Passa ai contenuti principali

Arte funeraria al cimitero di Basilea

Quando giungo al piccolo museo "Sammlung Friedhof Hörnli" situato all'interno del cimitero periferico di Basilea non c'é nessuno ad accogliermi.

La scrivania é vuota ed un teschio vi troneggia sopra. Sento qualcuno chiacchierare lontano, grido "Hallo!" ma senza risposta, così inizio a dare un occhiata qui e la, come un ospite maleducato farebbe in attesa che il padrone di casa venga a ricevermi.

Oltre al teschio sul tavolo a colpirmi all'entrata é un carro funebre trainato da cavalli, tanto per immergersi immediatamente nell'ambiente....

Costruita a Basilea nel 1868

Il modo di elaborare il lutto è cambiato considerevolmente nel corso del tempo: un tempo si commemorava il defunto con immagini di capelli elaborate e decorate, ma oggi le immagini di capelli che erano così popolari sono passate completamente di moda. Non è cambiato solo il tipo di memoriale, ma anche il tipo di sepoltura. La cremazione, ad esempio, oggi ampiamente diffusa, ha da tempo sostituito la sepoltura, che un tempo veniva praticata esclusivamente. Anche i carri funebri trainati da cavalli sono oggi poco conosciuti

In action

Mi rendo subito conto del business che ruota attorno a questo lavoro. Oltre che al canonico catalogo per le bare e le composizioni floreali anche la bardatura dei cavalli propone diverse varianti


Incuriosito e sempre in attesa che arrivi qualcuno mi intrufolo nel secondo locale


Il museo é ben fornito e può sfoggiare al visitatore
  • 20 carrozze trainate da cavalli, 2 slitte trainate da cavalli e 4 carrozzine
  • 150 urne di varia qualità e forma di epoche diverse (dal 1889 a oggi)
  • 12 bare, dalle bare per la peste con sportelli ai modelli di lusso personalizzati
  • Accessori per bare realizzati in cartapesta
  • Gioielli funebri in vari modelli
  • Impianti di varie fasi dell'innovazione medica
  • 7 croci in ferro battuto (dal 1776) e 11 croci in ghisa (dal 1850)
  • Macchine e strumenti di due secoli

Nel mezzo della vita siamo circondati dalla morte

La "Danza della morte di Basilea", documenta l'uguaglianza di tutti nella morte, l'incertezza dell'ora della morte e la fragilità della vita. 

Dettaglio di 3 delle 37 coppie danzanti della morte di Basilea

La morte danza in tutte le occasioni, per tutte le classi e in tutti i tempi, perché è una realtà per tutti prima o poi. Il dipinto "La danza della morte di Basilea", noto anche come la Morte di Basilea, si trovava nel XV secolo all'interno del muro del cimitero del Monastero dei Predicatori, nelle immediate vicinanze dell'Università di Basilea. Nel tardo Medioevo si è trovato il simbolismo appropriato, un memento mori per il fatto che la morte balla in tutti i "matrimoni": figure della morte che suonano musica e ballano, ognuna delle quali invita una persona a ballare ("morire").

Dove voglio giacere? Nel villaggio della mia infanzia? O nella città dove ho vissuto l'ultima volta? Forse vicino ai miei figli, che vivono in un'altra parte del Paese? O forse il mio posto preferito è in montagna, dove ho trascorso le mie vacanze migliori per tutta la vita?
In Svizzera è possibile scegliere il proprio cimitero. In realtà. Tuttavia, un cimitero non ha l'obbligo di seppellire i non residenti.
Per legge si ha diritto a una tomba solo nel comune in cui si era registrati prima del decesso. È quindi necessario informarsi in anticipo presso l'amministrazione del cimitero del luogo di sepoltura preferito e, se necessario, ottenere l'autorizzazione.

Eugenio Spreafico - La sagra dei morti - esposizione temporanea villa Reale Monza 2024

Le bare

In passato, nella bara veniva occasionalmente collocato un dispositivo di segnalazione, una campana. Questo aveva lo scopo di rendere evidente il risveglio di una persona morta apparente, se necessario.

Le bare di metallo non sono adatte alla sepoltura perché non si decompongono. Qui al cimitero di Hörnli, le sepolture in bare di metallo sono vietate per motivi ecologici. La professione di falegname di bare, come altre professioni di falegnameria, è scomparsa. Oggi le bare sono prodotte a livello industriale in tutte le varianti e le variazioni possibili".


CONOSCENZE CURIOSE DA TUTTO IL MONDO:
I RICCHI CINESI COSTRUIVANO LE LORO BARE CON IL LEGNO DI BOSSO E LE USAVANO COME LETTI DOPO AVERLE REALIZZATE E FINO ALLA LORO MORTE.

In Svizzera le tombe vengono sgomberate dopo 25 anni. Tuttavia, questo non significa che i resti mortali vengano dissotterrati. Vengono rimosse solo le lapidi, le lastre e le piante. La bara di legno e il corpo al suo interno si sono già decomposti dopo 25 anni. Nella maggior parte dei casi, sui campi sgomberati viene comunque seminata dell'erba e questi rimangono inutilizzati per gli anni successivi o addirittura per decenni.

Il padrone di casa

Ed é a questo punto che finalmente il padrone di casa si fa avanti. Un vero e proprio personaggio, uno di quelli che capisci dal primo momento che sano delle specie di celebrità minimo da quartiere

Peter Galler, prima becchino, poi iniziatore e ora curatore del museo

Ma prima sentiamo come è diventato un maestro becchino e come si è avvicinato alla cultura sepolcrale. "Il mio insegnante di commercio mi aveva predetto, quando ero ancora a scuola, che un giorno avrei lavorato all'Hörnli. Ma io sognavo di diventare un meccanico di aerei. Ma dopo il periodo nell'esercito, ho trovato lavoro all'Hörnli".
Uno dei suoi primi lavori nel 1961 fu quello di distruggere le vecchie urne conservate nella cantina del cimitero. La maggior parte di esse proveniva dai tre cimiteri di Basilea costruiti tra il 1879 e il 1880 - Kannenfeld, Horburg e Wolf - che erano stati in gran parte chiusi quando fu aperto l'Hörnli.

Era intenzionato a conservare almeno i pezzi più belli che riflettono l'artigianato e la storia culturale. È così che è iniziato tutto e nel corso dei decenni è stata creata una collezione unica.

La bara di Stato di Basilea 

Una bara in legno di abete è disponibile gratuitamente per i residenti del Cantone di Basilea Città, e lo è ancora oggi; è l'unica bara il cui coperchio è composto da cinque tavole. Nel 1932, la città di Basilea organizzò un concorso per costruttori di bare per presentare un nuovo modello di bara.
Il coperchio pentagonale era il vincitore in questo caso. Questa bara esiste solo a Basilea e circa l'80% di coloro che muoiono a Basilea sono ancora oggi sepolti in essa.



A colpire maggiormente in questa sala é la figura di un alpigiano che nella cadola porta una piccola bara. Come visto più volte in passato la mortalità infantile era molto elevata


In tal proposito una foto molto cruda é presente al piano inferiore del museo

L'assunzione di funghi velenosi é la causa della morte di questi bambini

Abbastanza impressionante anche la ferraglia e altri dispositivi tolti dai corpi dei defunti

Bypass, snodi per ginocchia e altra ferraglia

Urne

La collezione di urne è ricca di curiosità. Oltre a quelle storiche, decorate artisticamente, Peter Galler ha conservato anche quelle straniere provenienti dall'Ungheria o dall'Argentina, dagli Stati Uniti... Ci sono urne realizzate con un'ampia varietà di materiali: legno, argilla, lamiera, feltro "Tupperware"... Il materiale di base per un'urna completamente ecologica sono i fondi di caffè. Ci sono urne che assomigliano a un barattolo di caffè e, per i veri festaioli di Basilea, urne a forma di tamburo

Ormai ex festaioli di Basilea

Porta urna della swissair - non riporre nelle cappelliere


Spargere le ceneri sul lago è una bella idea. Tuttavia, è bene utilizzare un'urna marina solubile in acqua che permetta alle ceneri di affondare sul fondo e dissolversi lentamente. Altrimenti, le ceneri galleggeranno sulla superficie dell'acqua e si attaccheranno alla prua della barca, alla riva o ai pilastri del molo. Questo non è piacevole né adeguato alla solennità della situazione. Urne d'acqua dalle forme particolarmente belle: wasserurne.ch

Mai sognato di giacere sul fondo di un laghetto alpino?

Canzoni e canzonette

In una piccola vetrina trovo qualche illustrazione che collegano il mondo della morte con quella della musica. 


Tra i vari poster il più particolare questo che si rifà ad una canzoncina francese che riporto qui sotto


Jean l'altra sera, salendo le scale 
Ha trovato sua moglie sdraiata sul pianerottolo 
Salve, portinaio! Mia moglie è morta!
Vieni, vieni in diretta, vieni in diretta a prenderla
Altrimenti la butto dietro la porta.

Perché è lei che ha fatto tutto il casino in casa
La mia scimmia, il mio veleno, è morta!
Non mi mette più l'acqua nel bicchiere
La mia lupa, il mio veleno, è morta!

Così Jean andò dal prete 
Che russava forte sotto il suo cappello quadrato:
Salve, prete! Mia moglie è morta!
Fategli tutte le vostre preghiere,
e che il diavolo se la porti via...

Poi Jean andò a cercare il becchino 
Che in una tomba dormiva al fresco: 
Ehi, becchino! Mia moglie è morta!
Scavale una fossa così larga e così profonda
Che non esca la cagna...

Poi Jean andò a comprare molte cipolle 
Così che nel suo lutto potesse essere visto piangere: 
Oh, fruttivendolo! Mia moglie è morta!
Dammi delle cipolle d'oro
Per poterla piangere così...

Poi Jean andò a cercare la sua altra metà
Quella stronza di sua moglie è risorta: 
Oh, Aglaé, non sei morta!
Lei gli rispose, con il vaso da notte in mano:
"Ecco la tisana che ti sto portando"...

La slitta di Davos

Sebbene gli abitanti di Davos avessero parlato della slitta, non era del tutto prevedibile ciò che i tre abitanti di Basilea avrebbero incontrato a Davos. Quando arrivarono, si trovarono davanti una grande slitta, un enorme mobile. La slitta era più grande del più grande carro funebre Rössli che Peter Galler avesse mai avuto nella sua collezione. Era molto massiccia, "una cosa incredibile". 

La slitta risaliva al 1820 ed era un vero pezzo d'antiquariato che ne aveva già passate tante. Con un grande sforzo e l'unione delle forze, questo veicolo di Davos è stato issato sul rimorchio. Peter Galler suda ancora oggi quando ricorda questa difficile missione. Quando la slitta fu finalmente agganciata al rimorchio, un abitante di Davos disse laconicamente: "Ma dovete ancora portare con voi l'asse". "Ma ciao, di che tipo di asse stai parlando? È una slitta, vero?". "In inverno la usavamo come slitta, in estate come carrello". Il team di Davos aveva progettato questa slitta come un veicolo multifunzionale. Avevano montato un asse sotto le guide. E nella parte anteriore, dove i longheroni spuntano, hanno fissato un carrello. Il veicolo aveva anche freni invernali ed estivi. Aveva anche timoni estivi e invernali.


"Quindi è un veicolo davvero folle. Era così grande che abbiamo avuto problemi di spazio quando siamo arrivati a Basilea. Anche la slitta non aveva spazio quando abbiamo costruito il primo museo. Era troppo larga. Quindi la slitta era ancora ferma nel suo deposito, in attesa di essere mostrata al meglio. E ora si sta facendo valere".

 Funeral, circa 1865. Painted by Vasily Perov.

La bara della peste

Quella che ci mostra con fervore Peter Galler in cantina é una bara che fa scena, mi chiede di mettere il mio ditino proprio li, mentre lui si allontana un attimo, ed ecco all'improvviso talck! si apre il fondo della bara a ricordarmi la scena di non mi ricordo più quale film.
Peter sostiene che questa fosse la bara destinata ai malati di peste, in modo che nessuno dovesse più venire a contatto con il cadavere, la teorie mio convince poco ma non voglio crerare noi, faccio finta di bernela 1:1 ripromettendomi di fare delle ricerche in maniera autonoma

La bara della peste

Malgrado la spiegazione di Peter non riesco a trovare in rete nulla di simile.
Trovo però un ordinanza ticinese inerente il trasporto di morti

Autorizzazione di trasporto per cadavere presentante pericolo di contagio

Sottostanno alle disposizioni della presente ordinanza i cadaveri di persone che, al momento del decesso, soffrivano di una delle seguenti malattie: colera, febbre tifoide, peste, vaiolo, tifo esantematico, carbonchio, rabbia, febbri emorragiche, malattie da prioni.

Il cadavere deve essere messo in bara senza indugio e in presenza di un medico; · il cadavere deve essere avvolto in un lenzuolo ben imbevuto di soluzione disinfettante; · la bara non può essere riaperta senza autorizzazione del Medico cantonale; · la bara deve rispondere a ben precise esigenze e deve essere cosparsa sul fondo con sostanza assorbente ben impregnata di soluzione disinfettante.

Art. 4 Messa in bara.

1 Un cadavere presentante pericolo di contagio dev’essere messo in bara senza indugio in presenza di un medico, dopo l’accertamento medico del decesso. 

2 Il cadavere deve essere avvolto in un lenzuolo ben imbevuto di soluzione disinfettante e deposto nella bara. 

3 La bara dev’essere in legno tenero, dello spessore di 3 cm, fabbricata solidamente e ben stagna. Il legno e il prodotto che garantisce la tenuta stagna devono essere facilmente scomponibili. Sul fondo della bara va cosparso uno strato di circa 5 cm di sostanza assorbente (segatura, torba, polvere di carbone di legna, paglia di legna) ben impregnato di soluzione disinfettante

Cremazioni

Una rarità speciale, l'urna con i resti della cremazione di prova di un cadavere anonimo proveniente dall'Istituto Anatomico dell'Università di Basilea. Questa fu nel 1889 la prima cremazione a Hörnli.

Urna cineraria con resti di ossa Prima cremazione nel crematorio di Horburg il 12 gennaio 1898. Questa cremazione di prova riguardava un defunto anonimo dell'Istituto Anatomico.

Cimeli di capelli

Nel corso della sua attività di collezionista, Peter Galler si è trovato più volte di fronte a eventi sorprendenti e positivi. In questo contesto, la collezione di cimeli di capelli è certamente uno dei pezzi forti. Il collezionista ha ricevuto questi bellissimi e rari reperti da Hans Jenny di Pratteln: "Quando mi è stata portata questa collezione di capelli, non potevo credere che esistesse qualcosa di simile. La prima volta che ho guardato la casa di Hans Jenny, pensavo di non riuscire a vedere bene. È stato incredibile quello che ho potuto vedere qui. Hans Jenny aveva un gran numero di foto di capelli".

Il processo di elaborazione della morte e del morire di una persona trova la sua conclusione nella sua memoria. Questa forma è un tentativo di dare un significato a questo evento radicale. In questo contesto, la tomba è anche un monumento.
Oggi conosciamo la fotografia, i film, i video, ecc. che possono essere utilizzati per mantenere viva la memoria di una persona deceduta. Queste foto sono considerate immagini autentiche di una persona. Nell'era pre-fotografica, i capelli erano visti come l'epitome dell'identità. Per questo motivo si usava intrecciare elaborate strutture con i capelli del defunto, circondarle con una cornice decorativa e conservare così la memoria dei morti.

Salici piangenti che ondeggiano al vento, un'ancora o una nave che ha intrapreso il suo ultimo viaggio. Tutti questi simboli venivano tessuti con i capelli delle donne decedute nel periodo Biedermeier. Queste immagini di capelli sono altri oggetti molto speciali della collezione. Ai ragazzi venivano regalate catene da orologio fatte con i capelli della madre come ricordo, alle ragazze un braccialetto o un anello. I quadri di capelli risalgono al periodo compreso tra il 1750 e il 1905, quando questa tradizione si interruppe bruscamente.

Questa forma di commemorazione era chiamata memoriale da camera. In un ambiente privato, potrebbero assumere quasi il carattere di un altare domestico. La corona e la croce svolgevano un ruolo importante come simboli nella commemorazione dei defunti. Fiori, carta e filo di ferro venivano legati in corone o a forma di cuore e conservati in scatole smaltate, in chiesa o a casa, come ricordo visibile. Quando si entra nel museo della "Collezione del cimitero di Hörnli" e si vedono tutte le vetrine con i memoriali di capelli e ci si lascia trasportare, è incredibile. Bisogna immaginare cosa significasse per le persone del passato.

Decorazioni in cartone

Le imitazioni delle ferramenta metalliche in cartone goffrato sono state prodotte in serie dall'invenzione della goffratura a macchina (intorno al 1860). Gli ornamenti in rilievo venivano scelti in base al colore della bara. I libri di modelli delle aziende di goffratura contengono un'incredibile varietà di decorazioni per bare.

Volgare cartone per queste stupefacenti decorazioni

Outro

L'ultima immagine prima di lasciare il museo va a lui: Peter purtroppo non parlando fluentemente il tedesco, e men che meno il dialetto di Basilea non ho potuto gustarmi a pieno la mitragliata di batture sarcastiche e chi se non un becchino deve farle). Un vero peccato anche tenendo conto che una donna a metà visita se ne é andata; l'umorismo di Peter non ha vie di mezzo: o lo si ama o lo si odia.

Il mio pensiero va però a persone come lui che sacrificano molto del loro tempo per tenere in piedi un attività che non da assolutamente alcun tipo di guadagno se non la soddisfazione di tenere vive tradizioni e cultura. Mi chiedo dopo Peter chi ci sarà a mandare avanti il museo,...


Commenti

Post popolari in questo blog

Tradizioni molto svizzere

Dopo anni di tentennamenti decido finalmente di partecipare ad un avvenimento che nella Svizzera tedesca é assolutamente irrinunciabile: la festa federale che si tiene ogni tre anni. Oggi saró circondato da svizzeri che fanno cose molto svizzere. Moltissime tradizioni svizzere in questo disegno creato appositamente per la festa federale 2025, se volgiamo cercare il pelo nell'uovo manca l'Hornuss La prima cosa che noto già nell’avvicinamento sul treno é il consumo di birre in lattina con conseguente coda davanti alle toilette, questo anche se ci troviamo a primo mattino I più impavidi sortiscono dagli zainetti i bicchierini da cichett e brindano a non meglio identificate entità. Il lieve aroma di schnapps alle prugne si diffonde nell’area del vagone. Seguono racconti gogliardici accompagnati da grasse risate. Purtroppo non conosco bene l’idioma svizzerotedesco e non riesco a percepire se il genere di sense of humor degli allegri compagni di viaggio farebbe sganasciare pure me....

Anima di donna dannata scovata!

Due anni! Due anni per trovare questo misterioso ed unico quadro nel suo genere in terra ticinese. O almeno che io sappia. Anonimo l’autore mentre il titolo che lo accompagna recita “ anima di donna dannata ”. Purtroppo é andata persa la fonte dove ho preso questa informazione così come una foto piuttosto sfuocata dell'opera. Impossibile trovare il quadro in rete. Non restava che trovarlo in carne e ossa.  Oggi con grande piacere lo schiaffo bellamente dietro il mio faccione sotto qualche riga di testo introduttivo con tanto di indicazione nella didascalia di dove si può ammirare.  Così come a Parigi ci si selfa davanti alla torre Eiffel ad Ascona lo si fa davanti ad anime dannate Toh! “Anima di donna dannata», tela di autore anonimo della prima metà del Seicento (Ascona, Museo parrocchiale presso l’oratorio dei santi Fabiano e Sebastiano ). P.S. E fattelo un selfie ogni tanto...si cazzo! Oggi si! Mi sembra di essere il cacciatore che si fa fotografare con il cervo subito dopo...

Strada dei banchi e lago di Sabbioni

La strada dei banchi per un airolese é un classico, anzi un must. È la strada che corre in alto sul fianco della montagna lungo tutta la valle Bedretto. È esattamente l'equivalente della strada alta, quella della "famosa canzone" di Nella Martinetti, ma dall'altro versante della valle Bedretto. Oggi in aggiunta un bonus, che si rivela una perla che impreziosisce e di molto il giro, una deviazione al lago di Sabbioni. La strada dei banchi La strada dei banchi rispetto all strada alta presenta delle differenze sostanziali, ha molta poca ombra, é molto meno frequentata e all'apparenza potrebbe risultare più monotona. Per buona parte la strada é costituita da una carrabile che serve per collegare le varie alpi, poi ad un certo punto diventa sentiero, più precisamente in vista dell'arrivo del riale di Ronco che presente l'unico vero e proprio strappo del percorso. Come dicevo la strada dei banchi é un must per un Airolese, in pratica questa strada porta ai pied...

Chasa Chalavaina

Non son solito fare post dedicati agli alberghi, ma questo, come l’ hotel Dakota,  riporta eventi storici e merita una menzione  a parte. Chi entra in questa casa respira la storia e per uno come me non c'é nulla di più entusiasmante L'albergo sulla centralissima piazza di Müstair. Il monastero é a circa 100 passi di distanza Sopra la porta tutta a destra la mia stanza per una notte Nel 1254, la Chasa Chalavaina fu menzionata per la prima volta come locanda.  Questa casa è unica perché rappresenta l'hotel più antico della Svizzera.  1930 (?) La locanda, situata nella strada principale di Müstair, si trova a pochi passi dal monastero di St. Johann, patrimonio dell'Unesco. L'hotel comprende 18 camere, un ristorante, una cucina "colorata" di nero dalla fuliggine e un ampio giardino. Dove un tempo dormivano galline, gatti e capre, oggi ci sono camere per gli ospiti. Le stanze sono in parte arredate con mobili in legno secolari e in tutta la casa si trovano ute...

Il Dazio Grande e la via delle genti

Orson Wells afferma che gli svizzeri in 500 anni sono riusciti a creare ben poco, in particolare: "In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Orson Wells - Il terzo uomo - fim 1949 Possiamo tranquillamente affermare che gli urani hanno seguito la stessa falsa riga per quanto riguarda il baliaggio di Leventina: in oltre 300 anni sono riusciti “solo” a migliorare la viabilità presso la gola del piottino (e di conseguenza fabbricarci il redditizio Dazio grande) . Le virgolette sul solo stanno comunque a sottolineare la difficoltà di costruire una strada in quel punto, questo senza nulla togliere alla difficoltà nel costruire un orologio a cucù che meritava forse anch’esso sarcasticamente le stesse virgolette nella battuta di Well...

Sulla strada per Beromünster

Domenica 10 agosto 2025. Sono seduto su di un bus in stazione a Lucerna. A momenti partirà e in men che non si dica lascerà la città per addentrarsi nelle campagne lucernesi. Ed é proprio questo che amo, essere portato in quello che nel film Trainspotting viene definito “il nulla”. La mia esplorazione oggi mi porterà da una cappella in piena campagna fino al villaggio di Beromünster. La cappella e il nome del villaggio posto come traguardo intrigano (Beromünster si chiamava fino al 1934 semplicemente Münster, monastero). Sono 7 km completamente piatti in una rovente giornata d’estate. Mi aspetto di vedere forse qualche giocatore di golf ad inizio percorso per poi isolarmi completamente tra campi e boschi fino all’arrivo, la tappa di per se non ha nulla che attiri le grandi masse, in Svizzera Mobile non fa nemmeno parte di un percorso a tema. Ma oggi per stare nella pace occorre ricorrere a questi tragitti di “seconda fascia”. La vera gioia sta nell’apprezzare quello che la natura o ...

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. E non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? Un inondazione? Una tragedia? Oppure é una semplice attr...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...