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Il giorno dei morti

Impossibile non farsi catturare da questa mostra temporaneissima a Berna di un solo weekend dedicata al giorno dei morti. Un ennesima opportunità per avvicinarsi a tradizione di paesi lontani

Un pò di teoria

Questa festa porta avanti una tradizione antichissima grazie al sincretismo tra l'antica cultura preispanica e il cattolicesimo. Il culto dei morti era importantissimo per le popolazioni preispaniche. I sacrifici umani che venivano consumati avevano lo scopo di mantenere l'equilibro tra vita e morte perché il sangue feconda la terra rendendola fertile per la nuova vita. Vita e morte si intrecciavano ed erano una cosa sola.

Per gli antichi mesoamericani la morte non aveva le connotazioni morali della religione cattolica, nella quale le idee di inferno e paradiso servono per punire o premiare. Al contrario, essi credevano che le rotte destinate alle anime dei morti fossero determinate dal tipo di trapasso e non causate dal loro comportamento in vita.

Il giorno dei morti

l giorno di Ognissanti e il giorno dei morti sono celebrati in modo colorato in Messico. 

Per accogliere le loro anime in casa, vengono allestiti altari e tavole di tavoli d'offerta, decorati con fiori, candele e ritagli di carta. A questi si aggiungono scheletri e teschi di cartapesta, gesso o zucchero. Sono raffigurati con una critica sociale in situazioni e attività quotidiane.
L'icona forse più famosa è Catrina, una signora di famiglia benestante.

Figure messicane al museo delle culture di Basilea. Catrina é col vestito verde (2008)

La celebrazione, che si tiene in genere tra il 28 ottobre e il 2 novembre, commemora i defunti per tipo di morte ed età: per esempio il 28 ottobre alcune comunità celebrano i morti per incidente e suicidio, con apposizione di fiori e candele sul luogo dove la morte è avvenuta. Il 31 ottobre è uso rendere omaggio ai bambini, la cui anima si ritiene ascenda direttamente in cielo; i primi due giorni di novembre sono invece dedicati agli altri scomparsi.

Charro Death Rider, rivoluzionario; Città del Messico, Messico; prima del 1996; cartapesta,
carta, legno, ferro; coll. Robert e Cécile Hiltbrand-Grimmeisen, RH 16137

Ai morti vengono offerti i loro piatti preferiti e souvenir personali. Per dare l'addio, la famiglia si reca al cimitero. Fino a mezzanotte, quando i morti lasciano i vivi, le persone mangiano, bevono, suonano e ballano insieme. In questo modo rimangono vivi nella memoria delle persone fino all'anno successivo.

Figure messicane in cartapesta

Cartonería messicana è sinonimo di opere e lavori artistici realizzati in cartapesta. Le tre opere esposte sono una Catrina (donna teschio elegantemente vestita, simbolo del "día de los muertos"), una Tehuana (figura femminile con abiti tipici dello stato di Oaxaca) e una creatura mitica (Alebrije con pittura che rappresenta ispirazioni di Puebla, Hidalgo, Oaxaca, Città del Messico e del nord del Messico).


Stephany Daphne Rodríguez Cabañas vede la luce il 6 agosto 1983 a Città del Messico. Ha frequentato una scuola di moda e ha scoperto la sua passione per la creazione di qualcosa di creativo fin da piccola. La sua formazione comprende anche l'esposizione alle arti e ai mestieri tradizionali messicani, l'arte popolare messicana. Ben presto, il lavoro con la cartapesta, noto come cartoneria, ha attirato l'attenzione di Stephany.

Il destino l'ha portata in Austria all'inizio dei 20 anni dove, lontana da casa, si è avvicinata sempre più all'arte messicana e all'autodidattica, raggiungendo un certo livello artistico e affinando la sua tecnica poco a poco. Dal 2015 al 2019 è stata responsabile della decorazione del Festival messicano dei morti "Día de los muertos" al Kursalon Hübner nello Stadtpark di Vienna. Nel 2019 è stata invitata per la prima volta a occuparsi della decorazione della Festa dei morti messicana al Weltmuseum Wien. Per questo evento, ha creato un altare per i morti e figure di dimensioni maggiori, i cosiddetti mojigangas, che si muovevano tra la folla nel portico del museo nel corso di una processione davanti all'altare.

Pancho Villa

Francisco Villa, meglio conosciuto come Pancho Villa, nacque nel 1878 a San Juan del Rio, in Messico. Da bambino, Pancho Villa dovette lavorare duramente per aiutare la sua famiglia, che era molto povera.

Crescendo, notò che molte persone in Messico erano arrabbiate e tristi perché il Paese non era socialmente equilibrato. Un uomo chiamato Porfirio Díaz, che fu presidente del Messico per molto tempo, non permetteva alla gente di avere voce o diritti. Così Pancho Villa decise di fare qualcosa. Si unì a un gruppo di persone che volevano cambiare e insieme diedero vita a una rivoluzione, una grande lotta per migliorare le cose.

Pancho Villa divenne un coraggioso leader dei rivoluzionari. Combatterono in molte battaglie e si distinse per il suo coraggio e la sua saggezza. Pancho Villa non combatteva solo in guerra, ma voleva anche che il Messico fosse un posto migliore in cui vivere. Quando divenne governatore di Chihuahua, promulgò leggi per aiutare i poveri e i contadini ad avere terra e istruzione.


DURANTE LA RIVOLUZIONE nacque la leggenda secondo cui, prima del 1910, Pancho Villa sarebbe stato un bandito vicino alla società, «un amico dei poveri, il Robin Hood del Messico», secondo il giornalista contemporaneo John Reed. Il suo biografo Paco Ignacio Taibo sostiene invece che, come bandito, Villa non ebbe mai alcuna preoccupazione sociale. «Nelle sue azioni non c'era molta generosità verso il popolo; rubava ai ricchi, ma raramente per dare ai poveri. Nonostante ciò, Villa aveva dei principi: non servì mai un signore locale, rispettava i maestri di scuola più dei preti e non violentava le donne, preferendo invece sedurle».

Alla fine morì in un'imboscata a Parral, Chihuahua, il 20 luglio 1923. Nonostante la sua morte, Pancho Villa è venerato come un eroe in Messico. Il suo coraggio e la sua lotta per la giustizia sociale ispirano ancora oggi le persone. Nel 2023 ricorre il bicentenario della sua morte.


Nel Giorno dei Morti, le famiglie messicane erigono altari speciali con foto e cibi che piacevano al defunto per onorarlo e rendere omaggio al suo spirito coraggioso. L'altare che abbiamo qui non è solo un tributo alla sua memoria, ma anche un ricordo degli ideali per cui ha combattuto. Le offerte tradizionali che vediamo qui, come il pane per i morti e le foto di Villa, ci collegano alla tradizione culturale del Messico e alla storia di un uomo che ha dato la sua vita per una causa più grande

L'altare

Durante la tradizionale festa dei Morti si fa visita ai cimiteri e si adornano le tombe dei propri cari con candele, fiori, pane, vino e piatti speciali in onore degli antenati. Molti lasciano il letto libero per le anime dei defunti la notte del 1º novembre.

Per prepararsi agli importanti festeggiamenti e acquistare l'occorrente, vengono allestiti dei piccoli mercati di strada chiamati tianguis: le bancarelle espongono alimenti, candele, incensi e fiori, ed anche i famosi striscioni messicani colorati con immagini ritagliate.

L'altare deve essere allestito facendo attenzione a rappresentare i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco e viene solitamente collocato in salotto o sala da pranzo per la condivisione con tutta la famiglia. A volte gli altari vengono fatti di Poaceae (Graminacee) con tetti di palma o di foglie di banano usando i petali di tagetes erecta per fare un percorso dall'entrata all'altare per dirigere il cammino delle anime. Sull'altare vengono posti diversi elementi importanti, alcuni variano da città a città anche per l'ordine considerato valido. Si tende a creare un altare a più livelli e ogni livello rappresenta un elemento e un passo dalla terra al cielo. La prima cosa da fare è inserire le foto di coloro che vogliamo ricordare sull'altare.

Le offerte sono la base fondamentale dell'altare e ogni offerta deve essere pensata per una persona specifica in modo da personalizzarla e brindare ai propri antenati o anche a persone storiche o mitiche di grande importanza per noi. I morti non possono consumare i cibi fisicamente ma si alimentano con la loro essenza Candele e incenso Copale

La luce delle candele e il fumo del copale permette ai defunti di non smarrire la strada illuminando il loro cammino fino alla casa dei loro cari tra i vivi

L'essenza del sale è un ingrediente antichissimo e fondamentale, oltre a rappresentare il sapore della vita, permette ai defunti di proseguire il percorso nell'aldilà.

Tra i vari fiori il più tradizionale che non deve mancare sull'altare è il Cempaxòchitl (tagetes erectao Garofano d'India) che viene chiamato in Messico anche "fiore dei morti". Altri fiori molto usati sono la celosia cristata (cresta di gallo in Messico chiamata pata de leòn o terciopelo).

Aguzza la vista: tra gli altri una bottiglia di un superalcolico, una maglietta della nazionale messicana di calcio, la foto di un incontro di calcio, il presunto scheletro di un gatto

Spesso vengono posti sull'altare degli abiti da donare ai defunti che così possono cambiarsi di abito.

L'acqua è sempre gradita alle anime che si incamminano in un lungo viaggio fino al mondo dei vivi, la bevono appena giunti per dissetarsi dal viaggio. Alcuni alimenti tipici sono: frutti acidi, agrumi, semidolci, i tamales, carne ed erbe aromatiche. Si cucinano e si donano principalmente i cibi e le bevande (tra cui bibite e alcolici) che più piacevano al defunto, cercando di fare sia salato che dolce. Tra i forti alcolici tradizionali (aguardiente) si trovano tequila e mezcal, ma anche birra e vino. Il tabacco (sigari o sigarette) si inserisce se il defunto era un fumatore. I dolci tradizionali da mettere sull'altare sono il pan de muerto (dolce tipico di questa festa che non viene fatta in nessun altro momento dell'anno), i teschi di zucchero (sulla cui fronte viene scritto il nome del defunto o dei vivi che lo mangiano per dare un tono umoristico alla festa), il cioccolato, l'amaranto e il caffè. Questo banchetto serve per ricordare al defunto le gioie della vita e condividerle con i propri car

Una volta terminata la festa, dopo che l'anima dei defunti si è cibata dell'essenza degli alimenti, i resti vengono consumati dai familiari e amici vivi per ricordare il defunto e unire la famiglia.

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