Riconosciuto come "il mestiere più vecchio del mondo" per la passione più vecchia del mondo.
Le prostitute incarnano le contraddizioni della morale sessuale sia secolare che ecclesiastica. Sono il disordine nell'ordine. La sessualità maschile repressa è considerata una minaccia per la società. Il sesso in vendita appare come il male minore. Legali e tollerate per gli scapoli, le «case di piacere» sono vietate a uomini sposati, ebrei e chierici. Dal XII secolo, sono numerosi i postriboli presenti nelle città. Spesso spinte dalla povertà a trasferirsi nelle città, le «meretrici» sono emarginate, prive di diritti, spesso vittime di violenze e di ricatti.
La prostituzione era in linea di massima condannata, ma gli stessi teologi, Tommaso d'Aquino in testa, la tolleravano come mezzo per tenere a freno la lussuria ed evitare il diffondersi altrimenti incondizionato di pratiche "degenerate" come l'adulterio, la masturbazione e l'omosessualità.
Dio danaro esce vincitore
Nonostante questo atteggiamento, però, le autorità non solo civili ma addirittura ecclesiastiche presero col tempo a favorire la creazione di bordelli per ricavarci corpose rendite. L'Ordinanza che regola il governo delle terme di Southwark del vescovo di Winchester, ad esempio, regolamentava, all'inizio del XI secolo, questo stabilimento che era di proprietà del vescovo. Nel 1309 un altro vescovo, Giovanni di Strasburgo, costruì addirittura a sue spese un nuovo bordello nella sua città.
Da pellegrine a meretrici
Chi erano le prostitute? Per lo più donne povere o impossibilitate per varie ragioni (ad esempio perché erano state stuprate, oppure erano schiave vendute dai loro padroni perché da loro stessi ingravidate) a trovare marito: per loro vendere il proprio corpo costituiva più che una libera scelta il solo mezzo per mantenersi.Il velo giallo
Un altro simbolo dei loro servizi è il nastro giallo legato attorno ai fianchi. Raccogliendo e lasciando cadere i nodi d'amore, la donna scioglie tutti i giuramenti di fedeltà ed è libera per qualsiasi desiderio amoroso.
Nel nome del re
Ben pochi, a quanto pare, si preoccupavano della questione morale. Solo Luigi ix, in Francia, cercò di distogliere le donne dalla prostituzione offrendo loro del denaro e una pensione in cambio del pentimento e della promessa di cambiare vita. Ma il tentativo si risolse in un flop clamoroso: delle 12.000 prostitute parigine (quasi il 10% della popolazione dell'intera città, che all'epoca era di circa 150.000 abitanti) soltanto duecento si presentarono a ritirare i soldi. Tutte le altre, evidentemente, erano convinte che l'esercizio del mestiere, per quanto non certo foriero di prestigio sociale, fruttasse loro di più...
Nel Trecento esistevano bordelli di lusso in molte città d'Europa e nel Rinascimento alcune grandi cortigiane, oltre a posare per illustri artisti, passarono agli onori delle cronache per le loro capacità di intrattenere i facoltosi clienti anche con altre arti oltre a quelle di Venere: donne che sapevano cantare, ballare, suonare strumenti e addirittura partecipavano in vesti discinte ai banchetti in onore dei papi, come quello tenutosi a Roma nel 1501 e organizzato da Cesare Borgia per il padre Alessandro VI.
Segno che nel Rinascimento i tempi, anche per il mestiere più antico del mondo, erano decisamente cambiati.
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