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Il cardinale guerriero

Se riconosciamo i personaggi mitologici svizzeri nelle persone di Tell e Nicolao della Flüe noteremo che nessuno dei due é un condottiero. E se si chiede a qualsiasi persona di menzionare un condottiero svizzero troveremo difficilmente una risposta. Per chi poi approfondisce l'argomento si renderà conto che anche gli svizzeri hanno avuto i suoi condottieri: Werner Stauffacher, Hans Waldmann, Adrian von Bubemnberg, Markus Röist, Dufur e Guisan. Tutti condottieri più o menmo conosciuti in patria ma che non possono competere con i grandi nome delle nazioni confinanti: Napoleone, Barbarossa, Carlo Magno, Garibaldi, Ivan il terribile ecc ecc.

Quelli svizzeri sono tutti condottieri, ma meno conosciuti perché occupati più che altro a mantenere intatta la piccola terra Elvetica, sostanzialmente priva di conflitti esterni da Martignano al 1798 (evidentemente tralasciando l'impegno come mercenari).

Così non c'é da stupirsi se alla battaglia dei Giganti (Marignano 1515) al comando dell'esercito, più per carisma che per tattica troviamo un cardinale: il vallesano Schiner

L’ascesa

"Un giorno sulla piazza pubblica di Sion nel Vallese un giovane scolaro cantava qualche vecchia aria delle montagne per ottenere da' suoi uditori il bisognevole onde continuare i suoi studi. Un vecchio, rapito dall'aspetto del fanciullo, lo chiama a sé, lo interroga e dice agli stanti: - Questi sarà il nostro Vescovo e il nostro Principe. -

"Il giovanetto scolaro era Matteo Schiner, nato nel piccolo villaggio di Muhlebach presso Sion da poveri contadini. Egli imparò a leggere a Sion. Di quivi andò a Zurigo, e da Zurigo a Como, ove sotto Teodoro Lucino studiò lettere. Il fanciullo non mendicava più; egli aveva, a forza di fatiche e di successi, acquistato il diritto di sedere sui banchi della scuola: a diciassette anni sapeva il greco, l'italiano ed il tedesco. Si afferma che avesse poca inclinazione pei poeti profani dell'antichità; anteponeva Boezio a Virgilio. Dopo il Vangelo, il libro che più spesso leggeva era quello Della Consolazione. Egli diceva, in un vago presentimento dell'avvenire, che avrebbe un giorno più bisogno di filosofia che non di poesia. Era del resto una di quelle anime contemplative, come se ne trovano nei paesi di montagna, che godono di star sull'alto, vicini ad un torrente o ad una valanga, per tutto ovunque la natura fisica mostra alcun che di orrido. Appena entrato negli ordini, Schinner fu chiamato a guidare una piccola parrocchia in un villaggio, ove la sua pietà, dice la cronaca, gettò ogni sorta di buoni odori. II Vescovo di Sion volle averlo vicino, e lo fece canonico della cattedrale.

Tobias Stimmes, ritratto del cardinale Schiner. Stampa grafica trama da Elegia stema bellica sinuse Masorism di Paolo Clovio, Basilca, 1515. Untenänbibliorek Bern
L'artista sciaffusano Tobias Stimmer (153) - 1584) ha ritratto postumo Mattäus Schiner come un ecclestatico guerriero, con berretto cardinalizio e spada. Il profilo spigoloso, il naso prominente e lo sguardo al rivelano una grande forza di volontà. Stimmer ha reperito il modello per il ritratto nella raccolta del suc contemporaneo, lo storico italiano Paolo Giovio, Il disegno di Stimmer, commissionato da un editore basilese, è stato stampato come silografia nel 1575, inserito nella storia della guerra di Giovio.

A Sion la cronaca ce lo presenta anche inteso a predicar mattina e sera la parola di Dio, a comporre discordie, pregare e vivere vita castissima, e tale che, morto il Vescovo, fu eletto dal popolo a proprio pastore e principe: Giulio II confermo l'elezione.

Quale cristiano e svizzero Matteo Schinner voleva la doppia indipendenza del suo paese e della chiesa romana. Ora l'una e l'altra erano minacciate dalla signoria francese in Italia.

Sui campi di battaglia

"Gli storici dicono che, dopo S. Bernardo, la parola sacerdotale non era mai stata tanto vittoriosa quanto quella del cardinale di Sion.
Uri, Unterwalden, Zug e Svitto si scuotono per portar soccorso alla chiesa minacciata, guidati da Schiner; il quale non paventa né artiglierie, né palle. Lo trovano agli antiguardi, al centro, al retroguardia, ovunque v'ha da affrontar la lancia, o da raccomandare a Dio l'anima di un moribondo, ovunque è da incuorare un fuggitivo. I suoi soldati lo amano e lo ammirano; egli sa affascinarli colla voce, colla parola e collo sguardo."


Dorme sulla neve come l'ultimo popolano, scala le rupi di ghiaccio al par di un cacciatore di camosci, e vive al campo quale un penitente, digiunando più volte la settimana, non mangiando mai carne, bevendo sempre acqua, dicendo il suo breviario mattina e sera, e rimanendo in orazione le ore intere la vigilia di una battaglia.

"L'anno 1512 Giulio II lo fece cardinale di S. Potenziana e legato in Lombardia, e alquanti giorni appresso co' suoi montanari svizzeri egli rompeva i Francesi a Novara, li rimandava nella loro Francia, indi rientrava nella sua diocesi per cantare il Te Deum in rendimento di grazia, pronto a ritornare in Italia..." 

V. Rohrbacher, Storia della Chiesa, vol. XII, lib. 83.

"Voglio lavarmi le mani 

e bere il sangue dei francesi!"

(Cardinal Schiner)

Marignano 

Di fronte alla disunione dei Confederati prima della battaglia di Marignano del 13-14 settembre 1515, Matthäus Schiner si comporta da guerrafondaio. Da Milano incita i rimanenti Cantoni ad attaccare senza indugio: ancora nel pomeriggio questi si precipitano contro le truppe francesi stazionate a Marignano. Dopo la sconfitta confederata in una battaglia durata venti ore con elevate perdite umane, circa 1'000 Confederati - tra i quali il cardinale Schiner - difendono il castello sforzesco. Il re di Francia Francesco I conclude rapidamente la pace con il Papa. L'11 ottobre 1515 il vincitore fa il suo ingresso trionfale a Milano

"Schiner era un uomo duro, e le sue parole mi hanno ferito più di tutte le lance dei suoi montanari..."

(Francesco I su Schiner)

. La stella di Schiner tramonta provvisoriamente a Roma e definitivamente nel Vallese, che deve lasciare nel 1517. Quattro anni dopo fallisce la sua candidatura al papato e Schiner muore di peste a Roma il 1° ottobre 1522.

Schiner a Marignano nel 1515

Il post Marignano

La sconfitta a Marignan indebolì la posizione di Mathieu Schiner in Italia, ma anche nel suo paese natale, il Vallese. Il litigio di lunga data con Georges Supersaxo, suo ex mentore e datore di lavoro ora votato alla causa francese, gli impedisce di tornare a Sion. Il cardinale attraversò il Passo della Furka per rifugiarsi a Zurigo, dove rimase dal 1517 al 1519 e fece amicizia con Ulrich Zwingli. I due uomini, impegnati nell'umanesimo e amici di Erasmo e Wölfli, si erano probabilmente già incontrati in Italia. Vale la pena notare che Zwingli deve la sua posizione di prete secolare del Grossmünster a una raccomandazione di Mathieu Schiner. Sebbene Schiner fosse convinto che la Chiesa cattolica avesse bisogno di una riforma, non era un riformatore.

Nel 1521, i mercenari di Zurigo e il cardinale di Sion attraversarono le zone paludose diretti a Milano.

Nel 1521, alla Dieta imperiale di Worms, prese apertamente posizione contro Martin Lutero e incontrò Erasmo. Alla morte di Papa Leone X nel 1522, Mathieu Schiner si recò a Roma, aiutò lo Stato pontificio a governare durante il periodo di transizione e partecipò al conclave. Pur essendo uno dei cardinali più in vista per la successione al Santo Padre, la sua candidatura alla sede pontificia fallì a causa dell'opposizione dei cardinali francesi della curia. Tuttavia, contribuì all'elezione di Adriano di Utrecht, un cardinale ostile alla Francia, che fu eletto Papa con il nome di Adriano VI. Mathieu Schiner morì di peste poco dopo. Fu sepolto nella chiesa romana di Santa Maria dell'Anima, l'edificio religioso nazionale del Sacro Romano Impero. La sua tomba fu saccheggiata e distrutta nel 1527 dai lanzichenecchi durante il sacco di Roma.

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