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Museo Tinguely Basilea: Mengele Totentanzt

Conoscevo l'artista, conoscevo alcune delle sue opere, di grande impatto ma non abbastanza per suscitare il mio interesse nel fiondarmi a breve termine in un suo museo.

Il piano superiore

Come però spesso capita però devio ricredermi (unoi dei miei verbi preferiti). AL museo a lui dedicato trovo una sua serie di lavori al piano superiore che, malgrado non essendo di dimensioni ragguardevoli come suo solito, mi colpiscono in maniera maggiore. Probabilmente questo é legato anche al titolo dell'esposizione che é in un qualche modo collegato alla storia contemporanea

Un aereo troneggia al piano superiore del museo Tinguely di Basilea

Questa esposizione é proprio attigua a quella dedicata al "richiamo del vuoto" di cui ho pubblicato poco tempo fa.

Mengele Totentanzt

Il 24 agosto 1986, alle due del mattino di venerdì, un fulmine colpì la fattoria di André Dafflon nelle immediate vicinanze dello studio di Jean Tinguely a Neyruz, vicino a Friburgo.
La vecchia casa, costruita nel 1801, è stata completamente distrutta. Tutto ciò che rimaneva erano travi carbonizzate, rottami metallici smaltati, attrezzi e macchinari agricoli deformati in modo irriconoscibile. Tinguely era stato a lungo sull'orlo della morte dopo aver subito un importante intervento chirurgico al cuore nell'inverno del 1985 e stava appena uscendo da una lunga convalescenza. Questo drammatico incendio gli ispirò la creazione di un'opera importante della sua ultima carriera
Mengele-Totentanz (Mengele-Danza macabra). 

Due giorni dopo che i soccorritori e i curiosi se ne erano andati, Tinguely si mise a recuperare le parti distrutte dell'incendio che erano ancora fumanti. In un resoconto dell'evento, Tinguely afferma di essere ossessionato dal materiale, che aveva assunto un aspetto molto particolare a causa della grande quantità di fieno bruciato.

Il fulcro del gruppo di 18 sculture è l'Altare maggiore, composto dalle parti di una macchina per il mais della ditta Mengele, dalle travi carbonizzate della fattoria e da un teschio di ippopotamo non proveniente dalle macerie.

Sull'altare ci sono i quattro Servi: Il Vescovo, armato di una sega elettrica, una baionetta e la canna di un fucile dell'esercito svizzero; La Télévision, un televisore imploso nell'incendio; La Bouteille d'eau-de-vie; e Le Confort, che comprende un tritacarne.

Tutti i Anche tutte le altre 13 sculture hanno un titolo proprio, come ad esempio La Madre, composta da parti di un abbeveratoio automatico e di un tubo da aspirapolvere, o La trasmissione della morte, un vecchio nastro trasportatore di fieno o letame con otto teschi, tra cui un teschio umano, che circolano continuamente. La "Targa-Florio", detta anche mantide religiosa, si riferisce all'omonima pericolosa gara automobilistica che si svolgeva sulle strade di montagna della Sicilia. Anche la forma dell'opera sembra aver ispirato a Tinguely l'immagine della mantide religiosa, un insetto noto per il fatto che la femmina divora il maschio dopo il sesso. 

Dopo l'acquisto da parte di F. Hoffmann-La Roche AG dei primi elementi della elementi di Mengele-Totentanz, Tinguely elaborò dapprima un progetto per la costruzione di una cappella sotterranea sullo Schönenberg, la tenuta della famiglia Sacher a Pratteln, al fine di allestire l'opera in modo spettacolare. Infine, nel 1996, l'intero insieme Mengele-Totentanz è entrato a far parte della collezione del Museo Tinguely.

Con l'apertura di una nuova sala espositiva nel museo, questa opera tarda di Tinguely sarà allestita a partire dall'estate 2017 in uno spazio simile a una cappella che riflette le intenzioni dell'artista.

L'ultimo pezzo che Jean Tinguely estrasse dalle macerie, disse, era parte di una macchina per la pressatura di marca Mengele, contorta oltre il limite del riconoscibile. L'azienda apparteneva alla famiglia del medico Josef Mengele, che aveva condotto esperimenti abominevoli nel campo di concentramento di Auschwitz. È stato proprio il nome dell'azienda, impresso nella lamiera del lato superiore della pressa per il mais, integrata nella scultura centrale High Altar, a spingere Tinguely a dare un nome all'insieme.

"Perché questo materiale, queste parti di ferro, non solo erano contorte, bruciate all'inizio, ma poi acquisivano una protezione, una sorta di fenomeno chimico di velatura che proveniva da questa enorme quantità di erba bruciata, questo fieno, che forniva un rivestimento di sostanze chimiche, un rivestimento chimico. E la cosa diventava così orribile, per me come qualcosa che era uscito dai campi di concentramento tedeschi. Questo fenomeno di carbonizzazione fu per me un'esperienza orribile la prima volta. [...] improvvisamente ho percepito di nuovo tutta la macabra catastrofe dell'incenerimento dei campi di concentramento."

Jean Tinguely in conversazione con Margrit Hahnloser, 1988

Joseph Mengele l'angelo della morte

Mengele vantava allora la carica di capitano delle SS e fu mandato come medico nel campo di sterminio di Auschwitz. Per lui quella destinazione era l’avverarsi di un sogno. Appena arrivato, Eduard Wirths, capo del corpo medico del campo, lo nominò direttore medico del Zigeunerlager, un settore dedicato esclusivamente a famiglie romaní: più di mezzo milione di persone romaní morirono nei vari campi in cui furono internate. Questi crimini sono indicati con il termine porrajmos, che in romaní significa “grande divoramento” o “devastazione”.

Quando Mengele arrivò ad Auschwitz il luogo brulicava di prigionieri; si calcola che circa 140mila persone fossero costrette nell’immenso campo, protetto da ogni misura di sicurezza e da cui era praticamente impossibile fuggire. Come disse il comandante del campo, Rudolf Hoess, i suoi obiettivi erano «la reclusione e lo sterminio su scala industriale». In effetti, ad Auschwitz in un solo giorno potevano essere assassinate fino a novemila persone nelle camere a gas.

Josef Mengele (al centro) con Rudolf Hoess, comandante del campo (a destra), e Richard Baer, suo successore (a sinistra) ad Auschwitz nel 1944

Mengele esegue ricerche sul fenomeno dei gemelli e anomalie della crescita: il nanismo e il gigantismo. Un così alto numero di cadaveri, come in questo luogo, in nessun’altra parte è disponibile

Il dottor Mengele fa selezionare sulla banchina del terminal ferroviario i gemelli e i nani. Per questo sono indirizzati a destra, per finire dopo nella baracca buona . Per questo temporaneamente godono di un buon vitto e possono lavarsi, allo scopo, cioè, che qualcuno non si ammali e possa morire prima dell’altro. Possono morire, certo, ma in buona salute

Uno dei suoi obiettivi era modificare la pigmentazione dell’iride al fine di ottenere più bambini con gli occhi azzurri. Per questo Mengele iniettava negli occhi dei bambini diverse soluzioni, finendo per procurargli gravi infezioni se non la cecità

Un altro dei suoi raccapriccianti esperimenti consisteva nell’inseminare artificialmente le prigioniere che presentavano antecedenti familiari di gemelli. Dopo il parto, se la povera donna aveva fatto nascere un solo bambino questo veniva depositato ancora vivo nel forno e la madre era trasportata immediatamente alla camera a gas.

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