazioni relative alla geografia, alla storia, alla Bibbia, alla mitologia, alla storia naturale e alle tradizioni popolari. La visione del mondo in esso raffigurata aveva finalità educativo-devozionali. Oltre 2300 fra testi e immagini traducono le conoscenze di cui si disponeva all'epoca.


Questo mappamondo è la più grande e completa opera cartografica datata al 1300 circa, comprendente le conoscenze cristiane relative alla geografia, alla storia naturale, alla mitologia e alla storia del mondo.
In generale, le mappe medievali rappresentano soprattutto la visione del mondo della loro epoca, essendo meno uno strumento utile all'orientamento.

Pellegrini e mercanti trovano il proprio cammino con l'ausilio di guide locali o vecchi racconti di viaggi.
L'originale di questa imponente mappa ricavata da 30 pelli di pecora è andato distrutto in un incendio durante la Seconda guerra mondiale.
Il mappamondo di Ebstorf
La ricostruzione alla parete si basa sull'opera originale fotografata nel 1888 e andata persa durante la Seconda guerra mondiale

Le 30 pelli di pecora da cui si erano ricavate le pergamene erano di dimensioni diverse.
Schizzo del montaggio tratto da: Die Ebstorfer Weltkarte, vol. 2:
Untersuchungen und Kommentare, a cura di Hartmut Kugler, Berlino 2007, p. 14.

Con una superficie di quasi 13 metri quadrati, il mappa mando di Ebetorf è la più grande mappa medievale conosciuta, É stato rinvenuto intorno al 1830 nel convento di Ebstort, dove probabilmente si trovava sin dai tempi della Riforma protestante. Datazione e paternità di questa sono controverse. Molti indizi fanno suppor realizzata intorno al 1300 dalle monache

Il convento di Ebstorf, menzionato ufficialmente per la prima volta nel 1197, accoglie una comunità di monache benedettine fino alla Riforma protestante.
Convento di Ebstorf, incisione su rame, 1654, Matthäus Merian.
Foto: Herzog August Bibliothek Wolfenbüttel: 6.11.1 Geogr. 2°


Scoperta intorno al 1830, la mappa viene poi conservata ad Hannover, dove verrà distrutta da un incendio in occasione di un attacco aereo durante la Seconda guerra mondiale. La ricostruzione sulla parete davanti a voi si basa sull'opera originale fotografata nel 1888. All'epoca i30 fogli di pergamena che componevano il mappamondo furono staccati e fotografati singolarmente,

Bibbia

Il mappamondo di Ebstorf è orientato ad est dove, secondo la tradizione cristiana, si trova il paradiso ter-restre. È li che prende avvio la storia della salvezza.
Sulla mappa Cristo compare in due punti: all'estremità orientale, abbraccia il globo terrestre con il capo, le mani e i piedi; al centro, dove si trova Gerusalemme, è rappresentato come Cristo risorto.

Il capo, le mani e i piedi di Gesù fanno riferimento della sua onnipotenza e onnipresenza nel mondo.
Egli é ritratto dinanzi a una croce.


Accanto al capo di Cristo, la mappa mostra il giardino dell'Eden con l'albero della vita, i quattro fiumi del paradiso e l'albero della conoscenza. Il serpente, attorcigliato attorno al tronco di quest'ultimo, induce Adamo ed Eva a mangiare il frutto proibito.

Nel centro geografico e teologico della mappa si trova la Gerusalemme celeste. La resurrezione di Gesù é circondata da una cinta muraria con dodici porte, una per ogni tribù di Israele

In alto a sinistra trovano posto delle legende

Tali legende spiegano la mappa e illustrano le rappresentazioni del cosmo, del paradiso, della creazione o del mondo animale e insulare

Mappe medievali: T-O

Durante il Medioevo il mondo viene perlopiù rappresentato secondo lo schema T-0, che segue la descrizione fatta dal vescovo Isidoro di Siviglia: l'oceano a forma di grande O circonda i tre continenti allora conosciuti, l'Asia, l'Africa e l'Europa, che sono divisi dalle acque del Don, del Mediterraneo e del Nilo. L'Asia appare due volte più grande dell'Africa e dell'Europa. La mappa è orientata ad est.

L'oceano circolare ricorda una O; i continenti, a forma di T, sono divisi dalle acque.
Mappa T-O in una copia delle Etimologie di Isidoro di Siviglia, disegno su pergamena, prima del 900, monaco anonimo di San Gallo.
Foto: Stiftsbibliothek St. Gallen, Cod. Sang. 235, p. 89.

Anche sul mappamondo di Ebstorf é riconoscibile una varinate dello schema T-O

Svizzera


I due insediamenti di Basilea e Zurigo, in origine celtici e poi romani, sono collegati da un corso d'acqua. Basilea è una città vescovile, mentre Zurigo è una città libera dell'Impero sin dal 1262.

La mappa colloca la città vescovile di Coira direttamente sulla catena alpina. La città costituisce il punto di partenza per valicare le Alpi attraverso il passo dello Spluga. Sulla mappa sono disegnati anche il passo del Settimo e quello del Gran San Bernardo.

La regione del lago di Costanza occupa uno spazio rilevante sulla mappa. II Reno è alimentato da tre fonti, passa per Arbon e Costanza e si riversa nel lago di Costanza, dominato da tre monasteri
sull'isola di Reichenau.

L'Europa


Il convento di Ebstorf sorge tra Luneburgo, Brema e Verden. La realizzazione del mappamondo è attribuita alle monache del monastero.

Roma è la più importante meta di pellegrinaggio cristiana dopo Gerusalemme.
È questo il motivo per cui la città appare particolarmente grande e dettagliata sulla mappa.

Venezia domina l'area del Mediterraneo orientale. La città è il punto di collegamento dei commerci fra Oriente e Occidente.

Regioni periferiche

Le regioni periferiche sconosciute dell'Asia e dell'Africa accolgono animali ed esseri umani esotici. In Africa, a sud del Sahara, la mappa riunisce in due gallerie popoli fantastici. Nonostante il mappamondo sia l'espressione di una visione del mondo eurocentrica, queste popolazioni occupano un posto a pieno titolo nella Creazione divina. Nel Medioevo sono molto popolari i racconti leggendari che narrano della loro esistenza.

In Occidente, il popolo indiano dei Prasii è ritenuto particolarmente ricco e potente sin dall'epoca precristiana.

Africa


In prossimità del corso inferiore del Nilo, una triade di «serpenti» malvagi si agita: un drago, una vipera e un basilisco. Quest'ultimo, un gallo con la coda di serpente, è considerato il simbolo della morte.

Stando alla mappa, l'isola di Meroe, sul Nilo, nell'odierno Sudan, accoglie una popolazione di agili nani, che addomesticano i coccodrilli e li cavalcano sulle acque del fiume.

Dall'alto in basso: i Sirboti sono simili a giganti, gli Psambari sono senza orecchie, gli Etiopi della Mauritania provvisti di quattro occhi sono abili arcieri e individui appartenenti alla popolazione rappresentata in basso si contraddistinguono per le loro labbra sporgenti.

Asia

L'Asia occupa quasi la metà della parte superiore del globo terrestre. Oltre che città, popoli e animali sconosciuti, la mappa collega i continenti alla storia biblica


Dietro il Caucaso sono imprigionati i terribili popoli cannibali Gog e Magog. Secondo l'Apocalisse di Giovanni, essi si batteranno contro Cristo al fianco di Satana il giorno del Giudizio universale

Dopo il diluvio universale, l'arca di Noè si posa sul monte Ararat, nell'attuale Anatolia orientale.
 Da qui inizia il ripopolamento dei tre continenti da parte dei tre figli di Noê.

Nell'immagine, a destra la città di Babilonia, a sinistra la torre di Babele. Costruendo questa torre, gli uomini hanno peccato di superbia. Secondo la legenda sulla mappa, la torre era alta 4000 passi.

I Seri (gente della seta, cinesi) sono una popolazione schiva circondata da montagne nel lontano Oriente.

Mappe zonali

Nel Medioevo, il clima e le aree abitate vengono rappresentati sulle mappe zonali. Da sinistra (il nord) a destra (il sud) il mondo è diviso in cinque zone: fredda - temperata - calda - temperata - fredda. Solo le fasce di clima temperato sono considerate abitabili. I tre continenti allora conosciuti si trovano nell'emisfero settentrionale e si suppone l'esistenza di un quarto continente
nell'emisfero meridionale.

Mappa zonale nella Historia figuralis, disegno, 1272, Gerardo di Anversa.
© Utrecht University Library, Ms. 737 (He 5 B 2), fol, 49v.

Nella zona abitabile settentrionale é integrato lo schema T-O

Mappe medievali: i portolani

Sin dal 1200 circa, la navigazione in mare aperto delle navi che trasportano pellegrini e mercanti avviene co l'ausilio di carte nautiche. Esse vengono denominate portolani, poiché indicano tutti i porti situati lungo le coste. Il reticolo di linee consente di determinare la posizione e la rotta da seguire. Nello stesso periodo, compaiono in Europa altri strumenti utili per orientarsi come la bussola e il manuale di navigazione.

“Liber Secretorum Fidelium Crucis“, di Vesconte-Senudo del 1325

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...