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E sesso fu - parte III - Paura della fica

Che le fobie siano innumerevoli, anzi quasi infinite lo si sa.  Non posso che far altro che essere comprensivo verso tutte le più disparate fobie del mondo..ok ma però, insomma, avere la fobia della fica, questo va oltre le mie ampissime vedute.
In realtà più che paura i casi riportati generano vergogna, una strumentalizzazione oppure una minaccia,. Resta a mio avviso completamente incomprensibile perlomeno non apprezzare il punto di origine di tutti noi.

La ferita

Nel XVII secolo, invece, Il diavolo dell'isola dei Papa fiche di Jean de la Fontaine, ispirato a una storia antecedente (1532) scritta da Rabelais (Gargantua e Pantagruele IV, 47), narra di come il diavolo fu ingannato dalla moglie di un contadino: l'uomo, spaventato perché maltrattato dal diavolo, va a casa a nascondersi mentre la moglie coraggiosa (e scaltra, in questo caso) annuncia che si occuperà lei del problema. La donna affronta il diavolo dicendogli che suo marito è molto violento e lo graffierà a morte; come prova, lo invita a guardare il punto in cui ha verificato quanto sono aguzze le sue unghie e solleva la sua veste per mostrargli la «ferita» in mezzo alle gambe provocata dal consorte. E in effetti il diavolo fugge terrorizzato. La scena è stata illustrata da grandi artisti quali Jean-Honoré Fragonard e Jean-Baptiste Oudry

Illustrazione di Charles Eisen per Il diavolo dell'isola di Papafiche di Jean de La Fontaine: Tales and Novels in Verse. Vol. 2 Londra 1896, p. 130

Il disonore

Diverse fonti letterarie si servono di questo aspetto "spaventoso" dei genitali femminili adottando il gesto di sollevare la veste, noto come anàsyrma. Plutarco nei Moralia e Giustino nel compendio delle Historiae pralippicae di Pompeo Trogo raccontano di battaglie in cui i soldati iniziano a ritirarsi dalla mischia e le loro mogli e madri li implorano di tornare a combattere, alzando la veste - «sublata veste, obscoena corporis ostendunt» ("sollevata la veste, mostrano le parti oscene del corpo") - per costringerli a riprendere la lotta per la vergogna".

Otto van Veen (1556-1629): Le donne persiane

Caterina Sforza

Altro episodio storico fu quello della fine del XV secolo in cui Caterina Sforza tenta di sovvertire una minaccia di morte rivolta ai suoi figli alzandosi la gonna. In questo modo si serve della propria sessualità per ottenere diversi scopi: neutralizza le minacce dei rapitori dando prova di avere i mezzi per fare altri figli e inoltre mostra il proprio potere, tiene lontano il male é fa vergognare chi cospirava contro di lei

Falso storico?

Così Niccolò Machiavelli nel terzo libro “Delle congiure” dei suoi Discorsi narra dei fatti di Forlì e di quello che a tutt’oggi sembra il gesto più eclatante compiuto da Caterina Sforza, figlia del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, in seguito all’assassinio del marito Girolamo Riario, signore di Forlì e Imola.

“Ammazzarono alcuni congiurati Forlivesi il conte Girolamo loro signore, presono la moglie, ed i suoi figliuoli, che erano piccoli; [...] E per mostrare che de’ suoi figliuoli non si curava, mostrò loro le membra genitali, dicendo che aveva ancora il modo a rifarne.”

Solo il Machiavelli dipinge in questa maniera la scena, forse per voler affiancare alla figura di Caterina un’aurea di leggenda classica, a riprendere quelle leggende antiche come nell’Antigone di Erodoto da cui spesso l’autore prende spunto in questa opera.

Ma come dice più di un contemporaneo di Machiavelli “i suoi discorsi non son storia, e tanto meno discorsi per la storia, egli non scrive per narrare, ma per appoggiare le sue teorie politiche, e qualche volta travisa i fatti, li esagera per far più colpo sulla fantasia del lettore”.

Lo stesso Machiavelli nelle Historie Fiorentine, testo senza velleità politiche dove ritroviamo tutta la cronologia dei fatti, narra dell’accaduto in questi termini “e minacciando quegli di ammazzargli i figliuoli, rispose come ella aveva seco il modo a rifarne degli altri.”

Risposta dura ma in cui non vi è la presenza di quel gesto così poco adatto ad una donna cresciuta alla corte Sforzesca.

Non ho trovato menzione di questo episodio neanche nelle Lettere ai Dieci di Balia o in altri documenti d'archivio a firma del Macchiavelli al tempo diplomatico presso diverse corti.

Come spesso accade la nota piccante è meno noiosa della realtà storica, la leggenda popolare cresce negli anni, le parole del Machiavelli sono legge, viene ripresa in opere posteriori di autori a cui poco interessa la ricerca storica, la figura di Caterina Sforza impavida alla vista dei figli nelle mani degli assassini ed in pericolo della vita, diventa comoda icona da usare al di fuori di ogni contesto storico.

Altri casi di anasyrma

Molte fonti storiche riportano che l'anasyrma avesse effetti sensazionali o soprannaturali — nel bene e nel male. Plinio il Vecchio scrisse che una donna mestruata che si sveste può scacciare grandine, turbini e fulmini. Se si denuda e cammina lungo un campo, bruchi, vermi e scarabei cadono dalle spighe di grano. Anche se non ha il ciclo, può placare una tempesta in mare denudandosi.

Stando al folklore, le donne alzavano le gonne per scacciare i nemici in Irlanda e in Cina.

Un articolo di The Irish Times (23 settembre 1977) riferì di un incidente potenzialmente violento coinvolgente diversi uomini, che fu sventato da una donna che mostrò i genitali agli aggressori

Secondo il folklore balcanico, quando pioveva troppo, le donne sarebbero corse nei campi con le gonne alzate per spaventare gli dei e far cessare la pioggia.


Balkan Erotic Epic" fa parte di una serie di opere che riflettono le origini serbe

In realtà amare carnalmente una donna è perdersi negli «orrori del labirinto», l'«intricato labirinto» della vulva, oscuro abisso di disordine e afrore, «ampiezze vastissime più che l'oceano, nelle quali non ritrova fondo»

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