Passa ai contenuti principali

Oggetti di nicchia al museo storico di Baden

Ogni museo é come un negozio: bisogna immaginare che espone della mercanzia, e come ogni negozio ha molti altri oggetti nel retrobottega, in magazzino. 

A differenza di un qualsiasi negozio per un museo non sempre é facile trovare una scusa, un contesto per cui mettere qualsiasi oggetto presente nel retrobottega sugli scaffali, d'altra parte é un vero peccato tenerli in bui magazzini, così alla fine, in una maniera o l'altra si trova il modo di esporli, di dargli un ora d'aria, e se non per la mostra permanente almeno per una qualche mostra temporanea da qualche parte in Svizzera o chissà dove.

Anche al museo storico di Baden trovo oggetti apparentemente isolati, ovvero che non entrano direttamente in un concetto di una mostra ma sono comunque, e per la mia grande felicità, esposti. Infatti non per forza devono raccontare sempre chissà cosa, possono essere esposti anche per il semplice scopo di ammirarne la bellezza. 

Oggetto 1

Questo é il caso del primo oggetto particolare che mio capita a tiro: 

Cavallo giocattolo con meccanismo a pedali della famiglia Keusch, Baden 1948

Eventualmente, ad essere curiosi si potrebbe fare un veloce ricerca per vedere chi sono questi Keusch che nell'immediato dopo guerra possono permettersi in giocattolo simile per i rampolli. 
=> Nulla di particolare trovato

Oggetto 2

Il secondo oggetto mi colpisce specialmente per le sue dimensioni, il suo scopo é chiaro fin dal primo sguardo

Telaio di calcolo dell'edificio scolastico di Vogelsang Gebensdorf, 1935

Sarebbe interessante capire come funziona, data anche la particolare distribuzione delle cifre sui listelli, ma la ricerca prenderebbe troppo tempo, rinuncio e mi accontento

Oggetto 3

Il terzo oggetto é già più misterioso rispetto ai primi due. Anch'esso é caduto in disuso 

Poggiapiedi con inserto riscaldante, 1780 - 1850

Oggetto 4

Il quarto oggetto appare subito evidente di cosa si tratti ma non il suo campo di applicazione specifico. Ad aguzzare la vista si noteranno due viti incastonate in entrambe le fugure, indizio che potrebbe portare alla soluzione del piccolo mistero

Emblemi da toilette, Gasthof Baden, 1900

Oggetto 5

Sembra roba da "piccolo chimico" o "scienziato pazzo" il prossimo oggetto, e infatti la soluzione si scosta poco dalla prima impressione

Stomaco artificiale per test su compresse di Treupha, fine 20esimo secolo

Oggetto 6

Più che oggetto ricorda un pannello esplicativo. E di questo si tratta: finalmente c'é data la possibilità di capire come funziona un sistema di rubinetteria complesso... o forse no

Modello illustrativo di uno scaldabagno istantaneo, ditta Merker, 1900 ca.

Oggetto 7

Queste tasselli di (apparentemente sughero) attaccati con una corda..il fiume che scorre impetuoso poco lontano, che si tratti di un prototipo e alternativa di salvagente?

La cittadina di Baden dall'altra parte della Limmatt rispetto alla casa dei lanfogti 
che é oggi la sede del museo cittadino

Cintura da nuoto in sughero, 1920-1940, donazione di Oberehrendingen.

Oggetto 8

Esteticamente orribili, ma gioia di innumerevoli persone con le estremità permanentemente fredde

Scaldascarpe, la sensazione é come quella di sedersi sulla tavoletta tiepida, 
ma invece che per il culo qui é tutto appannaggio dei piedi

Oggetto 9

Oggi facile fare i brillanti con la motoslitta, con la bici elettrica...per gli amanti della semplicità, della base, del "ah ok, é chiaro che la forza motrice viene completamente dalle tue gambe"

Slitta in legno per viaggiare su strade innevate, XX secolo, 
inventata da Christian Bühlmann (1872-1953) di Grindelwald, origine sconosciuta.

Oggetto 10

Di quest'oggetto dal sapore orientale mi é subito venuto da chiedermi coma sia potuto finire in un musei di una modesta cittadina dell'altopiano svizzero, e infatti continuerà ad essere un mistero

Ruota di preghiera tibetana
con mantra scolpiti e pietre preziose, in legno, metallo e osso o avorio, non datata
Avorio, non datato, originario del Tibet, origine sconosciuta.

Oggetto 11

Che si tratti di un indumento é fuori di dubbio, potrebbe benissimo essere un body "un po' casto ed abbondante per i giorni nostri, ma anche solo 100 anni fa era più che nella norma, ma ecco la sorpresa...

Costume da bagno da uomo, in cotone, 1940-1949, Schnkun da Baden

Non c'erma mica tanto da scottarsi con cuffia d'ordinanza

Oggetto 12

Forse l'oggetto più curioso é l'ultimo che incrocio

Modello di Baden

La mia mente ha un sussulto e nei cassetti della memoria vado a pescare un altro visto mesi fa nella ridente Herisau, o almeno se non uguale molto simile

Modello di Herisau

Ricordo che anche in quell'occasione rimasi perplesso, oltretutto non avendo a disposizione testi esplicativi o fotografie di supporto che ho invece nella torre del castello dei Lanfogti di Baden. E

bbene si trattasi di Bagno elettrico per la terapia del calore, proveniente da un'abitazione privata di Baden-Dätwil, 20° secolo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Tradizioni molto svizzere

Dopo anni di tentennamenti decido finalmente di partecipare ad un avvenimento che nella Svizzera tedesca é assolutamente irrinunciabile: la festa federale che si tiene ogni tre anni. Oggi saró circondato da svizzeri che fanno cose molto svizzere. Moltissime tradizioni svizzere in questo disegno creato appositamente per la festa federale 2025, se volgiamo cercare il pelo nell'uovo manca l'Hornuss La prima cosa che noto già nell’avvicinamento sul treno é il consumo di birre in lattina con conseguente coda davanti alle toilette, questo anche se ci troviamo a primo mattino I più impavidi sortiscono dagli zainetti i bicchierini da cichett e brindano a non meglio identificate entità. Il lieve aroma di schnapps alle prugne si diffonde nell’area del vagone. Seguono racconti gogliardici accompagnati da grasse risate. Purtroppo non conosco bene l’idioma svizzerotedesco e non riesco a percepire se il genere di sense of humor degli allegri compagni di viaggio farebbe sganasciare pure me....

Anima di donna dannata scovata!

Due anni! Due anni per trovare questo misterioso ed unico quadro nel suo genere in terra ticinese. O almeno che io sappia. Anonimo l’autore mentre il titolo che lo accompagna recita “ anima di donna dannata ”. Purtroppo é andata persa la fonte dove ho preso questa informazione così come una foto piuttosto sfuocata dell'opera. Impossibile trovare il quadro in rete. Non restava che trovarlo in carne e ossa.  Oggi con grande piacere lo schiaffo bellamente dietro il mio faccione sotto qualche riga di testo introduttivo con tanto di indicazione nella didascalia di dove si può ammirare.  Così come a Parigi ci si selfa davanti alla torre Eiffel ad Ascona lo si fa davanti ad anime dannate Toh! “Anima di donna dannata», tela di autore anonimo della prima metà del Seicento (Ascona, Museo parrocchiale presso l’oratorio dei santi Fabiano e Sebastiano ). P.S. E fattelo un selfie ogni tanto...si cazzo! Oggi si! Mi sembra di essere il cacciatore che si fa fotografare con il cervo subito dopo...

Strada dei banchi e lago di Sabbioni

La strada dei banchi per un airolese é un classico, anzi un must. È la strada che corre in alto sul fianco della montagna lungo tutta la valle Bedretto. È esattamente l'equivalente della strada alta, quella della "famosa canzone" di Nella Martinetti, ma dall'altro versante della valle Bedretto. Oggi in aggiunta un bonus, che si rivela una perla che impreziosisce e di molto il giro, una deviazione al lago di Sabbioni. La strada dei banchi La strada dei banchi rispetto all strada alta presenta delle differenze sostanziali, ha molta poca ombra, é molto meno frequentata e all'apparenza potrebbe risultare più monotona. Per buona parte la strada é costituita da una carrabile che serve per collegare le varie alpi, poi ad un certo punto diventa sentiero, più precisamente in vista dell'arrivo del riale di Ronco che presente l'unico vero e proprio strappo del percorso. Come dicevo la strada dei banchi é un must per un Airolese, in pratica questa strada porta ai pied...

Chasa Chalavaina

Non son solito fare post dedicati agli alberghi, ma questo, come l’ hotel Dakota,  riporta eventi storici e merita una menzione  a parte. Chi entra in questa casa respira la storia e per uno come me non c'é nulla di più entusiasmante L'albergo sulla centralissima piazza di Müstair. Il monastero é a circa 100 passi di distanza Sopra la porta tutta a destra la mia stanza per una notte Nel 1254, la Chasa Chalavaina fu menzionata per la prima volta come locanda.  Questa casa è unica perché rappresenta l'hotel più antico della Svizzera.  1930 (?) La locanda, situata nella strada principale di Müstair, si trova a pochi passi dal monastero di St. Johann, patrimonio dell'Unesco. L'hotel comprende 18 camere, un ristorante, una cucina "colorata" di nero dalla fuliggine e un ampio giardino. Dove un tempo dormivano galline, gatti e capre, oggi ci sono camere per gli ospiti. Le stanze sono in parte arredate con mobili in legno secolari e in tutta la casa si trovano ute...

Il Dazio Grande e la via delle genti

Orson Wells afferma che gli svizzeri in 500 anni sono riusciti a creare ben poco, in particolare: "In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Orson Wells - Il terzo uomo - fim 1949 Possiamo tranquillamente affermare che gli urani hanno seguito la stessa falsa riga per quanto riguarda il baliaggio di Leventina: in oltre 300 anni sono riusciti “solo” a migliorare la viabilità presso la gola del piottino (e di conseguenza fabbricarci il redditizio Dazio grande) . Le virgolette sul solo stanno comunque a sottolineare la difficoltà di costruire una strada in quel punto, questo senza nulla togliere alla difficoltà nel costruire un orologio a cucù che meritava forse anch’esso sarcasticamente le stesse virgolette nella battuta di Well...

Sulla strada per Beromünster

Domenica 10 agosto 2025. Sono seduto su di un bus in stazione a Lucerna. A momenti partirà e in men che non si dica lascerà la città per addentrarsi nelle campagne lucernesi. Ed é proprio questo che amo, essere portato in quello che nel film Trainspotting viene definito “il nulla”. La mia esplorazione oggi mi porterà da una cappella in piena campagna fino al villaggio di Beromünster. La cappella e il nome del villaggio posto come traguardo intrigano (Beromünster si chiamava fino al 1934 semplicemente Münster, monastero). Sono 7 km completamente piatti in una rovente giornata d’estate. Mi aspetto di vedere forse qualche giocatore di golf ad inizio percorso per poi isolarmi completamente tra campi e boschi fino all’arrivo, la tappa di per se non ha nulla che attiri le grandi masse, in Svizzera Mobile non fa nemmeno parte di un percorso a tema. Ma oggi per stare nella pace occorre ricorrere a questi tragitti di “seconda fascia”. La vera gioia sta nell’apprezzare quello che la natura o ...

Curon sul lago di Resia

Diciamo subito che io sappia non esistono altri Curon per cui si necessita aggiungere la precisazione “sul lago di Resia”. La scelta di aggiungere l’indicazione del lago é per facilitare la messa a fuoco del lettore. Se poi vogliamo esagerare sarebbe bastato dire “dove c’è la chiesa sommersa ed emerge solo il campanile." Sarebbe poi bastato aggiungere due foto del caso, da due angolazioni diverse e chiuderla lì, verso nuove avventure. Ma sarebbe stato “facile”, superficiale e maledettamente incompleto. Se il campanile compare un po’ ovunque, sulle portiere dei veicoli della municipalità agli ingombranti souvenir (vedi sotto) un motivo ci sarà.  Il classico dei classici. E non é legato all’aspetto “wow” che questo edificio immerso in uno scenario idilliaco suscita alla prima vista, come se si trattasse di un opera artistica moderna. C’è dell’altro. Basterebbe porsi semplici domande, ad esempio come si é giunti a tutto questo? Un inondazione? Una tragedia? Oppure é una semplice attr...

Kyburg e la vergine di Norimberga

Il tempo passa ma per la vergine di Norimberga presente al castello di Kyburg sembra non incidere, ache se poi vedremo che qualche ritocco l'ha necessitato pure lei. Che poi se ne possano dire finché si vuole ma la vera superstar del castello del castello di Kyburg é lei, proprio come aveva ben visto chi l'acquistò proprio per questo scopo «Vergine di ferro» I visitatori del castello si aspettavano sempre di vedere armi storiche e strumenti di tortura.  Appositamente per loro venivano realizzate delle «vergini di ferro». Matthäus Pfau acquistò il suo esemplare nel 1876 in Carinzia per mettere in mostra «il lato più oscuro del Medioevo».  A quel tempo, le forze conservatrici cercavano di reintrodurre la pena di morte, che era stata abolita poco prima in Svizzera. Attrazione turistica È risaputo che la Vergine di ferro fu inventata nel XIX secolo. Non vi è alcuna prova che in una simile cassa dotata di lame e con una testa di donna sia mai stata uccisa o torturata una persona....

Da Campo Valle Maggia a Bosco Gurin - parte II - Da Cimalmotto al passo Quadrella

Sbuco su Cimalmotto dal sentiero proveniente da Campo Valle Maggia verso mezzogiorno. Non mi aspetto di trovare spunti storici altrettanto avvincenti che a Campo, sarebbe impensabile in così pochi ettari sperare in tanto. Eppure.... Vista da Cimalmotto in direzione di Campo Valle Maggia di cui si intravede il campanile in lontananza Ci sono due elementi geologici che caratterizzano questa parte della valle: la frana che domina la parte inferiore e il pizzo Bombögn che sovrasta la parte superiore. Campo Valle Maggia e Cimalmotto sono l'affettato di questo ipotetico sandwich Chi visita Campo e le sue frazioni con occhio attento non può non rimanere esterrefatto dal contrasto fra la bellezza paesaggistica della zona e la ricchezza dei monumenti storici da un lato e la desolante povertà demografica dall’altro. I motivi sono diversi: innanzitutto Campo, al momento dell’autarchia più dura, era uno dei comuni più popolati della Valmaggia (nel XVIII superava i 900 abitanti; nel 1850 erano...

Mosé Bertoni

C'é una piccola sala nel museo di Lottigna, resta staccata dal complesso principale del museo, una piccola sala che per eventi sfortuiti (si con la "s" davanti) sono riuscito a vedere solo di sfuggita. Però quello che sono riuscito a assaggiare nei pochi momenti mi ha affascinato. Il classico ometto nato in un piccolo villaggio in una valle discosta per poi costruirsi una vita tutt'altro che scontata. Un personaggio amante delle tradizioni svizzere e dei principi anarchici, una combinazione piuttosto bizzarra per non dire incomprensibile. Si capisce fin dai primi momenti che si ha a che fare con un personaggio di nicchia, degno di un approfondimento. Mosè Bertoni verso il 1910 Foto F. Velasquez, Asuncion (Coll. priv.) Mosè Bertoni non è un uomo comune. Giovane irrequieto, dai molteplici interessi, impegnato politicamente tra i liberali innovatori e vicino all'anarchismo, a 27 anni decide di «dare un calcio a questa vecchia Europa» . Non è neppure un emigrante comu...