Passa ai contenuti principali

Ambrosiana Milano - Parte II - Brugel, wunderkammer e Sala dell'Esedra

Dopo il cartone di Raffaello difficile pensare di entusiasmarsi ancora molto, e invece la seguente sala contiene dei gioielli, in particolare due quadri al centro mi colpiscono, si lo stile é inconfondibile...

Brugel il Vecchio

Tra i capolavori fiammighi del Cardinale Federico Borromeo, è conservato un piccolo, suggestivo dipinto su rame eseguito da Hans Rottenhammer e Jan Brueghel il Vecchio: il Paesaggio invernale con Gloria Angelica…

Jan Bruegel il Vecchio (1568-1625) - paesaggio invernale con gloria degli angeli (1605) -

Jan Bruegel il Vecchio (1568-1625) - Daniele nella fossa dei leoni (1610)
Daniele lo incrociai per la prima volta a Leuk: viene gettato in una fossa per essere divorato dai leoni ma questi non lo toccano. Il re è impressionato, lo fa tirare fuori e getta nella fossa vescovi ed ecclesiastici. Così a naso un bello scambio vi pare?

Brugel il Giovane

Eseguite probabilmente attorno al 1640, queste due tavole sono opera di Jan Bruegel il Giovane, figlio di Jan Bruegel il Vecchio. Le dimensioni identiche suggeriscono che fossero parte di un unico progetto che prevedeva anche altri dipinti, tutti basati sui primi capitoli del Libro della Genesi.

Adamo ed Eva nel paradiso terrestre - 1640c. - Bruegel Jan il giovane

Dal punto di vista tematico e compositivo, l’impostazione generale è di chiara dipendenza dalle opere paterne, anche se il risultato è di qualità assai inferiore: si noti, ad esempio, la posizione sgraziata ed impossibile di Eva nella scena del peccato originale.

Jan Bruegel il Giovane (1601-1678) - il peccato originale (1617)

Altri pittori

Carl Ludwig Beutler (1638–1683) - Tormenti dell'inferno 1699 circ

Una veduta immaginaria dell'interno della cattedrale di Anversa - 
Hendrick van Steenwijck il vecchio (1550-1603 circa)

Paesaggio invernale con pattinatori - Hendrick Avercamp (1585-1634)
Hendrick Avercamp è noto per essere l’ideatore delle scene di paesaggio invernale in Olanda; suo seguace per questa pittura di genere e per lo stile fu il nipote Barent, suo abile imitatore, al punto che per certe opere, come in questo caso, è difficile stabilire a quale dei due sia da attribuire un’opera. La scena ci propone una grande varietà di personaggi, alcuni dei quali resi con grande naturalezza, come ad esempio il pattinatore con le mani dietro la schiena o l’uomo che gioca con una trottola.

Architetture spettacolari

Parliamoci chiaro: all'ambrosiana più che trafiletti da leggere c'é da osservare e lasciarsi meravigliare
Il giro regala splendidi scorci a partire da questa libreria interna

La sala di lettura della Biblioteca Ambrosiana

Il cortile della Pinacoteca Ambrosiana

Sala dell'Esedra

Questa magnifica scala curvilinea è stata realizzata nel 1930, in occasione del bimillenario del poeta Virgilio.



Il mosaico, contemporaneo alla scala, è stato magnificamente realizzato da: Carlo Bocca, Giovanni Buffa e Rodolfo Gregorini.
Il mosaico in questione raffigura Virgilio mentre sta componendo, e il grammatico Servio che rivela il senso profondo della poesia Virgiliana.

Salendo la scala si possono ammirare statue classicheggianti, commissionate dall’Ambrosiana alla veneranda fabbrica del Duomo.

Wunderkammer: oggetti che catturano la curiosità

Sono quegli oggetti, opere, che tra centinaia di altre opere catturano la nostra attenzione non necessariamente per la loro bellezza ma per la loro unicità. Non sempre purtroppo si riesce ad avere tutte le risposte che si vorrebbero. La maggior parte di essi solitamente fanno parte di una wunderkammer.

Una wunderkammer, in italiano letteralmente camera delle meraviglie o gabinetto delle meraviglie anche indicata come camera delle curiosità o gabinetto delle curiosità, chiamata pure kunstkammer, in italiano letteralmente camera dell'arte, è un'espressione appartenente alla lingua tedesca, usata per indicare particolari ambienti in cui, dal XVI secolo al XVIII secolo, i collezionisti erano soliti conservare raccolte di oggetti straordinari per le loro caratteristiche intrinseche ed estrinseche o semplicemente per meravigliare gli ospiti

Dannato

Nel X capitolo del Secondo Libro del De pictura sacra, scritto nel 1624, il cardinale Borromeo scrive: “Tutti questi sentimenti, egregiamente espressi in una tavoletta di cera, si vedono tra le statue e i quadri della nostra Biblioteca, uno dei quali dimostra in altrettante scene la disperazione dei dannati, il lutto del Purgatorio e il gaudio del Paradiso”. Le tre piccole sculture sono eseguite con grande naturalismo: si noti in particolare il volto sconvolto del dannato.

Dannato - Anonimo lombardo (XVII secolo) - c. 1600 - 1610

Altre figure

Figure antropomorfe - Semi, conchiglie, ali di insetto / produzione tedesca , XVII secolo

La scultura, eseguita con grande maestra in legno e avorio, rappresenta quattro mendicanti: in entrambi i casi uno zoppo indica uno storpio adagiato per terra. Si tratta di un soggetto a tema pauperistico, diffuso soprattutto nella prima metà del Settecento lombardo, in equilibrio tra il sentimento commosso e il macchiettistico.

Teca con i capelli di Lucrezia Borgia

I documenti attestano che in Ambrosiana già nel 1685 era conservata una ciocca di capelli di Lucrezia Borgia (1480-1519), figlia di Rodrigo, poi papa Alessandro VI, andata sposa ad Alfonso d’Este della casa ducale di Ferrara. Essi erano conservati insieme alle nove lettere, custodite sempre in Ambrosiana, scritte da Lucrezia a Pietro Bembo (1470-1547), cardinale umanista e letterato. Divenuta quasi oggetto di culto per i romantici dell’Ottocento, la bionda ciocca di capelli venne accolta, come in una specie di reliquiario, in questa preziosa teca, eseguita da Alfredo Ravasco, uno dei migliori orafi milanesi della prima metà del Novecento, con l’accostamento di materiali preziosi, pietre dure e gemme varie. Da notare ai lati i due pendenti, con gli emblemi araldici delle nobili famiglie Borgia (il toro) e d’Este (l’aquila).

Teca con i capelli di Lucrezia Borgia - Alfredo Ravasco - c. 1926 - 1928

Personaggio con gli occhiali

È la seconda volta che mi imbatto in un dipinto relativamente vecchio raffigurante personaggi con occhiali. Anche in questo caso come la prima volta a prendere la scena é appunto l'oggetto piuttosto che il soggetto

Il ritratto del generale dei gesuati (Chierici apostolici di San Gerolamo) Paolo Morigia colpisce per l’abilità esecutiva dell’autrice e fu molto elogiato dallo stesso religioso che affermò essere perfettamente rassomigliante: “rassomigliando talmente al naturale, che più non si può desiderare”. Del Morigia viene messo in risalto non tanto il suo essere religioso, quanto piuttosto il suo aspetto di storico erudito e non si manchi di notare, nella sua mano sinistra, un paio di occhiali. La resa naturalistica e puntigliosa degli oggetti ci ricorda che Fede Galizia fu anche esecutrice di nature morte. La carta sulla quale il frate scrive riporta dei versi di Borgogni riferentesi al dipinto e alle abilità pittoriche dell’autrice.

Ritratto di Paolo Morigia - Fede Galizia (1578-1630) - c. 1592 - 1595

Commenti

Post popolari in questo blog

Su e giù per la Calanca

Una delle mie abitudini, complice il clima da bisboccia, quando nei capannoni tolgono la musica sull’albeggiare é quella di intonare canti popolari. Piuttosto limitato il mio repertorio, di molte canzoni infatti purtroppo conosco solo il ritornello. Tra queste possiamo tranquillamente annoverare quella della val Calanca " ...dicono che la Calanca piccola valle sia, invece sei la più bella piccola valle mia... " Ma sarà poi vero?   Sfatiamo subito; chi se la immagina stretta, con gole profonde scavate dal fiume si sbaglia, o almeno da Arvigo in su il fondovalle regala ampi spazi L'obiettivo della giornata é recarsi in postale a Rossa. Da qui inerpicarsi alla ricerca di reperti sacrali (alcune cappelle segnalate in zona). Poi scendere lungo la strada carrabile di nuovo a Rossa e da qui seguire il sentiero sul fondovalle cercando di giungere almeno fino ad Arvigo L'antico insediamento della Scata Poco fuori Rossa inizia la salita e subito incontro il primo elemento di in...

Samuel Butler e il passo del Sassello

Cosa accomuna il sottoscritto e Samuel Butler? Fino a ieri pensavo nulla oltre al bianco degli occhi. E invece, per mia grandissima sorpresa un elemento che pensavo solo ed esclusivamente mio. Ultimo tratto verso il passo dal versante leventinese. Sullo sfondo il lago di Prato (2056 m.s.m.) Percorro, o meglio cerco di percorrere, il passo del Sassello almeno una volta all'anno. Sarà perché é un passo poco frequentato. Sono sicuro che in passato non fosse così, in più tratti (come la foto sopra) compaiono delle tracce di intervento umano per facilitare la percorribilità.   Dopo le mie prime tre ascensioni non incontrai persone da entrambi i versanti; sarà perché non conosciutissimo, sarà perché da guadagnare metro per metro (non ci sono carrabili che portano vicino alla sommità) e quindi faticosissimo. Sarà perché bisogna proprio ad andare a cercarselo. In rosso il passo del Sassello Il passo del Sassello E solo dopo l'indipendenza ottenuta dal Cantone Ticino nel 1803, dopo tr...

Le Landeron

“Come i funghi”, si dice solitamente quando ne trovi uno e poco distante immancabilmente ce n’è un altro. Questa regola non é applicabile a tutto ma se ci si reca nell’angolo occidentale del lago di Bienne ci sono due città di chiaro stampo medievale (il mio vero motivo della visita) a pochi chilometri di distanza. Siamo proprio sul confine linguistico francese / tedesco nonché quello cantonale trovandosi Le Landeron cattolica in territorio neocastellano (NE) e La Neuveville  protestante bernese (BE). Quello di Le Landeron si tratta di un ritorno, dopo la visita a La Neuveville scoprii che c'era un museo che però per l'occasione era chiuso, un ritorno é quindi d'obbligo Parte meridionale dell’abitato fotografato dalla sala di giustizia del municipio di Le Landeron Le Landeron occupa una posizione unica nel suo genere nel Cantone di Neuchâtel: un sito di pianura, a 700 metri a ovest del lago di Bienne, su un terreno in leggero pendio, in una regione meravigliosa, costellata...

Da Lugano al Convento del Bigorio

La partenza é fissata alla stazione dí Lugano. So che sarà una sfacchinata, non esagerata ma pur sempre una sfacchinata. Il mese di maggio é agli sgoccioli, hanno iniziato ad esserci le giornate torride, o perlomeno afose. Di buona lena prendo il treno e verso le 09:00 sto già partendo dalla stazione di Lugano.  Per la giornata di oggi conosco alcuni posti in cui transiterò perché già visti da qualche parte, oltre a questi potrebbero esserci luoghi a me tutt'ora sconosciuti e se dovesse capitare mi lascerò piacevolmente sorprendere. San Maurizio in Rovello La prima grande sorpresa giunge alle porte di Lugano, la chiesa di San Maurizio in Rovello La piccola chiesa, addossata a una masseria di origine medievale attestata sin dal 1203, è stata a lungo proprietà degli Umiliati. Sorge sul territorio dell'antico quartiere di Rovello, ed è oggi parte di Molino Nuovo. Il complesso rurale si sviluppa intorno ad una corte centrale di forma triangola allungata, selciata secondo tecniche ...

D.A.F. De Sade - Elogio dell’omicidio

Si proprio quel De Sade. Trovo un libricino in una altrettanto minuscola biblioteca a Biasca. Incuriosito da titolo ed evidente me autore ne prendo possesso. Il racconto narra dell’incontro di Juliette con il pontefice Sisto VI. Juliette pone 4 richieste al pontefice in cambio dei suoi favori sessuali che si riveleranno poi dei più depravati. Quello a colpire é il tema centrale del libro: il papa illustra a Juliette che l’omicidio non solo deve essere tollerato ma é necessario Del divin marchese (1740-1814) la cui biografia oscilla tra il più spinto libertinaggio e lunghi anni di prigionia - in pochi ne hanno saputo parlare con tanta lucidità come George Bataille: "di Sade dovremmo poter prendere in considerazione unicamente la possibilità che offre di calarci in una sorte d'abisso d'orrore che dobbiamo esplorare, e che inoltre é dovere della filosofia esporre, chiarire e far conoscere. Considero che per chi voglia andar fin in fondo nella comprensione di ciò che significa...

Da Einsiedeln a Rapperswil

Einsiedeln é già stata tappa delle mie scorribande , più volte. Questa volta però decido di non fermarmi nella cittadina / nel monastero, ma di usarla semplicemente come punto di partenza. Ed é un bene, perché anche tralasciando questa fonte di aneddoti sto per incontrarne molti altri sul mio percorso Il monastero di Einsiedeln Pronti…partenza…deviazione! Il monastero é già stato visitato a più riprese dal sottoscritto e qualcosa ho già postato qui . Decido di fare la prima ed unica deviazione proprio all’inizio del mio percorso; decido infatti di andare ad esplorare (di nuovo) il cimitero di Einsiedeln, anche perché a posteriori mi sono accorto che durante la mia prima visita mi sono sfuggiti diversi dettagli... Il cimitero di Einsideln  In particolare durante la mia prima visita mi é completamente sfuggito il monumento ai Bourbaki , che di conseguenza é la prima cosa che vado a cercare. Einsiedeln accolse 139 uomini e 63 cavalli dell'esercito francese che si ritirò in Svizzera. S...

L’emigrazione nelle valli ambrosiane

Non ce ne sono tantissime, ma quando viene organizzata una conferenza sulla storia delle nostre vallate faccio il possibile per partecipare. A quella sulle emigrazioni dalle valle ambrosiane giungo appena in tempo e trovo la saletta delle conferenze del Museo di Leventina molto affollata. Giusto il tempo di trovare una sedie in seconda fila e la conferenza inizia.     La compagnia Correcco-Bivio assicurava viaggi in tutto il mondo e con una traversata dice in sei giorni cui celerissimi vapori postali Emigrazione e immigrazione In realtà non si trattava solo di emigrazione, la trasversalità da montagna a montagna faceva sì che ci fossero delle famiglie che partivano dai comuni in altitudine per andare a lavorare nelle città d'Italia e contemporaneamente in questi comuni arrivavano persone da fuori a fare il boscaiolo , per esempio nel mendrisiotto arrivano dalla Val d'Antrona, dalla val Brembana, oppure spostamenti trasversali da valle a valle: dalla val Verzasca si spostavan...

Donne sfiorite

Questo idilliaco quadro l’ho visto due volte in pochi mesi: alla galleria Züst di Rancate e al MASI di Lugano pochi mesi dopo. Ma poco importa. Idilliaco e utopico  Il canto dell'aurora, 1910 - 1912 Luigi Rossi (1853–1923) 1910–1912, olio su tela. MASI Lugano. Deposito Fondazione Antonio Caccia. Acquisto 1913 Sotto un ampio cielo, si apre il paesaggio della Capriasca, luogo di villeggiatura estiva del pittore, in cui sono collocate quattro contadine che intonano un canto, orientate verso i punti cardinali. Il tema dei contadini al lavoro, ampiamente trattato dall’artista, mostra un rapporto sereno fra la natura e l’uomo, mentre la resa pittorica, dalle pennellate parzialmente filamentose, rende il soggetto quotidiano atemporale e simbolico. Quello che importa sono le identiche sensazioni che mi ha trasmesso entrambi le volte. La prima cosa che ho notato sono le gerla: vuote! Finalmente e inesorabilmente vuote! Ci voleva un quadro per una visione simile, che io ricordi non esiste fo...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

Ufenau

L’ho rasentata durante la passeggiata Einsiedeln - Rapperswil, e mi sono fatto ingolosire. La presenza del Huttenwyl li esiliato non ha fatto altro che aggiungerci fascino. Approfitto di una giornata tersa per andare in avanscoperta della piccola ma affascinante isola di Ufenach (o Ufnach). Giusto per approcciarmi in maniera soft prendo il primo battello da Zurigo Bürkiplatz e mi godo il docile ondeggiare verso la parte meridionale del lago Ripresa con un drone da un'altezza di 300 metri: Arnstein, il punto più alto dell'Ufenau con i suoi 17 metri, si trova a destra del molo. Foto: Emanuel Ammon/Aura Cartina del 1844 dell'isola di Ferdinand Keller Dal 1857 i battelli a vapore attorcano a Ufenau. Da quel momento si assiste a un incremento di visite sull'isola e con esso souvenirs come questa cartolina degli anni 1900 Preistoria Le tracce della presenza umana su Ufnau risalgono alla preistoria. I resti di un tempio gallo-romano del II/III secolo d.C. dimostrano che l...