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La cavalcata del filosofo

Al secondo incontro con l'immagine di una donna che cavalca un uomo frustrandolo mi sono ripromesso di dover capirne le origini.

La decorazione in vetro trovata al museo nazionale di Zurigo non presenta però (incredibilmente) alcuna descrizione.

Andando a scartabellare a ritroso nel tempo nel mio archivio ritrovo lo stesso motivo al museo storico di Basilea. Qui accanto all'immagine c'é anche un accenno al motivo rappresentato

Piano di cottura con Aristotele e Fillide
Alto Reno, Maestro G. F. (disegno); probabilmente Kandern (fusione),
1519 Ferro, dipinto Inv. 1965.34. Dono Hans-Peter His-Miescher

Aristotele, il grande filosofo dell'antichità greca, si lascia umiliare dalla giovane moglie Fillide per eccesso di amore nei suoi confronti: lei gli ha messo le briglie, lo sta cavalcando e lo sta castigando con una frusta.
Come di solito accade nelle rappresentazioni di questa scena, Fillide è vestita in modo molto elegante e ha una sensualità enfatizzata.
Questo motivo pittorico della serie delle cosiddette liste femminili si basa su racconti medievali e godette di grande popolarità nel tardo gotico e nel Rinascimento.

Il folle amore rinascimentale

Il motivo del folle d'amore e del marito tradito era estremamente popolare nel primo Rinascimento a nord delle Alpi, soprattutto nella regione del Lago di Costanza e nella Confederazione Elvetica. Il repertorio delle follie maschili, delle liste femminili e del mondo malvagio comprende anche il racconto della cavalcata della bella cortigiana Fillide sul filosofo Aristotele. Il motivo compare già nel XIV secolo in un dipinto murale in tre parti nella chiesa cattedrale dell'Abbazia di Reichenau e nel XV secolo sulla facciata della Casa dei Tessitori di Lino a Costanza (non conservata).

Aristotele ha convinto il suo allievo Alessandro Magno a non desiderare la bella Fillide, ma se ne innamora lui stesso. Lei gli chiede di lasciarlo cavalcare nel giardino prima di ricambiare il suo amore. Aristotele accetta e si prende gioco del suo allievo.

Una realizzazione artistica particolarmente bella della cavalcata del filosofo è presentata in un pannello di armadio creato probabilmente a Basilea e oggi conservato nella collezione del Museo Nazionale Svizzero. Basata su un disegno a penna e inchiostro dell'orafo e viaggiatore solettese Urs Graf del 1521, l'immagine centrale mostra il filosofo cavalcato da Fillide davanti a un paesaggio roccioso quasi romantico. Con la mano sinistra, la cortigiana voluttuosamente raffigurata conduce il filosofo decrepito per le briglie, mentre con la mano destra brandisce una frusta. Il quadro è incorniciato da un magnifico portale rinascimentale.

Anthoni Glaser (attribuito). Dipinto su vetro con Aristotele e Fillide su disegno di Urs Graf. Probabilmente Basilea, 1527.

Libido strumento di vendetta

Incrocio poi su un periodico di storia un altro dipinto e approfondisco ulteriormente il tema

Memmo di Filippuccio - Aristotele e la cortigiana Fillide o La donna che prende il sopravvento sull’uomo - San Gimignano, Palazzo Comunale, Camera del Podestà -  1303 - 1310

La scena si svolge sotto gli occhi di due spettatori. Sono seduti in una strana e stretta galleria che si riversa sul palcoscenico direttamente sopra (Il Figliol Prodigo), rafforzando il voyeurismo che caratterizza la situazione a prima vista; non nascondono il loro stupore per lo spettacolo che hanno davanti a loro e a noi allo stesso tempo: una giovane donna, con una frusta in mano che fa roteare in aria, siede a cavalcioni di un vecchio che cammina a quattro zampe. Il vecchio sembra totalmente affascinato dall'amazzone che lo cavalca. In questo vecchio ridicolizzato dobbiamo riconoscere il principe dei filosofi, Aristotele, che Dante descrive come il "maestro di coloro che pensano" (Inferno, IV, 131), il quale, secondo la leggenda, si invaghì a tal punto della cortigiana Fillide da trovarsi in una situazione perfettamente grottesca

Questa storia, dal caratteristico sapore medievale, è raccontata nel Lai d'Aristote. Le Lai d'Aristote è un testo scritto in versi in franco-picardico da Henri d'Andeli nella prima metà del XIII secolo. In esso si apprende che il filosofo aveva sconsigliato al suo allievo Alessandro la compagnia delle donne. Fillide, innamorata di Alessandro, si vendica umiliando il vecchio pazzo. 

La rappresentazione della scena è perfettamente fedele al testo, che specifica che dopo aver sedotto Aristotele, Fillide monta a cavallo di quest'ultimo che, trasportato dal piacere, "canta a squarciagola" nel frutteto dove si muove sotto la sferza della donna che ha preso per amante. La storia di Aristotele e Fillide, che è soprattutto una favola, era sufficientemente popolare nel Medioevo per essere inserita qui, nel contesto di un programma iconografico dal sapore particolare, in cui la ridicolaggine del simbolo è tanto più grande in quanto ha come protagonista l'immenso Aristotele: incapace, nella sua vecchiaia, di resistere al richiamo della libido di fronte all'erotismo di un corpo femminile nel fiore degli anni, il "maestro di coloro che pensano" sprofonda sotto i nostri occhi nel più perfetto ridicolo. Maggiore è il contrasto, più forti sono le risate.

I due spettatori

Come abbiamo visto, dalla finestra di uno strano palazzetto rosso, una sorta di tribuna che offre un notevole punto di vista, una coppia di spettatori assiste a questo spettacolo buffonesco. Lorenzo Renzi vede in questa coppia di spettatori l'imperatore macedone Alessandro Magno accompagnato dalla moglie Roxane. Due sono le spiegazioni per l'inaspettata presenza dell'imperatore e della bella persiana: in primo luogo, c'è un forte legame tra i quattro personaggi, poiché gli storici antichi ci dicono che Fillide, una volta innamorata di Alessandro, si vendica di Aristotele davanti agli occhi stupiti del suo allievo. La causa? Il consiglio di Aristotele all'imperatore Alessandro, che era stato suo allievo, lo portò a prendere definitivamente le distanze da Fillide. 

Sala Magna di Palazzo Steri - Cecco di Naro

D'altra parte, anche il matrimonio tra l'imperatore vittorioso e la bella donna persiana incontrata al banchetto organizzato dal padre (durante questo banchetto di ubriachi, Alessandro fu subito colpito dall'apparizione di Roxane, "la più bella ragazza d'Oriente dopo la moglie di Dario"), Ossirinco, in onore di Alessandro, un matrimonio basato su motivi sia amorosi che politici, è un esempio di fedeltà coniugale. La presenza dei due personaggi in questo contesto funge, in un certo senso, da antitesi e da repulsore della scena in cui assistiamo alla degradazione fino allo svilimento di Aristotele, vittima della propria senilità e delle proprie turpitudini, della malizia di Fillide e, infine, dell'implacabile vendetta femminile.

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