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Museo comunicazione di Berna : ufficio federale del telegrafo

Ho la fortuna di non vivere in un condominio, da qui ne deriva che ho la fortuna a non dover partecipare a riunioni di condominio, o più in generale, non ho vicini con cui battibeccare, dai panni lasciati troppo lungo a stendere alla porta di entrata non chiusa a chiave dopo le 20. Nulla di tutto questo. Ma malgrado questo sono ben conscio che basti un nonnulla per scatenare una guerra che può sfociare in un costante nervosismo, parolacce e giochi di ripicche.

Venire a conoscenza di un insurrezione sul generis in quel di Berna durante la proficua visita al museo della comunicazione di Berna mi ha strappato un sorriso.

Battipanni ribelli

Davanti agli uffici del telegrafo, nell'attuale Genfergasse di Berna, nel 1897 fu introdotto il divieto di battere i tappeti.

L'arma del delitto

In un documento ufficiale si legge che "nella Anatomiegasse e nell'estesa Speichergasse vengono battuti ogni giorno tappeti di ogni tipo (...)". Il rumore disturba il lavoro negli uffici dell'edificio telegrafico di fronte". La polizia ha quindi vietato la battitura dei tappeti durante le ore di ufficio intorno alla Bollwerk.

Ufficio federale del telegrafo di Berna - 1895.
I telegrafisti erano disturbati dal rumore provocato dai battipanni

L'edificio del telegrafo ospitava anche il dipartimento dei brevetti. Albert Einstein vi lavorò dal 1902 al 1907 come "esperto di livello 3". Durante questo periodo, il futuro premio Nobel sviluppò la sua rivoluzionaria teoria della relatività.
Il divieto di battere i tappeti gli permise di pensare con calma ai concetti di tempo e spazio?

Il problema dello schiocco delle fruste

A posteriore mi imbatto in una infuocata critica da parte del filosofo Arthur Schopenhauer ad un altro problema analogo a quello dei battipanni a Berna

Debbo denunciare come il rumore più imperdonabile e infame lo schioccare veramente infernale delle fruste nelle vie rumorose della città, che toglie alla vita ogni quiete e ogni raccoglimento. Nulla mi dà un'idea così chiara dell'ottusità e della sbadatezza degli uomini quanto il permesso di far schioccare la frusta. 

Questo improvviso e acuto schioccare, che paralizza il cervello e spezza e ammazza i pensieri, dovrebbe essere sentito dolorosamente da chiunque abbia in testa qualcosa che somiglia a un pensiero, e quindi dovrebbe disturbare centinaia di persone nella loro attività spirituale, per quanto di genere comune: a maggior ragione, allora, questo rumore penetra nelle meditazioni del pensatore con un dolore così micidiale, come quando la spada del boia stacca la testa dal tronco.  Nessun suono ferisce il cervello in modo così tagliente quanto questo maledetto schioccare con la frusta; si sente addirittura come se la punta della corda della frusta penetrasse nel cervello, sul quale agisce come il tocco della mano agisce sulla mimosa pudica; e anche altrettanto a lungo. 

Con tutto il mio rispetto per la sacrosanta utilità, non capisco, però, perché un qualsiasi villano che sta portando via un carro di sabbia o di concime debba solo perciò avere il privilegio di soffocare in germe ogni pensiero che sorga nel cervello di diecimila teste in successione (una mezz'ora di strada attraverso la città). Martellate, abbaiare di cani e strilli di bambini sono orribili; ma l'unico vero e proprio assassino dei pensieri è lo schioccare con la frusta. Sembra fatto apposta per distruggere ogni momento di raccoglimento che a uno sia dato talvolta di avere ... 

Questo maledetto schioccare con la frusta non soltanto non è necessario, ma è perfino inutile. Il desiderato effetto psichico sui cavalli, a causa dell'abitudine generata dall'abuso di tale faccenda, si attutisce e finisce per mancare completamente il suo scopo; i cavalli non affrettano il passo per lo schioccare della frusta ... Perciò lo schioccare con la frusta rappresenta un mero arbitrio, anzi un insolente burlarsi da parte dei lavoratori manuali di coloro che lavorano con la testa. 

Che una simile infamia venga tollerata nelle città è una grande barbarie e ingiustizia ... Che un villano il quale, attraversando le vie strette di una città molto popolata con dei cavalli di posta liberi o montando un cavallo da tiro sciolto, o addirittura camminando a fianco degli animali, fa schioccare senza tregua e con tutte le sue forze una frusta lunghissima, non meriti di essere obbligato a scendere immediatamente per ricevere cinque bastonate date con convinzione, non mi convinceranno tutti i filantropi del mondo, con tutte le assemblee legislative che per buone ragioni sono contro le punizioni corporali...

Carrettieri, facchini, gente oziosa che sta agli angoli della strada e altri simili sono gli animali da soma della società umana; essi vanno senz'altro trattati umanamente, con giustizia, benevolenza, indulgenza e con le cure necessarie; ma non dovrebbe essere permesso loro di diventare con il chiasso petulante un impedimento alle aspirazioni più alte del genere umano. Vorrei sapere quanti grandi e bei pensieri abbiano già scacciato via dal mondo queste fruste con il loro schioccare. Se potessi comandare io, si dovrebbe creare nella mente dei carrettieri un nexus idearum indistruttibile fra lo schioccare con la frusta e il ricevere bastonate.

Greenwich? Me ne fotto!

L'ufficio del telegrafo di Berna va ricordato anche per questa curiosa notizia

« Per la partenza dei treni fanno stato unicamente gli orologi delle stazioni calibrati sull’ora del telegrafo federale (ora di Berna). »

Società del Gottardo, Orario ferroviario, 1° giugno 1885

L'ingegnere Leon Fonjallaz e i funzionari delle ferrovie Charles Stocker ed Emilio Chiaverio (da destra a sinistra) su un carrello a motore nell'area della stazione di Briga, 1906 circa, fotografo: sconosciuto, stampa all'albumina montata su cartone, 16 x 23,5 cm, SBB Historic

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