In ambito di una ricerca parallela che sto eseguendo all'archivio cantonale di Bellinzona mi ritrovo a spulciare gli atti giudiziari di Leventina dal 1862 al 1882. I fascicoli sono numerosi e malgrado non sia ancora riuscito a trovare quello che cerco sono diversi i documenti inerenti altre storie che mi sono capitati per mano.
Alcuni drammatici, altri molto meno. Di quest'ultima categoria la denuncia scovata tra centinaia di altre denunce.
Nel 1879 per cosa si denunciava? Si era più o meno tolleranti di oggi? Non ho una risposta definitiva ma so che si denunciava anche per una semplice calunnia. Già proprio quelle che ci si urla più per spaventare ma che poi raramente si porta veramente in questura "Ti denuncio! Ti denuncio!"
I fatti
Veniamo al punto:
Il capoposto della gendarmeria di Ambri il 17 ottobre 1879 denuncia che un certo "Pietro Croce macellaio in Ambri uno dei passati giorni si sia permesso di dire in presenza dei Signori Enrico Celio Consigliere Dottore Quirino Ratti (?) dimorante in Quinto come i Gendarmi componenti questo picchetto si faccian lecito di rubare clandestinamente delle patate nei campi nei dintorni del paese"
Ufficiali di gendarmeria - anno ?
Lo stesso denunciante poi svela una possibile causa della sua rabbia per un furto apparentemente di poco conto
"....un carattere di speciale gravità riferendosi a persone investite del mandato di tutelare il buon ordine..."
La prima cosa a cui penso é la plausibilità del furto di patate: immagino i tempi duri, la fame, la povertà, rubare del cibo mi sembra molto plausibile. Al giorno d'oggi un furto simile alle nostre latitudini é molto improbabile....o no?
La parte clou dell'accusa
Un furto ancora in voga?
Una breve ricerca sulla rete mi smentisce all'istante: rubare patate, anche se piuttosto raro, é ancora praticato ai nostri tempi
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In quest'ultimo caso abbiamo anche la pena inflitta al ladro:
Alla fine ha patteggiato una condanna a 4 mesi e 200 euro di multa per un tentato furto presso il supermercato Tosano con sede a Legnago. Questa la sentenza del gip Luciano Gorra riportata oggi dal quotidiano L'Arena, e che ha visto imputato un ladro dalle mire molto particolari. Obiettivo di quest'ultimo, infatti, non erano né il denaro delle casse, né ogetti di grande valore, bensì delle semplici patate.Analisi sulla plausibilità
A parte il caso dell'ucraino che si accontentava di un unico sacchetto di patate per evidente uso personale (!), negli altri casi le grandi quantità 1-2 quintali, fanno pensare ad una possibile rivendita.
Quindi appurato che il furto di patate nel 1879 era attendibile, (si fa ancora oggi quando la fame non dovrebbe più essere un problema, figuriamoci una volta...) l'insulto del Pietro Croce prende una certa plausibilità e parallelamente diminuisce la possibilità di essere interpretata come una battuta palesemente esagerata / uno sfottò.
Un secondo punto che aggiunge benzina sul fuoco é rappresentato dai testimoni di tale calunnia: un Consigliere ed un Dottore, le massime autorità della comunità (manca forse il parroco)
Un terzo punto potrebbe risiedere nella famigliarità dei gendarmi con gli abitanti che aggraverebbe ulteriormente la situazione. Essi erano con ogni probabilità conosciuti, un po' come l'agente di quartiere con cui si scambiano quattro chiacchere e che abita magari nello stesso villaggio di dove pratica il suo lavoro. La mobilità nel 1879 era sicuramente minore di oggi e quindi immagino dei gendarmi più stazionari e facenti parte bene o male della comunità. Si, molti "immagino" me ne rendo conto...
In ultima analisi la carica ricoperta da chi é calunniato é la goccia che fa traboccare il vaso: offeso nell'orgoglio il capoposto non può non denunciare l'autore di simile blasfemia.
Si percepisce anche quel senso di rispetto che le forze dell'ordine esigevano ai tempi, rispetto che é andato letteralmente scemando degli ultimi decenni dove non solo i poliziotti sono insultati e presi a sassate ma anche in altri ambiti. Basta pensare a quello scolastico in cui si é passati da punizioni corporali a maestri letteralmente in balia di allievi che alla minima vanno a spifferare tutto ai genitori che li proteggono a spada tratta
Diplomaticamente sostengo che la cosa giusta stia nel mezzo, la violenza non é una soluzione così come un po' più di fiducia negli insegnanti andrebbe data. Mia nonna mi raccontava che se arrivava a casa piangendo per aver ricevuto una sberla dal maestro ne riceveva all'istante un'latra dal padre "se ti ha punito sicuramente ha avuto i suoi buoni motivi"
Conclusioni
Quello che inizialmente mi ha fatto sorridere, dopo un analisi risulta una denuncia che ha le sue ragioni di esistere, anzi una denuncia dovuta. Mi chiedo se oggi dovessi insultare un poliziotto davanti al dottore del paese (difficilissimo avere entrambi a portata di mano contemporaneamente) cosa succederebbe: con ogni probabilità non verrei preso sul serio e finirebbe tutto con una risata del dottore e forse anche degli stessi agenti. Insomma i tempi sono evidentemente cambiati e questo documento a suo modo lo testimonia.
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