Passa ai contenuti principali

E sesso fu - parte IV - Donne alla finestra

“Affacciati alla finestra amore mio” cantava Lorenzo Jovannotti nel lontano 1994 nella sua serenata rap. Chissà se l'artista era a conoscenza del significato che affacciar4si alla finestra aveva in passato. Leggendo qualche passaggio nel testo si potrebbe pensarlo, anche se celato e molto più soft rispetto ai nostri predecessori del XVI secolo

Affacciati al balcone rispondimi al citofono
.....
E se tu mi vorrai baciare sarò contento
E questa serenata è la mia sfida col destino
Vorrei che per la vita noi due fossimo vicino

Donne alla finestra

Il primo galateo italiano per donne, del reggimento e dei costumi di donna di Francesco da Barberino, del 1307-1315, raccomandava alle nobildonne di tenersi lontane da finestre e balconi.

Analogamente un altro fiorentino Paolo da Certaldo, ammoniva ogni giovane donna di imitare la Vergine e stare «rinchiusa e serrata in nascoso e onesto luogo» per proteggere la propria reputazione di donna casta. A Venezia, fra' Paolino Minorita metteva in guardia i padri sul fatto che le ragazze che giravano liberamente per le vie potevano perdere la loro «vergonza».

L'arcivescovo Antonino, nel suo libro di consigli per le nobildonne fiorentine, concordava, commentando: «non mi contento che stiate alle finestre, a vedere chi passa».
 
Quando l'umanista fiorentino Vespasiano da Bisticci lodava Alessandra de' Bardi per la sua castità e il suo riserbo, notava con compiacimento che raramente la si vedeva affacciata alla finestra o sulla porta.

Allo stesso modo Leon Battista Alberti, nei suoi Libri della famiglia, risalenti agli anni Trenta del XV secolo, costruisce una conversazione tra due membri della propria famiglia in cui uno raccomanda: «Difenda la donna serrata in casa le cose e sé stessi con ozio, timore e suspizione». Come ha mostrato Mark Wigley, Alberti riteneva che l'architettura domestica avesse anche la funzione di proteggere i diritti genealogici del marito e il suo senso dell'onore isolando la moglie dagli altri uomini

Dato che le aperture di un edificio - finestre e porte - venivano associate agli orifizi del corpo della donna, la stanza della Vergine veniva spesso rappresentata ermeticamente chiusa, con piccole finestre sbarrate, mura di cinta o porte sprangate, come nei dipinti del Beato Angelico e di Domenico Veneziano. 

Quando invece una donna respingeva un giovanotto lascivo, egli spesso assaliva le porte e le finestre di lei in un complesso rituale sociale che Elizabeth Cohen ha definito «oltraggiare la casa». Alcuni atti di processi svoltisi a Roma e Ferrara rivelano che contro porte e finestre venivano gettati sangue, inchiostro, escrementi e sassi nel tentativo di disonorare una donna attraverso l'aggressione alle vie di accesso della sua abitazione

Nell'Europa agli albori del capitalismo i consumatori erano incoraggiati a guardare nelle vetrine dei negozi colme di merci in vendita. Ruth Iskin fa risalire all'era moderna questa "cultura dell'esposizione", che aveva lo scopo di adescare gli occhi dei passanti, ma in effetti ebbe inizio molto prima. Uno sguardo alle bancarelle dei mercanti ritratte in tante opere rinascimentali italiane illustra chiaramente che i negozianti avevano talmente plasmato l'abitudine a guardare dei consumatori da far loro associare finestra e oggetti in vendita". Analogamente, numerose fonti indicano che le prostitute venivano spesso esposte alle finestre per attirare gli sguardi dei potenziali clienti.

"Sul più bello del passare dei cortigiani mi fece porre in su la finestra. Come io apparsi parve che apparisse la stella ai Magi"


Fig. 19. Anonimo, Cortigiana e corteggiatore, da Mores Italiae, XVI secolo, acquerello.
Yale University, Beineke Rare Book and Manuscript Library.


Un libro veneziano della stessa epoca, Vita del Lascivo, risalente al 1660-1675 circa, contiene molte incisioni di prostitute. In una di queste un uomo è in piedi accanto a una donna mentre un'altra appare poco lontano, sulla soglia del bordello, e una terza si mostra a una finestra aperta. Il frontespizio mostra a sinistra una cortigiana che esce da una porta per parlare con un uomo che le porge un dono. Più indietro, nello stesso edificio, un altro corteggiatore offre un fiore a una prostituta che si affaccia da un balcone per guardarlo e accettare il suo regalo. Al centro un uomo vende dei fiori, mentre a destra due gentiluomini si girano per ammirare la donna al balcone. Come aveva descritto Montagne, uno si è tolto il cappello in segno di ammirazione. Al di sotto della scena principale, un uccello raggiunge in volo la sua compagna sul tetto di una torre situata sulla destra.


Fig. 20. Frontespizio della Vita del Lascivo, s.d. Print Collection, Miriam and Ira D.
Wallach Division of Art, Prints and Photographs, The New York Public Library,
Astor, Lenox and Tilden Foundations.

Un quadro dell'artista senese Liberale da Verona, risalente all'incirca al 1470, mostra un giovane attraente ed elegante che fissa intensamente una ragazza che gli appare alla finestra di un palazzo. Egli fa un gesto verso di lei, che contraccambia il suo sguardo indicando verso l'alto, forse verso i propri occhi, per intendere che al vederlo il suo desiderio si è risvegliato. Questo dipinto originariamente decorava una cassapanca, insieme a un secondo pannello che mostrava la stessa coppia mentre giocava a scacchi e a un terzo che ritraeva un gruppo di uomini in piedi tra due colonne.


Liberale da Verona, Scena da una novella, pannello di un cassone, tempera su legno. New York, The Metropolitan Museum of Art, Gwynne Andrews Fund,
1986, inv. 1986.147. Foto: © The Metropolitan Museum of Art.

Si presume che i tre dipinti rappresentassero un'unica storia, anche se non vi è concordanza sul testo raffigurato. Quel che è chiaro, comunque, è lo stato d'animo di ardente desiderio sessuale condiviso dalla coppia, soprattutto visto che il gioco degli scacchi era comunemente associato al rapporto sessuale. Ma vi si sottolinea anche l'importanza della finestra come luogo per il desiderio erotico e il corteggiamento. Dato che questo pannello ornava una cassapanca da corredo, si evidenzia ancora una volta il collegamento tra la donna alla finestra e il matrimonio. 

In un momento di passaggio della loro vita - dall'infanzia al matrimonio - le donne avevano il permesso di mettere in atto le stesse strategie delle prostitute e occupare uno spazio e un atteggiamento che in altri momenti della loro esistenza le avrebbero fatte oggetto di una severa censura.
Nei ritratti, anche le nobildonne appaiono alle finestre o alle porte.

Considerando però il fatto che i moralisti toscani dell'epoca condannavano severamente le donne che si mostravano alla finestra, questi dipinti richiedono una spiegazione.

Forse l'esempio più noto è il quadro di fra' Filippo Lippi che ritrae un uomo e una donna in uno scenario architettonico estremamente complesso, che Jennifer Craven descrive correttamente come «pieno di contraddizioni». Sfortunatamente la data, l'identità dei modelli e la ragione della commissione restano sconosciute. Il pannello mostra un uomo di profilo che appare in parte attraverso una finestra aperta e indica la donna domina la composizione. L'uomo regge in mano uno stemma e la maggior parte degli studiosi è concorde sul fatto che sia fidanzato o sposato con la donna.


Filippo Lippi, Ritratto di donna con un uomo al davanzale, 1440 ca. New York, The Metropolitan Museum of Art, Marquand Collection, Gift of Henry G.
Marquand, 1889, inv. 89.15.19. Foto: © The Metropolitan Museum of Art

Molte conclusioni emergono dal confronto con le immagini di prostitute (prima e seconda figura). Prima di tutto, a differenza di molte scene di cortigiane, nessun uomo osserva questa donna dalla strada. Lei è situata in alto, lontano da terra, a giudicare dalla vista dalla finestra posteriore, e il paesaggio è privo di presenza umana. Poi questa donna non cerca di attirare l'attenzione altrui come le prostitute: quasi non incrocia lo sguardo dell'uomo che appare alla sua finestra; in realtà non si trova di fronte a lui, ma più vicino all'osservatore, in una posizione più interna. La sua postura eretta inoltre è radicalmente diversa da quella delle prostitute che si sporgono dalle finestre in un atteggiamento di invito. In breve l'artista si preoccupa di sottolineare mediante la posizione della donna nello spazio che il suo onore non è in pericolo. Tuttavia Jennifer Craven evidenzia giustamente la somiglianza di questo pannello con altri doppi ritratti della tradizione dell'amor cortese, in cui un uomo dichiara il suo asservimento alla donna amata". Il ritratto di Lippi, come il dipinto di Liberale, distingue la nobildonna dalla prostituta pur partecipando allo stesso tempo all'associazione abituale tra l'amore (e perfino il matrimonio) e la donna alla finestra.

Commenti

Post popolari in questo blog

Suvorov55 - L’epopea di un esercito in Svizzera - Parte2: Risalendo il Ticino

Prosegue il viaggio fianco a fianco del generale Suvorov e la sua armata. Certo non capita tutti i giorni di veder sfilare un armata sotto casa. Quali le reazioni e le ripercussioni e le conseguenze nelle povere terre ticinese? In questa tappa seguiamo l'esercito percorrere un sottoceneri ancora poco stabile sulle sue gambe dopo la scacciata dei Lanfogti Piccolo padre Così la spedizione di Suwaroff in Isvizzera fu decisa: dal suo campo di Asti egli lanciava il 5 settembre 1799 un ordine del giorno pieno di entusiasmo alle sue truppe agguerrite e ben riposate e senz’indugio mettevasi in marcia verso il Cantone Ticino per Gallarate, Varese, Ponte Tresa. Souwaroff era pieno d’umore bellicoso: vecchio d’oltre 70 anni ma arzillo e noncurante dei disagi, ora caracollava frammezzo ai cosacchi ridendo e cantando con essi, ora con parole incoraggianti spronava alla marcia i suoi granatieri , ed i moschettieri mitrati, che in lunghe colonne per sei divoravano le larghe strade lombarde. Fisi...

Museo della riforma di Ginevra 3 - Icone e iconoclastia

In un secolo dove l'analfabetismo si aggira al 90% il potere delle immagini la fa da padrone. Come visto in passato la bibbia veniva disegnata sulle pareti delle chiese, le icone prendevano ancor più piede. E come qualcuno impone delle icone qualcun'altro vuole eliminarle perché non attinenti al suo pensiero. Ecco con parole mia l'iconoclastia: una parola probabilmente udita almeno una volta, ma proprio per quello difficile da ricordare, ma anche se si ricordasse sarebbe assai difficile al giorno d'oggi trovare un iconoclasta praticante....ok, ho capito..... Iconoclastia protestante La Riforma diffidava della superstizione. Combatteva l'infatuazione dei devoti per le immagini e le statue, nel rispetto letterale del secondo dei dieci comandamenti dell'Antico Testamento, che proibisce la rappresentazione materiale di Dio. Nella prima parte del XVI secolo, i riformatori radicali distrussero immagini, dipinti e sculture in campagne iconoclaste, che Lutero, Zwingli ...

L’occhio di vetro

Giungendo un collega in ufficio con un occhio guasto sono iniziate alcune discussioni sull'argomento. In breve tempo, degenerando, ci si é spostati sul curioso tema degli occhi di vetro. In particolare, non ne ricordo l'origine, quella paura di svegliarsi durante la notte e bere quel bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino, magari quello contenente l'occhio di vetro. Fantascienza? La storia dell'occhio ingurgitato sa molto di leggenda metropolitana. Molto meno invece l'occhio di vetro. Esso, come molti altri, é uno di quegli argomenti pronti a saltar fuori alla prima occasione valida, occasione che mi si para davanti durante la visita del Moulage Museum dell'università di Zurigo. Esso consiste in u ampio locale in cui sono presenti diverse vetrine contenenti ricostruzioni di tutte quelle orribile malattie che possono accorrere all'uomo. Dalla lebbra alla necrosi passando per le "classiche emorroidi". Di tutto e di più. Nella vetrina dedicata ...

Il Lazzaretto di Milano

Per completare le letture sulla pestilenza che colpì Milano, origine di diversi spunti ( qui , qui e qui ), decido di recarmi direttamente sul posto per cercarne i resti. Si perché se “se non si va direttamente sul posto si gode solo a metà”  Storia del Lazzaretto In un'epoca nella quale le condizioni igieniche erano davvero precarie, nasceva la necessità di adibire alcune strutture alla degenza e all'isolamento degli appestati durante le epidemie. Per questo motivo venne costruito il Lazzaretto, struttura che ogni città avrebbe dovuto avere per garantire un minimo di assistenza ai malati e per difendersi dall'espansione del contagio. Ciò che però non si sapeva era come trattare con la peste. Nei lazzaretti i malati erano di fatto isolati in attesa della morte. Esterno del Lazzaretto e porta di accesso Il primo Lazzaretto di Milano sorse molto distante dalla città, a Cusago tra il 1447 e il 1450, ma si rivelò troppo lontano durante la peste del 1451. Era necessaria una str...

Giordano Bruno

Giordano Bruno. Scagli la prima pietra che non ha mai udito tale nome. Probabilmente se si conosce il nome si saprà anche come ha finito i suoi giorni; bruciato vivo. Stop. Ma non basta. Così come non basta passare a velocità supersonica in piazza campo dei fiori a Roma per una rapida occhiata al monumento a lui dedicato. Ci sarà pur un motivo se tra migliaia di messi al rogo a lui hanno fatto la statua. Che diamine. Questi i pensieri mentre riguardo gli scatti strappati a Campo dei fiori in una soleggiata giornata primaverile. A distanza di due anni approfondisco il personaggio e il percorso che lo ha portato ad essere ridotto in cenere a Roma, a poche centinaia di metri della capitale di Gesù Cristo Nostro Signore P.S. É un puro caso che il post esca esattamente lo stesso giorno della sua esecuzione. Il monumento  Nel centro di piazza Campo de' Fiori, in mezzo alle bancarelle del mercato e al vagabondare di romani e turisti, si leva il monumento a Giordano Bruno. Il filosofo è tu...

Hotel Dakota

A volte i musei sono nei posti più insoliti. Un evento particolare può infatti essere preso come filo rosso per l'arredamento di un albergo. Questo é quello che hanno deciso i gestori dell'albergo Dakota a Meiringen Hall dell'hotel Dakota di Meiringen L'incidente Il 18 novembre 1946, un Dakota C-53 americano decollò da Vienna con dodici passeggeri per un volo diretto a Pisa. Dopo lo scalo a Monaco, il pilota Ralph Tate decise di sorvolare le Alpi svizzere e sbagliò le condizioni di altitudine. Volando troppo basso, l'aereo sfiorò il ghiacciaio Gauli a 3350 metri di altitudine a una velocità di 280 km/h. L'aereo sbanda nella neve alta, supera dei crepacci e alla fine si  ferma, senza che i 12 occupanti riportassero ferite pericolose per la vita. A bordo c'erano quattro membri dell'equipaggio e otto passeggeri, tra cui quattro donne, alti ufficiali dell'esercito americano e una bambina di 11 anni. La nebbia e i forti venti costrinsero il Dakota ad att...

Marignano 1515: la battaglia dei giganti secondo il Traxino

Trovo miracolosamente un altro testo inerente la battaglia di Marignano. Vero crocevia della storia svizzera. Questa pubblicazione risulta particolarmente interessante perché arricchita (quasi la metà del testo) da numerosissime note  L'Europa è in fermento, la prospettiva che un'area geografica di importanza fondamentale come il ducato di Milano sia caduta in mano agli svizzeri e al loro comandante, cardinal Schiner, è ritenuta inaccettabile, seppur con la poco credibile assunzione al trono di un figlio del Moro, Massimiliano Sforza, manovrato dallo Schiner e senza nessun margine d'azione autonoma. Nonostante l'indubbio impegno e coraggio da essi profuso, unitamente alle elevate perdite, durante il secondo giorno è ormai evidente a tutti che il vincitore della battaglia è l'esercito francese. Gli svizzeri cominciano a ritirarsi dal Ducato, protetti da alcune robuste retroguardie, rientrando nei propri territori, ma a testa alta: hanno infatti ben combattuto ed il l...

L’arte di invecchiare

Finché lo scorrere del tempo non diventi uno dei principali pensieri o addirittura sfoci in un ossessione stiamo sicuramente navigando nelle tumultuose acque della gioventù. Inesorabile é purtroppo il passare del tempo, ma questo lo si avverte con lo "scollinamento" (vedi capitolo sotto). All'improvviso sembra tutto fragile, insicuro, ci si rende conto che al contrario dei videogiochi la vita é una sola, appesa ad un filo che potrebbe rompersi da un momento all'altro. Da qui si impone profonda riflessione e una ricerca di filosofie capaci di accompagnarci con grande serenità al più democratico dei giorni.  Negli appunti lasciati di Schopenhauer, e nuovamente racchiusi in un vademecum tascabile trovo alcune risposte a questi pensieri tipicamente serali giusto "prima di spegnere la lampada sul comodino”.  Maestro della sponda superiore del Reno - Dittico: Hieronymous Tschckenbürlin e la morte, 1487 Museo d'Arte Basilea Definizione della vita secondo Schopenhaue...

Una nuova partenza

Ho gestito un blog dal 2004 al 2016 Dal 2016 ho preso una pausa, nel frattempo il mio stile di vita e i miei interessi sono mutati, si potrebbe sostenre che sono passato dall'epoca "tardo bimbominkia" al "consapevole di un esistenza da sfruttare bene", o ancora, come amo dire, aver cambiato la mia stagione umana, che sia da "primavera a estate" o da "estate a autunno" non l'ho ancora capito. Nel frattempo i miei interessi si sono spostati fondamentalmente su due temi: montagna e storia. Perché Suvorov55? Suvorov55 é un nome che riesce a racchiudere entrambe le mie passioni, cosa abbastanza difficile in una parola; si tratta di un percorso proposto da una delle innumerevoli app di escursionismo che propone di ripercorrere il percorso fatto dal generalissimo Suvorov nelle alpi svizzere nel contesto delle guerre napoleoniche, il percorso si chiama appunto Suvorov55 ed é una dei miei innumerevoli obiettivi che mi sono proposto di raggiungere....

VERSO

Quello che ci si para dinnanzi é sempre solo una facciata, un lato della medaglia, solitamente il più bello. Ma per conoscere bene qualcuno occorre mangiarci un sacco di sale assieme. L'operazione di scoprire il lato oscuro dei quadri é decisamente più semplice ma raramente non viene trattato perché il lato bello prende per se tutto l'interesse in quanto decisamente la più degno di ammirazione. Si potrebbe dire la stessa cosa dei singoli delle canzoni che uscivano con una seconda traccia, le famose B Sides, sempre un po' bistrattate, a torto, in quanto anche loro erano delle perle destinate a rimanere a vivere all'ombra della parte bella. Ma ritorniamo ai quadri, la Kunsthaus di Basilea decide di farci scoprire cosa sta dietro ai quadri. A oggi non mi sono mai posto grandi aspettative al riguardo, l'unico punto a riguardo erano le ali delle pale d'altare, che vengono solitamente esposte aperte nei musei, ma che nella realtà erano in questa posizione in corrispon...